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venerdì 11 novembre 2011

Piedimonte Matese - Omicidio colposo, due medici sotto processo

l'ospedale di piedimonte matese
piedimonte matese.  Finiti sotto processo con l’accusa di omicidio colposo. Le persone alla sbarra sono tre: il medico di pronto soccorso Anna Maria Sgambato, cinquantanovenne e residente a Piedimonte Matese, e i due cardiologi Alfonso Marra, cinquantaseienne e residente a Caiazzo, e Antonio Sparaco, cinquantaduenne di Santa Maria Capua Vetere. Secondo l’accusa, mossa nei loro confronti dalla Procura della Repubblica sammaritana, gli attuali imputati non presentavano la dovuta assistenza medica alla paziente Sebastiana Chierella, la quale, pur ricoverata l’11 gennaio 2007, con diagnosi del cardiologo di fiducia, dott. Francesco Ferrucci, per infarto del mediocardico acuto, dopo essere stata tenuta presso il pronto soccorso dell’ospedale di Piedimonte Matese per altre quattro ore, si aggravava con un altro infarto e, solo quando non c’era più nulla da fare, fu trasferita al reparto di terapia intensiva, dove poco dopo decedeva. Il figlio della povera donna, presente al momento dei fatti, più volte richiese l’intervento dei cardiologi, ma gli stessi rispondevano che non vi era posto in reparto. Il posto, come d’incanto, uscì solo quando la situazione diventava irrecuperabile. L’ultima udienza del procedimento penale a carico dei tre medici si sarebbe dovuta svolgere ieri mattina, presso il tribunale monocratico di Piedimonte Matese, ma a causa dell’assenza del giudice togato, il Got, dott. Carmela Sorgente, ha rinviato la discussione in aula, per il prosieguo dell’istruttoria dibattimentale, al prossimo mese di luglio. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Insero, Giaquinto e Renato Iappelli. La persona offesa è assistita, invece, dai legali Antonio Calderelli e Vincenzo Russo. Il figlio della vittima, presente quasi sempre in aula di tribunale, è seriamente intenzionato ad ottenere giustizia. Il procedimento penale a carico dei tre medici subisce un ulteriore rinvio. In questo modo, si allungano notevolmente i tempi per la conclusione del processo. La difesa sembra essere convinta di riuscire a smontare il teorema accusatorio mosso dalla Procura della Repubblica. Gli avvocati della persona offesa, dal canto loro, si batteranno fino alla fine per dimostrare in maniera incontrovertibile le responsabilità penali dei tre imputati. La vicenda suscitò grande scalpore all’epoca dei fatti e, ad oggi, continua ad essere molto seguita. Si tornerà in aula, fra 10 mesi.
Francesco Mantovani

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