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mercoledì 4 marzo 2009

Dragoni: arrestato imprenditore per discarica abusiva

DRAGONI - Aveva realizzato e gestiva una enorme discarica di rifiuti speciali e pericolosi su un terreno alle porte del paese. Ottomila metri quadrati in cui aveva ammassato diverse tonnellate di vecchi motori, carcasse di autovetture, pneumatici e tanti altri tipi di rifiuti. Per questa ragione è stato arrestato, ieri mattina, il 54enne Alfredo Carini – originario della provincia di Napoli ma da tempo trasferitosi nell’Alto Casertano – che oggi stesso sarà processato con la formula della direttissima. Così, ha disposto il Pubblico Ministero del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, dottor Guarriello, che ha inoltre deciso la custodia dell’arrestato presso la cella di sicurezza della stazione dei carabinieri di Piedimonte Matese. Carini è stato arrestato durante un blitz attuato dai carabinieri della compagnia pedemontana i quali, da tempo stanno attuando una vera e propria guerra contro il traffico illecito dei rifiuti. Un traffico che vede sempre più frequentemente materiali di ogni tipi viaggiare verso le montagne e le campagne dell’Alto Casertano e del Matese. La discarica organizzata da Carini era situata in località Raudini, nel comune di Dragoni. Proprio nella zona industriale di Dragoni, Carini, aveva gestito, fino a pochi mesi, una grossa rivendita e officina meccanica che operava nel settore del fuoristrada. Un’attività che da qualche tempo, l’uomo, ha spostato nella vicina provincia di Benevento. L’arresto di Carini, imprenditore operante nel settore del commercio di auto fuoristrada, è stata eseguito grazie alle nuove norme che regolano proprio lo stoccaggio e lo smaltimento dei rifiuti. In Campania c’è l'arresto per chi viene sorpreso ad abbandonare rifiuti ingombranti (lavatrici, materassi o altro). Si rischieranno da 6 mesi a 3 anni di reclusione. La disposizione non vale per tutto il territorio nazionale, ma solo per la Campania e per quelle regioni in cui è stata riconosciuta l'emergenza. In sostanza, secondo una prima ricostruzione fatta dagli investigatori, l’uomo accumulava nella proprietà in località Raudini, tutto quel materiale che invece doveva essere smaltito attraverso particolari procedure.

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