AILANO - Nella mattinata odierna, i Carabinieri del Nucleo
Investigativo del Comando Provinciale di Caserta hanno dato esecuzione ad
un'ordinanza di custodia cautelare emessa dall'Ufficio G.I.P. presso il
Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei
confronti di 9 persone {otto misure cautelari in carcere ed una agli arresti
domiciliari), ritenute responsabili a vario titolo di concorso esterno in
associazione mafiosa, estorsione, turbativa delle operazioni di voto mediante
violenza e minaccia, corruzione, reimpiego di denaro di provenienza illecita,
reati tutti aggravati dalla finalità di aver agevolato il clan "dei
casalesi",


Proprio attraverso le indagini tecniche coordinate da questo ufficio e
condotte dai Carabinieri, ulteriormente corroborate dalle dichiarazioni di
collaboratori di giustizia cha hanno vissuto in prima persona le vicende
oggetto di investigazione, quali IOVINE Massimo, DI CATERINO Emilio, GUIDA
Luigi, DIANA Francesco, ZIELLO Gaetano, CARRINC Anna e da ultimo DIANA
Tammaro, si è fatta luce su gravi episodi connessi a
violazioni sull'assegnazione di importanti appalti pubblici che avevano
interessato quel territorio, nonché sul reimpiego di capitali illecitamente
acquisiti da esponenti dell'organizzazione criminale nella realizzazione di
beni immobili.
In particolare gli imprenditori destinatari della
misura cautelare, accordandosi con gli esponenti apicali del clan "dei
casalesi", ricevevano dal clan un appoggio costante per l'assegnazione
delle gare di appalto e di commesse pubbliche, con meccanismi di alterazione
delle gare e quindi di un consequenziale sostegno finalizzato alla loro
affermazione imprenditoriale.


La saldatura che nella fattispecie in esame si è realizzata tra ceto
politico e amministrativo locale e imprenditoria criminale produce distorsioni
profonde a tutti i livelli, dal governo del territorio alle direzioni dello
sviluppo e dell'occupazione, ma soprattutto sostiene, da un lato, il
consolidamento sul mercato legale dell'imprenditoria criminale, e, dall'altro,
il rafforzamento di un ceto politico e amministrativo affaristico, clientelare,
e, esso stesso, malavitoso, capace di giungere ancora una volta fino a sedere
in consiglio regionale, nell'istituzione che più di tutte gestisce
finanziamenti per appalti e concessioni pubbliche.
L'indagine ha altresì consentito di individuare nello specifico alcuni
imprenditori di riferimento della camorra casalese. Uno di essi è stato
identificato in GAROFALO Raffaele ci.'73 di San Marcellino, imparentato con un
noto esponente del clan Bidognetti, MACCARIELLO Raffaele ed in rapporti diretti
con CARRINO Anna.
Altri sono stati identificati in MALINCONICO Giovanni ci.'52 di Ailano, e nei
fratelli
MASTROMINICO Pasquale ci.'51 e Giuseppe ci.'58 di San Cipriano d'Aversa,
destinatari di ordinanza di custodia cautelare per concorso esterno in
associazione mafiosa in relazione al gruppo comandato da IOVINE Antonio, detto o 'ninno, di cui si sono rivelati la longa rnanus nell'assegnazione di appalti pubblici
grazie alla loro contiguità al clan. Si tratta di imprenditori di rilievo
nazionale, come hanno svelato indagini anche di altri uffici, e soprattutto in
grado di muoversi sull'intero territorio della regione, come dimostrato
dall'aggiudicazione in favore di MASTROMINICO di un importante appalto del
Comune di Gragnano. Circostanza, questa, posta in relazione ad altre emergenze
investigative dalle quali è risultato che i MASTROMINICO sono stati individuati
come imprenditori di riferimento del clan IOVINE sul territorio di San Cipriano
grazie al rapporto di stretta collaborazione che si era instaurato fra il boss
MARTINELLI Enrico ci. 64 -oggi detenuto in regime di 41 bis - ed il Sindaco di
San Cipriano d'Aversa, suo omonimo del '71. In particolare il rapporto fra il boss Martinelli
Enrico e l'omonimo Sindaco di San Cipriano d'Aversa è risultato dagli
accertamenti compiuti dai carabinieri a seguito di una perquisizione in un covo
individuato durante le ricerche di Antonio IOVINE e di Martinelli Enrico, durante
la quale fu rinvenuta una vecchia macchina da scrivere che riportava impresse
le tracce di una corrispondenza fra i due Martinelli; fra le lettere, una
riportava la direttiva del boss al Sindaco di assegnare l'appalto per la
ristrutturazione del cimitero di San Cipriano d'Aversa ai Mastrominico,
ricordandogli l'impegno elettorale del clan in suo sostegno.
Sono stati poi contestati i reati di corruzione elettorale aggravata
dal metodo mafioso a FABOZZI Enrico, CAIAZZO Nicola (consigliere comunale dal 2003)
e CAIAZZO Vincenzo detto Stefano (suocero di IOVINE Massimo e socio in affari del
Sindaco FABOZZI Enrico). Inoltre MALINCONICO Giovanni e FABOZZI Enrico
rispondono del reato di corruzione per le utilità versate dall'imprenditore al
Sindaco dopo l'attribuzione in suo favore di un importante appalto di circa 14
milioni di euro.
Infine va evidenziato che il Gruppo Guardia di Finanza
di Aversa sta completando l'esecuzione del sequestro di beni, società e conti
correnti riconducibili ad alcuni indagati, per un valore di circa 10 milioni di
euro.
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