calvi risorta. Il fumo, oltre a uccidere, può anche far arrestare”. Non è mancato un tocca d’ironia da parte del vice questore, Francesco Di Ruberto, nell’illustrare le dinamiche che hanno portato, nella giornata di ieri, all’ immediato arresto dell’autore della rapina da 1.500 euro ai danni della tabaccheria-ricevitoria nella zona dell’Acquacalda a San Marco. Il rapinatore, già noto alle forze dell’ordine, Silvano Ranucci, classe 1963, originario di Calvi Risorta, ma residente da tempo a Lucca, dopo aver fatto irruzione a volto coperto nel negozio intorno alle 12e40, si è messo alla guida della sua auto, una Fiat Punto color carta da zucchero, ma la fuga è durata poco.
Infatti, il rapinatore, giunto sul cavalcavia di viale Europa, ha tentato un sorpasso azzardato che si è concluso con un incidente in cui sono state coinvolte altre tre automobili. “Per fortuna non ci sono stati feriti gravi – spiega il vice questore – e proprio in quel momento una delle tre volanti in servizio si trovava su viale Europa e, fermatasi per verificare l’accaduto, ha subito riconosciuto in quell’uomo un volto noto”. La Squadra Volante diretta dal dottor Leonardo Leone, insospettita, ha così effettuato un rapido controllo dell’auto, mentre l’autore del colpo, ignaro di aver destato sospetti, si è fatto trasportare, a seguito di una ferita riportata alla testa, in ospedale dall’ambulanza. “All’interno del veicolo - ha raccontato Leonardo Leone – sono state rinvenute due stecche di sigarette e nel frattempo il titolare del negozio aveva chiamato la polizia, mentre un cliente che era stato allontanato dalla tabaccheria dallo stesso rapinatore sotto la minaccia di una pistola, anziché scappare ha deciso coraggiosamente di rimanere nelle vicinanze, permettendo così di fornire esatte indicazioni circa l’auto del pregiudicato”.
Una testimonianza fondamentale, che una volta giunta alla squadra volante che stava appunto perquisendo quella stessa macchina, mentre il piano anti-rapina era già scattato, ha portato rapidamente all’arresto del suo autore.
“A quel punto – ha continuato Leone – siamo andati al pronto soccorso per perquisire il sospettato e nel suo marsupio abbiamo rinvenuto la pistola scaccia cani usata per il colpo, il cappellino e la sciarpa che indossava, come è stato possibile riscontrare dalle immagini delle telecamera a circuito chiuso presenti nel negozio, durante la rapina”. Nonostante le prove schiaccianti, supportate dal racconto della titolare della tabaccheria, che, ignara della presenza di una pistola, con un gesto aveva tolto il travisamento, scoprendo il volto del rapinatore, oltre all’ulteriore conferma proveniente delle immagini registrate, il pregiudicato Silvano Ranucci ha continuato a negare, sostenendo di aver preso le stecche di sigarette in un’altra tabaccheria, affermazione smentita da una rapida verifica compiuta dalla polizia, e giustificando il possesso della pistola come arma di auto-difesa dagli zingari che lo perseguiterebbero. Una difesa che evidentemente non sta in piedi e che non è riuscita a evitargli il carcere
Nessun commento:
Posta un commento