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domenica 8 marzo 2009

Teano: I medici indagati si difendono

TEANO - “Mi sento pulito – afferma il primario del reparto di chirurgia dell’ospedale di Teano, Raffaele Di Robbio, uno dei 34 medici indagati – e per questo attendo con serenità gli sviluppi dell’indagine. Ho vissuto la perquisizione della finanza con rispetto e tranquillità. Certamente – insiste Di Robbio – sono amareggiato ma ho collaborato mettendo a disposizione la mia casa e il mio studio. Vivo e lavoro – conclude Di Robbio – in una piccola comunità per cui anche gli incassi sono modesti. Ho sempre versato quanto dovuto all’Asl.” Le parole del primario sono sposate da un altro medico, Giovanni Italiano, che opera nella struttura di Caserta: “sono estremamente sereno – precisa Italiano – resta solo l’amarezza per essere stato perquisito all’alba dopo aver dedicato una vita allo studio e alla professione”. I trentaquattro medici perquisiti l’altra mattina e indagati con l’accusa di peculato, si mostrano sereni e attendono l’esito della indagine con fiducia verso la Procura. Fra i professionisti, tanti i nomi di primissimo piano come Antimo Cappello, Lanfranco Acampora, Luigi Bergamin, Luigi Bifulco, Arnaldo Brienza, Carlo Capuano, Giuseppe Casino, Angelantonio Caso, Fabio Cecconi, Agostino Cirillo, Anna Cristillo, Dario D’Onofrio, Luigi Di Risi, Francesco Della Corte, Raffaele Di Robbio, Giovanni Di Tommaso, Fabrizio Ferraiolo, Fiovanbattista Forte, Giovanni Italiano, Roberto Landolfi, Alfonso Marra, Giuseppe Mastrobuono, Stefano Mennillo, Vincenzo Messina, Antonio Palermo, Guido Pane, Antonio Pontieri, Antonio Puorto, Michela Quarantiello, Giacomo Russo, Ignazio Scaravilli, Vincenzo Selva, Attilio Sgambato e Armando Volpe. Professionisti che, in gran parte, lavorano fra gli ospedali di Piedimonte Matese, Teano e Caserta, prestando, inoltre, attività profes

Letino: Fortiniscagionto dalla prova del Dna

LETINO - Si è concluso oggi al Tribunale di Isernia l'incidente probatorio per l'omicidio di Marinalba Costa e Silva, una prostituta brasiliana assassinata con una coltellata al petto in un monolocale del centro storico della città.L'omicidio fu compiuto esattamente un anno fa. Il perito della Procura, Giacomo d'Agostaro, ha consegnato i risultati del confronto di 57 dna con cinque tracce ematiche rilevate dai carabinieri del Ris di Roma sulla scena del crimine. La novità più eclatante è che non c'é alcuna corrispondenza tra il dna del 24enne di Letino, Ignazio Fortini, arrestato per l'omicidio e il profilo di dna ricavato dalle tracce ematiche trovate anche sulle pareti del monolocale. Non sono neppure corrispondenti al dna del cugino di Fortini, in un primo momento indagato per favoreggiamento. Una traccia ematica, invece, è riconducibile al dna della sorella della vittima. "Andremo avanti - ha dichiarato Giuseppe Stellato, legale difensore di Fortini - seguendo una linea di coerenza. Ci siamo sempre dichiarati completamente estranei ai fatti. La perizia ha rilevato che all'interno della casa c'erano più persone e che le tracce ematiche non appartengono al Fortini". Resta tuttavia un'altra incognita da chiarire. L'ex fidanzata di Fortini aveva con sé il telefono cellulare di Marinalba e afferma di averlo ricevuto da lui. "Aspettiamo di conoscere gli atti - ha commento l'avvocato Stellato - e poi chiariremo anche questo". Il prossimo passo sarà la fissazione dell'udienza del Gup per il rinvio a giudizio. Una giornata, quindi, molto favorevole all’imputato che si è sempre detto innocente rispetto alle accuse a lui mosse. Si attendono, ora, le decisioni dei giudici. Gli investigatori dovranno cominciare da zero.

Riardo: Tre tombaroli arrestati

RIARDO - Stavano depredando la necropoli di Riardo i tre tombaroli arerstati dai Carabinieri di Sparanise l’altra notte. Tutti sono residenti a Casal di Principe e sonos tati trasferiti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere per impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato.  Nella loro auto sono stati rinvenuti 8 vasi in terracotta, alcune statuine votive e monete d’oro ancora sporche di terra, che avevano appena ritrovano in una tomba. Tutti i reperti sono stati consegnati alla sovrintendenza ai beni archeologici di Caserta. I tre tombaroli di Casal di Principe, avevano appena termianto di scavare nelle campagne di Riardo quanjdo sono stati sorpresi da lacuni carabinieri n borghese. In un primo momento - anche grazie all’oscurità, sono riusciti a sfuggire alle forze dell’ordine. Teano. Sono incappati però in un posto di blocco lungo la statale Appia, nel territorio di Sparanise. All’alt imposto dai militari dell’arma, i tre hanno tentato una improbabile fuga. Inseguiti dai carabinieri sono stati intercettati e bloccati dopo qualche chilometro. Nel cofano della vettura tantisismo materiale archeologico e attrezzi utili per l’identificaione e los cavo delle tombe. Il 60enne Filippo Palma, il 44enne Salvatore Zara e il 50enne Luigi Di Caterino sono stati prima condotti in Caserma e successivamente trasferiti presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere. A loro carico esisono già divesi precedenti per reati specifici. Fra il materiale recuperato dai carabinieri alcune anfore finemente decorate che sul mercato nero vengono vendute a cifre molte alte.L’azione dei carbinieri, guidati dal maresciallo Bardi confermano l’attenzione della malavit averso i siti archeologici dell’Alto Casertano. Bande di tombaroli agiscono da tempo. Ogni notte decine di tombe vengono scavate e portate via fra l’indifferenza delle istituzioni e delle autorità; le forze dell’ordine, sicuramente inadeguate per uomini e mezzi possono fare davvero poco per contrastare il fenomeno. Così, le ricchezze storiche di Riardo vengono portate via e depredate dalla camorra. La Soprintenza, senza soldi non può scavare, ci pensano i “casalesi” che predano ogni cosa. Purtroppo, una vera e propria necropoli è stata profanata dai ladri d’arte. Oltre 300 sepolture – finora – sono state scavate e depredate. Le tombe potrebbero risalire ad un periodo che va dal VI al III secolo avanti Cristo. Scompare così un tesoro di inestimabile valore storico e cultura; un tesoro che apparteneva alla comunità riardese. Un tesoro sepolto da oltre 2500 anni.
gdm

Piedimonte Matese: Svolta nell'indagine Elisr

PIEDIMONTE MATESE: Svolta nell’indagine “Elisir”. Una donna di 40 anni – Antonella I. residente a Benevento – è accusata di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Secondo la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere la 40enne avrebbe avuto un ruolo fondamentale nel procacciare ragazze disposte a “soddisfare” i capricci dei numerosi clienti che affollavano quel locale. La figura della donna era sfuggita, in un primo momento, alle indagini. Poi, l’attività investigativa svolta dai carabinieri del nucleo radiomobile della compagnia pedemontana, è riuscita a inquadrare il ruolo della beneventana imputandole le proprie responsabilità. La svolta potrebbe essere il preludio per un nuovo impulso all’indagine che, nelel prossime settimane, potrebbe riservare ancora clamorose sorprese. Trema la “Piedimonte bene”. Molti professionisti hanno paura perché i loro nomi figurerebbero fra i tanti “clienti affezionati” del club a luci rosse, Elisir. I militari dell’arma avrebbero rinvenuto diverso materiale pornografico realizzato artigianalmente da “attori” del posto. Nella rete dei carabinieri sarebbero finiti medici, avvocati, commercialisti ed altri professionisti la cui posizione è al vaglio degli inquirenti. Il locale Elisir, posto alla periferia di Alife, lungo la strada provinciale, era noto in zona per una serie di “offerte” molto accattivanti attraverso le quali riusciva ad attirare clienti da ogni parte della provincia. L’indagine scaturisce da una precisa denuncia di una giovane donna, per alcuni mesi sfruttata dai gestori del night club e indotta a prostituirsi. I fatti prendono avvio nella nottata del 13 luglio, quando i Carabinieri eseguirono l’arresto di 13 persone. Per tutti i reati contestati sono quelli di “associazione per delinquere, esercizio di casa di prostituzione, induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e agevolazione all’uso di sostanze stupefacenti”. Contestualmente fu eseguito il sequestro preventivo di un night club, denominato “Elisir”, teatro delle illecite attività, nonché di conti correnti, libretti nominativi ed al portatore e vetture in uso agli indagati, per un valore complessivo di oltre un milione di euro. Il pagamento di ogni prestazione da parte delle giovani prostitute rendeva agli sfruttatori cifre oscillanti fra i 110 e i 130 euro. Gestori del night club “Elisir” di Alife erano Giuseppe Fallarino e Maria Saveria Brattoli, convivente del Fallarino. Collaboratori nella gestione delle attività illecite del night: Pietro Maenza, Svitlana Oshkina, Oksana Romaso, Vasyl Sydoruk, Emine Smail, Michele De Martino, Salvatore Aniello Vicidomini, Raffaele Flocco, Luciano Sgambato, Pasqualino Di Nuzzo, Vincenzo Rossi. All’interno del night al momento del bltz erano presenti una trentina di clienti tutti professionisti o imprenditori accomunati dall’alta disponibilità di somme di denaro da spendere.

Vairano Patenoa: medici indagati

VAIRANO PATENORA - Un blitz della Guardia di Finanza scuote l’Asl e la politica dell’Alto Casertano. Dei trentacinque medici indagati, alcuni sono sindaci, altri consiglieri comunali, altri ancora importanti figure nel panorama politico casertano. Per tutti gli indagati l’accusa – mossa dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere – è quella di peculato. Ieri, la guardia di finanza, attraverso un maxi blitz, scattato nelle prime ore del mattino che ha visto in campo circa 150 uomini, ha perquisito la casa e gli uffici dei professionisti posti sotto indagine. Contemporaneamente altri uomini erano presso gli uffici delle entrate competenti per incrociare i dati. Tutti i medici hanno un rapporto con le Asl e con gli ospedali dove prestano la loro opera professionale. Inoltre, gli indagati, presterebbero anche servizio in forma provata. Quindi, tutti professionisti che aveva deciso di adottare il sistema di “intramoenia”. Un protocollo secondo cui il medico ospedaliero che decide di lavorare anche presso studi privati dovrebbe versare il 50% del proprio fatturato all’Asl. Il sistema dovrebbe – contemporaneamente - generare parcelle più contenute in favore dei pazienti e maggiori entrate nelle casse delle azienda sanitarie. Ciò non sempre avviene. L’indagine che ha condotto al blitz attuato ieri mattina, è partita oltre sei mesi fa, attraverso l’acquisizione delle testimonianze di numerosi pazienti ascoltati dalla guardia finanza. Ieri mattina la stretta finale con la notifica dell’avviso di garanzia agli indagati e le perquisizioni. Alcuni professionisti sono stati raggiunti presso gli ospedali di competenza e successivamente condotti in caserma per essere ascoltati e verbalizzati. Non si escludono – nelle prossime settimane – sviluppi sulla vicenda. In tutta Italia sono centinaia i medici nel mirino del Fisco. Non farebbero le ricevute truffando così le Asl. Nei mesi scorsi fu una nota dell'Agenzia delle Entrate, trasmessa al Senato ad evidenziare il problema. Secondo quel documento, la mancata emissione delle fatture sarebbe mediamente intorno al 30 / 40 per cento, con alcuni casi specifici superiori al 50%. Le prime verifiche hanno riguardato cento medici della Sicilia, settanta del Lazio, e quindici della Liguria. Alcune verifiche avrebbero evidenziato dei paradossi come il cardiochirurgo che dichiara appena dodici visite in un anno oppure il ginecologo che dall'attività intramoenia incassa meno dell'affitto del suo studio, ovvero 500 euro al mese. La Guardia di Finanza, nel 2006, attraverso un controllo condotto su tutto il territorio nazionale – evidenziò dati ancora più allarmanti secondo cui su 172 medici controllati ben 104 non rilasciavano regolari fatture. Numeri che avrebbero determinato una evasione di milioni di euro. L’indagine condotta dalla Procura sammaritana e che ha visto ieri in campo la guardia di finanza, è dello steso tipo di quella condotta a Napoli nelle scorse settimane. Una indagine che avrebbe già mietuto la prima vittima: il chirurgo Salvatore Franzese. Il professionista, infatti si tolse la vita iniettandosi un potente veleno – proprio qualche giorno dopo essere stato oggetto di una perquisizione. Anche Franzese svolgeva attività intramoenia.

mercoledì 4 marzo 2009

Dragoni: arrestato imprenditore per discarica abusiva

DRAGONI - Aveva realizzato e gestiva una enorme discarica di rifiuti speciali e pericolosi su un terreno alle porte del paese. Ottomila metri quadrati in cui aveva ammassato diverse tonnellate di vecchi motori, carcasse di autovetture, pneumatici e tanti altri tipi di rifiuti. Per questa ragione è stato arrestato, ieri mattina, il 54enne Alfredo Carini – originario della provincia di Napoli ma da tempo trasferitosi nell’Alto Casertano – che oggi stesso sarà processato con la formula della direttissima. Così, ha disposto il Pubblico Ministero del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, dottor Guarriello, che ha inoltre deciso la custodia dell’arrestato presso la cella di sicurezza della stazione dei carabinieri di Piedimonte Matese. Carini è stato arrestato durante un blitz attuato dai carabinieri della compagnia pedemontana i quali, da tempo stanno attuando una vera e propria guerra contro il traffico illecito dei rifiuti. Un traffico che vede sempre più frequentemente materiali di ogni tipi viaggiare verso le montagne e le campagne dell’Alto Casertano e del Matese. La discarica organizzata da Carini era situata in località Raudini, nel comune di Dragoni. Proprio nella zona industriale di Dragoni, Carini, aveva gestito, fino a pochi mesi, una grossa rivendita e officina meccanica che operava nel settore del fuoristrada. Un’attività che da qualche tempo, l’uomo, ha spostato nella vicina provincia di Benevento. L’arresto di Carini, imprenditore operante nel settore del commercio di auto fuoristrada, è stata eseguito grazie alle nuove norme che regolano proprio lo stoccaggio e lo smaltimento dei rifiuti. In Campania c’è l'arresto per chi viene sorpreso ad abbandonare rifiuti ingombranti (lavatrici, materassi o altro). Si rischieranno da 6 mesi a 3 anni di reclusione. La disposizione non vale per tutto il territorio nazionale, ma solo per la Campania e per quelle regioni in cui è stata riconosciuta l'emergenza. In sostanza, secondo una prima ricostruzione fatta dagli investigatori, l’uomo accumulava nella proprietà in località Raudini, tutto quel materiale che invece doveva essere smaltito attraverso particolari procedure.

Riardo: 53 i lavoratori in esubero a Ferrarelle

RIARDO - Raggiunto l’accordo fra sindacati e Ferrarelle sul piano di esubero. I lavoratori che lasceranno l’azienda scendono da 62 a 53 di cui 43 fanno parte dello stabilimento e 10 della sede amministrativa. L’accordo, raggiunto ieri, fra le parti, sarà sottoposto il prossimo giovedì all’assemblea dei lavoratori e, se approvato, successivamente ratificato. Se tutto andrà come previsto, esso sarà operativo dal prossimo primo aprile, quando incominceranno a lasciare il lavoro le prime unità. Il piano prevede un “rilascio” graduale di unità lavorative che sarà attuato entro due anni. Le poche donne che ancora lavorano presso lo stabilimento Ferrarelle di Riardo saranno quasi tutte licenziate. La bozza di accordo siglata ieri soddisfa le parte in causa: l’azienda vede il proprio piano al traguardo finale mentre i sindacati sono riusciti, seppur di poco, a ridurre il numero dei lavori da licenziare. Gran parte dei 53 esuberi previsti dall’azienda, riguardano dipendenti riardesi che offre la gran parte dei lavoratori allo stabilimento. La «Ferrarelle» - una delle più importanti industrie Europee nel settore delle acque minerali – ha previsto un esubero di 62 unità, su una forza lavoro totale di 250 addetti. Negli ultimi quattro anni nello stabilimento riardese sono stati investiti oltre 22 milioni di euro in nuove tecnologie. Contrazione del mercato, concorrenza sempre più agguerrita, e sempre meno disponibilità economica per il bilancio delle famiglie sarebbero – secondo l’azienda – i principali fattori che hanno determinato la formulazione del piano.

Teano: Benzina contro un portone

TEANO - Incendiato un portone di un antico palazzo lungo via Garibaldi. Fra gli inquilini anche la sorella del consigliere di minoranza Fabiano Cirelli. La prontezza di alcuni passanti ha evitato che le fiamme si propagassero al resto della struttura. Infatti sul posto sono giunti – tempestivamente - i vigili del fuoco della locale stazione che sono riusciti a spegnere le fiamme che aveva già divorato la parte bassa dell’antico portone in legno. Secondo alcune indiscrezioni raccolte sul posto, per appiccare l’incendio, sarebbe stata usata una bottiglia contenente della benzina. Sconosciute, finora, le cause che avrebbero mosso la mano di chi ha lanciato la bottiglia. Nessuna delle persone che abitano in quel palazzo avrebbe mai ricevuto intimidazioni o minacce o richieste estorsive. Per questo, la pista più seguita dagli investigatori appare quella legata ad un atto scellerato compiuto da qualche squilibrato. Un gesto che ha fatto vivere momenti di paura per le famiglie che occupano il palazzo. I fatti sono accaduti la scorsa domenica notte, intorno alle ore ventitre. Sono stati alcuni passanti a notare il fumo e il fuoco al portone. Così hanno informato uno degli inquilini che immediatamente ha lanciato l’allarme informando primi gli altri vicini e allertando poi i vigili del fuoco. Sul posto sono giunti anche i carabinieri della locale stazione che hanno eseguito glia accertamenti del caso e raccolto la denuncia dei fatti, Saranno gli stessi militari dell’arma sidicina a condurre le indagini nel tentativo di risalire agli autori del gesto. “Abbiamo avuto veramente paura – precisa la signora Anna Mesolella, una delle proprietarie della struttura – soprattutto per quello che poteva accadere nel caso non avessimo scoperto in tempo l’incendio. Escludo – continua la donna – qualsiasi gesto intimidatorio nei nostri confronti. Noi – precisa Mesolella – non abbiamo mai ricevuto alcun avvertimento, alcuna intimidazione o altre cose che potevano preannunciare un fatto del genere. Qui, continua Anna, siamo tutte persone per bene, gente semplice. Speriamo – conclude la donna – che i carabinieri sappiano dare un nome agli autori del gesto.” L’episodio riporta alla mente quelli accaduti oltre un anno fa quando, in città, furono diverse le automobili incendiate. Fra quelle auto bruciate vi furono anche quelle del consigliere di minoranza Roberto Conca e quella dell’assessore Rosaria Pentella.

domenica 1 marzo 2009

Vairano Patenora: Ditta chiude per troppi furti


VAIRANO PATENORA - Chiudere per “ripetuti” furti. Capita ad una ditta di costruzione del vairanese che occupa mediamente cinque lavoratori e altri per prestazioni occasionali. Lo ha deciso l’amministratore dopo l’ennesimo furto subito l’altra notte. I ladri sono entrati in azione in località “Ferrara” portando via tutti gli attrezzi dal deposito della ditta Supino. Oltre 15mila euro il danno subito dall’impresa. I malviventi hanno usato la fiamma ossidrica per sfondare i cancelli e le porte del deposito dal quale è stato portato via anche un trattore usato per il taglio delle siepi. Il mezzo sarà ritrovato, abbandonato, più avanti. Tutto il materiale rubato era stato acquistato da poche settimane, dopo un precedente furto. “E’ l’ennesima volta – precisa Maurizio Supino, amministratore dell’azienda – che i ladri ci derubano di tutto. Orami, siamo in ginocchio e stiamo pensando seriamente alla chiusura dell’attività. Purtroppo – conclude Supino – siamo esasperati. L’impresa già in passato è stata vittima di furti – tutti consistenti – ai quali l’imprenditore ha sempre risposto con coraggio, riacquistando ogni cosa e ripartendo a testa bassa. Questa volte, però, la misura è colma e Supino, scoraggiato, sta meditando la serrata. Il furto subito dalla ditta sorprende per diversi particolari fra cui il tempo – molto lungo – a disposizione dei ladri e, soprattutto, l’assenza di qualsiasi testimone, nonostante l’enorme rumore fatto dai malviventi. Sull’episodio stanno indagando i carabinieri della stazione di Vairano Scalo a cui è stata presentata la denuncia dei fatti. L’episodio del furto in località Ferrara, interrompe un lungo periodo di quiete, sul fronte della microcriminalità, a Vairano. Più uomini e mezzi a disposizione delle forze dell’ordine già attualmente operanti sulla zona, sarebbe certamente un ulteriore strumento di prevenzione capace di ridare tranquillità ai cittadini.

Teano Arrestato dopo aver picchiato la moglie

TEANO – Picchia ripetutamente la sua compagna. Finisce in carcere, perde l’amore ed anche il posato di lavoro. Tutto è accaduto dopo la denuncia della donna che subito dopo lo lascia e ritorna dai genitori. Inoltre, considerato il fatto che i due lavoravano nella stessa azienda, il titolare ha deciso immediatamente di licenziare l’uomo violento. Un’azione, probabilmente, assunta sopratutto per tutelare la vittima. Lui, dopo qualche giorno in carcere, è ritornato a casa, dove resta agli arresti domiciliari. Protagonista della vicenda Cosimo Laurenza. L’uomo – di circa trenta anni – originario di Teano da diversi anni si era trasferito in Lombardia, per l’esattezza, nella provincia di Milano per motivi di lavoro; un impiego che aveva trovato presso un’azienda di trasporti come magazziniere. Qui aveva conosciuto una donna divenuta prima la sua fidanza e, successivamente, la sua compagna. I primi mesi di convivenza sarebbero trascorsi con tranquillità: poi, purtroppo, la gelosia avrebbe preso il sopravvento determinando così la deriva del rapporto di coppia. Dopo le prime liti, Laurenza avrebbe iniziato a maltrattare la compagna; prima attraverso minacce ed offese, passando poi alle vie di fatto picchiando più volte la donna. L’ultima violenta lite sarebbe accaduta pochi giorni fa, quando l’uomo avrebbe sferrato alcuni pugni – di cui uno in pieno viso – alla sua compagna. Le urla della donna avrebbero attirato l’attenzione dei vicini che – preoccupati – avrebbero allertato la polizia. Una pattuglia del 113 sarebbe giunta sul posto mentre le prepotenze di Cosimo erano ancora in atto. Per questo motivo l’uomo veniva bloccato e trasferito in commissariato. Da qui, dopo le formalità di rito, veniva associato al carcere circondariale. Pochi giorni dopo il fermo, il giudice per l’indagini preliminari, convalidando l’arresto, concedeva all’uomo gli arresti domiciliari. Già in passato, Laurenza, si sarebbe reso responsabile di episodi simili. Circa cinque anni fa, l’uomo fu protagonista di un’aggressione nei confronti di una ragazza – all’epoca sua fidanzata – in una piazza lombarda. In quel caso, Cosimo fu solo denunciato e riuscì a cavarsela anche grazie al fatto che la vittima ritirò la querela.

Rocchetta e Croce: La piazza del paese fantasma

ROCCHETTA E CROCE - Una piazza nuova, completamente rifatta, in una frazione totalmente disabitata. E’ questo il controsenso che colpisce chi transita lungo la strada provinciale che attraversa piccola frazione di Croce, nel comune di Rocchetta. Il lavori che hanno portato alla realizzazione della nuova piazza sono stati conclusi da qualche mese; i marmi, i pavimenti, le fontane zampillanti, i lampioni contrastano fortemente con le case diroccate della piccola frazione. E’ insolito, quasi fastidioso, osservare tanta accortezza nel realizzare una piazza che non servirà alla gente per riunirsi, per incontrarsi, per festeggiare. Solo alcuni cani randagi, impauriti e sospettosi, usufruiscono di quella nuova struttura. La piazza nuova nella “città fantasma” riassume bene come, a volte, l’utilizzo dei fondi pubblici diventi “bizzarro”, inutile, fine a se stesso. Nel comune di Rocchetta e Croce, probabilmente, le cose bizzarre divertono tanto gli amministratori che hanno anche realizzato – appena fuori paese – una nuovissima strada senza sbocco. Un budello d’asfalto -. Realizzato attraverso i fondi Por della Campania - che corre nel bosco per fermarsi poi sulla cima di una collina. L’ultimo abitante di Croce è morto nel settembre del 2004: Carlo Izzo aveva poco meno di 70 anni ed era l’ultimo “guardiano” della frazione. Pochi mesi prima era morto l’altro anziano del borgo, Antonio Migliore. L’uomo poche settimane prima era stato costretto a lasciare la sua abitazione di Croce dopo essere scampato miracolosamente ad un’aggressione , attuata da un ladro. Dal 2004 la piccola Croce, adagiata lungo il pendio sud-est del Montemaggiore, ai piedi del magnifico eremo di San Salvatore, è disabitata. Solo nel fine settimana nel centro, arriva qualche vecchio abitante, trasferitosi altrove, per dare un’occhiata alle proprie cose. Alcune abitazioni sono state acquistate da persone residenti a Caserta o nell’Agro Aversano. Croce ha subito un lento ma inesorabile svuotamento che ha visto tutti i suoi abitanti – più di centoventi - negli ultimi anni scappar via, ad uno ad uno, fra l’indifferenza generale dei “governanti” locali. Nell’ultimo decennio, il declino della frazione - che componeva anche il nome del comune, “Rocchetta e Croce” è stato totale.

Roccaromana: Dalla Regione 500mila per l'ospedale

ROCCAROMANA – La giunta Regionale approva il bilancio nel quale sono assegnati 500mila euro per attivare l’ospedale di Roccaromana. La struttura quindi sarà riaperta, dopo anni di chiusura. Una riapertura che “stupisce” soprattutto tanti scettici, fracui – inp rima fila – il sindaco del paese, Anna De Simone che aveva sempre puntato l’indice contro la mancata copertura finanziaria della legge. Una copertura finanziaria che, invece, ieri, è ufficialmente arrivatadal capitolo 7562 che prevede 500mila per l’ospedale di Roccaromana e per quello di Mondaragone. Soddisfatto il vero artefice di questa vicenda, il consigliere regionale Gennaro Oliviero che precisa: “il risultato rappresenta un ottimo punto di partenza per le due comunità che dopo anni potranno riavere una struttura sanitaria. Ritengo – precisa Oliviero - l’assegnazione dei fondi, un passo fondamentale per soddisfare le esigenze degli utenti nel territorio di competenza. La regione Campania – conclude Oliviero – ha assegnato un cospicuo finanziamento a sostegno dell’iniziativa”. La vecchia struttura – chiusa da oltre dieci anni – diventerà ospedale di comunità. Lo hanno stabilito, ieri mattina, i Capigruppo di maggioranza con un Maxi-Emendamento, proposto dal consigliere regionale Gennaro Oliviero. Non solo si potenzia la sanità casertana ma si contrastano efficacemente i tagli che di fatto il Governo Berlusconi avrebbe fatto al territorio nell’atto in cui non si fosse approvato il Piano Ospedaliero. L'ospedale di Comunità è una struttura sanitaria della rete dei servizi distrettuali, che si rivolge a per­sone prevalentemente anziane attraverso l'attivazione di posti letto, dove sono seguiti dal loro medico di fiducia, risparmiando risorse da destinare ad altri servizi e liberando gli ospedali da "ricoveri impropri" che ne limitano le potenzialità. l'Ospedale di Comunità trova la sua collocazione in ambiti territoriali di comuni collinari e mon­tani, aree con popolazione sparsa e disagiata viabilità. L’ospedale di comunità, impiega un numero limitato di posti let­to, accoglie pazienti a degenza breve che non necessitano di assi­stenza intensiva a di particolare tecnologia. Esso, è gestito dai Medici di Medicina Generale del territorio che ricoverano i pazienti, di cui sono medici di fiducia, per patologie non assistibili a domicilio anche per condizione abitative e assi­stenziali inadeguate. La riapertura dell’ospedale di Roccaromana premia, non solo le numerose richieste della piccola comunità ai piedi del Montemaggiore, ma rappresenta un valido sostegno anche per il territorio circostante.

Presenzano: Scatta l'allarme per Monte Cesima

PRESENZANO - Gli ambientalisti contro il contro il progetto di centrali eoliche su Monte Cesima. Un progetto che investe i Comuni di Mignano Monte Lungo, San Pietro Infine e Presenzano. Una opposizione basata su motivi di tutela ambientale, paesaggistica e storica. Con la motivazione di produrre energia ecologica – scrivono gli ambientalisti in una nota inviata a tutte le istituzioni e al Presidente della Repubblica - farebbero scempio di due tra i più bei paesaggi dell’alta Campania: il Monte Cesima ed il Monte Sammucro, entrambi Siti di Interesse Comunitario (SIC) ed inseriti nella rete Bioitaly Natura 2000 dell’unione Europea. Gli ambientalisti si dicono sconvolti dall’esistenza di ben 5 nuovi progetti già presentati in merito presso gli uffici regionali competenti. Per questo la Lipu ribadisce la sua contrarietà in merito, evidenziando ancora – e per l’ennesima volta – come sia il Monte Cesima sia il Monte Sammucro, a prescindere dai loro elevati valori ambientali e paesaggistici per la valutazione dei quali si rimanda alla documentazione allegata alla presente, sono parti integranti dello scenario in cui si svolse la famosa Battaglia del Monte Lungo e l’eccidio di San Pietro Infine, luoghi posti ai loro piedi; scenari di montagne dominanti sul Cimitero-Memoriale omonimo, dove ad ogni anniversario della battaglia convengono le più alte autorità dello Stato ed i rappresentanti delle forze Alleate che qui vengono a ricordare i soldati sacrificatisi per la liberazione del nostro Paese, e tra essi anche quelli del primo nucleo combattente dell’Esercito Italiano oppostosi alle alla dominazione nazi-fascista dell’Italia. Sarebbe scandaloso ignorare o sottovalutare i pur grandi pregi ambientali e paesaggistici delle due montagne, ma ancora più lo sarebbe ignorare il rispetto che dobbiamo a tutti quei morti. Una mancanza di rispetto ed uno sfregio che i progetti di centrali eoliche, se realizzati, saranno lì a ricordare a tutti la mancanza di sensibilità italiana.

Pietravairano: E' ritornato a casa Orsi

PIETRAVAIRANO – E’ stato ritrovato Antonio Orsi. Aveva deciso di prendersi due giorni di assoluta “solitudine” nel bosco dietro casa sua. Nemmeno il trambusto fatto dai soccorritori, dalle unità cinofili, dagli elicotteri, gli hanno fatto cambiare idea. Lui, Antonio, era ben nascosto sulla cima della montagna, guardava tutti dall’alto senza scomporsi. Con lui, c’era il cane, fedelissimo compagno, che non lo ha mollato mai. Orsi è stato capace di dare scacco ai tanti esperti della protezione civile locale che si è inutilmente affannata nelle ricerche. Lui è riuscito a nascondersi benissimo mettendo anche a nudo le carenze di un sistema di soccorso e di ricerca che non sempre funziona. Infatti, quel bosco alle spalle della Verdesca, non è immenso, nemmeno impenetrabile. Eppure, nessuno è stato capace di trovare avvistare l’uomo. E se invece di una scomaprsa volontaria, Antonio, avesse avuto bisogno di aiuto, cosa sarebbe accaduto? E’ questa la domanda maggiore che si pone la gente dopo il ritorno di Orsi, alla luce delle infruttuose ricerche. In ogni caso, Antonio Orsi è tornato a casa, abbracciato dai figli e da tutti i parenti. L’uomo dopo due giorni e due notti passate in montagna è apparso provato, stanchissimo ma in buona salute. Quali i motivi che avrebbero spinto Antonio a prendersi queste ferie, non sono state ancora rese ancora note e probabilmente, non lo saranno mai. In ogni caso il paese di Pietravairano è in festa per il ritorno di un uomo stimato e ben voluto da tutti. Antonio Orsi era sparito lo scorso lunedì pomeriggio dalla sua casa di campagna, in località “Aia dei Monaci”. Poco prima delle ore diciotto, aveva incontrato il cugino al quale avrebbe raccomandato di dare un’occhiata alla sua piccola fattoria. La sua vettura è rimasta parcheggiata davanti la masseria in località “Aia dei Monaci” con le chiavi inserite ne quadro. Solo alcuni attrezzi usati per raccogliere la legna e lasciati sul terreno tradiscono qualcosa di imprevisto, accaduto in fretta.

Pietramelara: Accordo fra De Ponte e Leonardo

PIETRAMELARA – Un accordo segreto fra il gruppo del sindaco Luigi Leonardo e quello dell’opposizione guidato da Andrea De Ponte. Un patto a lungo termine che punterebbe direttamente al rinnovo del consiglio comunale; questo, nonostante mancini ancora diversi anni alla scadenza dell’attuale mandato e quindi al rinnovo del consiglio comunale pietramelaraese. De Ponte “garantirebbe” - durante questa legislatura – una opposizione morbida, non cattiva. In cambio, il gruppo di Leonardo avrebbe assicurato a De Ponte il sostegno per arrivare alla fascia tricolore. Tutto a danno dell’attuale vice sindaco Franco Panella che così si troverebbe a combattere contro un avversario molto forte. Contestualmente, però, l’obiettivo dell’accordo sarebbe anche quello di contrastare un possibile ritorno, sulla scena politica, dell’ex sindaco Pasquale Di Fruscio che dopo aver amministrato il paese per oltre dieci anni, ora, sta alla finestra a guardare. L’incontro fra De Ponte e Leonardo sarebbe avvenuto poco tempo fa, nell’abitazione di campagna di un assessore della stessa giunta guidata da Leonardo. Chiaramente, almeno, per ora, mancano le conferme da parte degli interessati che giudicano la cosa come “mera fantasia”. Nonostante ciò però le voci in paese sull’incontro fra i due leader si fanno sempre più insistenti.

mercoledì 25 febbraio 2009

Pietravairano: 61enne scomparso nel nulla


PIETRAVAIRANO – E’ scomparso nel nulla Antonio Orsi. Dall’altra notte l’uomo è ricercato attivamente da carabinieri, vigili del fuoco, protezione civile, unità cinofili e da un elicottero. Purtroppo, senza alcun esito, finora. Ogni ipotesi sulla scomparsa del 61ennne, al momento, sembra essere buona. Per alcuni familiari l’uomo potrebbe essersi allontanato, a piedi, lungo una strada interna che conduce verso il Matese; un’azione che Antonio avrebbe attuato in un momento di confusione o di sconforto. Oltre a questa ipotesi non si può escludere nemmeno la tesi di un gesto estremo, attuato da Antonio, magari in un momento di sconforto. Più remote appaiono le ipotesi legate ad un atto criminale, magari quella di un tentativo di rapina finito male. In ogni caso le ricerche, finora, si sono concentrate nel bosco alla spalle della casa di campagna dalla quale Orsi è scomparso l’altra sera. Antonio, nella vita tecnico radiologo presso l’Asl Ce1, ha una famiglia perfetta composta dalla moglie e da tre figli maschi. Due di essi gestiscono un negozio di ottica e un bar a Vairano Scalo. L’altro, invece, ha seguito le orme del padre lavorando come tecnico di radiologia in un ospedale della Toscana. Così, appare evidente che la famiglia Orsi non aveva alcun tipo di problema. L’unico cruccio di Antonio appare quello legato ad un problema ad un ginocchio. Una questione per cui l’uomo avrebbe dovuto sottoporsi ad una visita in una clinica di Bologna. Una visita medica di cui la famiglia non era stata messa al corrente, così come non era stata messa a conoscenza del fatto che Antonio, proprio a partire da ieri mattina, si era messo in ferie, fino al prossimo 20 marzo. L’ultimo giorno “normale” di Antonio – lo scorso lunedì – si è svolto tutto fra la casa e la sua masseria dove si è intrattenuto per molte ore a raccogliere legna. Poco prima delle ore diciotto, ha incontrato il cugino al quale avrebbe raccomandato di dare un’occhiata alla sua piccola fattoria, annunciandogli, appunto, la sua assenza per recarsi a Bologna. Dopo quell’ora, nessuno ha visto più Antonio. La sua vettura è rimasta parcheggiata davanti la masseria in località “Aia dei Monaci” con le chiavi inserite ne quadro. Solo alcuni attrezzi usati per raccogliere la legna e lasciati sul terreno tradiscono qualcosa di imprevisto, accaduto in fretta. Alcuni cacciatori che conoscono bene quella collina che separa il territorio di Pietravairano con quello di Vairano Patenora, ipotizzano che l’uomo, magari inoltratosi nel bosco, sia finito in qualche inghiottitoio naturale. Nello stesso modo – evidenziano i cacciatori – si sono smarriti diversi cani che inseguivano la cacciagione.

domenica 22 febbraio 2009

San Gregorio Matese: sequestrato il cantiere del comune

SAN GREGORIO MATESE – Sequestrato il cantiere – ubicato nel centro del paese - dove l’amministrazione comunale stava realizzando un centro sportivo polivalente. Carenza totale delle più elementari norme di sicurezza e quasi la metà dei lavoratori impiegati non erano mai stati assunti. Mentre per la struttura sono scattati i sigilli, l’amministratore della ditta aggiudicatrice dell’appalto – una impresa di Caserta - è stato denunciato alla Procura della Repubblica. Il blitz è scattato ieri mattina ed è stato condotto in sinergia dai carabinieri della compagnia di Piedimonte Matese, in collaborazione con i funzionari dell'ispettorato del lavoro di Caserta. Il cantiere si sviluppa su una superficie di oltre duemila metri quadrati. Nel sito si stava lavorando per la realizzazione di un impianto sportivo polivalente comprensivo di auditorium e campo di tennis – riconosciuto dal Coni - del valore complessivo di un milione e mezzo di euro. I militari della compagnia di Piedimonte Matese hanno riscontrato violazioni in materia di sicurezza relative alle norme di prevenzione degli infortuni sul lavoro. La scala che serve i ponteggi, ad esempio, era sprovvista del dispositivo antisdrucciolevole ed era, secondo gli inquirenti, mal assicurata alle pareti; molti i cavi elettrici erano sprovvisti di protezioni. Inoltre, su dieci lavoratori trovati all’opera nel cantiere, quattro di essi lavoravano al nero. Il legale rappresentante della ditta è stato denunciato per i reati previsti ed inoltre allo stesso è stata già notificata una sanzione amministrativa di ventimila euro. Rammaricato - il sindaco del piccolo paese lungo i pendii del massiccio del Matese, Antonio De Lellis - che, insieme alla sua amministrazione, ha puntato sul progetto ritenendolo un volano di sviluppo per l’intera area matesina. Una struttura polivalente - Precisa De Lellis – che dovrà attirare a San Gregorio numerosi turisti ed anche investimenti. Il sindaco, perciò, auspica una immediata ripresa dei lavori, chiaramente, dopo che la ditta avrà ottemperato alle norme di legge. Il comune di San Gregorio Matese – che conta circa mille abitanti è situato nel cuore del Parco Regionale del Matese, nel suo territorio è situato uno dei più importanti laghi dell’area.

Vairano Patenora: allarme amianto nelle condotte idriche

VAIRANO PATENORA – Per ovviare ai persistenti problemi che gravano sull’erogazione dell’acqua, sarebbe stata utilizzata, negli ultimi tempi, un vecchio tratto di acquedotto cittadino costituito da tubazioni in amianto-cemento. Un collettore idrico che non veniva più usato dal lontano 1984 quando l’allora sindaco, Giuseppe Santagata decise di abolirlo per evitare conseguenze sulla salute della gente. Successivamente, la costruzione di un altro by pass, realizzato dall’amministrazione guidata da Massimo Visco, eliminò del tutto quella vecchia condotta in amianto. Da qualche tempo, secondo quanto riferito da alcuni cittadini e ribadito dalla minoranza consiliare targata “Castello”, quella pericolosa condotta sarebbe stata riattivata incanalandoci l’acqua destinata ai residenti del centro Patenora. La gente è allarmata e chiede chiarimenti e risposte certe per allontanare qualsiasi dubbio. Anche la stessa opposizione presenterà, nei prossimi giorni, una richiesta per far luce sulla vicenda. Il delegato ai servizi idrici, l’assessore Pasquale Picozzi, afferma di non conoscere la vicenda e comunque si sente di escludere qualsiasi utilizzo di quella vecchia e pericolosa condotta. Intanto, da qualche giorno l’erogazione dell’acqua in città è ritornata normale dopo tante settimane di gravi e persistenti disagi. Un’area, quella vairanese, cresciuta – negli ultimi anni – a dismisura senza i necessari adeguamenti degli impianti idrici e fognari. Il consorzio di Terra di Lavoro, come emerso più volte nei mesi scorsi, ha tentato di sopperire alla crescente richiesta semplicemente aumentando la pressione nelle condotte principali. Un aumento che deve servire a portare l’acqua in palazzi sempre più alti ma anche a soddisfare i tanti rubinetti in più. Spesso però, le condotte, vecchie e inadeguate, cedono sotto la pressione sempre maggiore.

Teano: mamme in rivolta contro l'amministrazione

TEANO – I genitori degli alunni della scuola media cittadina sono in rivolta. L’indice è puntato contro l’assenza di iniziativa da parte dell’amministrazione cittadina. Mancanza di interventi che costringono i giovani alunni sidicini a sopportare diversi disagi. Inutili, finora, i tentativi da parte di diverse mamme di “convincere” gli amministratori ad intervenire. Anzi, innanzi alle insistenze qualche assessore di spicco del governo sidicino avrebbe “minacciato” il taglio di qualche servizio. Così, alcune classi, soprattutto quelle al piano terra sono costrette a fare lezione al freddo. Un freddo che aumenta specialmente quando c’è vento. Infatti, così come riferiscono alcuni genitori, il vento impedirebbe alla caldaia di funzionare. Un disagio che si potrebbe risolvere con un semplice intervento e che, invece, si prolunga da mesi e mesi. Ma, la “ciliegina” sulla torta riguarda tutti gli alunni – e sono davvero tanti – che hanno deciso di usufruire di un corso di musica che si svolge in orario extrascolastico. I locali scelti “offerti” dal comune per ospitare le lezioni sono quelli dell’ex struttura carceraria, fino a pochi mesi fa utilizzati dall’Asl. Locali – precisano alcun mamme infuriate – che non sono certamente idonei per fare delle lezioni e soprattutto per ospitare dei bambini. La sporcizia sparsa ovunque, l’assenza dei riscaldamenti e la scarsa sicurezza fanno di quel posto un luogo pericoloso per i nostri figli. A supporto di questa tesi arrivano le decisioni di alcuni insegnanti di musica che in qualche caso hanno preferito mettere a disposizione la propria casa nella quale portare gli alunni per garantire loro un luogo più confortevole. Qualche altro insegnante, invece, ha semplicemente comprato – a proprie spese – una stufa elettrica per riscaldare gli ambienti. L’amministrazione comunale, sollecitata più volte a sistemare quei locali, avrebbe semplicemente risposto che sarebbe toccato all’Asl, quando ha liberato i locali, rimetterli in ordine e pulirli. Intanto, mentre avviene il classico scaricabarile, i ragazzi – che pagano le reali conseguenze – continuano a vivere pesanti disagi. Ancora una volta, le istituzioni e le amministrazioni mostrano di avere scarsa attenzione verso la scuola, l’istruzione e la formazione delle nuove generazioni.

Pietramelara: Izzo assessore alla Comunità Montana

PIETRAMELARA - L’intesa di maggioranza, raggiunta all’indomani della legge regionale di riforma delle comunità Montane , tra i Comuni di Liberi,Pietramelara,Dragoni,Pontelatone e Castel di Sasso, ha portato alla definizione di un nuovo assetto politico organizzativo e di governo della comunità montana del Monte Maggiore attualmente retta da neo presidente Giusepppe Vastano. L’accordo politico programmatico ,ha visto il comune di Pietramelara assumere un ruolo assai rilevante e di particolare importanza nel governo dell’ente e dell’intero territorio montano di tutti i comuni compresi in cui sono in atto e si svolgeranno altri lavori in programma di attività boschive idraulico forestali e di ripristino delle montagne e dei boschi del Monte Maggiore a cura dello staff tecnico e degli operatori baif. La scelta politica di governo della nuova comunità montana attuata dall’amministrazione comunale pietramelarese nel delegare all’ente montano il consigliere comunale Roberto Izzo ha permesso al comune di Pietramelara dopo diversi anni di assumere un importante ruolo nella nuova giunta costituita dal presidente e da solo due assessori, ottenendo peraltro la delega alla riforestazione e alla attività dei baif. Il neo assessore Izzo si è calato subito nel suo nuovo impegno politico, programmando insieme ai nuovi vertici della comunità montana e allo staff tecnico i lavori già in corso nei vari comuni che vedono impegnati oltre agli operatori stabili altri 104 operatori qualificati a tempo determinato. Tra le diverse attività programmate nei vari comuni e sul territorio di Pietramelata, l’assessore Izzo intende dare particolare attenzione alla salvaguardia e alla valorizzazione dei boschi,dei sentieri montani e i dei siti archeologici ,al recupero delle vecchie conoscenze alle tradizioni rurali contadine e montane dell’intera area del monte maggiore. A tal proposito sarà dato particolare impulso al completamento dei lavori già da tempo avviati dell’area comunale denominata Capozzola a ridosso del Montemaggiore, attraverso il completamento della pulizia del bosco, sottobosco, ripristino vecchi sentieri , con la creazione di aree di sosta , percorsi naturalistici tematici ,cartellonistica dei sentieri e delle zone di interesse archeologico.

venerdì 20 febbraio 2009

Vairano Patenora: parte male la campagna elettorale di Patriciello

VAIRANO PATENORA – Inizia sotto una cattiva stella – sicuramente non nel migliore dei modi - la campagna elettorale dell’Europarlamentare molisano, Aldo Patriciello, nell’Alto Casertano. Infatti, mentre l’europarlamentare, che può pescare voti anche in provincia di Terra di Lavoro, tenta di conquistare nella nostra provincia, ogni spazio possibile, anche improvvisandosi docente nelle scuole e negli istituti del territorio, una nuova bufera – legata alle sue disavventure giudiziarie - sembra profilarsi all’orizzonte. Sotto accusa finiscono i rapporti di amicizia fra Aldo Patriciello e il Procuratore Capo della Procura di Isernia, Antonio La Venuta. Lo stesso dirigente della stessa Procura che lo scorso 14 febbraio avrebbe dovuto decidere sul rinvio a giudizio o meno di Aldo Patriciello. Una decisione che non c’è stata perché La Procura Pentra ha deciso di spostar eil processo presso la Procura di Cassino. Una Procura che già in precedenza aveva detto di non essere competente sulla questione. Ieri è arrivata la prima reazione da parte del Consiglio Superiore della Magistratura. Infatti, la Prima Commissione del Csm ha avviato, all'unanimità, una procedura di trasferimento d'ufficio per incompatibilita' ambientale nei confronti del procuratore della Repubblica di Isernia Antonio La Venuta, sul quale pende anche una richiesta di sospensione dalle funzioni e dallo stipendio avanzata dal procuratore generale della Cassazione. Il magistrato e' accusato dalla Prima Commissione di aver causato, con i suoi comportamenti, una "grave ed ingiustificata conflittualita'" con la Procura generale di Campobasso, con alcuni pm in servizio ad Isernia, con alcuni esponenti dell'Arma dei Carabinieri e con il pm Nicola D'Angelo della Dda di Campobasso. Sull'operato del procuratore di Isernia, si legge ancora nel capo di incolpazione notificato al magistrato, grava poi un "clima di sospetto" scaturito dal suo "rapporto di amicizia con Aldo Patricello", che era stato indagato nell'ambito dell'inchiesta 'Piedi d'argilla', inerente presunti rapporti di alcuni esponenti del luogo con la camorra (questa specifica posizione è stata poi archiviata), di cui era titolare il pm D'Angelo, condotta con l'ausilio della Compagnia dei Carabinieri di Venafro. Il magistrato, poi, non diede l'assenso al trasferimento dell'ufficiale di polizia giudiziaria Massimo Laboccetta, come invece sollecitato dalla Procura generale, indagato con La Venuta in un procedimento penale aperto a Bari in seguito a una denuncia presentata dal sindaco di Scapoli. "La situazione determinatasi a seguito di queste condotte - si legge nel capo di incolpazione per La Venuta - gettando discredito e dubbi di correttezza sul suo operato, ha inevitabilmente inciso negativamente non solo sul suo personale prestigio ed autorevolezza", ma anche sulla possibilita' che il procuratore "continui ad operare con la necessaria imparzialita' ed indipendenza negli stessi contesti territoriali e con le medesime funzioni, essendo ormai coinvolto in un groviglio di gravi sospetti e accuse". La Prima Commissione interroghera' il 16 marzo La Venuta, il quale ha gia' annunciato di voler lasciare la magistratura: tale sua istanza dovra' essere vagliata dalla Quarta Commissione e poi dal plenum, nonche' seguita da un decreto ministeriale. Il 24 febbraio, nel frattempo, la sezione disciplinare di Palazzo dei Marescialli sara' chiamata a decidere sulla richiesta di sospensione cautelare presentata dal pg della Suprema Corte, titolare, assieme al ministro, dell'azione disciplinare.

Pietravairano: dal comitato civico due ricorsi contro Moccia

PIETRAVAIRANO - Il Comitato Civico “per la tutela e la difesa di Pietravairano” scende in campo contro le cave presentando un doppio ricorso: una al Tar e l’altro al Consiglio di Stato. Una decisione accelerata dopo l’ordinanza del Tar che ha rigettato il ricorso presentato dal Comune di Pietravairano contro la delocalizzazione delle cave e cementificio Moccia a Pietravairano. Insomma, il comitato civico pietravairanese – presieduto dalla professoressa Maria Acquaro – ha assunto un’azione autonoma di opposizione, al fine di prevenire ogni altro eventuale “attacco del potere costituito” contro il territorio di Pietravairano. Contestualmente, inoltre, rivolge l’ennesimo appello all’Amministrazione Comunale, Sindaco in testa, affinché si proceda alla necessaria perimetrazione del già istituito Parco di “Monte Maggiore – Monte Monaco e Monte Fossato”, superando ogni impedimento “burocratico”. “Abbiamo fatto tante lotte – scrive Acquaro - e vinto varie battaglie, non possiamo perdere questa guerra, seppur dura e difficile. Di fronte ad un nuovo “colpo di mano” il dovere dei cittadini di difendere la propria salute e il proprio ambiente diventa ancor più inderogabile. La ratifica ad un piano di sviluppo “sostenibile” – precisa il presidente del comitato - compatibile cioè con le risorse ambientali del nostro territorio, è già avvenuta tramite le adesioni espresse sia dal Comune di Pietravairano che da altri 16 Comuni dell’Alto Casertano al Parco di “Monte Maggiore-Monte Monaco e Monte Fossato” e al “Parco delle Acque”. E’ su questa direttiva – conclude Acquaro - che continueremo ad impegnarci per tutelare e difendere “ ad oltranza” il nostro paese e poter così garantire alle giovani generazioni un futuro migliore di quello che ha dovuto subire, purtroppo, S. Clemente di Caserta, di cui in questi giorni stiamo seguendo, a mezzo stampa, le amare vicende.”

Pietramelara: sequestrata la radio "abusiva" dell'assessore

PIETRAMELARA – Sequestrata l’emittente radiofonica dell’assessore Pietro Zannito. Una stazione radio che funzionava senza alcuna autorizzazione Ministeriale, senza partita iva e senza aver mai pagato i diritti di autore, necessari per la messa in onda dei brani musicali. Per queste ragioni, l’emittente è stata sequestrata dalla Guardia di Finanza di Caserta. “Radio Lara” era un punto di riferimento per l’intera cittadina di Pietramelara, riuscendo a calamitare l’attenzione degli ascoltatori specialmente la domenica mattina, quando ai microfoni si confrontavano, in accesi dibattiti, i politici locali. Vera anima di quella stazione è sempre stato Pietro Zannito, da qualche anno assessore nella giunta municipale. Una figura, quella di Zannito, che avrebbe assunto su di se ogni responsabilità inerente la vicenda. Il sequestro dell’emittente rientra in una mirata attività di servizio finalizzata alla ricerca e repressione delle violazioni agli obblighi relativi al pagamento dei diritti Siae e di quelli connessi all’esercizio del diritto d’autore nel corso delle trasmissioni radio-televisive, attraverso la diffusione non autorizzata delle opere tutelate dalla Siae. Nell’ambito di tali controlli è stata scoperta la radio “pirata” che è stata successivamente chiusa dalla sezione mobile del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Caserta, con il conseguente sequestro di tutte le apparecchiature radiofoniche, nonché di un’ingente quantità di materiale musicale riprodotto illecitamente. L'emittente radiofonica illegale era “specializzata” nella trasmissione di musica e di programmi di intrattenimento, intervallati da spot pubblicitari prodotti irregolarmente. La radio, peraltro totalmente sconosciuta al fisco, trasmetteva indisturbata da una stazione collocata all'interno di un anonimo appartamento situato nel comune di Pietramelara, con apparati radiofonici camuffati da comuni antenne televisive. I finanzieri, nell’occasione, unitamente a funzionari della società italiana degli autori ed editori del servizio antipirateria della direzione generale di Roma, hanno proceduto al sequestro di apparati informatici contenenti circa 42mila files relativi ad opere musicali di vari artisti e generi in formato Mp3; 1200 cd musicali di vari artisti, 650 Lp 33 giri in vinile e 463 musicassette audio musicali. Inoltre sono stati sequestrati i trasmettitori, le antenne e alcune consolle. L'indagine ha consentito di accertare anche il mancato possesso della prescritta concessione Ministeriale per l’installazione e per l’esercizio di impianti di radiodiffusione sonora e televisiva. Il proprietario dell'emittente radiofonica è stato denunciato alla locale procura della repubblica di santa maria capua vetere per la violazione della normativa riguardante la radiodiffusione e la protezione del diritto d'autore e degli altri diritti connessi al suo esercizio. L’attività delle fiamme gialle proseguirà per accertare le violazioni di carattere fiscale e per quantificare l'evasione in materia di imposte dirette, iva, oltre che dei dovuti diritti d'autore.

mercoledì 18 febbraio 2009

Vairano Patenora: Avvisi di garanzie per amministratori

VAIRANO PATENORA – L’attuale giunta di governo locale, guidata dal sindaco Giovanni Robbio, e quella precedente, diretta dall’ex sindaco Massimo Visco, unite da un comune denominatore: la scelta e la nomina del dirigente unico della macchina amministrativa vairanese. Una vicenda sulla quale – già da qualche mese starebbe indagando la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere. Nei prossimi giorni potrebbero essere notificati gli avvisi di garanzia a numerosi amministratori ed ex amministratori. Una vicenda che ha già visto la Corte dei Conti “intimare” un risarcimento, in favore dell’ente vairanese di trentunomila euro quale danno erariale ipotizzato dall’organo di controllo che ha posto sotto accusa, oltre allora sindaco Visco, gli assessori Pasquale Zompa, Nicola Raffaele e Domenico De Luca; quest’ultimo in veste di assessore esterno al personale quando fu chiamato a sostituire il dimissionario Giuseppe Santagata che da vice sindaco, proprio sulla vicenda del personale, preferì lasciare e collocarsi all’opposizione. La questione in merito alla quale è intervenuta la Corte de Conti si riferisce alla nomina a primo dirigente di Gaetano Di Nocera e il successivo contenzioso che ha portato l’ente vairanese a deliberare l’erogazione di circa 60mila euro in favore del dipendente. Una decisione contro la quale insorse l’allora segretaria generale dell’ente locale, Rita Riccio, che scrisse un dettagliato esposto alla Corte dei Conti, ipotizzando un danno erariale per le casse del comune di Vairano. Si dicono sereni e fiduciosi gli interessati, in particolar modo, l’ex primo cittadino, Visco, oggi consigliere comunale di minoranza, evidenzia che sarà dimostrato, durante il dibattimento, la legittimità di ogni azione assunta; decisioni prese nell’esclusivo interresse generale dell’ente. La questione prende avvio alcuni anni fa, quando Di Nocera fu inquadrato attraverso la legge 285 che favoriva l’ingresso dei giovani nella pubblica amministrazione, attraverso incarichi temporanei. Successivamente il rapporto divenne fisso e attraverso un concorso interno Di Nocera divenne avvocato dell’ente comunale. Durante la legislatura Visco fu fatta un’azione conciliatoria con la quale l’avvocato ottenne la nomina a dirigente. Proprio contro questa nomina e la relativa spesa l’allora segretaria Riccio punta il dito ritenendola illegittima perché l’ente sarebbe privo della pianta organica. L’avvocato è stato nominato dirigente unico della macchina amministrativa vairanese – all’unanimità – dall’attuale giunta capeggiata dal sindaco Giovanni Robbio che, con tale atto, avalla quanto stabilito dal suo predecessore Massimo Visco.

martedì 17 febbraio 2009

Roccamonfina: è nato l'osservatorio astronomico

ROCCAMONFINA - Un osservatorio astronomico nel cuore del Parco Regionale di Roccamonfina. Il sito è stato realizzato a pochi metri dall’Orto della Regina, un’area archeologica ubicata su Monte Frascara e circondata da imponenti mura megalitiche. Non si tratta di un osservatorio astronomico “tradizionale” dove il visitatore può avvalersi di cannocchiali o telescopi per avvicinare la volta celeste. L’osservatorio astronomico realizzato a Roccamonfina è del tutto “naturale”. Si tratta di un’opera d’arte – pienamente compatibile con l‘ambiente – che ha la duplice funzione di avvicinare il visitatore alle stelle e alla natura che lo circonda. Una semplice struttura in legno con un piano inclinato di pochi gradi permette di adagiarsi comodamente, su di essa con la schiena e, quindi, di avere il viso e gli occhi rivolti verso il cielo. L’intervento è stato realizzato nell’ambito del progetto “Arte e Natura nel Parco” che nasce dal desiderio di inserire l’area protetta del Parco Regionale Roccamonfina-Foce Garigliano nel circuito internazionale dei parchi d’arte e di promuovere la produzione artistica contemporanea, con particolare attenzione alle forme di arte pubblica e partecipata, alle poetiche della Land Art, all’interesse per i temi della natura, dell’ambiente, della cultura biologica, con l’obiettivo di ricostruire o evidenziare un legame tra l’opera d’arte e l’ambiente, capace di produrre una nuova visione del paesaggio. L’installazione – che prende il nome di “Osservatorio Shoemaker – Lexy” nasce da un’idea dell’artista Cristian Forsi. “L’osservatorio di Monte Frascara è solo il primo passo – dichiara il presidente dell’Ente, l’avvocato Raffaele Aveta – verso il traguardo che ci siamo fissati; far entrare il Parco nei circuiti internazioni del turismo di qualità. Nelle nostre città – continua Aveta – sempre più inquinate dalla luce artificiale, si è smarrito il semplice gesto di guardare – di notte – il cielo stellato. Il sito di Monte Frascara – conclude il presidente – fra le altre cose, punta anche a riconquistare il gusto di trascorrere una serata immersi nel buio naturale, attraverso il quale le stelle sembrano molto più vicine. ” L’ente guidato da Aveta, ha avviato azioni mirate volte a reperire i necessari fondi - anche attraverso interventi di privati - per la realizzazione altre opere simili a quelle dell’osservatorio. Fra queste spicca la riqualificazione e riconversione di un ex edificio scolastico sito sull’antico castello di Marzano Appio, in località Terracorpo.

Teano: l' abusivismo soffoca il Parco Archeologico

TEANO - “Continuando su questa strada il Parco Archeologico si ridurrà unicamente a piccole aree discontinue, sottratte miracolosamente all’edificazione, difficilmente visitabili e sminuite nella funzione e nel migliore dei casi destinate a “deliziosi piccoli giardini” a decoro delle abitazioni private.” E’ il grido d’allarme lanciato da tante associazioni che intravedono il sospetto di azioni precise indirizzate ad una profonda destrutturazione dell’idea di Parco, limitando la sua estensione a pochi episodi della città antica minandone il disegno complessivo di fruizione, di valorizzazione e tutela. Infatti, il proliferare delle nuove costruzioni a macchia di leopardo provoca un processo di discontinuità tra zona e zona della città antica, con gravi conseguenze per l’integrità del tessuto urbanistico antico e per la ricerca scientifica. “Oggi assistiamo al proliferare di tante nuove abitazioni su zone della città antica che fino a poco tempo fa, tranne qualche intervento di manutenzione sulle masserie esistenti, si ritenevano intoccabili. In modo particolare ci si riferisce a tutta quell’area ubicata tra l’altura di masseria Loreto, S. Pietro a Fuoco, il teatro ed i terreni posti ad ovest della via Ferriera Vecchia. Proprio su quest’ultima area è in corso la costruzione di un fabbricato in cemento armato, che va a compromettere un settore della città ricco di presenze monumentali, quali il teatro e un grandioso ninfeo poliabsidato del I sec. a.C. Tale intervento, inoltre, pregiudica anche l’integrità ambientale del luogo, alterando in modo irreparabile quel continuum visivo nei confronti del complesso architettonico del teatro e degli edifici monumentali ad esso limitrofi.” E’ una piccola parte del lungo documento redatto dalle associazioni che continua così: “sono stati fatti altri sbancamenti come quello alla base della collina di Loreto, eseguito anch’esso per la costruzione di una abitazione ed altri sbancamenti sulla sommità della collina in prossimità della masseria di epoca medievale, in una parola una vera e propria azione combinata ai danni del futuro Parco Archeologico.”

Pietravairano: la Procura indaga sulla delocalizzazione delle cave

PIETRAVAIRANO – Una indagine della Procura della Repubblica, affidata all’arma dei carabinieri, cercherà di fare luce su tanti aspetti della vicenda legata al progetto presentato dal gruppo Moccia-Buzi; progetto che prevede l’apertura di una cava sui colli della città e la realizzazione di un moderno cementificio. Nel procedimento penale avviato dalla Procura nei mesi scorsi, sono stati interrogati – come persone informate dei fatti - dai carabinieri della compagnia di Capua, diverse persone fra cui Maria Acquaro, presidente del comitato civico cittadino che si oppone all’arrivo delle cave e lo stesso sindaco della città, Dario Rotondo. L’indagine potrebbe essere stata innescata proprio da un dettagliato documento, presentato dallo stesso comitato civico cittadino durante la prima conferenza di servizio. Intanto fra la gente cresce fortemente la preoccupazione anche in virtù dell’allarme lanciato da Giuseppe Messina, del comitato scientifico di Legambiente, che ha svelato come i cementifici moderni possono diventare autentici inceneritori di qualsiasi rifiuito. Insomma, la gente ha paura si subire, oltre all’inquinamento che porta con se ogni cementificio – anche quello più moderno – a poco passi dal centro un vero e proprio inceneritore di rifiuti. Infatti, il ciclo del cemento s’incrocia con quello dei rifiuti per cui gli impianti per produrre cemento vengono – oggi – concepiti già in grado di bruciare – per produrre l’energia necessaria - i prodotti del CDR nel forno dei cementifici, così come fa già in altre parti d’Italia lo stesso gruppo industriale di cui fa parte Moccia. Chi – a suo tempo – non ha proposto i necessari ricorsi contro l’arrivo delle cave, ora, dovrà mettere anche questo pericolo nel conto delle responsabilità che gravano sulle spalle di chi è stato superficiale nel difendere la propria terra.

sabato 14 febbraio 2009

Piedimonte Matese: Ventre contro Pepe

PIEDIMONTE MATESE – Uno “strano amore politico” – a tre - alimenta la polemica nell’area del Matese. Fabrizio Pepe, presidente della Comunità Montana, iscritto al Partito Democratico è stato “folgorato” da un Europarlamentare molisano – Aldo Patriciello – del Partito delle Libertà. Una “simpatia” bipartisan, forte a tal punto che Pepe, pur di “presentare” Patriciello agli elettori matesini e quindi permettergli di avviare la campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento Europeo, ha organizzato un concorso rivolto ai ragazzi degli istituti superiori del territorio. Un concorso che poi porterà a Bruxelles, per una visita all’Europarlamento, i ragazzi più meritevoli. Il nome dell’iniziativa è “Insieme per l’Europa” ed è stata, appunto, promossa dalla Comunità Montana del Matese. Probabilmente – considerato lo “strano amore politico” sarebbe stato più giusto - suggeriscono i soliti “maligni” – denominare l’iniziativa “Insieme per le Europee”. Ieri mattina, presso l’Istituto Alberghiero della città, è arrivato Patriciello per incontrare gli studenti, i professori e i rappresentati degli enti locali. Molti sindaci del territorio però, hanno snobbato l’onorevole molisano; infatti, gran parte dei diciassette primi cittadini matesini – invitati direttamente e ufficialmente dal presidente della Comunità Montana Pepe - hanno preferito “disertare” l’adunata. Ora, negli ambienti politici matesini tutti si chiedono quali le ragioni che alimentano questo “strano amore politico” fra un esponente del centro sinistra della zona – quale Fabrizio Pepe – e un europarlamentare del Pdl, quale Aldo Patriciello. Le ipotesi che circolano sono davvero tante, ed alcune sicuramente bizzarre. Di certo, almeno per ora, il presidente della Comunità Montana matesina, si è “guadagnato” continui servizi sulla Tv di famiglia dei Patriciello. Un’azienda che pur operando a Venafro, da qualche tempo – probabilmente in vista della prossima campagna elettorale - ha aperto una sede secondaria a Vairano, con lo scopo di occuparsi dell’intera area dell’Alto Casertano. Non passa giorno senza che il Tg messo in onda da questa emittente, si occupi di Fabrizio Pepe e della sua Comunità Montana, decantandone le iniziative e le doti politiche. Nella stessa Tv, opera – come opinionista sportivo – Marco Fusco, vicinissimo a Pepe e fino a qualche mese fa, presidente del consiglio dello stesso ente montano matesino. Insorgono, intanto, gli Europarlamentari Casertani che non sono stati invitati all’iniziativa svoltasi ieri. Più di ogni altro, protesta, l’onorevole Riccardo Ventre, anch’egli del Pdl, che attraverso una lettera aperta – indirizzata a Pepe - manifesta tutto il proprio disappunto: “Non sono stato invitato ma, ove ne fossi stato a conoscenza, sarei venuto molto volentieri. Come lei ben sa, infatti, sono oltre 25 anni che mi occupo di problemi di montagna e ciò sia perché risiedo un paese dell’alto casertano, sia perché sono stato un amministratore della Comunità Montana del Monte Maggiore ed ho quindi approfondito le esigenze avvertite dalle popolazioni. Avrei potuto e potrei dare un contributo di esperienza per i nostri bei comuni, oltre, naturalmente, prospettare eventuali soluzioni finanziabili dalla Comunità europea nell’interesse delle nostre città.” Le doglianze di Ventre rappresentano, probabilmente, la prova che l’iniziativa di Pepe sia stata “orientata” esclusivamente verso i rappresentati molisani.

venerdì 13 febbraio 2009

Pontelatone: Ventre solidale con l'impiegato che ha ferito un ladro

PONTELATONE – Un pensionato 62enne sorprende due ladri nel proprio salotto. Urlando, intima ai due sconosciuti di andare via. I malviventi rispondono esplodendo contro l’uomo cinque colpi di una pistola giocattolo, caricata a salve. Il pensionato replica con un’arma vera, centrando due volte uno dei ladri. Le pallottole non fermano la fuga dei malviventi che si lanciano dal primo piano e riescono a dileguarsi nel buio, a bordo di una vettura parcheggiata poco lontana. Il ladro ferito - un pregiudicato albanese, Martini Hekuran, di 24 anni – è stato arrestato, alcune ore dopo, dai carabinieri di Capua, presso l’ospedale di Santa Maria Capua Vetere dove era stato abbandonato dal complice. Quest’ultimo è ancora attivamente ricercato dalle forze dell’ordine. L’episodio è accaduto due giorni dopo i tragici fatti di San Cipriano – nell’agro aversano - dove un imprenditore uccise un ladro mentre tentava di entrare nella propria villetta. Pontelatone – una piccola comunità con meno di duemila abitanti - è stata scossa dall’episodio; molta gente solidarizza, mostrando quasi ammirazione, con il proprio concittadino – Antonio C. – diventato quasi un eroe. La casa dell’uomo, da alcuni anni in pensione dopo aver diretto un ufficio postale in un centro vicino, è situata lungo la strada provinciale che collega Pontelatone con Capua. Una zona che da diversi giorni è teatro di numerosi episodi criminali; auto bloccate durante la notte per rapinare gli occupanti, furti a ripetizione nelle abitazioni attigue alla strada. “Siamo veramente stanchi – sottolineano all’unisono alcuni giovani fermi al bar, nella piazza principale del paese – di trascorrere le notti in tensione. Da alcune settimane qui non si riposa più. Crediamo – precisa Antonio, un geometra del posto – che la criminalità, a causa della forte pressione delle forze dell’ordine, si sia spostata dall’Agro Aversano verso le zone interne; tutto a nostre spese.” Il sindaco di Pontelatone, Antonio Carusone, ha già fatto i passi formali per chiedere l’invio di forze adeguate per ridare tranquillità al paese: “viviamo in un centro montano tranquillo; questo episodio – che certamente turba tanto la nostra piccola comunità – non deve far pensare ad un paese in balia dei malviventi. Certamente, continua il sindaco, da qualche tempo gli episodi di criminalità sono cresciuti; proprio per questo – conclude Carusone – ho chiesto alla Prefettura, immediate misure per contrastare il fenomeno. Una idea condivisa dall’Europarlamentare Riccardo Ventre, originario del confinante Formicola: “Pontelatone è situato in una delle aree più sane – sotto molti punti di vista – dell’intera provincia di Caserta; proprio per questo – precisa Ventre - qualche episodio malavitoso, fa più scalpore. Nessun fatto del genere - continua Ventre - vede come aggressore elementi locali, ma tutti estranei o extracomunitari, non residenti in zona. Tutta la mia solidarietà – precisa Ventre - al coraggioso Antonio, il quale anche esponendosi a grave rischio è riuscito a difendere se stesso e i suoi familiari. Fortunatamente – conclude l’Europarlamentare - le forze dell’ordine stanno dimostrando una forte attenzione e grande professionalità e perciò, siamo fiduciosi in una repressione efficace dei fenomeni delinquenziali.”

Vairano: arrestato Mancino

VAIRANO PATENORA – E’ stato arrestato, ieri mattina, Cosimo Mancino. I carabinieri della locale stazione, agli ordini del maresciallo Campanile, hanno bloccato l’uomo, in esecuzione ad un ordine emesso dalla Procura, successivo ad una condanna definita inflitta all’uomo. Dovrà scontare un residuo di pena in base ad una sentenza dei giudici che condannarono Mancino a 4 anni e 10 mesi di carcere. Il 27enne dovrà scontare poco più di un anno. Cosimo era al lavoro, quando la pattuglia di carabinieri, gli ha chiesto di seguirlo, trasferendolo, dopo le formalità di rito, al carcere di Santa Maria Capua Vetere. In primo grado, Cosimo fu condannato a 7 anni e otto mesi; una pena ridotta in appello a sei anni e otto mesi per diventare poi – in ultimo grado di giudizio - 4 anni e 10 mesi. Mancino fu arrestato nel 2005 nell’ambito di “Terra Bruciata”: una vasta operazione condotta dai Carabinieri di diverse Regioni, nell’ambito della quale furono arrestate 15 persone. Tre erano giovani del posto. Tutti finirono in carcere con l’accusa di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Ad eseguire le ordinanze di custodia cautelare furono i Carabinieri della stazione di Vairano Scalo, in appoggio a quelli provenienti dalla compagnia di Isernia che diresse le operazioni. Fu così condotta in porto, in diverse regioni d’Italia, una importante operazione contro la malavita organizzata, a conclusione di una complessa, laboriosa, articola e prolungata indagine, iniziata nel 2002, condotta dalla Compagnia di Venafro, con intercettazioni telefoniche ed ambientali, controlli stradali. 15 arresti e sequestri di droga “propedeutici”, a conferma delle ipotesi investigative, che permisero di ricostruire l’intero organigramma di un’associazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti che riforniva di droga, proveniente dalla Spagna, la Campania, il Molise, l’Umbria e la Calabria. I Carabinieri del Comando Provinciale di Isernia, coadiuvati dai colleghi di Caserta, Savona, Modena, Verona e Napoli, con l’ausilio dell’elinucleo di Pontecagnano e unità cinofile delle Regioni Carabinieri di Campania e Abruzzo, eseguirono le ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal gip di Napoli su richiesta della DDA, per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, traffico di armi ed estorsione; inoltre, veniva sequestrato, a Qualiano, un autosalone denominato “P.E.G.o.l.f. Auto” ,di circa 600 mq con 14 autovetture di varie marche per un valore commerciale di circa 500mila euro.

Pietravairano: autovelox illegale

PIETRAVAIRANO – L’autovelox installato dal comune di Pietravairnao, lungo la statale Telesina è illegittimo. Lo stabilisce una importante sentenza in tema di sanzioni amministrative per accertamenti effettuati con strumenti di rilevazione automatica. “I corpi di Polizia municipale non possono effettuare accertamenti di violazioni delle norme del CdS su tracciati che non siano di proprietà degli Enti Locali di cui essi siano organi”. É prassi in diverse Province che i comandi di Polizia Municipale posizionino tali apparecchiature su strade di proprietà di Enti diversi. I Corpi di Polizia Locale non possono effettuare accertamenti di violazioni di norme del Codice della Strada su tracciati che non siano di proprietà degli Enti Locali di cui essi siano organi. Ciò pure nel caso in cui i tracciati in questione attraversino i territori degli Enti Locali interessati. Lo ha stabilito il Giudice di Pace di Caserta accogliendo il ricorso proposto da un automobilista. La pronuncia del magistrato onorario segue la sentenza 3019 pronunciata dalla prima sezione civile della Corte Suprema di Cassazione in data marzo 2002 e la sentenza del GdP di Cosenza 1575 del 15 giugno 2004. A mezzo di tale decisione i giudici di ultima istanza avevano già acclarato come, ancorché al di fuori dei centri abitati, la Polizia Locale fosse legittimata ad operare esclusivamente nell’ambito del territorio dell’Ente di pertinenza. Questa ulteriore sentenza segna un’importante vittoria da parte di tutte quelle associazioni e soggetti che si sono battuti a suon di ricorsi, battaglie legali e mediatiche contro l’iniqua e poco trasparente prassi amministrativa

Piedimonte Matese: blitz antidroga

PIEDIMONTE MATESE – Uno spacciatore arrestato, dieci persone denunciate e diverse dosi droga sequestrate. E’ questo il bilancio del blitz attuato ieri mattina dai carabinieri della Compagnia di Piedimonte Matese. Gli uomini al comando del capitano Vitiello, hanno agito alle prime luci dell’alba e ha interessato tutto il territorio matesino. In carcere è finito un extracomunitario - Samuel Akya, 32enne – sulq uale pendeva anche un decreto di espulsione. Nel centro di Piedimonte Matese sei giovani della zona, sono stati deferiti per detenzione illegale di sostanze stupefacenti. I sei sono stati trovati in possesso di piccole dosi di “eroina”, “hashish” e “marijuana”.

giovedì 12 febbraio 2009

Vairano Patenota: La ragioneria vicino alla cava. E' polemica

VAIRANO PATENORA – Le classi della ragioneria potrebbero essere trasferite a pchi metri dalla cava di Monte Sant’Angelo. Una ipotesi che preoccupa molto Gli alunni e i docenti della Ragioneria che finora lavorano, secondo alcuni indebitamente, le aule del Liceo. Secondo alcune indiscrezioni che da alcuni giorni stanno circolando in paese, l’appalto per il fitto dei locali, potrebbe essere aggiudicato ad un imprenditore di Vairano Patenora, i cui locali sarebbero ubicati lungo la “disastrata” via Patenara, a qualche decina dimetri dalla cava,, dalla quale ogni giorni si levano polveri e rumori che, certamente, mal si sposano con chi studia. Inoltre, l’edificio sarebbe particolarmente scomodo per essere raggiunto dai ragazzi, perché non esiste alcun collegamento di bus o servizio navetta. Insomma, se tutto sarà confermato, si preannunciano pesanti disagi per gli studenti della ragioneria vairanese; disagi che si protrarranno fin quando la Provincia non completerà il nuovo edificio scolastico, in corso di realizzazione da “appena” 20 anni. Intanto, nei prossimi giorni, dovrebbe essere tutto chiarito dall’apertura delle offerte – pervenute in provincia nei giorni scorsi; un bando scaduto il due febbraio. E’ questo il primo passo verso la soluzione di un problema che si trascina da diverso tempo e che vede gli alunni della ragioneria e quelli del liceo, soffrire pesanti disagi. Difficoltà che la Provincia intende eliminare spostando l’intero istituto tecnico in altri locali fin quando non sarò completata la nascente struttura scolastica, lungo via Abruzzi.

Teano: attivato il bonus per l'energia

TEANO L’amministrazione cittadina fungerà da cerniera fra i cittadini che vorranno attivare il bonus per l’energia e il Ministero competente. La decisione è stata assunta ieri durante la giunta presieduta dal sindaco Raffaele Picierno. L’imput è stato fornito dall’assessore ai lavori pubblici, Flavio Toscano; una idea pienamente condivisa dall’assessore alle politiche sociali, GianPaolo D’Aiello. Il godimento del “bonus” può essere retroattivo anche per tutto il 2008. In questo caso, però, le richieste dovranno essere presentate entro il 31 marzo 2009. Potranno accedere al bonus sociale, secondo quanto stabilito dal governo, tutti i clienti domestici, intestatari di una fornitura elettrica nell’abitazione di residenza con potenza impegnata fino a 3 kW, che abbiano un ISEE inferiore o uguale a 7.500 euro. Hanno inoltre diritto al bonus sociale tutti i clienti elettrici presso i quali vive un soggetto affetto da grave malattia, costretto ad utilizzare apparecchiature elettromedicali necessarie per il mantenimento in vita. Ogni nucleo familiare può richiedere il bonus per una sola fornitura di energia elettrica. Per l’anno 2008, per le situazioni di disagio economico, il valore del bonus sarà differenziato a seconda del numero di componenti della famiglia anagrafica: 60 euro/anno per un nucleo familiare di 1-2 persone, 78 euro/anno per un nucleo di 3-4 persone, 135 euro/anno per un nucleo familiare con più di quattro persone. L’Autorità ha aggiornato l’importo del bonus per l’anno 2009. Per le situazioni di disagio economico, il valore del bonus sarà di 58 euro/anno per un nucleo familiare di 1-2 persone, 75 euro/anno per un nucleo di 3-4 persone, 130 euro/anno per un nucleo familiare con più di quattro persone. E’ allo studio dei Ministeri competenti un analogo decreto che, una volta approvato, estenderà il trattamento anche alle forniture di gas naturale con meccanismi sostanzialmente simili.

Teano: Cantieri sequestrati, Corbisiero chiede il consiglio

TEANO - La minoranza si scaglia contro il sindaco per la delicata questione dell’edilizia privata. Una vicenda che vede numerosi cantieri sotto sequestro e, in alcuni casi, delle famiglie poste sotto sfratto dalla Procura. Una vicenda – secondo la minoranza – che starebbe avrebbe anche pesando, gravemente, sull’economia della città. Attraverso un manifesto, Carmine Corbisiero e tutti gli altri componenti dell’opposizione, chiedono al presidente del consiglio, Carlo Giorgio la convocazione di un consiglio comunale straordinario, aperto anche alla società civile: “l’edilizia privata a Teano – scrive la minoranza - è gravemente inquisita e l’attività economica del settore ha raggiunto ormai i minimi storici. Il sindaco tace. Il suo silenzio – continua il documento - alimenta seri dubbi sulle sue responsabilità’ per i casi di sequestro e sfratto che hanno colpito i nostri concittadini, a causa della condotta politico-amministrativa tenuta dal sindaco Raffaele Picierno in tale delicato settore. Lui per primo nel 2005 – precisa la minoranza - mentre era sindaco, ha consentito che la propria consorte usufruisse di un permesso a costruire, già negato da suoi predecessori, la cui presunta illegalità è ancora all’esame della magistratura, mentre continua il sequestro del relativo cantiere disposto per esigenze giudiziarie. I cittadini di Teano – continua l’opposizione - che da anni attendono uno strumento urbanistico che permetta a tutti di costruire legalmente la propria abitazione, debbono a lui per primo ed alla imperizia e all’incapacità della sua maggioranza la responsabilità di quanto sta accadendo nella nostra città. L’opposizione consiliare, rispettosa delle autonome iniziative dell’autorità giudiziaria, chiede al presidente del consiglio comunale, la convocazione urgente di un consiglio – conclude la minoranza - allargato anche alla società civile, per valutare, alla luce degli ultimi eventi, l’adozione di misure che possano venire incontro alle esigenze dei cittadini.” E’ la prima volta che la questione delle licenze edilizie finite sotto sequestro diventa “pubblica” entrando così prepotentemente nel dibattito politico. Una vicenda che vede coinvolti, direttamente, consiglieri e assessori.

Formicola: Un ladro ferito dalla "vittima", è grave

FORMICOLA - Un uomoi di Formicola, nella vita impeigato, sorprende un ladro in casa che gli spara contro cinque colpi di pistola, caricata a salve. L'uomo, invece, spara con un'arma vera e ferisce gravemente il malvivente albanese. Si tratta di un pregiudicato albanese, Martini Hekuran, 24 anni, che si era introdotto, insieme con un complice, in una casa rurale di Formicola. Secondo una ricostruzione dei carabinieri di Capua, il proprietario della casa, un impiegato, accortosi della presenza dei ladri nella sua abitazione, si e' alzato dal letto, ha impugnato la pistola che detiene regolarmente, e ha sorpreso i due malviventi nel salotto. Gridando li ha invitati ad andar via. Hekuran ha risposto sparando con una pistola giocattolo. L'impiegato . che nonpoteva sapre dei colpi a salve, ha allora sparato a sua volta, ferendo il pregiudicato che è comunque riuscito a lasciare l'appartamento e a fuggire insieme con il complice. I carabinieri lo hanno poi rintracciato nell' ospedale di Santa Maria Capua Vetere nel quale lo avevano abbandonato i complici. Il pregiudicato e' stato sottoposto ad un intervento chirurgico, non e' in pericolo di vita.

mercoledì 11 febbraio 2009

Vairano Patenora: Frana si abbatte sulla Venafrana

VAIRANO PATENORA - Una grossa frana ha ostruito la statale Venafrana che collega la Campania con il Molise e l’Abruzzo. Una strada, quindi, percorsa da numerosi turisti partenopei che – in particolar modo durante il fine settimana – si dirigono verso le località sciistiche di Roccaraso e Campitello Matese. Proprio un pullman con una comitiva di turisti napoletani – al rientro dopo un fine settimana sulla neve - è transitato nell’attimo in cui i massi piovevano sulla carreggiata che si snoda in direzione sud. L’autista del mezzo, con una prontezza di riflessi eccezionale, è riuscito ad evitare l’impatto; altri due bus che seguivano sono riusciti a fermarsi alcuni metri prima della frana. Il crollo è avvenuto proprio al confine fra la Campania e il Molise, lungo una parte dove per anni era stato cavato il calcare. Secondo i primi accertamenti, eseguiti dalla protezione civile e dai vigili del fuoco, i massi si sarebbero staccati a causa delle pesanti piogge che nelle ultime settimane si sono abbattute sulla zona. La frana si è verificata nella serata di domenica scorsa – poco prima delle ore venti. Macigni dal diametro superiore ai due metri, pesanti diverse tonnellate, si sono abbattuti sull’asfalto disseminando pietre e frantumi, rendendo impraticabili i due sensi della carreggiata. Il traffico ha subito pesanti disagi; la polizia stradale – in un primo momento - ha deviato il traffico lungo strade alternative; successivamente il transito è stato ripristinato attraverso un senso unico alternato. Per i mezzi pesanti è stata istituita la deviazione obbligatoria per San Vittore del Lazio. L'Anas ha richiesto dei new-jersey per mettere in sicurezza l'area e poter garantire la regolare viabilità. La statale Venafrana rappresenta un importante arteria nei collegamenti fra la provincia di Caserta e il Molise. Un’arteria che sarà interessata, nella prossima primavera, da lavori di messa in sicurezza. L’intervento – per un totale di circa due milioni e mezzo di euro - sono già stati appaltati dal compartimento Anas di Napoli. L’intervento riguarderà il tratto di strada che va da Vairano Scalo fino al confine con il Molise; proprio quel tratto molto pericoloso, spesso teatro d i gravi incidenti, alcuni anche mortali. Alcune pericolose curve saranno allargate e, in qualche caso anche eliminate. Stessa attenzione anche per alcuni dossi.

Teano: stop all'inquinamento dei torrenti della città

TEANO - Il sistema fognario di Teano, attualmente, inquina i torrenti della città. Infatti, i pochi depuratori esistenti non sembrano essere sufficienti per garantire i parametri imposti dalla legge. Contro questo stato di cose, è intervenuto l’assessore ai lavori pubblici, Flavio Toscano, che ha presentato un grosso progetto per la realizzazione di nuovi impianti di depurazione. Attualmente Teano centro ed anche la maggior parte delle frazioni sono dotate di fogne miste, ovunque si ha lo scarico a cielo aperto dei reflui in fossi locali che confluiscono nei fiumi Messeri e Savarone. Tali problematiche, mai affrontate in maniera articolata hanno, di fatto, determinato un freno allo sviluppo sociale ed economico del territorio, che avrebbe viceversa potuto sfruttare favorevolmente la sua valenza ambientale e paesaggistica. Per questo, il nuovo progetto prevede interventi che hanno un elevato valore strategico per la tutela e la salvaguardia del territorio caratterizzato da problemi di dissesto idrogeologico e inadeguate condizioni igienico sanitarie. La realizzazione di un sistema integrato fognario – depurativo – idrico moderno, efficiente ed ecosostenibile potrà avere riverberi positivi sulla crescita dell’area, fortemente depressa anche da un punto di vista sociale ed economico, potendo determinare condizioni che, se non ideali, potrebbero comunque rappresentare una opportunità per investimenti e sviluppo, in particolare se si pensa di valorizzare la natura fortemente rurale del territorio. La logistica non penalizza infatti tale territorio, anche se il livello delle strade di comunicazione non è adeguato. Ciò potrebbe ad esempio attrarre capitali ed investimenti come zona fortemente attrattiva da un punto di vista turistico -ambientale, soprattutto in un’ottica complessiva di rivalutazione dell’intera area del Parco Regionale di Roccamonfina – Foce del Garigliano. Le scelte adottate dal progetto, già presentato al Parco Progeggi della Regione Campania - e gli interventi previsti sono in coerenza con gli obiettivi specifici e prioritari per la “competitività regionale e l’occupazione” previsti dalla strategia di Lisbona e di Goteborg; in particolare relativamente alla gestione responsabile delle risorse naturali ed allo sviluppo eco-sostenibile.

Pietramelara: abbandonata l'area di culto di Seiano

PIETRAMELARA – Il complesso sacro di Seiano, lungo le pendici del Montemaggiore, nel territorio di Pietramelara, – secondo alcuni studiosi dell’archeologia – rappresenta, per grandezza, uno dei più importanti di tutta l’Italia Sannita. Peccato che, ancora oggi, esso, resti nell’abbandono più totale. Soprattutto colpisce il fatto che quella struttura resti al di fuori di qualsiasi circuito turistico. Uno stato che contrasta con le “chiacchiere” sull’importanza di sviluppare turismo sfruttando quelle che sono le locali ricchezze storiche. Invece, quando poi, si tratta di passare ai fatti, ci si rende conto che la realtà è ben lontana dalle belle parole. E’ quello che capita a Pietramelara e precisamente al sito archeologico conosciuto come “le grotte di Seano”. In realtà, con questo nome, si indica una importantissima e vastissima area di culto fondata durante la civiltà sannita. Il nome Seano deriverebbe dal villaggio, all’epoca, collocato a valle, fra i comuni di Riardo e Pietramelara. Essa è circondata, per tutto il suo perimetro, da mura megalitiche, formate cioè da grossi blocchi di pietra squadrate sovrapposti ad incastro, ancor oggi chiaramente visibili in molti punti dove raggiungono un’altezza di circa due metri. E’ ancora più chiaro ed evidente il piano del templio principale anche se quasi tutte le colonne che reggevano il tetto sono andate perdute ed in alcuni casi utilizzate, durante i secoli, per costruire case giù nella valle. Il tempio principale è vastissimo ed occupa circa mille metri quadrati. Incantevoli e quasi intatti sono i sotterranei di questa costruzione costituiti da una serie lunghissima di gallerie a volta. Sicuramente in passato, a detta di numerosi studiosi, erano usati per ospitare sementi e viveri d’ogni genere e come cisterne. Inoltre è ancora perfettamente intatta, nonostante i 2500 anni d’età, una costruzione di cui si conserva perfettamente il primo livello compreso il primo solaio. Negli anni passati le autorità per i beni archeologici si sono interessate al sito ma, dopo qualche sopralluogo, tutto è restato così com’era. Potrebbe rappresentare un grosso volano per il turismo di tutta la zona che potrebbe contribuire alla nascita di diversi posti di lavoro.

domenica 8 febbraio 2009

Miganono Montelungo: terra di conquista per la camorra

MIGNANO MONTELUNGO – L’alto Casertano appare sempre più come la Terra scelta dai boss per investire i guadagni e per rifugiarsi. L’ultimo arresto, quello avvenuto pochi giorni fa a Mingano Montelungo, relativo della ex primula rossa dei Casalesi Giuseppe Setola, è la conferma che la camorra e la malavita organizzata guardano con occhio particolare al territorio dell’Alto Casertano. Una zona che per la sua economia poco brillante non attira certamente gli appetiti criminali del racket. Invece, i boss sono attratti dalla tranquillità e dalle sterminate campagne che offrono loro buone possibilità di nascondersi. Una terra in cui la camorra, spesso, preferisce nascondere i propri affiliati. Quello di Setola è stato solo l’ultimo e il più rumoroso di una serie di arresti di persone, ritenute dagli inquirenti, affiliate alla camorra. Già all’inizio del 2000, gli investigatori della Procura di Santa Maria Capua Vetere tacciavano una mappa precisa delle organizzazioni criminali e delle ramificazioni delle stesse nelle campagne dell’Alto Casertano. In sostanza, una specie di “Svizzera” in cui la camorra e la malavita in genere comprano terreni, aziende agricole, piccole industrie, attività commerciali e artigianali, case e qualsiasi altra cosa degna della minima attenzione commerciale. E’ questo il metodo “pulito” con cui la camorra preferisce riciclare denaro sporco, investire guadagni illeciti, facendo proliferare attività, apparentemente, pulite. Un metodo che sottrae linfa vitale ai concorrenti e a coloro che operano nel rispetto della legge rischiando capitali propri. Si realizza così un complicato intreccio fra legalità e malaffare. In pochi anni, in gran parte del territorio dell’Alto Casertano il settore dell’attività agricola, in particolare quello relativo alle grandi aziende zootecniche, è divenuto di esclusiva proprietà di camorristi o dei loro prestanome. Un potere che si allarga sempre più e che “garantisce” una grossa fetta di occupazione nel settore. Estorsioni, traffico di droga, usura, arresti di referenti della camorra, traffico illecito di rifiuti, sono alcune delle azioni condotte negli ultimi anni degli inquirenti che confermano il ruolo strategico che la zona sta assumendo nel quadro generale della malavita organizzata. Finora, il fenomeno sembrava del tutto sommerso e non preoccupava la gente che ora, invece, incomincia ad aver paura e teme che la situazione possa peggiorare pregiudicando così, gravemente, la tranquillità e l’economia di un’area ritenuta, finora, “normale”.

Teano: Una immigrata abusata per 10 anni

TEANO – Di giorno svolgeva ogni tipo di lavoro, di notte doveva “accondiscendere” – suo malgrado - anche alle “ particolari esigenze” del suo “padrone”. Per circa dieci anni, ogni notte, dopo essere stata umiliata e abusata, lei, giurava a se stessa di voler denunciare il suo carnefice; al mattino però non trovava il coraggio di andare dai carabinieri. Per lei, 34enne di origine romena, quel lavoro era troppo importante perché necessario per racimolare il denaro utile ad assicurare le cure al suo unico figlio, rimasto in Romania, affetto da una grave patologia. Per questo Andrada, quando aveva appena 23 anni, era venuta in Italia, clandestinamente, grazie alla complicità di una sua amica che già da qualche tempo lavorava come badante nel casertano. Proprio il suo stato di clandestinità le ha impedito di chiedere ed ottenere giustizia. Denunciare gli abusi e le violenze subite, significava essere automaticamente rimpatriata. Lei non poteva permetterselo. Perciò, per molti anni ha lavorato subendo qualsiasi prevaricazione. Ancora oggi, dopo aver cambiato lavoro e dopo aver portato in Italia il marito e il figlio, la donna non trova il coraggio di denunciare il proprio aguzzino. Andrada ha paura della giustizia, dei processi, delle ritorsioni. Preferisce tacere. In tanti anni non ha mai raccontato nulla a nessuno, mai una confidenza con qualcuno. La svolta è arrivata pochi giorni fa, quando la signora dove da circa un anno Andrada lavora, ha scorto l’inquietudine nell’animo della badante. Per la prima volta Andrada si è “fidata” e in un lungo sfogo ha raccontato la sua terribile esperienza. La signora italiana, dopo aver ascoltato, ha tentato di convincere Andrada a denunciare ogni cosa ai carabinieri. Inutilmente. Però questa confidenza potrebbe rappresentate il primo passo di un percorso che potrebbe concludersi con la denuncia del colpevole. “Preferisco dimenticare questa triste vicenda della mia vita - afferma Andrada - non sarà facile, ma spero di riuscirci. Ora che ho qui con me mio marito e mio figlio, sarà più facile. Arrivai in Italia, di notte, dopo un viaggio durato alcuni giorni, insieme ad altre ragazze, stivata nel cassone di un Tir. Il giorno dopo ero già a casa della famiglia presso la quale dovevo lavorare. Essenzialmente – precisa la donna – per una paga di circa 400 euro al mese, dovevo occuparmi della signora che era nel letto, inferma. Per alcuni giorni tutto andò bene. Ben presto – continua Andrada - il marito iniziò a maltrattarmi, a importunarmi. Poi, una notte, entrò nella mia stanza e minacciandomi abusò di me. Quella notte, prima di lasciare la mia camera, quell’uomo mi ricordò che se avessi parlato mi avrebbe tagliato la testa e sepolta nella vigna.” Le violenze, come ci racconta la donna, sono poi continuate per tantissimo altro tempo. Andrana rappresenta l’altra faccia di quella medaglia che vede spesso gli extracomunitari in veste di stupratori e di “bruti” capaci di qualsiasi efferatezza.