MIGNANO MONTELUNGO – L’alto Casertano appare sempre più come la Terra scelta dai boss per investire i guadagni e per rifugiarsi. L’ultimo arresto, quello avvenuto pochi giorni fa a Mingano Montelungo, relativo della ex primula rossa dei Casalesi Giuseppe Setola, è la conferma che la camorra e la malavita organizzata guardano con occhio particolare al territorio dell’Alto Casertano. Una zona che per la sua economia poco brillante non attira certamente gli appetiti criminali del racket. Invece, i boss sono attratti dalla tranquillità e dalle sterminate campagne che offrono loro buone possibilità di nascondersi. Una terra in cui la camorra, spesso, preferisce nascondere i propri affiliati. Quello di Setola è stato solo l’ultimo e il più rumoroso di una serie di arresti di persone, ritenute dagli inquirenti, affiliate alla camorra. Già all’inizio del 2000, gli investigatori della Procura di Santa Maria Capua Vetere tacciavano una mappa precisa delle organizzazioni criminali e delle ramificazioni delle stesse nelle campagne dell’Alto Casertano. In sostanza, una specie di “Svizzera” in cui la camorra e la malavita in genere comprano terreni, aziende agricole, piccole industrie, attività commerciali e artigianali, case e qualsiasi altra cosa degna della minima attenzione commerciale. E’ questo il metodo “pulito” con cui la camorra preferisce riciclare denaro sporco, investire guadagni illeciti, facendo proliferare attività, apparentemente, pulite. Un metodo che sottrae linfa vitale ai concorrenti e a coloro che operano nel rispetto della legge rischiando capitali propri. Si realizza così un complicato intreccio fra legalità e malaffare. In pochi anni, in gran parte del territorio dell’Alto Casertano il settore dell’attività agricola, in particolare quello relativo alle grandi aziende zootecniche, è divenuto di esclusiva proprietà di camorristi o dei loro prestanome. Un potere che si allarga sempre più e che “garantisce” una grossa fetta di occupazione nel settore. Estorsioni, traffico di droga, usura, arresti di referenti della camorra, traffico illecito di rifiuti, sono alcune delle azioni condotte negli ultimi anni degli inquirenti che confermano il ruolo strategico che la zona sta assumendo nel quadro generale della malavita organizzata. Finora, il fenomeno sembrava del tutto sommerso e non preoccupava la gente che ora, invece, incomincia ad aver paura e teme che la situazione possa peggiorare pregiudicando così, gravemente, la tranquillità e l’economia di un’area ritenuta, finora, “normale”.
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