PIETRAVAIRANO – Una indagine della Procura della Repubblica, affidata all’arma dei carabinieri, cercherà di fare luce su tanti aspetti della vicenda legata al progetto presentato dal gruppo Moccia-Buzi; progetto che prevede l’apertura di una cava sui colli della città e la realizzazione di un moderno cementificio. Nel procedimento penale avviato dalla Procura nei mesi scorsi, sono stati interrogati – come persone informate dei fatti - dai carabinieri della compagnia di Capua, diverse persone fra cui Maria Acquaro, presidente del comitato civico cittadino che si oppone all’arrivo delle cave e lo stesso sindaco della città, Dario Rotondo. L’indagine potrebbe essere stata innescata proprio da un dettagliato documento, presentato dallo stesso comitato civico cittadino durante la prima conferenza di servizio. Intanto fra la gente cresce fortemente la preoccupazione anche in virtù dell’allarme lanciato da Giuseppe Messina, del comitato scientifico di Legambiente, che ha svelato come i cementifici moderni possono diventare autentici inceneritori di qualsiasi rifiuito. Insomma, la gente ha paura si subire, oltre all’inquinamento che porta con se ogni cementificio – anche quello più moderno – a poco passi dal centro un vero e proprio inceneritore di rifiuti. Infatti, il ciclo del cemento s’incrocia con quello dei rifiuti per cui gli impianti per produrre cemento vengono – oggi – concepiti già in grado di bruciare – per produrre l’energia necessaria - i prodotti del CDR nel forno dei cementifici, così come fa già in altre parti d’Italia lo stesso gruppo industriale di cui fa parte Moccia. Chi – a suo tempo – non ha proposto i necessari ricorsi contro l’arrivo delle cave, ora, dovrà mettere anche questo pericolo nel conto delle responsabilità che gravano sulle spalle di chi è stato superficiale nel difendere la propria terra.
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