CASERTA - Arrestati 9 casalesi che, secondo gli investigatori, apparterrebero al gruppo di fuoco Caterino-Ferriero. Uno di loro aveva ripreso a sparare dopo essere stato scarcerato, circa un fa. Sono tutti ritenuti esponenti di spicco del clan dei Casalesi, ritenuti legati gruppo di fuoco della fazione Caterino-Ferriero. Tra gli arrestati figurano alcune persone contigue al gruppo di Giuseppe Setola, capo dell’ala stragista, arrestato nelle scorse settimane dai carabinieri del comando provinciale di Caserta e accusato di numerosi omicidi, tra cui l’uccisione, in una sartoria di Castelvolturno, di sei immigrati del Ghana, nonchè di attentati, per fini estorsivi, ai danni di imprenditori ed operatori commerciali dell’agro aversano. I carabinieri, a conclusione di indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia partenopea, hanno raccolto consistenti elementi di prova nei confronti degli arrestati, ritenuti mandanti e esecutori materiali di tentativi di omicidio ed attentati dinamitardi. Uno dei destinatari dei provvedimenti restrittivi, accusato tra l’altro dell’omicidio di un tabaccaio di Aversa, è stato trovato, al momento della cattura, in possesso di un fucile mitragliatore Kalashnikov.
Un anno fa aveva finito di scontare sette anni per concorso in omicidio, ma si era subito rimesso al lavoro e sarebbe coinvolto in due tentati omicidi e un attentato dinamitardo. Questo il profilo di Nicola Pota, uno dei nove affiliati al clan dei Casalesi arrestati oggi all’alba dai Carabinieri in provincia di Caserta. Pota era infatti già stato condannato per concorso nell’omicidio del tabaccaio Giovanni Tonziello, ucciso davanti al figlio di dieci anni durante un tentativo di rapina il 31 luglio del 2001 ad Aversa. Pota aveva scontato sette anni di reclusione per il delitto ed era stato scarcerato nel gennaio 2008 ma si era rimesso in attività con il clan dei casalesi e sarebbe responsabile di duplice tentato omicidio e di un attentato dinamitardo, oltre che di associazione camorristica. L’uomo è stato fermato a bordo di una Fiat Idea, risultata rubata a Nocera, nella quale nascondeva un fucile mitragliatore kalashnikov, con numerose cartucce. Secondo quanto emerso dalle indagini dei Carabinieri di Aversa, diretti dal tenente colonnello Francesco Marra e coordinate dalla DDA partenopea, Pota, è ritenuto affiliato al clan Caterino-Ferriero, in lotta da anni con il gruppo capeggiato da Amedeo Mazzara.
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