VAIRANO PATENORA – Inizia sotto una cattiva stella – sicuramente non nel migliore dei modi - la campagna elettorale dell’Europarlamentare molisano, Aldo Patriciello, nell’Alto Casertano. Infatti, mentre l’europarlamentare, che può pescare voti anche in provincia di Terra di Lavoro, tenta di conquistare nella nostra provincia, ogni spazio possibile, anche improvvisandosi docente nelle scuole e negli istituti del territorio, una nuova bufera – legata alle sue disavventure giudiziarie - sembra profilarsi all’orizzonte. Sotto accusa finiscono i rapporti di amicizia fra Aldo Patriciello e il Procuratore Capo della Procura di Isernia, Antonio La Venuta. Lo stesso dirigente della stessa Procura che lo scorso 14 febbraio avrebbe dovuto decidere sul rinvio a giudizio o meno di Aldo Patriciello. Una decisione che non c’è stata perché La Procura Pentra ha deciso di spostar eil processo presso la Procura di Cassino. Una Procura che già in precedenza aveva detto di non essere competente sulla questione. Ieri è arrivata la prima reazione da parte del Consiglio Superiore della Magistratura. Infatti, la Prima Commissione del Csm ha avviato, all'unanimità, una procedura di trasferimento d'ufficio per incompatibilita' ambientale nei confronti del procuratore della Repubblica di Isernia Antonio La Venuta, sul quale pende anche una richiesta di sospensione dalle funzioni e dallo stipendio avanzata dal procuratore generale della Cassazione. Il magistrato e' accusato dalla Prima Commissione di aver causato, con i suoi comportamenti, una "grave ed ingiustificata conflittualita'" con la Procura generale di Campobasso, con alcuni pm in servizio ad Isernia, con alcuni esponenti dell'Arma dei Carabinieri e con il pm Nicola D'Angelo della Dda di Campobasso. Sull'operato del procuratore di Isernia, si legge ancora nel capo di incolpazione notificato al magistrato, grava poi un "clima di sospetto" scaturito dal suo "rapporto di amicizia con Aldo Patricello", che era stato indagato nell'ambito dell'inchiesta 'Piedi d'argilla', inerente presunti rapporti di alcuni esponenti del luogo con la camorra (questa specifica posizione è stata poi archiviata), di cui era titolare il pm D'Angelo, condotta con l'ausilio della Compagnia dei Carabinieri di Venafro. Il magistrato, poi, non diede l'assenso al trasferimento dell'ufficiale di polizia giudiziaria Massimo Laboccetta, come invece sollecitato dalla Procura generale, indagato con La Venuta in un procedimento penale aperto a Bari in seguito a una denuncia presentata dal sindaco di Scapoli. "La situazione determinatasi a seguito di queste condotte - si legge nel capo di incolpazione per La Venuta - gettando discredito e dubbi di correttezza sul suo operato, ha inevitabilmente inciso negativamente non solo sul suo personale prestigio ed autorevolezza", ma anche sulla possibilita' che il procuratore "continui ad operare con la necessaria imparzialita' ed indipendenza negli stessi contesti territoriali e con le medesime funzioni, essendo ormai coinvolto in un groviglio di gravi sospetti e accuse". La Prima Commissione interroghera' il 16 marzo La Venuta, il quale ha gia' annunciato di voler lasciare la magistratura: tale sua istanza dovra' essere vagliata dalla Quarta Commissione e poi dal plenum, nonche' seguita da un decreto ministeriale. Il 24 febbraio, nel frattempo, la sezione disciplinare di Palazzo dei Marescialli sara' chiamata a decidere sulla richiesta di sospensione cautelare presentata dal pg della Suprema Corte, titolare, assieme al ministro, dell'azione disciplinare.
Nessun commento:
Posta un commento