alife. Riconosciuta l’esistenza della “grave irregolarità contabile”. E’ la conclusione, emessa il 28 giugno scorso al termine di un’audizione in cui è stato sentito anche Giuseppe Avecone, dalla sezione di controllo della corte dei conti della Campania per la quale occorre una discussione in consiglio comunale e, soprattutto, aspetta di sapere le misure consequenziali adottate. Otto pagine in cui si ricostruiscono gli ultimi due anni, specie il 2010, di gestione anzi di “prolungata inerzia gestionale i cui effetti, nonostante l’approvazione tardiva del conto consuntivo e del preventivo, non sarà facile eliminare e la cui persistenza si riverberano sulla funzionalità di tutti i settori istituzionali dell’ente”. Un’analisi molto severa incentrata sui ritardi nell’approvazione degli adempimenti-chiave in materia di pianificazione contabile beccandosi ben tre pronunce di inottemperanza rispetto ai consuntivi 2008, 2009, quello 2010 ancora non approvato, al bilancio preventivo 2010. Un ente dove è mancata l’attività dovuta di programmazione, indirizzo e controllo, dice la sezione, in una delle pagine finali. “Questo collegio, pur prendendo atto del progressivo superamento delle criticità funzionali rappresentate dal sindaco e revisore dei conti, ritiene che la tardiva approvazione dei rendiconti 2009 e 2010, unitamente al mancato rispetto del patto di stabilità interno relativo all’esercizio 2009 integrino nella fattispecie gli estremi della grave irregolarità contabile passibile di pronuncia ai sensi dell’articolo,comma168 della legge 23.12-2005 n.266,in ragione del pregiudizio che recano al perseguimento delle finalità di una sana gestione finanziaria e, in ultima analisi, al mantenimento degli equilibri di bilancio;sicchè vanno posti in essere tempestivamente tutti i rimedi atti a ricondurre la contabilità dell’ente, sulla scorta del contenuto dei rendiconti tardivamente approvati nell’alveo delle cogenti prescrizioni normative, assicurando altresì in futuro, anche mediante interventi di adeguamento delle strutture preposte e di più corretti rapporti istituzionali”.
michele martuscelli
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