riardo. Nuovo scempio nel cuore dell’oasi Ferrarelle. I mezzi meccanici dell’azienda famosa nel mondo per le sue bollicine, questa volta, hanno raso al suolo diverse centinaia di alberi - in gran parte querce - messi a dimora dagli uomini della comunità montanta del Montemaggiore nel periodo dal 2006 al 2008. Tre anni di interventi, tutti a favore dell’azienda Ferrarelle - utilizzando esclusivamente soldi pubblici - senza nulla in cambio per la collettività. La fetta di rimboschimenti cancellato, questa volta, è stata quella che la comunità Montana realizzò come prolungamento naturale del secolare bosco già esistente.
Probabilmente, le nuove illuminate menti che stanno gestendo l’oasi - stravolgendola totalmente, hanno ritenuto di poter cancellare, con qualche ora di lavoro di un mezzo meccanico, gli interventi attuati dalla comunità montana del Montemaggiore, durati diversi anni. Intanto, nelle scorse settimane, i carabinieri di Pietramelara - guidati dal maresciallo Pasquale Mariano - avrebbero acqusito grosse quantità di documentazione sull’intera questione dell’Oasi Ferrarelle.
Inoltre, gli stessi invesitgatori, avrebbero acquisito importanti testimonianze da parte dei capo-cantieri che all’epoca del rimboschimento attuarono gli interventi per conto della comunità montana del Montemaggiore. Altre testimonianze potrebbero essere acquisite nei prossimi giorni. Quello che potrebbe configurarsi è un autentico arricchimento illecito ottenuto dall’azienda del gruppo guidato da Carlo Pontecorvo che ha ricevuto, per anni, gli interventi attuati dalla comunità montana del Montemaggiore, senza tuttavia dare nulla in cambio. Appare infatti impensabile che un ente pubblico attui degli interventi così costosi e prolungati su un suolo privato senza che lo stesso venga sottoposto ad alcun vincolo in favore della collettvità. Sembra essere esattemente ciò che è successo nell’oasi Ferrarelle dove l’imprenditore avrebbe ottenuto una serie di favori da parte dell’ente pubblico - Comunità Montana del Montemaggiore - per riprendere poi, quando ha ritenuto opportuno, il controllo della zona, trasformandola in qualcosa più simile ad un campo da golf che ad un’oasi naturale. Potrebbe essere l’indagine avviata già qualche mese fa dai carabinieri della stazione di Pietramelara a spiegare l’intera vicenda e ad attribuire eventuali responsabilità.
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