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sabato 20 agosto 2011

Piedimonte Matese - Precario senza lavoro: "Vendo un rene per sopravvivere".

piedimonte matese. Vende un rene per salvare la propria famiglia e per evitare che la madre – invalida al 100%– venga sfrattata dalla sua stessa casa, costruita dopo anni di duro lavoro in Francia. Un’abitazione prima ipotecata e poi acquistata all’asta. E’ la disperazione, probabilmente, a spingere Vincenzo La Motta – 50enne – ex collaboratore scolastico precario, trasformato dalla riforma Gelmini da uomo normale in disperato. L’annuncio, La Motta, lo fa attraverso il social network Facebook. Poche righe nelle quali si coglie bene il drammatico momento che vive il 50enne di Piedimonte Matese. «Per gli eventi recenti della mia vita ho deciso di vendere un rene per continuare a sopravvivere. So benissimo che è reato, ma è anche reato - di coscienza - appropriarsi e vendere una casa dove abita un'anziana invalida e indifesa per soddisfare gli "usurai legalizzati”. Non vedo la differenza fra donare e vendere, nella sostanza è uguale: si toglie un rene. La differenza è solo nel compenso. Basta guadarsi intorno per capire che tutto si fa per lucro, quindi facciamo meno gli ipocriti. Ho un rene a disposizione per chi ha bisogno, ma al suo prezzo. Non dimentichiamo, questo è il mondo che abbiamo creato dove i sentimenti sono soffocati dalla grossolanità dell'avere e del potere. Tutto il resto è illusione ed apparenza».

La Motta ha scelto Facebook - uno strumento che coinvolge più di 500 milioni di utenti – per amplificare la sua provocazione. Il social network si conferma cassa di risonanza per tanti che vogliono dare visibilità alle proprie azioni, spesso estreme. Gli utenti di Facebook non sono solo ragazzini rintanati nelle loro stanzette, ma sono, per lo più, adulti che rinunciano alla privacy ed offrono momenti della propria vita, per fare nuove amicizie o riscoprirne di vecchie, per evadere dalla quotidianità, per vivere minuti di celebrità e, spesso, per raccontare al mondo intero la propria disperazione. Su facebook si annuncia il proprio suicidio o la strage al college – come spesso accade nelle scuole americane. Si tratta - precisano gli esperti – di autentiche richieste d’aiuto quasi sempre inascoltate o sottovalutate. Anche per Vincenzo La Motta Facebook è diventato l’ultima spiaggia per mostrare al mondo intero la propria rabbia. “La mia storia – precisa La Motta - è una tipica storia italiana, mi è mi è stato tolto il diritto di lavorare. Come si può pretendere di fare il dovere quando ti negano il tuo diritto costituzionale, quanto ti lasciano senza lavoro?".
“La Motta - precisa Vincenzo Cappello sindaco di Piedimonte Matese - rappresenta un disagio sociale diffuso in tutta la nostra Nazione, generato da continui errori nella gestione della cosa pubblica. Noi comuni vediamo le risorse destinate alle politiche sociali sempre più ridotte. Per questo abbiamo scelto di rinunciare alle nostre indennità per poter utilizzare parte di quei fondi a beneficio dei più deboli. Piedimonte Matese sa ancora essere generoso con chi attraversa momenti difficili”.
“L’annuncio di Vincenzo La Motta rappresenta - sottolinea Agnese Ginocchio cantautrice e testimonial per la pace - il drammatico epilogo di una caso umano, purtroppo non più caso isolato nella nostra società.
La Motta è una delle tante vittime di un sistema politico-finanziario malato, incapace di garantire equità sociale ma capace di pesare sempre e solo sulle fasce più deboli. Negare il diritto al lavoro è un autentico crimine contro la dignità delle persone”.

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