capriati al volturno. Processo rinviato al 25 marzo 2012 a carica di Elio Capaldi e della moglie con l’accusa di ingiuria nei confronti della cognata Velia Riccio. Ieri, nell’udienza che si è svolta nell’aula del tribunale di Piedimonte Matese è stato il turno propria della testimonianza della Riccio e di una nipote che, ad un certo punto della sua esposizione, si è commossa. Su fronti opposti, infatti, nel procedimento ex articolo 594 ed altri capi di imputazione, figurano la zia Velia Riccio e lo zio Elio. Si tratta dell’iter penale di fatti che hanno avuto anche un seguito di tipo civilistico, ancora non chiuso in via definitiva, con l’ordinanza di reintroduzione in possesso di un terrazzo di un immobile situato nella zona centrale di Capriati Al Volturno. L’udienza si è aperta con il rigetto di parte della documentazione- estratto del processo civile perché ancora non andato in giudicato, accogliendo l’opposizione della difesa ad avvioudienza. Ma vediamo ai fatti penali come ricostruiti ed esposti nelle due testimonianze. Tutto nasce su un terrazzo di proprietà, parte di un asse ereditario ancora non diviso. La signora Velia, cognata di Elio Capaldi, era solita accendere fiaccole su questo spazio, da cui accedeva anche all’abitazione, in occasione di processioni religiose. Al ritorno dalla messa ha trovato l’ingresso per entrate al terrazzo sbarrato da tavole di legno inchiodate.
Ad un certo punto, poco prima che transitasse la processione, è arrivato il cognato – ha testimoniato la Riccio rispondendo alle domande del pm, dell’avvocato del Capaldi e della parte civile- ha rivolto atteggiamenti aggressivi ed offensivi nei suoi confronti: ”non devi più usare questo terrazzo”, ha ricordato la Riccio, riferendo anche la circostanza che il denunciato ha impugnato un pezzo di legno, senza, in realtà, colpire la Riccio, come riferito successivamente dalla nipote. Sono sopraggiunti nel frattempo anche la moglie ed il figlio del Capaldi, non frenando la spirale del battibecco molto aspro tra i due. Il legale della difesa ha fatto presente che erano avviati dei lavori in quello spazio con relativo cantiere, domandando ai testi se erano a conoscenza dei lavori di pavimentazione.
Ad alcuni fasi della scena ha assistito la nipote che ha deposto, confermando che a bloccare lo zio era stato un passante, come aveva riferito la Riccio oltre ad altri elementi riferiti nella precedenza testimonianza dalla zia.”
Quali parole offensive sono state pronunciate? Ha chiesto il magistrato.
“Non le ricordo di preciso ma il senso era quello dell’offesa” ha dichiarato, tra la commozione, con l’intervento interpretativo anche della legale della parte civile.
mi.ma.
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