PIETRAVAIRANO – E’ scomparso nel nulla Antonio Orsi. Dall’altra notte l’uomo è ricercato attivamente da carabinieri, vigili del fuoco, protezione civile, unità cinofili e da un elicottero. Purtroppo, senza alcun esito, finora. Ogni ipotesi sulla scomparsa del 61ennne, al momento, sembra essere buona. Per alcuni familiari l’uomo potrebbe essersi allontanato, a piedi, lungo una strada interna che conduce verso il Matese; un’azione che Antonio avrebbe attuato in un momento di confusione o di sconforto. Oltre a questa ipotesi non si può escludere nemmeno la tesi di un gesto estremo, attuato da Antonio, magari in un momento di sconforto. Più remote appaiono le ipotesi legate ad un atto criminale, magari quella di un tentativo di rapina finito male. In ogni caso le ricerche, finora, si sono concentrate nel bosco alla spalle della casa di campagna dalla quale Orsi è scomparso l’altra sera. Antonio, nella vita tecnico radiologo presso l’Asl Ce1, ha una famiglia perfetta composta dalla moglie e da tre figli maschi. Due di essi gestiscono un negozio di ottica e un bar a Vairano Scalo. L’altro, invece, ha seguito le orme del padre lavorando come tecnico di radiologia in un ospedale della Toscana. Così, appare evidente che la famiglia Orsi non aveva alcun tipo di problema. L’unico cruccio di Antonio appare quello legato ad un problema ad un ginocchio. Una questione per cui l’uomo avrebbe dovuto sottoporsi ad una visita in una clinica di Bologna. Una visita medica di cui la famiglia non era stata messa al corrente, così come non era stata messa a conoscenza del fatto che Antonio, proprio a partire da ieri mattina, si era messo in ferie, fino al prossimo 20 marzo. L’ultimo giorno “normale” di Antonio – lo scorso lunedì – si è svolto tutto fra la casa e la sua masseria dove si è intrattenuto per molte ore a raccogliere legna. Poco prima delle ore diciotto, ha incontrato il cugino al quale avrebbe raccomandato di dare un’occhiata alla sua piccola fattoria, annunciandogli, appunto, la sua assenza per recarsi a Bologna. Dopo quell’ora, nessuno ha visto più Antonio. La sua vettura è rimasta parcheggiata davanti la masseria in località “Aia dei Monaci” con le chiavi inserite ne quadro. Solo alcuni attrezzi usati per raccogliere la legna e lasciati sul terreno tradiscono qualcosa di imprevisto, accaduto in fretta. Alcuni cacciatori che conoscono bene quella collina che separa il territorio di Pietravairano con quello di Vairano Patenora, ipotizzano che l’uomo, magari inoltratosi nel bosco, sia finito in qualche inghiottitoio naturale. Nello stesso modo – evidenziano i cacciatori – si sono smarriti diversi cani che inseguivano la cacciagione.
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mercoledì 25 febbraio 2009
domenica 22 febbraio 2009
San Gregorio Matese: sequestrato il cantiere del comune
SAN GREGORIO MATESE – Sequestrato il cantiere – ubicato nel centro del paese - dove l’amministrazione comunale stava realizzando un centro sportivo polivalente. Carenza totale delle più elementari norme di sicurezza e quasi la metà dei lavoratori impiegati non erano mai stati assunti. Mentre per la struttura sono scattati i sigilli, l’amministratore della ditta aggiudicatrice dell’appalto – una impresa di Caserta - è stato denunciato alla Procura della Repubblica. Il blitz è scattato ieri mattina ed è stato condotto in sinergia dai carabinieri della compagnia di Piedimonte Matese, in collaborazione con i funzionari dell'ispettorato del lavoro di Caserta. Il cantiere si sviluppa su una superficie di oltre duemila metri quadrati. Nel sito si stava lavorando per la realizzazione di un impianto sportivo polivalente comprensivo di auditorium e campo di tennis – riconosciuto dal Coni - del valore complessivo di un milione e mezzo di euro. I militari della compagnia di Piedimonte Matese hanno riscontrato violazioni in materia di sicurezza relative alle norme di prevenzione degli infortuni sul lavoro. La scala che serve i ponteggi, ad esempio, era sprovvista del dispositivo antisdrucciolevole ed era, secondo gli inquirenti, mal assicurata alle pareti; molti i cavi elettrici erano sprovvisti di protezioni. Inoltre, su dieci lavoratori trovati all’opera nel cantiere, quattro di essi lavoravano al nero. Il legale rappresentante della ditta è stato denunciato per i reati previsti ed inoltre allo stesso è stata già notificata una sanzione amministrativa di ventimila euro. Rammaricato - il sindaco del piccolo paese lungo i pendii del massiccio del Matese, Antonio De Lellis - che, insieme alla sua amministrazione, ha puntato sul progetto ritenendolo un volano di sviluppo per l’intera area matesina. Una struttura polivalente - Precisa De Lellis – che dovrà attirare a San Gregorio numerosi turisti ed anche investimenti. Il sindaco, perciò, auspica una immediata ripresa dei lavori, chiaramente, dopo che la ditta avrà ottemperato alle norme di legge. Il comune di San Gregorio Matese – che conta circa mille abitanti è situato nel cuore del Parco Regionale del Matese, nel suo territorio è situato uno dei più importanti laghi dell’area.
Vairano Patenora: allarme amianto nelle condotte idriche
VAIRANO PATENORA – Per ovviare ai persistenti problemi che gravano sull’erogazione dell’acqua, sarebbe stata utilizzata, negli ultimi tempi, un vecchio tratto di acquedotto cittadino costituito da tubazioni in amianto-cemento. Un collettore idrico che non veniva più usato dal lontano 1984 quando l’allora sindaco, Giuseppe Santagata decise di abolirlo per evitare conseguenze sulla salute della gente. Successivamente, la costruzione di un altro by pass, realizzato dall’amministrazione guidata da Massimo Visco, eliminò del tutto quella vecchia condotta in amianto. Da qualche tempo, secondo quanto riferito da alcuni cittadini e ribadito dalla minoranza consiliare targata “Castello”, quella pericolosa condotta sarebbe stata riattivata incanalandoci l’acqua destinata ai residenti del centro Patenora. La gente è allarmata e chiede chiarimenti e risposte certe per allontanare qualsiasi dubbio. Anche la stessa opposizione presenterà, nei prossimi giorni, una richiesta per far luce sulla vicenda. Il delegato ai servizi idrici, l’assessore Pasquale Picozzi, afferma di non conoscere la vicenda e comunque si sente di escludere qualsiasi utilizzo di quella vecchia e pericolosa condotta. Intanto, da qualche giorno l’erogazione dell’acqua in città è ritornata normale dopo tante settimane di gravi e persistenti disagi. Un’area, quella vairanese, cresciuta – negli ultimi anni – a dismisura senza i necessari adeguamenti degli impianti idrici e fognari. Il consorzio di Terra di Lavoro, come emerso più volte nei mesi scorsi, ha tentato di sopperire alla crescente richiesta semplicemente aumentando la pressione nelle condotte principali. Un aumento che deve servire a portare l’acqua in palazzi sempre più alti ma anche a soddisfare i tanti rubinetti in più. Spesso però, le condotte, vecchie e inadeguate, cedono sotto la pressione sempre maggiore.
Teano: mamme in rivolta contro l'amministrazione
TEANO – I genitori degli alunni della scuola media cittadina sono in rivolta. L’indice è puntato contro l’assenza di iniziativa da parte dell’amministrazione cittadina. Mancanza di interventi che costringono i giovani alunni sidicini a sopportare diversi disagi. Inutili, finora, i tentativi da parte di diverse mamme di “convincere” gli amministratori ad intervenire. Anzi, innanzi alle insistenze qualche assessore di spicco del governo sidicino avrebbe “minacciato” il taglio di qualche servizio. Così, alcune classi, soprattutto quelle al piano terra sono costrette a fare lezione al freddo. Un freddo che aumenta specialmente quando c’è vento. Infatti, così come riferiscono alcuni genitori, il vento impedirebbe alla caldaia di funzionare. Un disagio che si potrebbe risolvere con un semplice intervento e che, invece, si prolunga da mesi e mesi. Ma, la “ciliegina” sulla torta riguarda tutti gli alunni – e sono davvero tanti – che hanno deciso di usufruire di un corso di musica che si svolge in orario extrascolastico. I locali scelti “offerti” dal comune per ospitare le lezioni sono quelli dell’ex struttura carceraria, fino a pochi mesi fa utilizzati dall’Asl. Locali – precisano alcun mamme infuriate – che non sono certamente idonei per fare delle lezioni e soprattutto per ospitare dei bambini. La sporcizia sparsa ovunque, l’assenza dei riscaldamenti e la scarsa sicurezza fanno di quel posto un luogo pericoloso per i nostri figli. A supporto di questa tesi arrivano le decisioni di alcuni insegnanti di musica che in qualche caso hanno preferito mettere a disposizione la propria casa nella quale portare gli alunni per garantire loro un luogo più confortevole. Qualche altro insegnante, invece, ha semplicemente comprato – a proprie spese – una stufa elettrica per riscaldare gli ambienti. L’amministrazione comunale, sollecitata più volte a sistemare quei locali, avrebbe semplicemente risposto che sarebbe toccato all’Asl, quando ha liberato i locali, rimetterli in ordine e pulirli. Intanto, mentre avviene il classico scaricabarile, i ragazzi – che pagano le reali conseguenze – continuano a vivere pesanti disagi. Ancora una volta, le istituzioni e le amministrazioni mostrano di avere scarsa attenzione verso la scuola, l’istruzione e la formazione delle nuove generazioni.
Pietramelara: Izzo assessore alla Comunità Montana
PIETRAMELARA - L’intesa di maggioranza, raggiunta all’indomani della legge regionale di riforma delle comunità Montane , tra i Comuni di Liberi,Pietramelara,Dragoni,Pontelatone e Castel di Sasso, ha portato alla definizione di un nuovo assetto politico organizzativo e di governo della comunità montana del Monte Maggiore attualmente retta da neo presidente Giusepppe Vastano. L’accordo politico programmatico ,ha visto il comune di Pietramelara assumere un ruolo assai rilevante e di particolare importanza nel governo dell’ente e dell’intero territorio montano di tutti i comuni compresi in cui sono in atto e si svolgeranno altri lavori in programma di attività boschive idraulico forestali e di ripristino delle montagne e dei boschi del Monte Maggiore a cura dello staff tecnico e degli operatori baif. La scelta politica di governo della nuova comunità montana attuata dall’amministrazione comunale pietramelarese nel delegare all’ente montano il consigliere comunale Roberto Izzo ha permesso al comune di Pietramelara dopo diversi anni di assumere un importante ruolo nella nuova giunta costituita dal presidente e da solo due assessori, ottenendo peraltro la delega alla riforestazione e alla attività dei baif. Il neo assessore Izzo si è calato subito nel suo nuovo impegno politico, programmando insieme ai nuovi vertici della comunità montana e allo staff tecnico i lavori già in corso nei vari comuni che vedono impegnati oltre agli operatori stabili altri 104 operatori qualificati a tempo determinato. Tra le diverse attività programmate nei vari comuni e sul territorio di Pietramelata, l’assessore Izzo intende dare particolare attenzione alla salvaguardia e alla valorizzazione dei boschi,dei sentieri montani e i dei siti archeologici ,al recupero delle vecchie conoscenze alle tradizioni rurali contadine e montane dell’intera area del monte maggiore. A tal proposito sarà dato particolare impulso al completamento dei lavori già da tempo avviati dell’area comunale denominata Capozzola a ridosso del Montemaggiore, attraverso il completamento della pulizia del bosco, sottobosco, ripristino vecchi sentieri , con la creazione di aree di sosta , percorsi naturalistici tematici ,cartellonistica dei sentieri e delle zone di interesse archeologico.
venerdì 20 febbraio 2009
Vairano Patenora: parte male la campagna elettorale di Patriciello
VAIRANO PATENORA – Inizia sotto una cattiva stella – sicuramente non nel migliore dei modi - la campagna elettorale dell’Europarlamentare molisano, Aldo Patriciello, nell’Alto Casertano. Infatti, mentre l’europarlamentare, che può pescare voti anche in provincia di Terra di Lavoro, tenta di conquistare nella nostra provincia, ogni spazio possibile, anche improvvisandosi docente nelle scuole e negli istituti del territorio, una nuova bufera – legata alle sue disavventure giudiziarie - sembra profilarsi all’orizzonte. Sotto accusa finiscono i rapporti di amicizia fra Aldo Patriciello e il Procuratore Capo della Procura di Isernia, Antonio La Venuta. Lo stesso dirigente della stessa Procura che lo scorso 14 febbraio avrebbe dovuto decidere sul rinvio a giudizio o meno di Aldo Patriciello. Una decisione che non c’è stata perché La Procura Pentra ha deciso di spostar eil processo presso la Procura di Cassino. Una Procura che già in precedenza aveva detto di non essere competente sulla questione. Ieri è arrivata la prima reazione da parte del Consiglio Superiore della Magistratura. Infatti, la Prima Commissione del Csm ha avviato, all'unanimità, una procedura di trasferimento d'ufficio per incompatibilita' ambientale nei confronti del procuratore della Repubblica di Isernia Antonio La Venuta, sul quale pende anche una richiesta di sospensione dalle funzioni e dallo stipendio avanzata dal procuratore generale della Cassazione. Il magistrato e' accusato dalla Prima Commissione di aver causato, con i suoi comportamenti, una "grave ed ingiustificata conflittualita'" con la Procura generale di Campobasso, con alcuni pm in servizio ad Isernia, con alcuni esponenti dell'Arma dei Carabinieri e con il pm Nicola D'Angelo della Dda di Campobasso. Sull'operato del procuratore di Isernia, si legge ancora nel capo di incolpazione notificato al magistrato, grava poi un "clima di sospetto" scaturito dal suo "rapporto di amicizia con Aldo Patricello", che era stato indagato nell'ambito dell'inchiesta 'Piedi d'argilla', inerente presunti rapporti di alcuni esponenti del luogo con la camorra (questa specifica posizione è stata poi archiviata), di cui era titolare il pm D'Angelo, condotta con l'ausilio della Compagnia dei Carabinieri di Venafro. Il magistrato, poi, non diede l'assenso al trasferimento dell'ufficiale di polizia giudiziaria Massimo Laboccetta, come invece sollecitato dalla Procura generale, indagato con La Venuta in un procedimento penale aperto a Bari in seguito a una denuncia presentata dal sindaco di Scapoli. "La situazione determinatasi a seguito di queste condotte - si legge nel capo di incolpazione per La Venuta - gettando discredito e dubbi di correttezza sul suo operato, ha inevitabilmente inciso negativamente non solo sul suo personale prestigio ed autorevolezza", ma anche sulla possibilita' che il procuratore "continui ad operare con la necessaria imparzialita' ed indipendenza negli stessi contesti territoriali e con le medesime funzioni, essendo ormai coinvolto in un groviglio di gravi sospetti e accuse". La Prima Commissione interroghera' il 16 marzo La Venuta, il quale ha gia' annunciato di voler lasciare la magistratura: tale sua istanza dovra' essere vagliata dalla Quarta Commissione e poi dal plenum, nonche' seguita da un decreto ministeriale. Il 24 febbraio, nel frattempo, la sezione disciplinare di Palazzo dei Marescialli sara' chiamata a decidere sulla richiesta di sospensione cautelare presentata dal pg della Suprema Corte, titolare, assieme al ministro, dell'azione disciplinare.
Pietravairano: dal comitato civico due ricorsi contro Moccia
PIETRAVAIRANO - Il Comitato Civico “per la tutela e la difesa di Pietravairano” scende in campo contro le cave presentando un doppio ricorso: una al Tar e l’altro al Consiglio di Stato. Una decisione accelerata dopo l’ordinanza del Tar che ha rigettato il ricorso presentato dal Comune di Pietravairano contro la delocalizzazione delle cave e cementificio Moccia a Pietravairano. Insomma, il comitato civico pietravairanese – presieduto dalla professoressa Maria Acquaro – ha assunto un’azione autonoma di opposizione, al fine di prevenire ogni altro eventuale “attacco del potere costituito” contro il territorio di Pietravairano. Contestualmente, inoltre, rivolge l’ennesimo appello all’Amministrazione Comunale, Sindaco in testa, affinché si proceda alla necessaria perimetrazione del già istituito Parco di “Monte Maggiore – Monte Monaco e Monte Fossato”, superando ogni impedimento “burocratico”. “Abbiamo fatto tante lotte – scrive Acquaro - e vinto varie battaglie, non possiamo perdere questa guerra, seppur dura e difficile. Di fronte ad un nuovo “colpo di mano” il dovere dei cittadini di difendere la propria salute e il proprio ambiente diventa ancor più inderogabile. La ratifica ad un piano di sviluppo “sostenibile” – precisa il presidente del comitato - compatibile cioè con le risorse ambientali del nostro territorio, è già avvenuta tramite le adesioni espresse sia dal Comune di Pietravairano che da altri 16 Comuni dell’Alto Casertano al Parco di “Monte Maggiore-Monte Monaco e Monte Fossato” e al “Parco delle Acque”. E’ su questa direttiva – conclude Acquaro - che continueremo ad impegnarci per tutelare e difendere “ ad oltranza” il nostro paese e poter così garantire alle giovani generazioni un futuro migliore di quello che ha dovuto subire, purtroppo, S. Clemente di Caserta, di cui in questi giorni stiamo seguendo, a mezzo stampa, le amare vicende.”
Pietramelara: sequestrata la radio "abusiva" dell'assessore
PIETRAMELARA – Sequestrata l’emittente radiofonica dell’assessore Pietro Zannito. Una stazione radio che funzionava senza alcuna autorizzazione Ministeriale, senza partita iva e senza aver mai pagato i diritti di autore, necessari per la messa in onda dei brani musicali. Per queste ragioni, l’emittente è stata sequestrata dalla Guardia di Finanza di Caserta. “Radio Lara” era un punto di riferimento per l’intera cittadina di Pietramelara, riuscendo a calamitare l’attenzione degli ascoltatori specialmente la domenica mattina, quando ai microfoni si confrontavano, in accesi dibattiti, i politici locali. Vera anima di quella stazione è sempre stato Pietro Zannito, da qualche anno assessore nella giunta municipale. Una figura, quella di Zannito, che avrebbe assunto su di se ogni responsabilità inerente la vicenda. Il sequestro dell’emittente rientra in una mirata attività di servizio finalizzata alla ricerca e repressione delle violazioni agli obblighi relativi al pagamento dei diritti Siae e di quelli connessi all’esercizio del diritto d’autore nel corso delle trasmissioni radio-televisive, attraverso la diffusione non autorizzata delle opere tutelate dalla Siae. Nell’ambito di tali controlli è stata scoperta la radio “pirata” che è stata successivamente chiusa dalla sezione mobile del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Caserta, con il conseguente sequestro di tutte le apparecchiature radiofoniche, nonché di un’ingente quantità di materiale musicale riprodotto illecitamente. L'emittente radiofonica illegale era “specializzata” nella trasmissione di musica e di programmi di intrattenimento, intervallati da spot pubblicitari prodotti irregolarmente. La radio, peraltro totalmente sconosciuta al fisco, trasmetteva indisturbata da una stazione collocata all'interno di un anonimo appartamento situato nel comune di Pietramelara, con apparati radiofonici camuffati da comuni antenne televisive. I finanzieri, nell’occasione, unitamente a funzionari della società italiana degli autori ed editori del servizio antipirateria della direzione generale di Roma, hanno proceduto al sequestro di apparati informatici contenenti circa 42mila files relativi ad opere musicali di vari artisti e generi in formato Mp3; 1200 cd musicali di vari artisti, 650 Lp 33 giri in vinile e 463 musicassette audio musicali. Inoltre sono stati sequestrati i trasmettitori, le antenne e alcune consolle. L'indagine ha consentito di accertare anche il mancato possesso della prescritta concessione Ministeriale per l’installazione e per l’esercizio di impianti di radiodiffusione sonora e televisiva. Il proprietario dell'emittente radiofonica è stato denunciato alla locale procura della repubblica di santa maria capua vetere per la violazione della normativa riguardante la radiodiffusione e la protezione del diritto d'autore e degli altri diritti connessi al suo esercizio. L’attività delle fiamme gialle proseguirà per accertare le violazioni di carattere fiscale e per quantificare l'evasione in materia di imposte dirette, iva, oltre che dei dovuti diritti d'autore.
mercoledì 18 febbraio 2009
Vairano Patenora: Avvisi di garanzie per amministratori
VAIRANO PATENORA – L’attuale giunta di governo locale, guidata dal sindaco Giovanni Robbio, e quella precedente, diretta dall’ex sindaco Massimo Visco, unite da un comune denominatore: la scelta e la nomina del dirigente unico della macchina amministrativa vairanese. Una vicenda sulla quale – già da qualche mese starebbe indagando la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere. Nei prossimi giorni potrebbero essere notificati gli avvisi di garanzia a numerosi amministratori ed ex amministratori. Una vicenda che ha già visto la Corte dei Conti “intimare” un risarcimento, in favore dell’ente vairanese di trentunomila euro quale danno erariale ipotizzato dall’organo di controllo che ha posto sotto accusa, oltre allora sindaco Visco, gli assessori Pasquale Zompa, Nicola Raffaele e Domenico De Luca; quest’ultimo in veste di assessore esterno al personale quando fu chiamato a sostituire il dimissionario Giuseppe Santagata che da vice sindaco, proprio sulla vicenda del personale, preferì lasciare e collocarsi all’opposizione. La questione in merito alla quale è intervenuta la Corte de Conti si riferisce alla nomina a primo dirigente di Gaetano Di Nocera e il successivo contenzioso che ha portato l’ente vairanese a deliberare l’erogazione di circa 60mila euro in favore del dipendente. Una decisione contro la quale insorse l’allora segretaria generale dell’ente locale, Rita Riccio, che scrisse un dettagliato esposto alla Corte dei Conti, ipotizzando un danno erariale per le casse del comune di Vairano. Si dicono sereni e fiduciosi gli interessati, in particolar modo, l’ex primo cittadino, Visco, oggi consigliere comunale di minoranza, evidenzia che sarà dimostrato, durante il dibattimento, la legittimità di ogni azione assunta; decisioni prese nell’esclusivo interresse generale dell’ente. La questione prende avvio alcuni anni fa, quando Di Nocera fu inquadrato attraverso la legge 285 che favoriva l’ingresso dei giovani nella pubblica amministrazione, attraverso incarichi temporanei. Successivamente il rapporto divenne fisso e attraverso un concorso interno Di Nocera divenne avvocato dell’ente comunale. Durante la legislatura Visco fu fatta un’azione conciliatoria con la quale l’avvocato ottenne la nomina a dirigente. Proprio contro questa nomina e la relativa spesa l’allora segretaria Riccio punta il dito ritenendola illegittima perché l’ente sarebbe privo della pianta organica. L’avvocato è stato nominato dirigente unico della macchina amministrativa vairanese – all’unanimità – dall’attuale giunta capeggiata dal sindaco Giovanni Robbio che, con tale atto, avalla quanto stabilito dal suo predecessore Massimo Visco.
martedì 17 febbraio 2009
Roccamonfina: è nato l'osservatorio astronomico
ROCCAMONFINA - Un osservatorio astronomico nel cuore del Parco Regionale di Roccamonfina. Il sito è stato realizzato a pochi metri dall’Orto della Regina, un’area archeologica ubicata su Monte Frascara e circondata da imponenti mura megalitiche. Non si tratta di un osservatorio astronomico “tradizionale” dove il visitatore può avvalersi di cannocchiali o telescopi per avvicinare la volta celeste. L’osservatorio astronomico realizzato a Roccamonfina è del tutto “naturale”. Si tratta di un’opera d’arte – pienamente compatibile con l‘ambiente – che ha la duplice funzione di avvicinare il visitatore alle stelle e alla natura che lo circonda. Una semplice struttura in legno con un piano inclinato di pochi gradi permette di adagiarsi comodamente, su di essa con la schiena e, quindi, di avere il viso e gli occhi rivolti verso il cielo. L’intervento è stato realizzato nell’ambito del progetto “Arte e Natura nel Parco” che nasce dal desiderio di inserire l’area protetta del Parco Regionale Roccamonfina-Foce Garigliano nel circuito internazionale dei parchi d’arte e di promuovere la produzione artistica contemporanea, con particolare attenzione alle forme di arte pubblica e partecipata, alle poetiche della Land Art, all’interesse per i temi della natura, dell’ambiente, della cultura biologica, con l’obiettivo di ricostruire o evidenziare un legame tra l’opera d’arte e l’ambiente, capace di produrre una nuova visione del paesaggio. L’installazione – che prende il nome di “Osservatorio Shoemaker – Lexy” nasce da un’idea dell’artista Cristian Forsi. “L’osservatorio di Monte Frascara è solo il primo passo – dichiara il presidente dell’Ente, l’avvocato Raffaele Aveta – verso il traguardo che ci siamo fissati; far entrare il Parco nei circuiti internazioni del turismo di qualità. Nelle nostre città – continua Aveta – sempre più inquinate dalla luce artificiale, si è smarrito il semplice gesto di guardare – di notte – il cielo stellato. Il sito di Monte Frascara – conclude il presidente – fra le altre cose, punta anche a riconquistare il gusto di trascorrere una serata immersi nel buio naturale, attraverso il quale le stelle sembrano molto più vicine. ” L’ente guidato da Aveta, ha avviato azioni mirate volte a reperire i necessari fondi - anche attraverso interventi di privati - per la realizzazione altre opere simili a quelle dell’osservatorio. Fra queste spicca la riqualificazione e riconversione di un ex edificio scolastico sito sull’antico castello di Marzano Appio, in località Terracorpo.
Teano: l' abusivismo soffoca il Parco Archeologico
TEANO - “Continuando su questa strada il Parco Archeologico si ridurrà unicamente a piccole aree discontinue, sottratte miracolosamente all’edificazione, difficilmente visitabili e sminuite nella funzione e nel migliore dei casi destinate a “deliziosi piccoli giardini” a decoro delle abitazioni private.” E’ il grido d’allarme lanciato da tante associazioni che intravedono il sospetto di azioni precise indirizzate ad una profonda destrutturazione dell’idea di Parco, limitando la sua estensione a pochi episodi della città antica minandone il disegno complessivo di fruizione, di valorizzazione e tutela. Infatti, il proliferare delle nuove costruzioni a macchia di leopardo provoca un processo di discontinuità tra zona e zona della città antica, con gravi conseguenze per l’integrità del tessuto urbanistico antico e per la ricerca scientifica. “Oggi assistiamo al proliferare di tante nuove abitazioni su zone della città antica che fino a poco tempo fa, tranne qualche intervento di manutenzione sulle masserie esistenti, si ritenevano intoccabili. In modo particolare ci si riferisce a tutta quell’area ubicata tra l’altura di masseria Loreto, S. Pietro a Fuoco, il teatro ed i terreni posti ad ovest della via Ferriera Vecchia. Proprio su quest’ultima area è in corso la costruzione di un fabbricato in cemento armato, che va a compromettere un settore della città ricco di presenze monumentali, quali il teatro e un grandioso ninfeo poliabsidato del I sec. a.C. Tale intervento, inoltre, pregiudica anche l’integrità ambientale del luogo, alterando in modo irreparabile quel continuum visivo nei confronti del complesso architettonico del teatro e degli edifici monumentali ad esso limitrofi.” E’ una piccola parte del lungo documento redatto dalle associazioni che continua così: “sono stati fatti altri sbancamenti come quello alla base della collina di Loreto, eseguito anch’esso per la costruzione di una abitazione ed altri sbancamenti sulla sommità della collina in prossimità della masseria di epoca medievale, in una parola una vera e propria azione combinata ai danni del futuro Parco Archeologico.”
Pietravairano: la Procura indaga sulla delocalizzazione delle cave
PIETRAVAIRANO – Una indagine della Procura della Repubblica, affidata all’arma dei carabinieri, cercherà di fare luce su tanti aspetti della vicenda legata al progetto presentato dal gruppo Moccia-Buzi; progetto che prevede l’apertura di una cava sui colli della città e la realizzazione di un moderno cementificio. Nel procedimento penale avviato dalla Procura nei mesi scorsi, sono stati interrogati – come persone informate dei fatti - dai carabinieri della compagnia di Capua, diverse persone fra cui Maria Acquaro, presidente del comitato civico cittadino che si oppone all’arrivo delle cave e lo stesso sindaco della città, Dario Rotondo. L’indagine potrebbe essere stata innescata proprio da un dettagliato documento, presentato dallo stesso comitato civico cittadino durante la prima conferenza di servizio. Intanto fra la gente cresce fortemente la preoccupazione anche in virtù dell’allarme lanciato da Giuseppe Messina, del comitato scientifico di Legambiente, che ha svelato come i cementifici moderni possono diventare autentici inceneritori di qualsiasi rifiuito. Insomma, la gente ha paura si subire, oltre all’inquinamento che porta con se ogni cementificio – anche quello più moderno – a poco passi dal centro un vero e proprio inceneritore di rifiuti. Infatti, il ciclo del cemento s’incrocia con quello dei rifiuti per cui gli impianti per produrre cemento vengono – oggi – concepiti già in grado di bruciare – per produrre l’energia necessaria - i prodotti del CDR nel forno dei cementifici, così come fa già in altre parti d’Italia lo stesso gruppo industriale di cui fa parte Moccia. Chi – a suo tempo – non ha proposto i necessari ricorsi contro l’arrivo delle cave, ora, dovrà mettere anche questo pericolo nel conto delle responsabilità che gravano sulle spalle di chi è stato superficiale nel difendere la propria terra.
sabato 14 febbraio 2009
Piedimonte Matese: Ventre contro Pepe
PIEDIMONTE MATESE – Uno “strano amore politico” – a tre - alimenta la polemica nell’area del Matese. Fabrizio Pepe, presidente della Comunità Montana, iscritto al Partito Democratico è stato “folgorato” da un Europarlamentare molisano – Aldo Patriciello – del Partito delle Libertà. Una “simpatia” bipartisan, forte a tal punto che Pepe, pur di “presentare” Patriciello agli elettori matesini e quindi permettergli di avviare la campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento Europeo, ha organizzato un concorso rivolto ai ragazzi degli istituti superiori del territorio. Un concorso che poi porterà a Bruxelles, per una visita all’Europarlamento, i ragazzi più meritevoli. Il nome dell’iniziativa è “Insieme per l’Europa” ed è stata, appunto, promossa dalla Comunità Montana del Matese. Probabilmente – considerato lo “strano amore politico” sarebbe stato più giusto - suggeriscono i soliti “maligni” – denominare l’iniziativa “Insieme per le Europee”. Ieri mattina, presso l’Istituto Alberghiero della città, è arrivato Patriciello per incontrare gli studenti, i professori e i rappresentati degli enti locali. Molti sindaci del territorio però, hanno snobbato l’onorevole molisano; infatti, gran parte dei diciassette primi cittadini matesini – invitati direttamente e ufficialmente dal presidente della Comunità Montana Pepe - hanno preferito “disertare” l’adunata. Ora, negli ambienti politici matesini tutti si chiedono quali le ragioni che alimentano questo “strano amore politico” fra un esponente del centro sinistra della zona – quale Fabrizio Pepe – e un europarlamentare del Pdl, quale Aldo Patriciello. Le ipotesi che circolano sono davvero tante, ed alcune sicuramente bizzarre. Di certo, almeno per ora, il presidente della Comunità Montana matesina, si è “guadagnato” continui servizi sulla Tv di famiglia dei Patriciello. Un’azienda che pur operando a Venafro, da qualche tempo – probabilmente in vista della prossima campagna elettorale - ha aperto una sede secondaria a Vairano, con lo scopo di occuparsi dell’intera area dell’Alto Casertano. Non passa giorno senza che il Tg messo in onda da questa emittente, si occupi di Fabrizio Pepe e della sua Comunità Montana, decantandone le iniziative e le doti politiche. Nella stessa Tv, opera – come opinionista sportivo – Marco Fusco, vicinissimo a Pepe e fino a qualche mese fa, presidente del consiglio dello stesso ente montano matesino. Insorgono, intanto, gli Europarlamentari Casertani che non sono stati invitati all’iniziativa svoltasi ieri. Più di ogni altro, protesta, l’onorevole Riccardo Ventre, anch’egli del Pdl, che attraverso una lettera aperta – indirizzata a Pepe - manifesta tutto il proprio disappunto: “Non sono stato invitato ma, ove ne fossi stato a conoscenza, sarei venuto molto volentieri. Come lei ben sa, infatti, sono oltre 25 anni che mi occupo di problemi di montagna e ciò sia perché risiedo un paese dell’alto casertano, sia perché sono stato un amministratore della Comunità Montana del Monte Maggiore ed ho quindi approfondito le esigenze avvertite dalle popolazioni. Avrei potuto e potrei dare un contributo di esperienza per i nostri bei comuni, oltre, naturalmente, prospettare eventuali soluzioni finanziabili dalla Comunità europea nell’interesse delle nostre città.” Le doglianze di Ventre rappresentano, probabilmente, la prova che l’iniziativa di Pepe sia stata “orientata” esclusivamente verso i rappresentati molisani.
venerdì 13 febbraio 2009
Pontelatone: Ventre solidale con l'impiegato che ha ferito un ladro
PONTELATONE – Un pensionato 62enne sorprende due ladri nel proprio salotto. Urlando, intima ai due sconosciuti di andare via. I malviventi rispondono esplodendo contro l’uomo cinque colpi di una pistola giocattolo, caricata a salve. Il pensionato replica con un’arma vera, centrando due volte uno dei ladri. Le pallottole non fermano la fuga dei malviventi che si lanciano dal primo piano e riescono a dileguarsi nel buio, a bordo di una vettura parcheggiata poco lontana. Il ladro ferito - un pregiudicato albanese, Martini Hekuran, di 24 anni – è stato arrestato, alcune ore dopo, dai carabinieri di Capua, presso l’ospedale di Santa Maria Capua Vetere dove era stato abbandonato dal complice. Quest’ultimo è ancora attivamente ricercato dalle forze dell’ordine. L’episodio è accaduto due giorni dopo i tragici fatti di San Cipriano – nell’agro aversano - dove un imprenditore uccise un ladro mentre tentava di entrare nella propria villetta. Pontelatone – una piccola comunità con meno di duemila abitanti - è stata scossa dall’episodio; molta gente solidarizza, mostrando quasi ammirazione, con il proprio concittadino – Antonio C. – diventato quasi un eroe. La casa dell’uomo, da alcuni anni in pensione dopo aver diretto un ufficio postale in un centro vicino, è situata lungo la strada provinciale che collega Pontelatone con Capua. Una zona che da diversi giorni è teatro di numerosi episodi criminali; auto bloccate durante la notte per rapinare gli occupanti, furti a ripetizione nelle abitazioni attigue alla strada. “Siamo veramente stanchi – sottolineano all’unisono alcuni giovani fermi al bar, nella piazza principale del paese – di trascorrere le notti in tensione. Da alcune settimane qui non si riposa più. Crediamo – precisa Antonio, un geometra del posto – che la criminalità, a causa della forte pressione delle forze dell’ordine, si sia spostata dall’Agro Aversano verso le zone interne; tutto a nostre spese.” Il sindaco di Pontelatone, Antonio Carusone, ha già fatto i passi formali per chiedere l’invio di forze adeguate per ridare tranquillità al paese: “viviamo in un centro montano tranquillo; questo episodio – che certamente turba tanto la nostra piccola comunità – non deve far pensare ad un paese in balia dei malviventi. Certamente, continua il sindaco, da qualche tempo gli episodi di criminalità sono cresciuti; proprio per questo – conclude Carusone – ho chiesto alla Prefettura, immediate misure per contrastare il fenomeno. Una idea condivisa dall’Europarlamentare Riccardo Ventre, originario del confinante Formicola: “Pontelatone è situato in una delle aree più sane – sotto molti punti di vista – dell’intera provincia di Caserta; proprio per questo – precisa Ventre - qualche episodio malavitoso, fa più scalpore. Nessun fatto del genere - continua Ventre - vede come aggressore elementi locali, ma tutti estranei o extracomunitari, non residenti in zona. Tutta la mia solidarietà – precisa Ventre - al coraggioso Antonio, il quale anche esponendosi a grave rischio è riuscito a difendere se stesso e i suoi familiari. Fortunatamente – conclude l’Europarlamentare - le forze dell’ordine stanno dimostrando una forte attenzione e grande professionalità e perciò, siamo fiduciosi in una repressione efficace dei fenomeni delinquenziali.”
Vairano: arrestato Mancino
VAIRANO PATENORA – E’ stato arrestato, ieri mattina, Cosimo Mancino. I carabinieri della locale stazione, agli ordini del maresciallo Campanile, hanno bloccato l’uomo, in esecuzione ad un ordine emesso dalla Procura, successivo ad una condanna definita inflitta all’uomo. Dovrà scontare un residuo di pena in base ad una sentenza dei giudici che condannarono Mancino a 4 anni e 10 mesi di carcere. Il 27enne dovrà scontare poco più di un anno. Cosimo era al lavoro, quando la pattuglia di carabinieri, gli ha chiesto di seguirlo, trasferendolo, dopo le formalità di rito, al carcere di Santa Maria Capua Vetere. In primo grado, Cosimo fu condannato a 7 anni e otto mesi; una pena ridotta in appello a sei anni e otto mesi per diventare poi – in ultimo grado di giudizio - 4 anni e 10 mesi. Mancino fu arrestato nel 2005 nell’ambito di “Terra Bruciata”: una vasta operazione condotta dai Carabinieri di diverse Regioni, nell’ambito della quale furono arrestate 15 persone. Tre erano giovani del posto. Tutti finirono in carcere con l’accusa di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Ad eseguire le ordinanze di custodia cautelare furono i Carabinieri della stazione di Vairano Scalo, in appoggio a quelli provenienti dalla compagnia di Isernia che diresse le operazioni. Fu così condotta in porto, in diverse regioni d’Italia, una importante operazione contro la malavita organizzata, a conclusione di una complessa, laboriosa, articola e prolungata indagine, iniziata nel 2002, condotta dalla Compagnia di Venafro, con intercettazioni telefoniche ed ambientali, controlli stradali. 15 arresti e sequestri di droga “propedeutici”, a conferma delle ipotesi investigative, che permisero di ricostruire l’intero organigramma di un’associazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti che riforniva di droga, proveniente dalla Spagna, la Campania, il Molise, l’Umbria e la Calabria. I Carabinieri del Comando Provinciale di Isernia, coadiuvati dai colleghi di Caserta, Savona, Modena, Verona e Napoli, con l’ausilio dell’elinucleo di Pontecagnano e unità cinofile delle Regioni Carabinieri di Campania e Abruzzo, eseguirono le ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal gip di Napoli su richiesta della DDA, per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, traffico di armi ed estorsione; inoltre, veniva sequestrato, a Qualiano, un autosalone denominato “P.E.G.o.l.f. Auto” ,di circa 600 mq con 14 autovetture di varie marche per un valore commerciale di circa 500mila euro.
Pietravairano: autovelox illegale
PIETRAVAIRANO – L’autovelox installato dal comune di Pietravairnao, lungo la statale Telesina è illegittimo. Lo stabilisce una importante sentenza in tema di sanzioni amministrative per accertamenti effettuati con strumenti di rilevazione automatica. “I corpi di Polizia municipale non possono effettuare accertamenti di violazioni delle norme del CdS su tracciati che non siano di proprietà degli Enti Locali di cui essi siano organi”. É prassi in diverse Province che i comandi di Polizia Municipale posizionino tali apparecchiature su strade di proprietà di Enti diversi. I Corpi di Polizia Locale non possono effettuare accertamenti di violazioni di norme del Codice della Strada su tracciati che non siano di proprietà degli Enti Locali di cui essi siano organi. Ciò pure nel caso in cui i tracciati in questione attraversino i territori degli Enti Locali interessati. Lo ha stabilito il Giudice di Pace di Caserta accogliendo il ricorso proposto da un automobilista. La pronuncia del magistrato onorario segue la sentenza 3019 pronunciata dalla prima sezione civile della Corte Suprema di Cassazione in data marzo 2002 e la sentenza del GdP di Cosenza 1575 del 15 giugno 2004. A mezzo di tale decisione i giudici di ultima istanza avevano già acclarato come, ancorché al di fuori dei centri abitati, la Polizia Locale fosse legittimata ad operare esclusivamente nell’ambito del territorio dell’Ente di pertinenza. Questa ulteriore sentenza segna un’importante vittoria da parte di tutte quelle associazioni e soggetti che si sono battuti a suon di ricorsi, battaglie legali e mediatiche contro l’iniqua e poco trasparente prassi amministrativa
Piedimonte Matese: blitz antidroga
PIEDIMONTE MATESE – Uno spacciatore arrestato, dieci persone denunciate e diverse dosi droga sequestrate. E’ questo il bilancio del blitz attuato ieri mattina dai carabinieri della Compagnia di Piedimonte Matese. Gli uomini al comando del capitano Vitiello, hanno agito alle prime luci dell’alba e ha interessato tutto il territorio matesino. In carcere è finito un extracomunitario - Samuel Akya, 32enne – sulq uale pendeva anche un decreto di espulsione. Nel centro di Piedimonte Matese sei giovani della zona, sono stati deferiti per detenzione illegale di sostanze stupefacenti. I sei sono stati trovati in possesso di piccole dosi di “eroina”, “hashish” e “marijuana”.
giovedì 12 febbraio 2009
Vairano Patenota: La ragioneria vicino alla cava. E' polemica
VAIRANO PATENORA – Le classi della ragioneria potrebbero essere trasferite a pchi metri dalla cava di Monte Sant’Angelo. Una ipotesi che preoccupa molto Gli alunni e i docenti della Ragioneria che finora lavorano, secondo alcuni indebitamente, le aule del Liceo. Secondo alcune indiscrezioni che da alcuni giorni stanno circolando in paese, l’appalto per il fitto dei locali, potrebbe essere aggiudicato ad un imprenditore di Vairano Patenora, i cui locali sarebbero ubicati lungo la “disastrata” via Patenara, a qualche decina dimetri dalla cava,, dalla quale ogni giorni si levano polveri e rumori che, certamente, mal si sposano con chi studia. Inoltre, l’edificio sarebbe particolarmente scomodo per essere raggiunto dai ragazzi, perché non esiste alcun collegamento di bus o servizio navetta. Insomma, se tutto sarà confermato, si preannunciano pesanti disagi per gli studenti della ragioneria vairanese; disagi che si protrarranno fin quando la Provincia non completerà il nuovo edificio scolastico, in corso di realizzazione da “appena” 20 anni. Intanto, nei prossimi giorni, dovrebbe essere tutto chiarito dall’apertura delle offerte – pervenute in provincia nei giorni scorsi; un bando scaduto il due febbraio. E’ questo il primo passo verso la soluzione di un problema che si trascina da diverso tempo e che vede gli alunni della ragioneria e quelli del liceo, soffrire pesanti disagi. Difficoltà che la Provincia intende eliminare spostando l’intero istituto tecnico in altri locali fin quando non sarò completata la nascente struttura scolastica, lungo via Abruzzi.
Teano: attivato il bonus per l'energia
TEANO – L’amministrazione cittadina fungerà da cerniera fra i cittadini che vorranno attivare il bonus per l’energia e il Ministero competente. La decisione è stata assunta ieri durante la giunta presieduta dal sindaco Raffaele Picierno. L’imput è stato fornito dall’assessore ai lavori pubblici, Flavio Toscano; una idea pienamente condivisa dall’assessore alle politiche sociali, GianPaolo D’Aiello. Il godimento del “bonus” può essere retroattivo anche per tutto il 2008. In questo caso, però, le richieste dovranno essere presentate entro il 31 marzo 2009. Potranno accedere al bonus sociale, secondo quanto stabilito dal governo, tutti i clienti domestici, intestatari di una fornitura elettrica nell’abitazione di residenza con potenza impegnata fino a 3 kW, che abbiano un ISEE inferiore o uguale a 7.500 euro. Hanno inoltre diritto al bonus sociale tutti i clienti elettrici presso i quali vive un soggetto affetto da grave malattia, costretto ad utilizzare apparecchiature elettromedicali necessarie per il mantenimento in vita. Ogni nucleo familiare può richiedere il bonus per una sola fornitura di energia elettrica. Per l’anno 2008, per le situazioni di disagio economico, il valore del bonus sarà differenziato a seconda del numero di componenti della famiglia anagrafica: 60 euro/anno per un nucleo familiare di 1-2 persone, 78 euro/anno per un nucleo di 3-4 persone, 135 euro/anno per un nucleo familiare con più di quattro persone. L’Autorità ha aggiornato l’importo del bonus per l’anno 2009. Per le situazioni di disagio economico, il valore del bonus sarà di 58 euro/anno per un nucleo familiare di 1-2 persone, 75 euro/anno per un nucleo di 3-4 persone, 130 euro/anno per un nucleo familiare con più di quattro persone. E’ allo studio dei Ministeri competenti un analogo decreto che, una volta approvato, estenderà il trattamento anche alle forniture di gas naturale con meccanismi sostanzialmente simili.
Teano: Cantieri sequestrati, Corbisiero chiede il consiglio
TEANO - La minoranza si scaglia contro il sindaco per la delicata questione dell’edilizia privata. Una vicenda che vede numerosi cantieri sotto sequestro e, in alcuni casi, delle famiglie poste sotto sfratto dalla Procura. Una vicenda – secondo la minoranza – che starebbe avrebbe anche pesando, gravemente, sull’economia della città. Attraverso un manifesto, Carmine Corbisiero e tutti gli altri componenti dell’opposizione, chiedono al presidente del consiglio, Carlo Giorgio la convocazione di un consiglio comunale straordinario, aperto anche alla società civile: “l’edilizia privata a Teano – scrive la minoranza - è gravemente inquisita e l’attività economica del settore ha raggiunto ormai i minimi storici. Il sindaco tace. Il suo silenzio – continua il documento - alimenta seri dubbi sulle sue responsabilità’ per i casi di sequestro e sfratto che hanno colpito i nostri concittadini, a causa della condotta politico-amministrativa tenuta dal sindaco Raffaele Picierno in tale delicato settore. Lui per primo nel 2005 – precisa la minoranza - mentre era sindaco, ha consentito che la propria consorte usufruisse di un permesso a costruire, già negato da suoi predecessori, la cui presunta illegalità è ancora all’esame della magistratura, mentre continua il sequestro del relativo cantiere disposto per esigenze giudiziarie. I cittadini di Teano – continua l’opposizione - che da anni attendono uno strumento urbanistico che permetta a tutti di costruire legalmente la propria abitazione, debbono a lui per primo ed alla imperizia e all’incapacità della sua maggioranza la responsabilità di quanto sta accadendo nella nostra città. L’opposizione consiliare, rispettosa delle autonome iniziative dell’autorità giudiziaria, chiede al presidente del consiglio comunale, la convocazione urgente di un consiglio – conclude la minoranza - allargato anche alla società civile, per valutare, alla luce degli ultimi eventi, l’adozione di misure che possano venire incontro alle esigenze dei cittadini.” E’ la prima volta che la questione delle licenze edilizie finite sotto sequestro diventa “pubblica” entrando così prepotentemente nel dibattito politico. Una vicenda che vede coinvolti, direttamente, consiglieri e assessori.
Formicola: Un ladro ferito dalla "vittima", è grave
FORMICOLA - Un uomoi di Formicola, nella vita impeigato, sorprende un ladro in casa che gli spara contro cinque colpi di pistola, caricata a salve. L'uomo, invece, spara con un'arma vera e ferisce gravemente il malvivente albanese. Si tratta di un pregiudicato albanese, Martini Hekuran, 24 anni, che si era introdotto, insieme con un complice, in una casa rurale di Formicola. Secondo una ricostruzione dei carabinieri di Capua, il proprietario della casa, un impiegato, accortosi della presenza dei ladri nella sua abitazione, si e' alzato dal letto, ha impugnato la pistola che detiene regolarmente, e ha sorpreso i due malviventi nel salotto. Gridando li ha invitati ad andar via. Hekuran ha risposto sparando con una pistola giocattolo. L'impiegato . che nonpoteva sapre dei colpi a salve, ha allora sparato a sua volta, ferendo il pregiudicato che è comunque riuscito a lasciare l'appartamento e a fuggire insieme con il complice. I carabinieri lo hanno poi rintracciato nell' ospedale di Santa Maria Capua Vetere nel quale lo avevano abbandonato i complici. Il pregiudicato e' stato sottoposto ad un intervento chirurgico, non e' in pericolo di vita.
mercoledì 11 febbraio 2009
Vairano Patenora: Frana si abbatte sulla Venafrana
VAIRANO PATENORA - Una grossa frana ha ostruito la statale Venafrana che collega la Campania con il Molise e l’Abruzzo. Una strada, quindi, percorsa da numerosi turisti partenopei che – in particolar modo durante il fine settimana – si dirigono verso le località sciistiche di Roccaraso e Campitello Matese. Proprio un pullman con una comitiva di turisti napoletani – al rientro dopo un fine settimana sulla neve - è transitato nell’attimo in cui i massi piovevano sulla carreggiata che si snoda in direzione sud. L’autista del mezzo, con una prontezza di riflessi eccezionale, è riuscito ad evitare l’impatto; altri due bus che seguivano sono riusciti a fermarsi alcuni metri prima della frana. Il crollo è avvenuto proprio al confine fra la Campania e il Molise, lungo una parte dove per anni era stato cavato il calcare. Secondo i primi accertamenti, eseguiti dalla protezione civile e dai vigili del fuoco, i massi si sarebbero staccati a causa delle pesanti piogge che nelle ultime settimane si sono abbattute sulla zona. La frana si è verificata nella serata di domenica scorsa – poco prima delle ore venti. Macigni dal diametro superiore ai due metri, pesanti diverse tonnellate, si sono abbattuti sull’asfalto disseminando pietre e frantumi, rendendo impraticabili i due sensi della carreggiata. Il traffico ha subito pesanti disagi; la polizia stradale – in un primo momento - ha deviato il traffico lungo strade alternative; successivamente il transito è stato ripristinato attraverso un senso unico alternato. Per i mezzi pesanti è stata istituita la deviazione obbligatoria per San Vittore del Lazio. L'Anas ha richiesto dei new-jersey per mettere in sicurezza l'area e poter garantire la regolare viabilità. La statale Venafrana rappresenta un importante arteria nei collegamenti fra la provincia di Caserta e il Molise. Un’arteria che sarà interessata, nella prossima primavera, da lavori di messa in sicurezza. L’intervento – per un totale di circa due milioni e mezzo di euro - sono già stati appaltati dal compartimento Anas di Napoli. L’intervento riguarderà il tratto di strada che va da Vairano Scalo fino al confine con il Molise; proprio quel tratto molto pericoloso, spesso teatro d i gravi incidenti, alcuni anche mortali. Alcune pericolose curve saranno allargate e, in qualche caso anche eliminate. Stessa attenzione anche per alcuni dossi.
Teano: stop all'inquinamento dei torrenti della città
TEANO - Il sistema fognario di Teano, attualmente, inquina i torrenti della città. Infatti, i pochi depuratori esistenti non sembrano essere sufficienti per garantire i parametri imposti dalla legge. Contro questo stato di cose, è intervenuto l’assessore ai lavori pubblici, Flavio Toscano, che ha presentato un grosso progetto per la realizzazione di nuovi impianti di depurazione. Attualmente Teano centro ed anche la maggior parte delle frazioni sono dotate di fogne miste, ovunque si ha lo scarico a cielo aperto dei reflui in fossi locali che confluiscono nei fiumi Messeri e Savarone. Tali problematiche, mai affrontate in maniera articolata hanno, di fatto, determinato un freno allo sviluppo sociale ed economico del territorio, che avrebbe viceversa potuto sfruttare favorevolmente la sua valenza ambientale e paesaggistica. Per questo, il nuovo progetto prevede interventi che hanno un elevato valore strategico per la tutela e la salvaguardia del territorio caratterizzato da problemi di dissesto idrogeologico e inadeguate condizioni igienico sanitarie. La realizzazione di un sistema integrato fognario – depurativo – idrico moderno, efficiente ed ecosostenibile potrà avere riverberi positivi sulla crescita dell’area, fortemente depressa anche da un punto di vista sociale ed economico, potendo determinare condizioni che, se non ideali, potrebbero comunque rappresentare una opportunità per investimenti e sviluppo, in particolare se si pensa di valorizzare la natura fortemente rurale del territorio. La logistica non penalizza infatti tale territorio, anche se il livello delle strade di comunicazione non è adeguato. Ciò potrebbe ad esempio attrarre capitali ed investimenti come zona fortemente attrattiva da un punto di vista turistico -ambientale, soprattutto in un’ottica complessiva di rivalutazione dell’intera area del Parco Regionale di Roccamonfina – Foce del Garigliano. Le scelte adottate dal progetto, già presentato al Parco Progeggi della Regione Campania - e gli interventi previsti sono in coerenza con gli obiettivi specifici e prioritari per la “competitività regionale e l’occupazione” previsti dalla strategia di Lisbona e di Goteborg; in particolare relativamente alla gestione responsabile delle risorse naturali ed allo sviluppo eco-sostenibile.
Pietramelara: abbandonata l'area di culto di Seiano
PIETRAMELARA – Il complesso sacro di Seiano, lungo le pendici del Montemaggiore, nel territorio di Pietramelara, – secondo alcuni studiosi dell’archeologia – rappresenta, per grandezza, uno dei più importanti di tutta l’Italia Sannita. Peccato che, ancora oggi, esso, resti nell’abbandono più totale. Soprattutto colpisce il fatto che quella struttura resti al di fuori di qualsiasi circuito turistico. Uno stato che contrasta con le “chiacchiere” sull’importanza di sviluppare turismo sfruttando quelle che sono le locali ricchezze storiche. Invece, quando poi, si tratta di passare ai fatti, ci si rende conto che la realtà è ben lontana dalle belle parole. E’ quello che capita a Pietramelara e precisamente al sito archeologico conosciuto come “le grotte di Seano”. In realtà, con questo nome, si indica una importantissima e vastissima area di culto fondata durante la civiltà sannita. Il nome Seano deriverebbe dal villaggio, all’epoca, collocato a valle, fra i comuni di Riardo e Pietramelara. Essa è circondata, per tutto il suo perimetro, da mura megalitiche, formate cioè da grossi blocchi di pietra squadrate sovrapposti ad incastro, ancor oggi chiaramente visibili in molti punti dove raggiungono un’altezza di circa due metri. E’ ancora più chiaro ed evidente il piano del templio principale anche se quasi tutte le colonne che reggevano il tetto sono andate perdute ed in alcuni casi utilizzate, durante i secoli, per costruire case giù nella valle. Il tempio principale è vastissimo ed occupa circa mille metri quadrati. Incantevoli e quasi intatti sono i sotterranei di questa costruzione costituiti da una serie lunghissima di gallerie a volta. Sicuramente in passato, a detta di numerosi studiosi, erano usati per ospitare sementi e viveri d’ogni genere e come cisterne. Inoltre è ancora perfettamente intatta, nonostante i 2500 anni d’età, una costruzione di cui si conserva perfettamente il primo livello compreso il primo solaio. Negli anni passati le autorità per i beni archeologici si sono interessate al sito ma, dopo qualche sopralluogo, tutto è restato così com’era. Potrebbe rappresentare un grosso volano per il turismo di tutta la zona che potrebbe contribuire alla nascita di diversi posti di lavoro.
domenica 8 febbraio 2009
Miganono Montelungo: terra di conquista per la camorra
MIGNANO MONTELUNGO – L’alto Casertano appare sempre più come la Terra scelta dai boss per investire i guadagni e per rifugiarsi. L’ultimo arresto, quello avvenuto pochi giorni fa a Mingano Montelungo, relativo della ex primula rossa dei Casalesi Giuseppe Setola, è la conferma che la camorra e la malavita organizzata guardano con occhio particolare al territorio dell’Alto Casertano. Una zona che per la sua economia poco brillante non attira certamente gli appetiti criminali del racket. Invece, i boss sono attratti dalla tranquillità e dalle sterminate campagne che offrono loro buone possibilità di nascondersi. Una terra in cui la camorra, spesso, preferisce nascondere i propri affiliati. Quello di Setola è stato solo l’ultimo e il più rumoroso di una serie di arresti di persone, ritenute dagli inquirenti, affiliate alla camorra. Già all’inizio del 2000, gli investigatori della Procura di Santa Maria Capua Vetere tacciavano una mappa precisa delle organizzazioni criminali e delle ramificazioni delle stesse nelle campagne dell’Alto Casertano. In sostanza, una specie di “Svizzera” in cui la camorra e la malavita in genere comprano terreni, aziende agricole, piccole industrie, attività commerciali e artigianali, case e qualsiasi altra cosa degna della minima attenzione commerciale. E’ questo il metodo “pulito” con cui la camorra preferisce riciclare denaro sporco, investire guadagni illeciti, facendo proliferare attività, apparentemente, pulite. Un metodo che sottrae linfa vitale ai concorrenti e a coloro che operano nel rispetto della legge rischiando capitali propri. Si realizza così un complicato intreccio fra legalità e malaffare. In pochi anni, in gran parte del territorio dell’Alto Casertano il settore dell’attività agricola, in particolare quello relativo alle grandi aziende zootecniche, è divenuto di esclusiva proprietà di camorristi o dei loro prestanome. Un potere che si allarga sempre più e che “garantisce” una grossa fetta di occupazione nel settore. Estorsioni, traffico di droga, usura, arresti di referenti della camorra, traffico illecito di rifiuti, sono alcune delle azioni condotte negli ultimi anni degli inquirenti che confermano il ruolo strategico che la zona sta assumendo nel quadro generale della malavita organizzata. Finora, il fenomeno sembrava del tutto sommerso e non preoccupava la gente che ora, invece, incomincia ad aver paura e teme che la situazione possa peggiorare pregiudicando così, gravemente, la tranquillità e l’economia di un’area ritenuta, finora, “normale”.
Teano: Una immigrata abusata per 10 anni
TEANO – Di giorno svolgeva ogni tipo di lavoro, di notte doveva “accondiscendere” – suo malgrado - anche alle “ particolari esigenze” del suo “padrone”. Per circa dieci anni, ogni notte, dopo essere stata umiliata e abusata, lei, giurava a se stessa di voler denunciare il suo carnefice; al mattino però non trovava il coraggio di andare dai carabinieri. Per lei, 34enne di origine romena, quel lavoro era troppo importante perché necessario per racimolare il denaro utile ad assicurare le cure al suo unico figlio, rimasto in Romania, affetto da una grave patologia. Per questo Andrada, quando aveva appena 23 anni, era venuta in Italia, clandestinamente, grazie alla complicità di una sua amica che già da qualche tempo lavorava come badante nel casertano. Proprio il suo stato di clandestinità le ha impedito di chiedere ed ottenere giustizia. Denunciare gli abusi e le violenze subite, significava essere automaticamente rimpatriata. Lei non poteva permetterselo. Perciò, per molti anni ha lavorato subendo qualsiasi prevaricazione. Ancora oggi, dopo aver cambiato lavoro e dopo aver portato in Italia il marito e il figlio, la donna non trova il coraggio di denunciare il proprio aguzzino. Andrada ha paura della giustizia, dei processi, delle ritorsioni. Preferisce tacere. In tanti anni non ha mai raccontato nulla a nessuno, mai una confidenza con qualcuno. La svolta è arrivata pochi giorni fa, quando la signora dove da circa un anno Andrada lavora, ha scorto l’inquietudine nell’animo della badante. Per la prima volta Andrada si è “fidata” e in un lungo sfogo ha raccontato la sua terribile esperienza. La signora italiana, dopo aver ascoltato, ha tentato di convincere Andrada a denunciare ogni cosa ai carabinieri. Inutilmente. Però questa confidenza potrebbe rappresentate il primo passo di un percorso che potrebbe concludersi con la denuncia del colpevole. “Preferisco dimenticare questa triste vicenda della mia vita - afferma Andrada - non sarà facile, ma spero di riuscirci. Ora che ho qui con me mio marito e mio figlio, sarà più facile. Arrivai in Italia, di notte, dopo un viaggio durato alcuni giorni, insieme ad altre ragazze, stivata nel cassone di un Tir. Il giorno dopo ero già a casa della famiglia presso la quale dovevo lavorare. Essenzialmente – precisa la donna – per una paga di circa 400 euro al mese, dovevo occuparmi della signora che era nel letto, inferma. Per alcuni giorni tutto andò bene. Ben presto – continua Andrada - il marito iniziò a maltrattarmi, a importunarmi. Poi, una notte, entrò nella mia stanza e minacciandomi abusò di me. Quella notte, prima di lasciare la mia camera, quell’uomo mi ricordò che se avessi parlato mi avrebbe tagliato la testa e sepolta nella vigna.” Le violenze, come ci racconta la donna, sono poi continuate per tantissimo altro tempo. Andrana rappresenta l’altra faccia di quella medaglia che vede spesso gli extracomunitari in veste di stupratori e di “bruti” capaci di qualsiasi efferatezza.
Pietramelara: il "silenzio" di Cangiano
PIETRAMELARA – Fra le tante “curiosità” che caratterizzano la vicenda legata alla mancata realizzazione dell’isola ecologica, emerge – prepotentemente – l’assenza dell’assessore ai lavori pubblici Vincenzo Cangiano. Un’assenza che si è notata nell’intero percorso dell’iter procedurale: dall’idea di massima, al progetto, al bando di gara. Di tutto ciò, l’assessore non si sarebbe interessato. Eppure – evidenziano alcuni cittadini di Pietramelara, sarebbe proprio lui l’amministratore preposto a tali questioni. Invece, Cangiano, si è fatto notare – sulla vicenda isola ecologica – per la sua assenza e per il proprio silenzio. Del resto, la gente, non sembra aver dimenticato l’assenza dell’assessore al consiglio comunale nel quale fu presentato, discusso e approvato il piano triennale delle opere pubbliche che il comune guidato da Luigi Leonardo intende perseguire. Anche in quel caso, l’assenza dell’assessore ai lavori pubblici destò molte perplessità. Sullo bizzarra questione legata a Cangiano, a Pietramelara, esistono, in sostanza, due linee di pensiero: una secondo cui il “ragioniere” – così come affettuosamente è chiamato Cangiano in paese – e il resto della maggioranza non sarebbero in perfetta sintonia. L’altra ipotesi, invece, ritiene che Cangiano si interessi poco o niente dei lavori pubblici, sia per pressanti impegni di lavoro, sia per la poca dimestichezza con la materia specifica. In ogni caso, la vicenda non mancherà, magari nei prossimi mesi, di suscitare nuove polemiche negli ambienti politici locali.
Pietravairano: politici a caccia di romeni
PIETRAVAIRANO – Nella piccola Pietravairano – comune dell’Alto Casertano - la campagna elettorale che si concludere con il rinnovo del consiglio comunale nel prossimo giugno è appena partita e già si registrano “singolari” iniziative. Infatti, qualche politico locale sta tentando di coinvolgere la folta comunità di romeni. Oltre 70 famiglie che rappresenterebbero circa 140 voti. Un numero che fa gola, in un piccolo centro, a qualsiasi schieramento. Così, nei giorni scorsi, dopo una serie di contatti informali, oltre cento raccomandate – tutte indirizzate a cittadini romeni, residenti in paese - sono spartite dalla casa comunale. Il documento è un sollecito affinché gli immigrati si attivino per richiedere l’iscrizione nelle liste elettorali del paese. L’iniziativa sembra essere stata assunta da qualche esponente dell’attuale maggioranza amministrativa, con lo scopo di assicurarsi le simpatie degli immigrati. L’attuale legge italiana però, per le amministrative, consente l’iscrizione nelle liste elettorali solo agli immigrati residenti da più di cinque anni, stabilmente, nel paese in cui si intende votare. Proprio intorno a questo particolare aspetto, quasi certamente, si svilupperà la disputa fra gli schieramenti che potrebbe anche approdare in Procura. La comunità Romena a Pietravairano è molto numerosa; gran parte di loro lavorano come autisti nelle aziende di trasporti. Altri, invece, sono impiegati come braccianti nelle aziende agricole del territorio. La restante parte è utilizzata come badanti o come collaboratrici domestiche. Nonostante si tratti di una comunità numerosa, però, l’integrazione è ancora una chimera: vivono isolati, non partecipano alla vita sociale, non si vedono in giro al punto che in paese la loro presenza non traspare. La sfida politica di Pietravairano si snoderà intorno alla successione a Dario Rotondo – sindaco in carica, al suo secondo mandato consecutivo – non più candidabile. Il gruppo di maggioranza appare diviso fra l’attuale vicesindaco, Antonio Del Sesto e l’assessore Alfonso Sica: il primo voluto da furor di popolo; il secondo, invece, ben visto dalla “casta”. Dall’altra parte, l’attuale guida dell’opposizione, Francesco Zarone.
Teano: blitz dei carabinieri contro i clandestini
TEANO - Sette immigrati clandestini espulsi, tre imprenditori agricoli locali denunciati per sfruttamento e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. I tre imprenditori sono proprietari e gestori di altrettanti imprese agricole nelle campagne teanesi. N.G. , M.G. e G.G. sono i tre denunciati a piede libero. Per i sette clandestini è scattata la procedura d’espulsione. Sono questi i risultati di una vasta operazione dei carabinieri contro il fenomeno dell’immigrazione clandestina. Oltre dieci i militari della locale stazione – diretta dal maresciallo Proietti – impegnati per diversi ore a setacciare il territorio. I carabinieri hanno fatto irruzione in alcuni casolari dell’agro teanese con un’azione fulminea e ben congeniata che non ha lasciato alcun margine di manovra ai tanti clandestini scoperti in condizioni, a di poco, al limite della dignità. L’attenzione dei carabinieri si è concentrata, in modo particolare, in località Passarelle, Santa Maria di Versano, Maiorisi e Borgonuovo. Negli ultimi anni si è assistito ad una forte accelerazione del fenomeno della mobilità e dello spostamento di stranieri da un paese ad un altro riconducibile per lo più al differenziale di benessere tra stati in via di sviluppo e stati sviluppati. Come evidenziano quotidianamente le vicende di cronaca giudiziaria, molto spesso è proprio la criminalità organizzata internazionale a gestirne l’ingresso clandestino. Il problema dell’immigrazione clandestina è reso ancora più drammatico se si pensa che, dopo essere stati introdotti nei paesi di destinazione, i “trafficati” vengono spesso inseriti in circuiti criminali e sfruttati come fonti di nuovi profitti illeciti. Un’azione senza sosta, quella dei carabinieri di Teano che negli ultimi tempi stanno setacciando il territorio costantemente nel tentativo di debellare il fenomeno degli immigrati clandestini. Pochi giorni fa, due immigrati – di origine asiatica – furono arrestati perché già precedentemente colpiti da un ordine di espulsione. Qualche settimana prima un altro blitz condusse alla scoperta di una sartoria clandestina gestita da cinesi. In quella occasione, furono nove cinesi e un giapponese a finire nei guai. Il gruppo gestivano una sartoria clandestina nascosta in un casolare in località “Saliscendi” nelle campagne di Teano. La merce prodotta – ipotizzano gli investigatori – finiva, in parte, anche nei negozi di Pechino. Quattro donne e cinque uomini – tutti di origine asiatica - lavoravano in condizioni disumane, in ambienti non adatti, con servizi igienici ridotti al minino e senza poter mai uscire dalla casa. Di notte il gruppo dormiva su piccole brandine, con poche coperte e materassi fatiscenti. Di giorno, invece, tutti al lavoro, intorno a macchine ad alta tecnologia capaci di produrre anche trecento capi d’abbigliamento al giorno.
sabato 7 febbraio 2009
Pietravairano: Arrivano le cave e i cementifici Moccia
PIETRAVAIRANO – Respinta dal Tar la richiesta di sospensiva, avanzata dal comune di Pietravairano contro il progetto del gruppo Moccia-Buzi. Ora, il trasferimento delle cave e dei cementifici da Caserta a Monte Monaco, nel comune di Pietraviarano è più vicino. Fra le motivazioni assunte dalla terza sezione del Tribunale Amministrativo Regionale per la Campania, vi è quella della mancata perimetrzione del Parco del Montemaggiore, istituito nel dicembre del 2007. Per oltre un anno e mezzo, la politica e le amministrazioni, non sono riuscite a definire il perimetro del quindicesimo parco Regionale. I giudici del Tar rigettano la richiesta del comune – difeso dall’avvocato Giuseppe Palma – perché «ad un primo sommario esame, non ricorre il necessario fumus boni juris, tenuto conto del ruolo comunale nel procedimento de quo come scolpito nelle ordinanze del Consiglio di Stato nn. 3093/08 e 3081/08, nonché della ancora non avvenuta perimetrazione del Parco regionale Monte Maggiore». Il ricorso del comune di Pietravairano, guidato dal sindaco Dario Rotondo, è ricorso al Tar dopo l’approvazione – da parte della giunta Regionale di una delibera con la quale si stabilisce la delocalizzazione delle cave e del cementificio del gruppo Moccia spa, su Monte Monaco, nel territorio di Pietravairano. La decisione della giunta - assunta nella seduta del 18 settembre scorso, con la deliberazione numero 1500 - fu assunta nonostante che la stessa regione Campania, oltre un anno prima, avesse istituito il quindicesimo parco regionale – quello denominato del Montemaggiore e Monte Monaco – includendo in esso anche l‘area che i Moccia intendono cavare. Dopo tale istituzione però i sindaci dei comuni interessati non hanno mai attivato la perimetrazione dell’area del nuovo parco. Tale perimetrazione poteva rappresentare, da sola, la migliore difesa contro l’arrivo delle cave. Nel frattempo, però il gruppo Moccia è andato avanti per la propria strada, presentando anche il progetto definitivo – così come si legge nella stessa deliberazione adottata dalla giunta regionale – per trasferire cementificio e cave su Monte Monaco. “Si tratta – sottolinea Matteo Palmisani, delegato Regionale della Lipu - di una grave negligenza da parte dei sindaci dei diciassette comuni interessati. Il nuovo parco, insite Palmisani, non solo sarebbe stato un ottimo strumento per tutelare un territorio ricco di eccellenza, ma avrebbe rappresentato anche il miglior deterrente contro l’appetito dei cavaioli. Ancora una volta, conclude Palmisani, la politica ha dimostrato di non sapere difendere gli interessi dei cittadini e il territorio.” Un pensiero sostenuto dall’ex assessore provinciale all’ambiente Maria Carmela Caiola che ha sempre avversato la delocalizzazione sui colli della catena del Montemaggiore: “la decisione della giunta Regionale è un atto gravissimo – precisa Caiola – perché non tiene conto delle caratteristiche e delle vocazione del territorio dell’Alto Casertano.” Inoltre, l’esponente dei Verdi rimarca l’incompatibilità della decisione assunta della giunta regionale con l’adesione di Pietravairano al Parco delle Acque Minerali. Le cave che da decenni soffocano Caserta, quindi, si sposteranno a Pietravariano; l’area interessata all’estrazione è ricoperta da una lussureggiante vegetazione e rappresenta un habitat ideale per tanti animali. Come ogni medaglia, dall’altra parte esultano i comitati e i residenti di Caserta, in particolare coloro che da decenni subiscono il grave inquinamento ambientale prodotto dagli impianti estrattivi. Un’area la cui “liberazione”, dopo la decisione del Tar, appare più vicina.
Piedimonte Matese: a ottobre il processo per il suicidio in una casa famiglia
PIEDIMONTE MATESE – E’ stato rinviato al prossimo ottobre, il processo a carico di Amelia Izzo e Giuseppe Musco. I due, in qualità di responsabili di una casa famiglia sono finiti sotto processo perché – in qualche modo – ritenuti responsabili del suicidio di una ragazza ospite della stessa struttura, con sede in San Potito Sannitico. Il rinvio, stabilito ieri durante l’udienza presieduta dal giudice Severino Antonucci, si è resa necessaria per un vizio di forma nella formulazione del capo di imputazione. Infatti, così come ha fatto notare l’avvocato difensore degli imputati, nello specificare il capo d’accusa, la Procura avrebbe omesso di citare, esattamente gli articoli del codice penale che sarebbe stati violati. Per questo motivo i legali di Izzo e Musco chiedevano la regressione del processo innanzi al giudice per le indagini preliminari. Dopo una breve camera di consiglio, il giudice Antonucci, invece, ha deciso di rinviare il processo al prossimo ottobre e, nel frattempo, notificare ai due imputati, non presenti in aula, nuovamente i capi di imputazione. La storia prende avvio nel 2005, quando Filomena Olisterno e una sua compagna – entrambi giovanissime ospiti della casa famiglia di San Potito Sannitico – decisero di tentare il suicido ingerendo una massiccia dose di farmaci. Mentre l’amica riuscì a salvarsi, Olisterno, purtroppo morì. Scattò una indagine della procura della Repubblica che scandagliò molti aspetti di quella casa famiglia e della vita che in essa conducevano gli ospiti. Fra le altre cose, sarebbe emerso che le due ragazze erano utilizzate per incontri “particolari” con uomini del posto. In cambio ricevano denaro oppure promesse. Se si rifiutavano subivano dure punizioni. Gli imputati hanno sempre rigettato con forza ogni accusa, evidenziando, in ogni occasione, che la verità verrà a galla durante il dibattimento. Insomma, una vicenda complicata che dovrà essere affrontata nei minimi dettagli durante il dibattimento che riprenderà il prossimo ottobre. Qualche mese prima del suicidio della giovane Olisterno, una succursale della casa famiglia “Sos Adolescenza” - sita a Vairano nella frazione Scalo – fu chiusa per ordinanza dell’allora sindaco, Massimo Visco. Secondo un rapporto fatto allora dai servizi sociali e dalla Procura, fra le altre cose, sussistevano la mancanza di cura per i servizi igienici, minori spostati come pacchi postali, un solo dipendente costretto a lavorare per 24 ore, finestre chiuse con catenacci, mancanza di sapone o altro per l’igiene dei ragazzi che erano costretti a comprare tutto di tasca propria. Questo spinse il primo cittadino a disporre la immediata revoca di ogni autorizzazione concessa alla struttura.
Vairano Patenora: no dei giovani all'ampliamento della cava
VAIRANO PATENORA – Un comitato per contrastare l’ampliamento della cava Monte Sant’Angelo. Sono diversi giovani del posto a voler intraprendere l’iniziativa, coinvolgendo anche il giovanissimo comitato per l’ambiente, costituiscono alcuni mesi fa. L’idea è quella di bloccare il previsto ampliamento della cava alle porte della città; un ampliamento che potrebbe cancella una grossa fetta di montagna. Inoltre, il comitato ritiene che la comunità vairanese ha già sopportato da troppi anni i disagi e le problematiche conseguenti all’attività estrattiva. Sull’ampliamento, dovrà dire il “si” definitivo il Genio Civile che dopo la conferenza dei servizi di qualche mese fa dovrà dare il via libera all’ulteriore sfruttamento della cava di Vairano Patenora. Un sito che – secondo le richieste della società titolare dei diritti di coltivazione dell’impianto - sarà ampliata per consentire una estrazione ulteriore pari al 20% di quanto estratto finora. Una autentica enormità soprattutto in rapporto alle dimensioni della stessa collina che da molti anni è soggetta all’attività estrattiva. La proposta della società molisana – che fa riferimento al gruppo Patriciello, la famiglia dell’Europarlamentare Aldo - è stata già approvata dalla commissione integrata comunale. La richiesta avanzata dagli imprenditori è stata curata attraverso una conferenza dei sevizi e quindi attraverso la commissione ambientale. Ciò ha evitato che la questione approdasse in consiglio comunale e quindi avesse più visibilità per i cittadini. La cava in questione da decenni è sfruttata tanto che una grossa fetta di Monte Sant’Angelo è oramai un mero ricordo; inoltre da qualche tempo la cava è interessata da un progetto di sistemazione ambientale, scaduto nel 2007. I cittadini di Vairano, quindi, speravano che presto l’attività estrattiva del gruppo Patriciello cessasse. Invece ecco la sorpresa dell’ultima ora: gli imprenditori sfruttando una vecchia delibera degli anni novanta intendono ottenere la concessione per ampliare la cava. Un particolare sicuramente curioso ha voluto che quella delibera degli anni 90 fu partorita dall’allora sindaco Pasquale Picozzi, lo stesso Picozzi che oggi siede nei banchi della maggioranza con la carica di assessore.
Pietramelara: De Ponte scrive alla Corte dei Conti
PIETRAMELARA – Durissima l’opposizione verso la maggioranza, sulla vicenda isola ecologica. De Ponte preannuncia l’invio degli atti alla Corte dei Conti che dovrà valutare le responsabilità degli amministratori e condannarli al pagamento delle spese. Già in passato il gruppo di minoranza aveva definito “dilettanti” gli amministratori per una serie di errori commessi proprio nella procedura per la gara d’appalto del progetto; errori che furono ripetuti per ben tre volte consecutivi. Ora, alla luce delle motivazioni espresse dal Tar, il gruppo Uniti per Rinascere – attraverso la voce del capogruppo Andrea De Ponte - ha precisato: “che fossero degli sprovveduti noi lo dicevamo già da tempo; che adesso è certificato anche dal Tar Campania, non fa altro che confermare la nostra convinzione. Questi amministratori - continua De Ponte - hanno arrecato un danno enorme alle case del nostro comune, già mal ridotto. Inoltre, insiste De Ponte, la loro incapacità progettuale ha privato i cittadini di una struttura utile ad attuare la raccolta differenziata. Per non arrecare altri danni alla collettività di Pietramelara – precisa il capogruppo di Minoranza - dal punto di vista economico e visto quanto il Tar ha messo in evidenza (errori procedurali e non solo), al fine di evitare un’altra brutta figura per il nostro comune, invitiamo la maggioranza consiliare a non ricorre al consiglio di Stato. Siamo sicuri – conclude De Ponte - che la Corte dei Conti saprà controllare bene tutti gli atti e tutte le responsabilità perché il danno economico non ricada sui cittadini di Pietramelara.” Ricordiamo che pochi giorni fa, il Tar della Campania ha accolto il ricorso contro l’esproprio che il comune voleva attuare a danno della chiesa. Un esproprio necessario per la costruzione di un’isola ecologica. Il Tar, quindi, boccia – definitivamente - l’isola ecologica di Pietramelara.
Teano: 50milioni di euro per rete idrica e fognaria
TEANO - Il comune di Teano ha presentato un'istanza di coofinanziamento per 50 milioni di euro al Parco Progetti Regionale istituito con DGR del 1 agosto 2006. Si intende realizzare un sistema integrato idrico fognario e depurativo dell'intero territorio comunale. Il progetto, complesso ed ambizioso, coordinato dagli assessori Flavio Toscano e Gianpaolo d'Aiello ed affidato al dottor Gianluca Battaglia, esperto napoletano in ambito di utilizzo di fondi comunitari, è già immediatamente appaltabile ed attiverà, laddove finanziato, le risorse comunitarie della programmazione 2007 - 2013. Il progetto è ora all'esame del Nucleo di Valutazione degli Investimenti Pubblici della Regione Campania per la prima fase istruttoria. Il progetto successivamente verrà sottoposto all'esame dell'assessorato regionale all'ambiente per la formalizzazione del decreto di finanziamento. Gli interventi previsti nel progetto saranno realizzati per far fronte alla condizione di deficit in cui versano le attuali reti, e soprattutto per porre rimedio alla grave situazione di degrado ambientale causata dallo sversamento dei reflui urbani dell’intero abitato. Il comune di Teano presenta un territorio con tipica orografia collinare, esteso per circa 88 kmq, con una popolazione residente, di circa 13285 abitanti, distribuita sul territorio, fra Teano centro e 22 frazioni e contrade. La popolazione risiede per circa il 50% in Teano centro, pressoché il 40% risiede nelle 22 frazioni e contrade e la rimanente parte (circa il 10%) risiede in case sparse. L’intervento in oggetto si prefigura quale completamento, ammodernamento e realizzazione ex novo dell’apparato idrico, fognario e depurativo di tutto il territorio comunale. La notevole estensione del territorio e l’elevato numero di agglomerati ha dato luogo nel tempo ad un sistema acquedottistico articolato in più sottosistemi, ciascuno a servizio di una o più frazioni. Le reti di distribuzione, quasi ovunque mancano di idranti antincendio e sono mal dotate di organi per le usuali manovre di intercettazione e controllo. In molte frazioni peraltro la distribuzione è affidata a tubazioni in cemento amianato, con le immaginabili conseguenze per la salute dei cittadini. In progetto è previsto il rifacimento di tutti gli allacci alle utenze, notoriamente punti critici di ogni distribuzione, da realizzae in Pead che raggiungono l’attuale posizione del contatore, evitando così contenziosi amministrativi con i cittadini. Inoltre è prevista la realizzazione di 6 nuovi serbatoi al fine di poter garantire, in uno con i volumi idrici esistenti e riutilizzabili, le classiche funzioni di riserva idrica, compenso ed antincendio, demandate a taluni manufatti, poiché ad oggi, in alcune frazioni la modesta cubatura dei serbatoi esistenti, talvolta non garantisce neanche il compenso giornaliero alla punta. Al fine di risolvere i problemi di carenza idrica è risultato necessario prevedere la realizzazione di alcuni nuovi pozzi. Attualmente Teano centro ed anche la maggior parte delle frazioni sono dotate di fogne miste, ovunque si ha lo scarico a cielo aperto dei reflui in fossi locali che confluiscono nei fiumi Messeri e Savarone. Tali problematiche, mai affrontate in maniera articolata e sinergica attraverso una progettazione di tipo “integrato” hanno, di fatto, determinato un freno allo sviluppo sociale ed economico del territorio, che avrebbe viceversa potuto sfruttare favorevolmente la sua valenza ambientale e paesaggistica.
venerdì 6 febbraio 2009
Piedimonte Matese: online l'altlante della natura matesina
PIEDIMONTE MATESE - Nasce Matesenatura.it atlante on lineper conoscere le biodiversità del parco. Da marzo sarà disponibile a tutti dai turisti agli studiosiper descrivere l'ecosistema e i prodotti agroalimentari. Si chiama Matesenatura.it ed è la nuova piattaforma on line che raccoglie i più recenti studi sulla biodiversità nel Parco Regionale del Matese. L’atlante on line, che sarà disponibile a partire dal prossimo marzo, consente a tutti, dagli studiosi ai turisti, di scoprire l’eccezionale ricchezza di biodiversità del Parco Regionale del Matese, che si estende su oltre 33 mila ettari comprendendo 20 comuni e due provincie di Benevento e Caserta. Inventari di razze animali, varietà vegetali e prodotti agroalimentari tipici ma anche liste di controllo delle specie, schede monografiche di risorse, habitat ed ecosistemi: matesenatura.it divulga tutto questo anche attraverso un database denominato S.I.T. (Sistema Informativo Territoriale), riservato agli operatori specializzati, contenente i dati alfanumerici e la cartografia relativa alle diverse componenti della biodiversità del Parco. Il sito nasce per implementare il progetto dell’Ente Parco Regionale del Matese, denominato «Laboratorio della Biodiversità», svolto nel 2008 da Agriconsulting S.p.A e finanziato con i fondi del Programma Operativo Regionale 2000 - 2006. Si tratta del più aggiornato ed organico studio relativo alle risorse naturali e di biodiversità dell’area matesina che attraverso un’estesa trattazione di differenti filoni tematici consente l’inquadramento generale del potenziale di ricchezza naturalistica e florofaunistica del Parco. Al target degli operatori media, in particolare, è riservata una sezione della stessa area informativa - accessibile previa registrazione - contenente moduli nel formato professionale HD, foto e video.
Caiazzo: Ora è città slow
CAIAZZO - Il Coordinamento Internazionale delle Cittàslow a Caiazzo per verificare cosa sia il vivere lento, sano, genuino, naturale, vita moderna , cioè dell’oggi, ma senza tamburreggiamenti ansiogeni. Giornata inaugurale col sottosegretario Guido Bertolaso che ha accettato di buon grado di intervenire a un convegno in cui si parlerà di ambiente in positivo e non in negativo come, purtroppo, ogni volta che si accenna alla questione rifiuti. Trasferta non in una beauty farm, quindi, ma a 18 chilometri da Caserta, 200 metri di altitudine, 6000 abitanti in un contesto di verde, col Massiccio Matesino a far da sfondo, titoli per l’inserimento nell’albo delle Cittaslow che, per quanto riguarda la Campania, registra con la cittadina caiatina soltanto Amalfi, Positano, Pollica e Giffoni Valle Piana. Un club esclusivo di città, quindi, animate da persone "curiose del tempo ritrovato", ancora protagoniste del lento, benefico succedersi delle stagioni, rispettose della salute di tutti, della genuinità dei prodotti e della buona cucina. In questa «Bengodi» del Casertano sono attesi, con il sindaco di Mendrisio del Canton Ticino che ospiterà la prossima assemblea internazionale, le rappresentanze di alcune cittadine della Gran Bretagna, Germania, Spagna, Belgio, Norvegia, Polonia e Corea.
Appia: attenti agli autovelox nascoti
TEANO - Diversi impianti di autovelox, collocati luno la statale Appia, rappresentano autentiche trappole per gli automobilisti. Ciò, nonostante l'ammonimento del prefetto Monaco che, los corso dicembe, aveva chiesto a tutti i sindaci della provincia dia deguare gli impanti. Il Prefetto, in una dettagliata dettagliata nota, aveva ricodato a tutti i primi cittaddi che gli autovelox rappresentano «un'eccezione alla regola generale, che resta quella della contestazione immediata delle violazioni». Nel documento si sottolinea che «l'unico scopo del loro utilizzo deve essere quello di garantire la sicurezza della circolazione stradale. Non è ammissibile, invece, che assumano funzioni diverse, divenendo in pratica una fonte atipica di incremento per le entrate comunali, e finendo oltretutto per non assolvere lo scopo per il quale erano stati previsti». E nell'additare «il numero elevatissimo di ricorsi per l'annullamento dei verbali ricevuti», il prefetto osserva: «La funzione preventiva non si raggiunge certamente nel caso in cui l'autovelox è collocato in determinati punti pericolosi (ad esempio, in prossimità di cavalcavia, o in località in cui la carreggiata è ristretta o su tratti sdrucciolevoli o altro), nei quali il conducente è indotto a rallentare bruscamente il veicolo. Perché in tali circostanze vengono a determinarsi proprio quelle situazioni di pericolo che invece l'apposizione di limiti di velocità e l'installazione di sistemi di controllo a distanza dovrebbero giustificare. Analoghe considerazioni, valgono per quei rilevatori posizionati dietro alberi, pali o siepi, ovvero nascosti in stradine periferiche ». A distanza di quasi due mesi, tuttavia, questi precetti non sembrano essere stati ancora recepiti.
E gli autovelox «trappola», collocati in postazioni in cui risultano difficilmente visibili, continuano a proliferare. Anche perché evidentemente — come sottolineato dal prefetto Monaco — l'obiettivo è più quello di aumentare le contravvenzioni Statale Appia Nell'arco di poco più di dieci chilometri sono stati posizionati tre autovelox da parte di altrettanti Comuni per rimpinguare le casse comunali, che garantire maggior sicurezza. E non a caso, in quei tratti di strada vengono spesso arbitrariamente imposti limiti di velocità assai inferiori ai 90 km/h previsti dal codice per le arterie extraurbane. Un esempio paradigmatico in tal senso è offerto dalla statale Appia, dove nell'arco di poco più di 10 chilometri sono stati posizionati tre autovelox da parte di altrettanti Comuni. Il primo, venendo da Nord, a Francolise. È piazzato ben oltre la carreggiata, in un terreno contiguo, ed è nascosto da una fitta vegetazione. Essendo collocato a valle di un dosso, risulta praticamente invisibile in anticipo per chi arriva dalla direzione Napoli. Il limite di velocità è fissato a 50 km/h. Il secondo, nel tenimento di Teano, appena dopo l'ampia curva di Maiorisi, per chi viene da Sud, è interamente coperto da un grosso albero che ne impedisce il riconoscimento, se non all'ultimo istante. Anche in questo caso, il limite di velocità è fissato a 50 km/h. Il terzo si trova a Pignataro Maggiore, al termine della discesa di un cavalcavia che porta naturalmente ad acquistare velocità. La velocità massima, in questo caso, è però fissata ad 80 km/h e le multe scattano a 87km/h.
E gli autovelox «trappola», collocati in postazioni in cui risultano difficilmente visibili, continuano a proliferare. Anche perché evidentemente — come sottolineato dal prefetto Monaco — l'obiettivo è più quello di aumentare le contravvenzioni Statale Appia Nell'arco di poco più di dieci chilometri sono stati posizionati tre autovelox da parte di altrettanti Comuni per rimpinguare le casse comunali, che garantire maggior sicurezza. E non a caso, in quei tratti di strada vengono spesso arbitrariamente imposti limiti di velocità assai inferiori ai 90 km/h previsti dal codice per le arterie extraurbane. Un esempio paradigmatico in tal senso è offerto dalla statale Appia, dove nell'arco di poco più di 10 chilometri sono stati posizionati tre autovelox da parte di altrettanti Comuni. Il primo, venendo da Nord, a Francolise. È piazzato ben oltre la carreggiata, in un terreno contiguo, ed è nascosto da una fitta vegetazione. Essendo collocato a valle di un dosso, risulta praticamente invisibile in anticipo per chi arriva dalla direzione Napoli. Il limite di velocità è fissato a 50 km/h. Il secondo, nel tenimento di Teano, appena dopo l'ampia curva di Maiorisi, per chi viene da Sud, è interamente coperto da un grosso albero che ne impedisce il riconoscimento, se non all'ultimo istante. Anche in questo caso, il limite di velocità è fissato a 50 km/h. Il terzo si trova a Pignataro Maggiore, al termine della discesa di un cavalcavia che porta naturalmente ad acquistare velocità. La velocità massima, in questo caso, è però fissata ad 80 km/h e le multe scattano a 87km/h.
Caserta: nuovo colpo della Dda al clan dei casalesi
CASERTA - Arrestati 9 casalesi che, secondo gli investigatori, apparterrebero al gruppo di fuoco Caterino-Ferriero. Uno di loro aveva ripreso a sparare dopo essere stato scarcerato, circa un fa. Sono tutti ritenuti esponenti di spicco del clan dei Casalesi, ritenuti legati gruppo di fuoco della fazione Caterino-Ferriero. Tra gli arrestati figurano alcune persone contigue al gruppo di Giuseppe Setola, capo dell’ala stragista, arrestato nelle scorse settimane dai carabinieri del comando provinciale di Caserta e accusato di numerosi omicidi, tra cui l’uccisione, in una sartoria di Castelvolturno, di sei immigrati del Ghana, nonchè di attentati, per fini estorsivi, ai danni di imprenditori ed operatori commerciali dell’agro aversano. I carabinieri, a conclusione di indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia partenopea, hanno raccolto consistenti elementi di prova nei confronti degli arrestati, ritenuti mandanti e esecutori materiali di tentativi di omicidio ed attentati dinamitardi. Uno dei destinatari dei provvedimenti restrittivi, accusato tra l’altro dell’omicidio di un tabaccaio di Aversa, è stato trovato, al momento della cattura, in possesso di un fucile mitragliatore Kalashnikov.
Un anno fa aveva finito di scontare sette anni per concorso in omicidio, ma si era subito rimesso al lavoro e sarebbe coinvolto in due tentati omicidi e un attentato dinamitardo. Questo il profilo di Nicola Pota, uno dei nove affiliati al clan dei Casalesi arrestati oggi all’alba dai Carabinieri in provincia di Caserta. Pota era infatti già stato condannato per concorso nell’omicidio del tabaccaio Giovanni Tonziello, ucciso davanti al figlio di dieci anni durante un tentativo di rapina il 31 luglio del 2001 ad Aversa. Pota aveva scontato sette anni di reclusione per il delitto ed era stato scarcerato nel gennaio 2008 ma si era rimesso in attività con il clan dei casalesi e sarebbe responsabile di duplice tentato omicidio e di un attentato dinamitardo, oltre che di associazione camorristica. L’uomo è stato fermato a bordo di una Fiat Idea, risultata rubata a Nocera, nella quale nascondeva un fucile mitragliatore kalashnikov, con numerose cartucce. Secondo quanto emerso dalle indagini dei Carabinieri di Aversa, diretti dal tenente colonnello Francesco Marra e coordinate dalla DDA partenopea, Pota, è ritenuto affiliato al clan Caterino-Ferriero, in lotta da anni con il gruppo capeggiato da Amedeo Mazzara.
Roma: Il Governo approvata la rottamazione per le moto
ROMA - Il Consiglio dei ministri ha dato via libera al pacchetto anti-crisi. Lo si apprende da fonti governative.Cinquecento euro per la rottamazione di motorini e motocicli Euro zero Euro uno, in cambio di una nuova due ruote Euro tre fino a 400 di cilindrata. E' quanto e' previsto dal decreto legge a favore del sostegno del settore automobilistico approvato dal Consiglio dei ministri.
Vairano Patenora: Due donne sequestrate e rapinate
VAIRANO PATENORA – Due donne sole, sequestrate e derubate da due rapinatori. E’ accaduto l’altra notte nel centro di Vairano Patenora. Qui, le due sorelle, che da anni vivono in solitudine, sono rimaste per alcune ore in balia dei due malviventi. Minacciate, maltrattate e mortificate, le due anziane signore sono state costrette a consegnare tutto il denaro che avevano in casa, gli oggetti preziosi, e tutto ciò che i due malviventi hanno ritenuto “utile”. Le due vittime – le signore Antonietta e Angelina – hanno vissuto alcune ore di terrore, sotto la minaccia di un’arma hanno dovuto assistere allo “sfascio” dei mobili nei quali, i ladri pensavano di trovare chissà quali tesori. I due rapinatori avrebbero agito a viso scoperto, senza paura di essere riconosciuti. Il loro accento – secondo alcune indiscrezioni raccolte sul posto – sarebbe tipico campano. Erano circa le ore tre dell’altra notte; mentre le due donne dormivano, una delle due signore, avrebbe udito un rumore provenire dal piano terra. Mentre le due anziane pensavano sul da farsi, un uomo è penetrato in camera da letto intimando alle due sfortunate vittime di non muoversi e di non urlare. Poi, con comodo ma con determinazione, i due rapinatori avrebbero attuato il loro piano allontanandosi dopo qualche ora. Angelina e Antonietta, ancora in evidente stato di choc sono scese in strada per raggiungere la casa di alcuni parenti, Scattava così l’allarme che portava sul posto una pattuglia dei carabinieri della locale stazione che raccoglievano la denuncia ed effettuavano il necessario sopralluogo. Probabilmente ad agire sarà stata una banda specializzata in azioni dal genere; una banda che avrebbe agito con la certezza di trovarsi innanzi due donne sole. Non si esclude quindi che i due forestieri si siano serviti di un basista locale dal quale avrebbero attinto le necessarie informazioni. La notizia della rapina subita dalla due donne ha suscitato profonda indignazione in paese; in tanti hanno voluto manifestare il proprio sostegno a due signore stimate a Vairano. Tutti, all’unisono, chiedono maggiore sicurezza e più controlli. Una condizione questa che deve passare .- per forza – attraverso un rafforzamento degli azienda di polizia e Carabinieri che già operano sul territorio. Più uomini e più mezzi, servirebbero sicuramente a tenere lontano i malviventi.
Teano: Corbisiero si rivolge alla Procura
TEANO – Corbisiero, interroga l’amministrazione la quale risponde evasivamente; ciò fa infuriare il consigliere di opposizione che ora si rivolgerà alla Procura della Repubblica. La risposta dell’amministrazione, all’interrogazione del consigliere Carmine Corbisiero, sulla questione legata all’ampliamento dei cimiteri, non placa le polemiche. Anzi, le ravviva. Infatti Corbisiero, attraverso uno lunga nota, si dice “insoddisfatto” della risposta. Una insoddisfazione che scaturisce anzitutto dal fatto che le spiegazioni sono arrivate dal tecnico e non dai politici. Corbisero contesta innanzitutto che la determina 215\2008 dell’Utc che ha dato l’avvio a tutte le domande della mia interrogazione è del mese di marzo del 2008 e non del 2004 o altre date successiva richiamate dal burocrate. Mancano dodici risposte sulle venti domande formulate – precisa Corbisiero – stessa cosa per le domande sugli strumenti urbanistici a cui non si da una risposta. “Considerata la mia testardaggine – continua Corbisiero - constatato la inadempienza delle figure politiche in indirizzo a non volersi esprimere su argomenti forse scottanti – insiste il consigliere di minoranza - reitero la mia richiesta ai sensi della legge 241\90 per avere risposte scritte, direttamente dagli amministratori in indirizzo, a tutte e venti le domande precisando che le risposte siano di tipo evangelico ( cioè si o no). Prima di concludere però, Corbisiero, “avvisa” gli amministratori – politici e tecnici – che per evitare loro ulteriore tentazione di temporeggiare e andare per le lunghe, la prossima richiesta sarà inviata per conoscenza alla Procura della Repubblica, affinché intervenga qualora vengano lesi i diritti di amministratore di opposizione. Tutto nasce dal fatto che il tecnico comunale Fulvio Russo dovrebbe incassare circa 80mila euro quale Rup del progetto di allargamento dei cimiteri. La determina che lo stabilisce porta la firma dello stesso tecnico. L’opposizione per giorni ha cercato vanamente un documento che autorizzasse la spesa. Per questo, ora, l’opposizione – attraverso il Carmine Corbisiero - chiede chiarimenti al sindaco Raffaele Picierno, all’assessore ai lavori pubblici ed all’assessore al personale, in merito al progetto di allargamento dei cimiteri mediante project financing. Chiarimenti che non sembrano essere arrivati.
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