Girolamo Parente, capo dell'ufficio tecnico |
Giorgio Magliocca, ex sindaco di Pignataro Maggiore |
I fatti sono quelli realtivi alla realizzazione del sito di stoccaggio provvisorio per arginare l'emergenza rifiuti, negli anni bui in cui le strade dei paesi erano sommersa da immondizia. Secondo gli inquirenti il sito sarebbe stata realizzata in totale difformità dalle normative Arpac.
L’ex sindaco, Giorgio Magliocca, avrebbe ricevuto la notifica dell’avvisodi garanzia presso la casa circondariale di Avellino, dove si trova dallo scorso aprile.
Secondo il gip, Alessandra Ferrigno, Magliocca e Parente, in concorso con Antonio Marotta, Giovanni Perillo e Guido Costanzo avrebbero creato un sistema di false attestazioni utili a realizzare una discarica in località Pezzatavolella, del tutto difforme da quanto contenuto nei progetti, consumando così il reato di falso in atti di ufficio. Magliocca, in particolare, avrebbe attestato l'idoneità e la conformità dei progetti per la gestione dei siti di trasferenza dell'immondizia non rispondenti alle prescrizioni dell'Arpac.
Secondo l’accusa l'ex sindaco pignatarese, inoltre, con un'ordinanza sindacale attestava l'ultimazione e la regolare esecuzione dei lavori per la realizzazione del sito di stoccaggio provvisorio dei rifiuti. Secondo l’accusa il capo dell’ufficio tecnico, Parente, avrebbe invece omesso di vigilare sulla rispondenza tra progetto cartaceo e realizzazione dell'opera, attestando anche un computo di spesa errato.
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