La giovane Serena Mollicone, uccisa dieci anni ad Arce. Coinvolta un'intera famiglia di Teano |
Un assassinio avvenuto circa dieci anni e che vede indagati, con diverse accuse, l’ex comandante della stazione dei carabinieridi Arce, Franco Mottola, suo figlio e sua moglie.
Franco Mottola (all’epoca comandante della stazione dei carabinieri di Arce, 55 anni residente a Teano ), il figlio Marco ( 29 anni in famiglia a Teano ) e la madre Anna Maria Mottola sono tutti difesi dall’avv. Francesco Germani, che ha nominato propri consulenti, il Prof. Luigi D’Ancora, esperto in medicina legale, dell’Università di Napoli e il Prof. Ciro Di Nunzio, genetista, dell’Università di Catanzaro.
“I miei assistiti, signori Mottola”, ci ha detto l’avvocato Germani – hanno prestato il loro assenso per il prelievo dei campioni. Si protestano innocenti e lo dimostreranno in corso di causa. Certamente la vicenda è ingarbugliata e vi sono molti profili non chiari, ma il maresciallo, il figlio e la moglie, hanno la coscienza tranquilla, hanno fiducia nella giustizia e dimostreranno di non essere assolutamente coinvolti in questo truce delitto”. Il Giudice per le Indagini Preliminari Dr. Lanna ha anche fissato l’inizio e la fine delle operazioni peritale indicando il giorno 16 settembre per il prelievo dei campioni da esaminare, e la discussione delle risultanze, entro 90 giorni, e cioè, il 16 dicembre, fissando, inoltre l’udienza del 2 febbraio 2012, per l’esame comparato delle risultanze della perizia. I prelievi sono stati effettuati presso il Gabinetto dell’Università Tor Vergata di Roma. Questo incidente probatorio è stato richiesto dal Procuratore Capo Mercone, il quale è fermamente convinto che tra i sei indiziati ci possa essere l’assassino di Serena Mollicone, il mandante ed i testimoni oculari dell’efferato crimine, avvenuto, come è noto, 10 anni or sono ad Arce.
Ma, la pubblica accusa è partita da molto lontano e non esclude di coinvolgere altre persone tanto è vero che il provvedimento notificato alle parti parla anche di “concorso con ignoti da identificare”.
Il Procuratore Capo, tuttavia, ha formulato una precisa accusa ed ha ipotizzato anche il probabile scenario del delitto. Il maresciallo Mottola, con il figlio Marco, con la moglie Anna Maria (ed in alternativa con il concorso del brigadiere Suprano o con il concorso del fidanzato di Serena Mollicone e della madre di quest’ultimo o con il concorso di ignoti) avrebbero ucciso la povera Serena “colpendola al cranio con uno strumento contundente (così è scritto nella ordinanza del Gip) legandole gli arti superiori dietro alle spalle e bloccandone le gambe con un nastro adesivo bianco e con fili accoppiati di ferro, nonché incappucciando il cranio con una busta di plastica sigillata attorno al collo e tappando con altro adesivo la bocca ed il naso, ne cagionavano la morte, sopravvenuta a causa dello shock traumatico e della asfissia meccanica, dopo ampio versamento ematico; con l’aggravante di avere agito con inutile crudeltà verso la vittima”.
Ed inoltre il Procuratore Capo ha contestato a tutti l’aggravante all’occultamento di cadavere “al fine di conseguire l’impunità per il commesso omicidio occultavano il cadavere trasportandolo in un viottolo recondito ed ivi abbandonandolo, dopo essersi impegnati, per ostacolarne il rintraccio a ripiegare al di sopra della salma arbusti ivi vegetanti e ad utilizzare come riparo la sagoma di un contenitore metallico cilindrico”.
Ancora pochi mesi, quindi, e il mistero della morte della giovanissima Serena potrebbe essere svelato e l’assassino o gli assassini inchiodati alle proprie responsabilità. La pista che ora sta seguendo la Procura, negli anni scorsi, era stat apiù volte indicata dal padre della vittima.
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