I tesori venuti alla luce durante i lavori per la costruzione della rotonda a Torricelle |
Dall’altro lato, invece, è venuta alla luce l’antica via Latina e una diramazione che, probabilmente, conduceva al tempio collocato su monte Grande.
Le tombe sono state tutte svuotate – dagli archeologi della Soprintendenza – mentre la strada fatta in basolato è stata cancellata.
Pochi giorni fa, la nuova scoperta che ha portato alla luce un lungo tratto dell’antica via Latina ancora perfettamente conservato.
I lavori per la rotonda in località Torricelle potrebbero riservare anche sorprese.
Le tombe riportare alla luce e aperte dalla Soprintendenza avrebbero restituito dopo millenni ricchezze di inestimabile valore, come, ad esempio, il corredo di una figura che potrebbe rappresentare il sommelier dell’impero romano.
Una sepoltura in cui si sarebbe conservato perfettamente il costume. Teano è paragonata a Pompei per l’ampiezza dell’antica città ancora sepolta e in gran parte perfettamente conservata. Un’antichissima città sepolta da secoli e perfettamente conservata è stata individuata – grazie anche all’impiego di sofisticate apparecchiature elettroniche – in una vasta area intorno all’attuale centro abitato di Teano.
I rilievi hanno evidenziato un complesso abitativo ben articolato che si estende per oltre 60 ettari.
Determinanti, ai fini del risultato, le importanti scoperte archeologiche avvenute negli ultimi anni e le recenti prospezioni magnetometriche condotte dalla scuola britannica di Roma. Prende così corpo l’idea del “Parco Archeologico di Teanum Sidicinum”.
L’architetto Alfredo Balasco – a cui si deve la primogenitura dell’idea del Parco – auspica maggiore sensibilità verso la valorizzazione delle risorse culturali presenti sul territorio e che ci sia un impegno più incisivo da parte delle istituzioni per scongiurare e porre termine a qualsiasi edificazione e trasformazioni urbanistiche nella città antica, che vede sempre più minacciata la sua l’integrità da una serie d’interventi invasivi e poco rispettosi del suo contesto storico-ambientale.
“La perdita di tale patrimonio – conclude Balasco - vanificherebbe la realizzazione del parco e priverebbe alle generazioni future di conoscere le proprie radici storiche”.
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