teano. E’ partito il processo a carico di sei persone accusate di aver occupato - illegalmente - alcune case popolari di Teano.
Sul banco degli imputati sono finiti Annamaria Supino, Angela Boragine, Pasqualina Sferra, Stefania Corso e Immacolata Caprio. Il sesto imputato, donna anche lei, è deceduto alcuni mesi fa.
Fra gli avvocati difensori spicca il nome di Ciro Balbo e di Gaetano La Milza.
Durante l’udienza di ieri, svoltasi presso il tribuanle di Carinola, sono stati ascoltati alcuni testimoni dell’accusa fra cui il Augusto Proietti, ex comandante della stazione dei carabinieri di Teano; Antonio Di Nardo, capitano dei vigili urbani e il funzionario Fernando Zanni.
I difensori degli imputati hanno mostrato al giudice una serie di documenti, fra cui precedenti contratti di locazione, regolarmente registrati e autorizzazioni temporanee sottoscritte dal sindaco che concedevano alcuni locali - per un tempo detemrinato - ad alcuni degli imputati. Dopo molte ore di discussione l’udienza è stata rinviata al prossimo marzo quando saranno ascoltati alcuni testimoni a discarica degli imputati. I fatti prendono avvio nel 2008, quando l’amministrazione della città - allora come ora guidata dal sindaco Raffaele Picierno - decise di “riconquistare” con la forza la disponibilità delle case parcheggio ubicate nel quartiere di Sant’Antonio Abate. “Noi eravamo in quelle case da diverso tempo e riteniamo di averne pieno diritto – commentano alcuni degli sfrattati finiti sotto processo - tanto che lo stesso sindaco ci firmò una assegnazione a tempo indeterminato, per restare nelle nostre abitazioni”. Non sembrano avere dubbi alcuni dei legali che stanno sorreggendo le famiglie: “una situazione veramente curiosa e strana dove le ipotesi possono essere principalmente due: o è stato fatto un atto illegittimo quando quelle famiglie sono state autorizzate a restare in quelle case oppure si sta forzando la mano ora”.
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