PRESENZANO – L’area
della centrale idroelettrica di Presenzano è inquinata, dall’aprile del 2010.
Lo certifica la Regione Campania, approvando,
pochi giorni fa, il piano di caratterizzazione presentato dall'Enel e relativo
alla centrale idroelettrica "Domenico Cimarosa". Il sito è
contaminato dopo l’esplosione avvenuta il
primo aprile dello scorso anno. Da oltre un anno, quindi, l’area della centrale
sarebbe contaminata da sostanze inquinanti
provenienti da idrocarburi. Sale l’allarme fra la popolazione, in particolar
modo per le tante famiglie che abitano nei pressi della struttura. Perché
servono oltre sedici mesi per presentare un piano di bonifica di un’area
inquinata? Perché la popolazione non è stata avvisata dei possibili rischi? A
cosa sono servite le azioni di bonifica attuate dall’Enel subito dopo
l’esplosione.
Sono questi i
maggiori dubbi fra la popolazione di Presenzano; sotto accusa finiscono
l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Vincenzo D’Errico, è l’Enel,
gestore dell’impianto. Era loro preciso
dovere – è il pensiero più diffuso fra i presenzanesi - informare i cittadini
di ogni evoluzione della vicenda. Preoccupazioni che, secondo l’ufficio stampa
dell’Enel, non hanno alcuna ragione di esistere: “Nessun allarme per le
popolazioni – precisa Enel - con l’approvazione del Piano di caratterizzazione
e relativa pubblicazione sul Burc che costituiscono normale prassi nell’ambito
della Normativa ambientale vigente. Tutte le operazioni finora effettuate e
quelle in corso sono state sempre discusse e concordate con gli Enti preposti
alla vigilanza e controllo ambientale di tutela e salvaguardia del territorio
nella massima trasparenza e collaborazione per cui non esiste alcuna
preoccupazione per la popolazione.
Il Piano di
caratterizzazione, approvato nel contesto della Conferenza di Servizi dai
menzionati Enti, consisterà nell’effettuazione di alcuni sondaggi in un
fosso di scolo delle acque piovane e inizieranno
nelle prossime due settimane. Alcuni sondaggi, come riportato nel Decreto, saranno
effettuati in contraddittorio con l’Arpac competente nella logica della massima
trasparenza. Attenzione confermata dalle schede tecniche degli oli utilizzati
che non contengono PCB. Ad ulteriore garanzia del territorio e dell'ambiente –
conclude la nota dell’ufficio stampa Enel – la nostra società ha ribadito in
tutte le sedi di aver utilizzato materiali, mezzi, ditte e procedure
all'avanguardia per la gestione dell'emergenza”. Gli ambientalisti della zona –
che si sono sempre opposti alla centrale idroelettrica che ha portato allo
sventramento di monte Cesima e alla creazione di un gigantesco invaso
artificiale a valle – credono poco alle rassicurazioni dell’azienda e
chiedono un rapido chiarimento
sull’intera vicenda. La conferenza dei servizi, necessaria per approvare il
piano di caratterizzazione del sito inquinato, ha stabilito la linea d’azione
da seguire. In particolare, la Regione Campania ha stabilito che il piano di
investigazione dovrà essere effettuato in contraddittorio con Arpac per la validazione
dei dati analitici; la stessa Arpac eseguirà alcuni sondaggi e prelievi
dell’acqua in falda. Tutti i costi sostenuti dovranno essere corrisposti da
Enel. Giancarlo Izzo
Nessun commento:
Posta un commento