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sabato 19 novembre 2011

Teano - Ospedale, "scontro a fuoco" fra Colaccio e Cucinella

Diego Colaccio
teano. Lite furibonda, ieri mattina, nel vecchio ospedale di Teano. Protagonisti della vicenda il direttore del distretto sanitario, Diego Colaccio e il vice direttore sanitario del vecchio ospedale, Michele Cucinella.  Al centro della disputa il “possesso” di alcuni uffici nei quali, da sempre, Cucinella esercitava i propri doveri.
Locale che, invece, secondo Colaccio, dovevano passare in uso al distretto sanitario dopo il trasferimetno dello stesso nella sede del vecchio  ospedale sidicino.  Da qualche mese Colaccio chiedeva a Cucinella di liberare quelle stanze e da qualche mese Cucinella replicava che senza una precisa disposizione dell’Asl non poteva  muoversi. Ieri mattina Colaccio ha tentato l’azione di forza facendo irruzione nella stanza del vice direttore sanitario. Si è accesa subito la discussione con Colaccio che insisteva nelle sue pretese e con Cucinella arroccato sulla propria difesiva. Improvvisamente, mentre i due parlano, Colaccio, scatta in avanti e con un balzo degno del più agile felino, agguanta un mazzo di chiavi dalla scrivania del vice direttore sanitario. Cucinella avrebbe tentato di riavere le chiavi spiegando che quel mazzo conteneva anche le chiavi di casa propria.  Nulla da fare, la decisione di Colaccio non temeva confronti. Di più, innanzi all’insistenza di Cucinella, il direttore del distretto avrebbe anche utilizzato le mani. Tutto scritto in un referto del medico a cui Cucinella si sarebbe rivolto subito dopo i fatti. Il vice direttore sanitaro dell’ex ospedale si è recato, successivamente anche dai carbinieri per sporgere denuncia sui fatti accaduti ipotizzando anche una interruzione di pubblico servizio. Infatti per molte ore Cucinella è stato nella condizione di non poter utilizzare il suo stesso ufficio.  Solo nel tardo pomeriggio, dopo  il cambio delle serrature e lo “sgombero forzato” di ogni cosa,  Colaccio - attraverso un suo dipendente - avrebbe restituito il mazzo di chiavi allo sfortunato Cucinella. Una vicenda che appare essere solo all’inizio e che troverà, quindi, la sua naturale conclusione, forse, nelle aule dei tribunali. Intanto,in serata è scatta la corsa ai botteghini del lotto per giocare i numeri: 52 (il pazzo), 46 (l’ospedale) e 70 (la lite). 

Ailano - Nella società di Malinconico il cugino di "O Ninno"



ailano. I collaboratori di giustizia Di Caterino Emilio E Tartarone Luigi nel corso della loro escussione riferivano che sia l’impresa Mastrominico che quella di Malinconico Giovanni, erano due società che facevano direttamente capo al latitante Iovine Antonio. Malinconico Giovanni, secondo l’accusa,  presenta nell’assetto societario dell’impresa edile la figura di Iovine Domenico, cugino di Iovine Antonio. Altri rapporti lavorativi/societari sono riscontrabili con CAterino Paolo e Renato, figli di Giacomo, cugini del latitante .  Infatti, sia Paolo che Renato Caterino, attraverso la società “CCR General Building s.n.c. di Caterino Renato & C”, risultano soci con il Malinconico nella società denominata “Sessa Aurunca società consortile a r.l. ”, con sede in Ailano, via Molino 2. Caterino Giacomo e Caterino Paolo sono imputati nel processo Normandia due per 416 bis c.p. e reati connessi all’alterazione di gare d’appalto per conto dell’associazione criminale retta da Iovine Antonio e Schiavone Nicola. Hanno scelto la strada del rito abbreviato, ancora in corso.
I Carabinieri riferivano queste informazioni su Malinconico Giovanni nell’informativa del 20 novembre 2007 allorquando riferisocno di accertamenti fatti a seguito di esposti anonimi, il cui esito si riporta: “Circa l’assegnazione dell’appalto da 13 milioni di euro, viene richiamata la società “Malinconico s.p.a.”,  in seno alla quale - “casualità vuole” -,   a far data dal 24 gennaio 2005, riveste la carica di sindaco Iovine Domenico , imparentato con il boss Iovine Antonio, di professione dottore commercialista di Casal di Principe che “controlla” gli aspetti economici/amministrativi di una società con sede in Ailano. Sempre in relazione alla “capacità di acquisizione degli appalti” e ai rapporti che intercorrono tra i personaggi e/o le imprese citate emergeva la  “Sessa Aurunca società consortile a responsabilità limitata ”, con sede sempre in Ailano, da cui si aveva conferma degli ulteriori  rapporti tra il predetto Malinconico e la famiglia Caterino. La società “CCR General Building s.n.c. di Caterino Renato & C”, consorziatasi con la società del Malinconico, ha come  amministratore Caterin Renato ,  fratello di Paolo,  cugino del latitante  Iovine Antonio. 

Alife - Omicidio colposo, quattro sono davanti al giudice

alife. Omicidio colposo. In quattro finiscono alla sbarra. Gli imputati, che secondo l’impianto accusatorio causarono la morte di un motociclista, sono la 28enne Nicoletta Guarnieri, il 25enne Raffaele Guarnieri, la 43enne Giuseppina Peligno e il 37enne Roberto Sansone. Tutti sono residenti ad Alife. I pubblici ministeri sammaritani sostengono che Sansone, quale conducente del veicolo composto da un trattore e da un semirimorchio, Nicoletta, Raffaele e Giuseppina, quali amministratori della ditta Guarnieri Trasporti s.r.l., con condotte concorrenti, preesistenti, simultanee e sprovvedute ed ognuna idonea a determinare l’evento, per colpa consistita in imperizia, imprudenza e negligenza, cagionavano la morte di Onofrio Mastroianni. In particolare, il Sansone, in violazione del codice della strada, circolava a 60 Km/h, superiore di 10Km/h rispetto al limite consentito e, occupando la linea di mezzeria, invadeva la corsia di pertinenza dei veicoli provenienti in senso opposto. In tal modo, l’uomo concorreva a causare (unitamente alla condotta della vittima che procedeva in senso opposto a velocità sostenuta a bordo di una moto) l’impatto fra il proprio veicolo e il corpo di Mastroianni che decedeva a causa delle lesioni riportate. Sempre per la Procura, gli amministratori dell’impresa, invece, consentivano che il mezzo circolasse con gomme i cui battistrada erano usurati e in pessime condizioni tali da non consentire un più breve arresto del veicolo. Fatto accaduto a Caiazzo il 4 luglio del 2008. Pochi giorni fa si sarebbe dovuta svolgere una udienza del procedimento a carico degli imputati presso il tribunale monocratico di Piedimonte Matese. Lo sciopero degli avvocati ha comportato il rinvio della discussione in aula al prossimo mese di aprile. Gli imputati sono tutti assistiti dall’avvocato Simonelli tranne il Peligno che ha affidato la propria difesa nelle mani del legale Sciorio e dello stesso Simonelli.
Francesco Mantovani

Alife - Reato ambientale, sotto processo Caturano, il re delle cave

alife. Reato ambientale. Un imprenditore finisce a giudizio. Secondo la Procura sammaritana, Pietro Caturano, in qualità di legale rappresentante dell’impianto di calcestruzzo sito in località Juncare in Alife, violava le prescrizioni stabilite nell’autorizzazione all’emissione in atmosfera di cui al decreto numero 124 del 26-4-2005 emesso dalla giunta regionale. Il 67enne di Maddaloni provocava - secondo i pubblici ministeri – emissioni di gas, vapore e fumo non consentiti. Inoltre disturbava le occupazioni o il riposo di Sisto Sasso. Fatto accaduto nella comunità alifana almeno fino al 20 aprile 2006. Pochi giorni fa sarebbe dovuto ripartire il procedimento a carico dell’imputato presso il palazzo di giustizia pedemontano. A causa dell’astensione degli avvocati, il giudice ha rinviato la discussione in aula, per il prosieguo dell’istruttoria dibattimentale, al prossimo mese di aprile.
Caturano è assistito dal legale di fiducia, Gennaro Iannotti. Bisognerà attendere, quindi, ancora alcuni mesi per conoscere il destino processuale della vicenda.
Francesco Mantovani

Piedimonte Matese - Rifiuti, il Consorzio non paga il canone dei mezzi: raccolta sospesa

piedimonte matese. Raccolta differenziata a metà. I dipendenti del Consorzio Unico di bacino Napoli- Caserta arrivati al deposito dei mezzi di trasporto per poter effettuare la raccolta, non hanno trovato le chiavi degli stessi. Il consorzio ha preso in affitto i mezzi utilizzati per la differenziata da una ditta di Napoli, che, dovendo anch’essa percepire parecchi soldi dall’ente, ha deciso ha attuato la protesta. Il consorzio non ha soldi per pagare, non solo la ditta, anche gli operai, i quali non riscuotono lo stipendio da circa tre mesi. Nonsotante tutto si  alzano all’alba tutti i giorni per svolgere le loro mansioni, Ieri sono stati costretti ad usare i camion più grandi appartenenti al consorzio per andare in giro per le strade di Piedimonte a raccogliere le buste davanti alle abitazioni, purtoppo parecchie zone   non sono state ripulite della spazzatura (si trattava dell’indifferenziato, i cui giorni di ritiro sono il martedì e il venerdì). Il deposito di questi mezzi si trova in via Matese ed è di proprietà di Vincenzo Fusco, il quale ovviamente anche lui deve percepire parecchi soldi dall’ente, circa 60.000,00 euro, ma che finora, ne ha ricevuti solo 5.000,00. E’ il deposito più vicino, altrimenti i dipendenti avrebbero dovuto recarsi a quello di Dragoni e il consorzio avrebbe dovuto impegnare altra moneta per il carburante. Il comune di Piedimonte Matese ha promesso di anticipare quanto prima almeno una mensilità delle tre a cui questi operai hanno diritto, i quali, venerdì e sabato prossimi hanno deciso di scioperare. Il consorzio deve trovare nuovi mezzi altrimenti gli operai effettueranno il servizio a metà, come accaduto ieri, pur essendo probabilmente le principali vittime della situazione.
Michela Vigliotti

Pietravairano - Moccia chiede i danni, Zarone: noi chiediamo il doppio

Zarone Francesco
pietravairano. Cave e cementificio, la città si oppone allo scempio proposto dal gruppo Moccia. Una resistenza che ha sconquassato i piani del potente industriale casertano facendo, probabilmente, innervosire alcuni dei suoi fidati scudieri. Da tempo Moccia tenta di “convicere” l’amministrazione comunale pietravairanese a “cedere” il passo. Davanti ai ripetuti “no” espressi dal sindaco Francesco Zarone, dal comitato civico, guidato dall’enegica Maria Acquaro e da migliaia di cittadini, Moccia ha deciso di inoltrare una “faraonica” richiesta di risarcimento danni contro l’ente pietravairanese. Una richiesta che è stata presa con molta “simpatia” dall’amministrazione comunale che però starebbe  preparando gli atti necessari per chiedere, a sua volta il risarcimetno danni contro Moccia. L’impresa industriale, infatti, secondo l’ipotesi formulata dal governo  Zarone, starebbe attuando uina pressione esagerata, quasi uno stalking, nei confronti di tutti i cittadini pietravairanesi che non comprendono i motivi di tanta insistenza. Nei prossimi giorni la richiesta di risarcimento, attraverso i legali potrebbe essere ufficialmente avanzata.  “Continuiamo a non capire, precisa Zarone, i motivi di tanta insistenza da parte di Moccia, nonostante i nostri ripetuti “no” confermanti anche dal consiglio dei minsitri a cui lo stesso Moccia si era rivolto. Per noi il discorso è chiuso, definitvamente e consigliamo a Moccia di cercare altrove possibili siti dove delocalizzare.  L’educazione ricevuta dai nostri padri ci ha inseganto a non insistere per entrare in casa altrui quando si capisce di non essere graditi”.

Vairano Patenora - Omicidio Casparrino, parlano i testimoni vairanesi

Bartolomeo Casparrino
vairano patenora. Omicidio Casparrino, ascoltati cinque testimoni fra cui Anna Soleo e l’avvocato Pasquale Di Pietrantonio. Proprio lui ha spiegato le ragioni per la presenza di una somma di denaro così importante all’interno della ‘abitazione. Si trattava di oltre 50mila euro che rappresentavano la metà dei risparmi dei coniugi Casparrino (madre e padre del bidello). Una cifra che fu divisa fra Lucia (la madre di Bartolomeo) e il marito quando decisero di vivere separatamente.  Fu proprio l’avvocato Di Pietrantonio a curare l’accordo fra i due coniugi. Probabilmente, quindi, il bidello confidò alla sua amica romena la presenza della grossa somma di contanti. E questo fu la sua condanna a morte.
L’altra testimone, Anna Soleo, ha ripercorso invece i racconti che il bidello le confidava, confermando che l’uomo più volte gli aveva raccontanto delle richieste di denaro che arrivavano dall’immigrata. Si tornerà in aula il prossimo 12 dicembre quando, probabilmente, sarà ascoltato Claudius Dumitrescu che dovrà raccontare le informazioni in proprio possesso relative alla rapina che portò alla morte del bidello vairanese. Nell’udienza scorsa fu ascoltato  Eduard Razvan - uno dei tre carnefici - che si difese affermando che ha partecipato alla rapina ma al momento dell’omicidio era in un’altra stanza per tenere a bada la vecchia. L’imputato ha raccontato dettagli agghiaccianti di quella terribile notte.  Il racconto  è avvenuto durante l’udienza di ieri. Razvan  ha spiegato la sua versione dei fatti, secondo la quale lui e un altro complice, pur presenti nell’abitazione del 50enne Bartolome Casparrino, non avrebberopreso parte in alcun modo all’omocidio.
Loro, ha precisa Trinca, cercavano i soldi e tenevano a pada l’anziana madre del bidello. Ad uccidere l’uomo sarebbe stata un certo Cosmin. Un autentico fantasma visto che non si è mai riuscito ad individuare. La prossima udienza è stata fissata fra una decina di giorni quando saranno ascoltati altri imputati. Il bidello Bartolomeo Casparrino  fu uscciso per soffocamento, probabilmente con un cuscino pressato sul viso. Per legarlo e immobilizzarlointervennero almeno due persone. L’uomo lottò e tentò disperatamente di difendersi. Fu picchiato e maltrattato. L’agonia durò fra i quattro e sei minuti.  Tre degli imputati sono stati già assolti durante l’udienza preliminare perchè riconosciuti innocenti. Dovranno affrontare il processo, invece, Razvan Eduard Uretu , Alexandru Onofreiciuc,  Ciurea Alexandru, Nicoleta Stefan, Ionel Sandu e  Romulus Trinca.  Fra gli imputati,  Razvan Eduard e Romulus Trinca sono gli unici ad aver confessato la partecipazione all’azione criminale

Pignataro Maggiore - Abusava di una bambina, l'orco trasferito nel carcere di Brescia

pignataro maggiore. Per molti anni avrebbe abusato di una bambina. Dopo l’arresto e dopo diversim esi trascorsi nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, Claudio Evangelisti, è stato trasferito nella casa circondariale di Brescia. E’, infatti, quella Procura che sta indagando e che chiede il processo dell’indagato.
La storia
Da quando aveva otto anni avrebbe subito continui abusi sessuali da parte del compagno della madre. Solo dopo alcuni anni, crescendo, avrebbe trovato la forza di denunciari l’uomo. Determinante, per la  vittima,  l’aiuto da parte del fratellino.  Con l’accusa di abuso su minore è stato arrestato Claudio Evangelisti, agente di commercio di 57 anni. I fatti che hanno condotto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere l’uomo, sarebbero accaduti a Brescia. Proprio il tribunale di Brescia ha emesso l’ordine di arresto eseguito, qualche giorno fa, dalla Questura di Caserta. L’accusato, a Pignataro Maggiore, non sarebbe molto conosciuto perchè il sui lavoro lo portava spesso fuori, specialmente al nord dove aveva conosciuto la donna con la quale aveva deciso di convivere.
Secondo l’accusa però le morbose attenzioni diEvangelisti si dirigevano anche verso la piccola figlia della donna. Attenzioni e abusi che sarebbero continuati per lungo tempo.
In umeri
Il 70% degli abusi sessuali sui minori avviene in famiglia.  Allenatori sportivi, sacerdoti, baby sitter, medici curanti, ma soprattutto i membri della famiglia, specie quella allargata. Sono questi gli autori delle violenze sessuali verso i minori.  Non prendere le caramelle dagli sconosciuti non sembra invece una raccomandazione che basta, visto che solo il 23% degli abusi è ad opera di persone non conosciute. Il lupo di cappuccetto rosso è sempre in agguato. Dalla bambina piccolissima all’adolescente, una su cinque in Italia è vittima di un abuso sessuale.  E l’abuso va dai palpeggiamenti al rapporto vero e proprio, all’esibizionismo, alla pornografia via Internet. E aumenta l’abuso, premeditato, da parte del branco

venerdì 18 novembre 2011

Frasso Telesino - Abusa della figlia per 16 anni, lei lo incastra con il registratore

In una cassetta audio le prove delle avance
FRASSO TELESINO - Abusa della figlia per 16 anni, lei registra una cassetta e lo incastra. I maltrattamenti subiti anche dalla madre e dai fratelli. L'uomo, un 62enne, è detenuto nel carcere di Benevento. In una cassetta audio le prove delle avance

Sedici anni di silenzio e di continue violenze sessuali. L’orco, come spesso accade, era tra le mura domestiche. Solo a 26 anni, con l’aiuto del fidanzato e della psicologa, è riuscita a denunciare ai carabinieri il padre per gli abusi subiti dall’età di 10 anni. L’uomo, un 62enne di Frasso Telesino, approfittava dell’assenza della madre e degli altri fratelli per costringerla a compiere e a subire atti sessuali. La vittima aveva registrato le violenze con un'audiocassetta che non aveva mai avuto il coraggio di far ascoltare a nessuno.



LE RICHIESTE DI AIUTO - La giovane aveva provato anche a chiedere aiuto alla madre, ma le sue invocazioni erano rimaste inascoltate. Solo quando si è rivolta ai carabinieri, il muro di omertà è crollato. La moglie, infatti, ha testimoniato dei continui maltrattamenti subiti da lei stessa, violenze che non aveva mai trovato il coraggio di denunciare. Gli altri fratelli hanno raccontato poi di essere stati picchiati a loro volta dal padre, in tenera età. Ora l’uomo è detenuto nel carcere di Benevento su ordinanza del gip del tribunale sannita. È accusato di violenza sessuale nei confronti della figlia e maltrattamenti in famiglia nei confronti della moglie e degli altri due figli. (Tratto dal CorMez)

Ailano - Il "bunga bunga" dell'imprenditore

ailano. L’imprenditore Giovanni Malinconico risponde alle domande dei giudici e respinge tutte le accuse. Tutti i soldi versati per le sponsorizzazioni alla squadra di calcio  e per i concerti sono sempre stati tutti regolarmente contabilizzati. I difensori dell’imprenditore - gli avvocati Giuseppe Stellato, Ernesto De Angelis e Giovanna Mastrati - ora ricorerranna ai giudici del riesame per tentare di riportare in libertà il proprio assistito che - durante l’interrogatorio avvenuto ieri nel carcere di Santa Maria Capua Vetere - ha respinto ogni accusa.

La curiosa telefonata del “bunga bunga”
Nel maggio  del 2008 venne intercettata una simaptica telefonata fra l’imprenditore Giovanni Malinconico e il suo fidatissimo amico di Castello Matese, Achielle Natalizio. In quella conversazione si parla anche di ragazze e di “cinque zoccole”.
Giovanni Malinconico chiama Achille Natalizio ed i due interlocutori conversano inizialmente della dieta che sta facendo Malinconico, di un incontro che si terrà il giorno 08 giugno con cinque importanti cuochi al quale parteciperanno gli interlocutori, nonché della relativa prenotazione e quota di partecipazione.
Con la lettera G si  riferisce a Giovanni MALINCONICO (chiamante)  mentre la lettera A identifica  Achille NATALIZIO (chiamato)
G: Tu hai fatto cose buone con quelle amiche tue?
A: Ti do la parte mia e...
G: Si, si, si, la parte tua...Ma hai fatto cose buone con queste zoccole?
A: Ho avviato per la possibilità di trasformare.
G: Ah, ah, ah.
A: No, però poi stasera ho dovuto fare un incontro politico, perché mi ha chiamato l'assessore all'Agricoltura Cozzollino, voleva parlare con me e quindi ho parlato con Andrea di una serie di questioni, invece le femmine (ndr. le donne oppure Le Femmine cognome) avevo parlato prima. Va be', poi parliamo da vicino.
G: Va be', parliamo da vicino.
A: Due argomenti differenti insomma.
G: Va bene, va bene, va bene. La politica la fai tu...(incomp. - disturbo sulla linea)...
A: Ci sentiamo domani.
G: Io devo recuperare. Ciao ciao.
A: Ciao.

Alife - Cimitero e nuovi loculi, scattano le denunce

Il municipio di Alife
alife.  I costi legati ai nuovi loculi del cimitero continuano a generare polemiche e malumori fra i cittadini.
Da tempo, tanti residenti che hanno regolarmento stipulato contratto con la ditta costruttrice della nuova ala del camposanto, lamentano un aumento ingisutificato dell’importo pattuito. Inoltre si lamenta un doppio pagamento dell’iva. Nei giorni scorsi, una famiglia alifana avrebbe chiesto all’impresa la consegna delle chiavi della strututra cimiteriale già dda tempo ultimata. La ditta avrebbe opposto alla richiesta il mancato pagamento dell’ultima parte del prezzo che si aggirerebbe intorno ai 2mila euro. I titolare dei loculi, avrebbero chiarito che quella parte sarà pagato solo dopo che saranno concluse le verifiche sulla vicenda e che quell’importo comunque non era dovuto. Dopo essere andati inc omuni per chiedere al Rup, dottoressa Corbi, di intervenire per convicere l’impresa a desistere dalle richieste avante verso i cittadini, qualcuno si sarebbe recato a Piedimonte Matese dove avrebbe esposto i fatti al comando della guardia di finanza. Ora saranno, probabilmente, proprio le fiamme gialle matesine a fare chiarezza sulla questione che appare molto ingarbugliata.

Raviscanina - Rifiuti, sotto processo Masiello

Ermanno Masiello
raviscanina.  Discarica abusiva. Il sindaco Ermanno Masiello finisce sotto processo. Sul primo cittadino di Raviscanina pende l’accusa di reato ambientale. I fatti risalgono al 10 dicembre del 2008. I carabinieri della compagnia di Piedimonte Matese scoprirono una discarica abusiva di circa 100 metri quadrati in località Rave in cui furono trovati ben 2mila metri cubi di rifiuti speciali quasi completamente carbonizzati.
Il tutto, secondo l’accusa mossa dalla Procura sammaritana, avvenne senza alcuna autorizzazione.
Secondo la tesi difensiva, invece, il Comune aveva individuato un sito di stoccaggio provvisorio in cui sversare i rifiuti così come richiesto dal commissario straordinario Guido Bertolaso durante il periodo dell’emergenza rifiuti. L’area interessata fu poi bonificata. Ad ogni modo, i militari, a seguito del sopralluogo, inviarono gli atti alla Procura e il sindaco si trova ora alla sbarra. Pochi giorni fa si sarebbe dovuta svolgere una udienza del procedimento penale a carico della fascia tricolore presso il tribunale monocratico del capoluogo matesino.
A causa dell’astensione degli avvocati, il giudice ha rinviato la discussione al 17 aprile 2012 per il prosieguo dell’istruttoria dibattimentale. L’imputato è difeso dal noto penalista, Giuseppe Stellato.
Si attende ora con interesse la continuazione del processo per capire realmente come andarono le cose.  Sono diversi, in tutta la provincia i sindaci finito a giudizio per le scelte attuate durante l’emergenze legate immondizia.
Francesco Mantovani

Vairano Patenora - Comunali, rinunciano già in due



giovanni robbio
vincenzo cortellessa
vairano patenora.  Alle prossime comunali, quelle che inprimavera condurranno al rinnovo del consiglio comunale, non vedranno, in campo, due figure di primo piano dell’attuale amministrazione vairanese.
Infatti, il sindacoGiovanni Robbio, ha già fatto sapere che la sua esperienza politica finisce con questa sindacatura e che per motivi di lavoro non si ripresenterà.
Anche l’assessore Vincenzo Cortellessa sembra prendere le distanze dai giochi di potere. L’avvocato, infatti, più volte, avrebbe manifestato l’idea di ritirarsi. Anche lui per motivi  professionali.
Il medico bartolomeo Cantelmo potrebbe essere l’uomo della svolta nella politica Vairanese.
Potrebbe essere lui il candidato sindaco capace, alla prossima primavera, di  cambiare pagina in un copione che si ripete ormai da troppi anni e che vede sempre gli stessi attori calcare la stessa scena. Probabilmente, le prossime elezioni serviranno per capire se il popolo vairanese è davvero maturo per quel salto di  qualità  per riuscire ad “autodeterminarsi”. Già, infatti,  il municipio vairanese negli ultimi venti anni è apparso più come un feudo dove pochi hanno gestito il potere.
Non solo  “i sovrani” sono stati sempre gli stessi ma anche i “cortigiani” non sono mai cambiati. Così capita che gli assessorei, in gran parte sono stati per lungo tempo sempre i soliti, così come i consiglieri. Negli utlimi mesi però spira un vento nuovo che potrebbe anche portare ad un cambiamento radicale nel  modo di fare poltica in città. Cantelmo, probabilmente, pur non rappresentando la novità assoluta potrebbe tuttavia essere già un buon segnale di rottura con un passato capace di produrre tantissime “scorie” e pochi benefici. 

Piedimonte Matese - Truffava commercianti, denunciato



Piedimonte Matese - E’ stato smascherato dalle indagini dei Carabinieri, si tratta di G.R. 50enne di Piedimonte Matese, il quale venuto in possesso di un carnet di assegni poi risultato di provenienza furtiva, faceva acquisti di vario genere presso attività commerciali ubicate tra Piedimonte ed altri comuni dell’alto casertano. Per non dare sospetti, il 50enne faceva acquisti spendendo somme di denaro non troppo elevate, al massimo tra i cento e i duecento euro. Quando i commercianti truffati, andavano ad incassare l’assegno presso Istituti Bancari, scoprivano che l’assegno risultava rubato e quindi impossibile da riscuotere. Così i Carabinieri si sono messi in azione e attraverso anche foto segnaletiche fatte visionare alle vittime, sono riusciti a risalire all’identità del truffatore che è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere per i reati di Falsità in scrittura privata, truffa aggravata e ricettazione. Le indagini comunque non possono ritenersi concluse e già nei prossimi giorni non si escludono ulteriori sviluppi, gli inquirenti infatti sono convinti che il 50enne possa essersi reso responsabile di altri fatti analoghi anche in altri territori del casertano e delle province limitrofe. Nelle ultime ore, oltre alla denuncia scattata nei confronti dell’autore delle truffe, nel corso di una operazione predisposta dalla Compagnia di Piedimonte Matese e condotta dai militari delle Stazioni di Piedimonte, Alvignano, Alife, Ailano, Prata e Capriati al Volturno, congiuntamente al personale del Nucleo Operativo e Radiomobile e unità cinofile per la ricerca di armi e droga, sono state eseguite una serie di perquisizioni domiciliari e controllati otto pregiudicati attualmente sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari.

giovedì 17 novembre 2011

Ailano - Natalizio sempre "presente" negli "affari" di Malinconico


ailano. Ad ulteriore testimonianza dell’interessamento di Achille Natalizio  nelle vicende riferibili all’imprenditore Giovanni Malinconico è eloquente  la conversazione- intercettata-  intercorsa tra i due dopo una cena. L’imprenditore, infatti, raccontando lo svolgimento della cena al Natalizio, narrava la richiesta fatta dal parroco per la realizzazione di una piscina, nonché del contributo di 3.000,00 euro per la partecipazione di Katya Ricciarelli ad un concerto a Villa Literno. Con la letterà A la Procura riporta le frasi attribuite ad Achielle Natilizio: con la lettera G trascrive quanto affermato da Giovanni Malinconico.
M: ...ieri sera, alle undici meno un quarto guardai l'orologio e stavo ancora là, alla casa del Prete. Una chiavica... io poi... mangiai...
A: ah, ah, ah..
M: I vini che produce lui... eh..
A: ah..ah...ah...buono..
M: Mezzo dito
A: ...il vino del contadino....inc...
M: No, il giudizio... il giudizio che gli davamo con Enrico: buono!! ....un altro Ingegnere: ottimo!!
A: Ottimo eh...inc...
M: ..veramente, veramente  dissi: siete un buon vinificatore, Padre.
A: (ride)
M: ...la riunione viene...si vogliono far fare la piscina all'oratorio!!
M: e a parte il contributo per KATYA RICCIARELLI là no...
A: eh...eh...
M: quello della manifestazione....
A: eh...
M: Tremila benedetti euro!!
A: e quelli sono sempre benedetti!!
M: ... e poi l'oratorio...poi... vuole fare questa piscina all'oratorio profonda mezzo metro... settanta centimetri... Ho detto: compriamo una vasca e gliela mettiamo padre....
A: (ride)
M: che piscina...
M: cose da pazzi, cose da pazzi...
A: Cose da pazzi, cose da pazzi...
M: E' un prete che pensa agli affari!!
A: va buono
M: ...non aveva l'abito talare...non teneva niente...Va buono ci sentiamo un altro giorno...
A: ciao caro...
M: Ciao...
Nonostante il disappunto manifestato Malinconico manteneva fede agli impegni e dava  mandato ai suoi dipendenti affinché si adoperassero per reperire una piscina che corrispondesse alla caratteristiche richieste.

Alife - Reddito di cittadinanza, ecco i "fortunati"

Giuseppe Avecone
alife.  Assegnato il contributo mensile del reddito di cittadinanza, IV annualità, ai ventitre cittadini di Alife che hanno fatto richiesta. L’importo è di euro 350,00 al mese per tre mesi, corrispondente ad una somma  totale di euro 1050,00 cadauno, che, moltiplicata per ventitre, quali sono i nuclei beneficiari del contributo, produce un importo di euro 24.150,00.
Questi i fondi che arrivano  per  la cittadina di Alife, uno dei venticinque comuni interessati a tale reddito, per i quali la Regione ha stanziato complessivamente 300 mila euro.
I cittadini beneficiari, residenti nel comune di Alife,  sono: Rossi Concettina, Gaetani Giuseppe, Amato Pierina, Chiappetta Rodolfo, Rao Francesco, Maietta Maria Santa, Alfano Piscopo Silvestro, Sparano Francesco, Cerrone Maria Sista, De Vizio Antonio, Di Lello Pietro, Conte Ortenzio, Ginocchio Eufrasia, D’Angelo Robertina, Viscusi Giorgio, Califano Pierina, Offreda Luciano.
La determina prevede, inoltre, di liquidare ad altri sei cittadini il contributo di 350,00 euro solo per due mensilità, poiché già hanno usufruito di una, sotto loro richiesta, per istantanea necessità; si tratta di: Di Caprio Gianluigi, De Martinis Petronilla, Marzocchi Anna, Filia Elena, Benevenia Rosa Anna e Fatone Rita. 
Uno dei maggiori sostenitori di questo contributo è un geniale studioso e filosofo, Giacinto Auriti, il quale ha teorizzato il valore indotto della moneta, che lo condurrà all’elaborazione di una proposta di legge sulla proprietà popolare della moneta e il reddito di cittadinanza presentata al Senato della Repubblica. “L’uomo - scrive Giacinto Auriti - ha diritto a vivere e a ricevere il reddito di cittadinanza anche se non svolge un’attività lavorativa perché crea il valore dei beni di cui ha bisogno”. 
Michela Vigliotti

San Gregorio Matese - Discarica abusiva, sotto processo l'ex sindaco

San gregorio matese.  Cattiva gestione di una discarica. Ex sindaco e imprenditore di San Gregorio Matese finiscono alla sbarra. Secondo la Procura sammaritana, il 54enne Filomeno Ferritto e il 51enne Emilio De Lellis, rispettivamente in qualità di primo cittadino e legale rappresentante della ditta “Shower” incaricata della compattazione e della ricopertura con terreno dei rifiuti conferiti al sito comunale preposto, gestivano, in località Grotte, una discarica non autorizzata di rifiuti pericolosi. In particolare, consentivano lo stoccaggio di un quantitativo di spazzatura almeno il doppio rispetto al volume di progetto fissato in 6mila metri cubi e autorizzato dalla Regione Campania. I pubblici ministeri sostengono, inoltre, che tali materiali provocavano danni all’ambiente poiché emanavano esalazioni maleodoranti oltre al fatto che gli stessi fossero a contatto diretto con la roccia carbonatica. Ferritto e De Lellis sono anche accusati di aver lasciato che il percolato prodotto dalla discarica finisse nelle acque superficiali per poi smaltirlo senza alcuna autorizzazione. Per quanto riguarda l’ex fascia tricolore, i pm ravvisano l’aggravante di aver commesso il fatto in violazione dei doveri inerenti alla pubblica funzione di sindaco e di ufficiale sanitario del territorio. I fatti accaddero a San Gregorio Matese fino al 24 maggio del 2006. L’altro ieri si sarebbe dovuta celebrare una nuova udienza del procedimento a carico degli imputati presso il tribunale monocratico di Piedimonte Matese. L’astensione degli avvocati ha fatto slittare la causa al 17 aprile 2012. Ferritto è assistito dal penalista Giuseppe Stellato, mentre De Lellis è difeso dall’avvocato Ercole Di Baia.
Francesco Mantovani

Dragoni - Cede il pavimento della palestra, scattano i sigilli

Bruno Pagliaro
Dragoni. Il pavimento della palestra sprofonda. L’ispettore sigilla la strututra. Non solo per la questione legata al pavimento ma per una serie di altri problemi che pesano sulla struttura realizzata circa dieci ani fa nella frazione di Maiorano di Monte. Una scuola nata male, realizzata ancor peggio e senza manutenzione. Alcuni genitori riferiscono  che ad ogni pioggia  il personale deve “arrangiarsi” con i secchi per evitare che l’acqua finisca sul pavimento. L’impianto elettrico sarebbe al limite della sicurezza. Le aule tutte rivolte a nord non hanno luce ne calore.
Insomma, bisognerebbe rifare ex novo una strututra - voluta dall’allora sindaco Bruno Pagliaro, attuale assessore ai lavori pubblici,  che costò oltre un miliardo di vecchie lire.  Una scuola che venne subito definita una cattedrale nel deserto perchè sproporzionata rispetto alle reali esigenze della piccola frazione che può garantire mediamente una ventina di alunni.
Per questa ragione il plesso, oltretutto, rischia la chiusra da parte della direzione didattica proprio per carenza di alunni. Un buon amministratore, all’epoca, avrebbe realizzato un progetto più contenuto risparmiando soldi pubblici evitando così inutili “ingrassamenti”.

Teano - Verso le comunali, Corbisiero punta alla fascia tricolore

Carmine Corbisiero
teano. Mentre l’attività amministrativa della città sembra  attraversare un fase di stallo, si infiamma lo scenario politico locale, in vista  del rinnovo del consiglio comunale.
Il consigliere di minoranza, Carmine Corbisiero correrà per la fascia tircolore. Questa volta non cederà il passo, così come fece la volta scorsa in favore di Emiddio Scoglio.
L’amministrazione sidicina “volge al termine”. Le prese di distanza - anche di importanti assessori - sono già evidenti. La successione all’attuale sindaco - Raffaele Picierno - è una sfida già cominciata. Da un lato, quello dell’attuale governo, sembra esserci Gianpaolo D’Aiello, mentre dall’altro, inqualità di sfidante, potrebbe trovarsi Carmine Corbisiero.  Lui non fa mistero delle proprie aspirazioni anche perchè, dice, è l’unico che veramente fa opposizione presidiando sistematicamente la casa municipale. L’attuale vice sindaco della città sidicina, starebbe gestendo - di fatto - la macchina amministrativa teanese come vero sindaco. Una gestione che il numero due della giunta guidata dal sindaco Raffaele Picierno, ha attuato durante il periodo in cui il primo cittadino è stato lontano dalla gestione della cosa pubblica, per motivi di salute.  In realtà, secondo tante indiscrezini raccolte negli ambienti politici locale, Picierno non ha ancora irpreso - pienamente - il controllo della gestione, lasciando così ancora campo libero al suo numero due, l’avvocato Gianpaolo D’Aiello.
Nelle file dell’attuale opposizione, oltre che Corbisiero, starebbe lavorando per essere sindaco anche Roberto Conca.

Pietramelara - Appalti e camora, la "profezia" di Andrea De Ponte

Il sindaco Luigi Leonardo
pietramelara. In un consiglio comunale di qualche  mese fa, il consigliere comunale Andrea De Ponte, capogruppo di “Uniti per Rinascere” attaccò l’amministrazione comunale accusandola di non vigilare sull’affidamento delle gare. De Ponte annunciò, in una sala gremita, che oramai la camorra ha messo mano sui lavori pubblici a Pietramelara.
La reazione del sindaco Luigi Leonardo, alle accuse di De Ponte, fu secca: “lei, consigliere, se sa cose che riguardano la Procura, allora vada in Procura”.
Ironica, ma efficacissima, fu la replica del consigliere di minoranza: “queste figure di cui io parlo sono già state arrestate ed entrano già in diverse inchieste. Quindi la Procura già conosce quello che lei non sa”.
Questa fu la discussione in quell’assemblea; ora, prò, arrivano le inchieste della magistratura con arresti eccellenti. Nelle ordinanze emesse dalla Procura di Napoli si legge, ad esempio, che qualche impresa - che sta eseguendo lavori a Pietramelara  - è  espresione diretta delle maggiori e più pericolose famiglie camorristiche dell’agro aversano. Ora, quindi, quelle parole di De Ponte andrebbero rilette, dall’amministrazione comunale, nella giusta prospettiva.

Riardo - Cimitero, dopo la denuncia scatta il bando di gara

L'assessore Ermanno Palumbo
riardo.  Gestione dell’illuminazione all’interno del cimitero riardese. Scatta l’inchiesta dei carabinieri della stazione di Pietramelara, competente per territorio. Dopo la denuccia scatta la procedura che porterà alla gara per assegnare la gestione delle lampade votive all’interno del camposanto riardese.
Il comune ha previsto un introito maggiore, rispetto al passato, che dovrebbe ammontare a circa 5mila euro per ogni anno. Finora, invece, nelle casse del comune sono entrati poco più di mille euro l’anno.
Sarebbe stato un preciso esposto - sembra a firma di un consigliere di minoranza del comune di Riardo - a scatenare l’indagine dei militari dell’arma. Il blitz scattato lo scorso fine ottobre sembra essere articolato in due fasi. La prima si è concretizzata con un sopralluogo presso la struttura del camposanto riardese dove i carabinieri, agli ordini del maresciallo Pasquale Mariano, avrebbero accertato la presenza della ditta e identificato i lavoratori in quel momento impegnati per la sistemazione e la gestione delle lampade votive. Secondo quanto sarebbe stato scritto nel ricorso la presenza della ditta all’intero del cimitero riardese sarebbe del tutto illegittima perchè carente  dell’adeguata procedura di affidamento.
Secondo chi ha firmato l’esposto nel 2005 il sindaco, Angelo Izzo, avrebbe firmato un’ordinanza con cui si autorizzava la ditta a continuare la gestione delle lampade votive, nonostante la scadenza del contratto.
Successivamente, l’ordinanza però sarebbe stata ritirata e l’ufficio tecnico del comune avrebbe ricevuto mandato per indire gara pubblica per l’affidamento del servizio.
Dopo sei anni però nessuna gara sarebbe stata mai indetta. Ora sembra essere tutto pronto, quasi come per miracolo, per la nuova gara. Sarò la Procura ora, a chiarire ogni aspetto della vicenda.

Vairano Patenora - Puc, Robbio: entro marzo sarà operativo

Il sindaco Giovanni Robbio
Vairano Patenora.  Puc, la procedura riparte e il sindaco Giovanni Robbio, assicura: sarà legge entro marzo.
“Abbiamo approvato e pubblicato il Puc, alcuni mesi fa. Nel prosieguo del procedimento, la stessa Regione Campania, ci ha invitato ad adeguarci alla nuova normativa (entrata in vigore lo scorso agosto).  Abbiamo presa visione quindi delle nuove regole e, spronati  pure da una nota del presidente della provincia di Caserta, Domenico Zinzi, abbiamo annullato la vecchia delibera del piano urbanistico comunale. Quasi contemporaneamente abbiamo fatto ripartire la procedura che ora si svolgerà  secondo le nuove regole. Fra sessanta giorni il municipio dovrà prendere atto delle osservazioni dei cittadini (quelle già pervenute restano valide e saranno considerate  al pari delle ulteriori che potrebbero giungere). Dopo i sessanta giorni il Puc eventualemnte modificato in base alle osservazioni prodotte sarà presentato agli organi sovracomunali competenti per le autorizzazione previste.
Una volta completato l’iter e recepite le eventuali osservazione della provincia lo strumento arriverà in consiglio comunale  per l’approvazione definitiva. Successivamente sarà pubblicato sul bollettino ufficiale e diventerà esecutivo”.  
Lo afferma ils indaco Giovanni Robbio che indica nel mese di marzo 2012 la data per la possibile entrata in vigore del nuovo Puc vairanese.  

Vairano Patenora - Organo monumentale, Don Luigi in cerca di nuovi fondi

Don Luigi De Rosa
 vairano patenora.  “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto .
Fedeli carissimi, è con queste parole di Gesù, trasmesse a noi dall'evangelista Matteo, che mi rivolgo nuovamente a voi per sensibilizzare la nostra comunità parrocchiale alla realizzazione delrtngano a carme per la aoi>ua bella chiesa. Al di là, delle comprensibili perplessità che tale acquisto ha suscitato, non posso evitare di evidenziare quanto è stato fatto per questo ambizioso progetto. La generosità della parrocchia ancora una volta non è stata smentita. Il quarto precetto generale della Chiesa "sovvenire alle necessità della Chiesa, contribuendo secondo le leggi o le usanze ", che ci chiede di fare le offerte stabilite dall'autorità o dall' uso, per il conveniente esercizio del culto ha ricevuto piena risposta dai fedeli e nella conclusione del decimo anniversario della dedicazione della chiesa parrocchiale dei Santi Cosma e Damiano in Vairano Scalo, si realizza il sogno di impreziosirla con un organo a canne monumentale di grande valore che in questi giorni possiamo ammirare durante l'installazione in chiesa. L'organo a canne è uno strumento musicale che ad oggi resta misterioso ai più, ma che fin dai tempi più antichi ha ornato le nostre chiese. Un potente mezzo di preghiera e di elevazione spirituale. Tra tutte le opere d'arte che impreziosiscono le nostre chiese, l'organo è forse il vero trait d'union tra il terreno e il Divino. Infatti, nessun'altra espressione artistica riesce ad emozionare l'animo umano come sa fare la musica e, se uniamo a questa enorme potenzialità tutta la forza sonora ed emotiva che solo l'organo è in grado di sprigionare, otteniamo un qualcosa che oltrepassa prepotentemente i limiti che la natura umana ci impone. L'uso dell'organo per accompagnare il canto può sostenere le voci, facilitare la partecipazione e rendere più profonda l'unità dell'assemblea.
Difatti la musica, come la pittura, hanno nella Chiesa una funzione essenzialmente ministeriale nel culto divino. Perciò la musica sacra è tanto più santa quanto più strettamente è unita all'azione liturgica, sia dando alla preghiera un'espressione più soave e favorendo l'unanimità, sia arricchendo di maggiore solennità i riti sacri.
L'organo ha una sua caratteristica particolare. L'appello accorato che sento di rivolgere alla comunità è quello di continuare a condividere e sostenere tale progetto.
Nei prossimi giorni, un comitato costituito per la realizzazione dell'organo a canne, verrà a visitarvi per farvi richiesta di un libero contributo economico per la realizzazione dello strumento. Sarà un ulteriore gesto per incidere nella storia della comunità parrocchiale e promuovere la cultura sul territorio, che nella musica trova una espressione fondamentale. Di cuore, tutti vi benedico”.
Questo il documento, a firma del parroco don Luigi De Rosa,  che tanti  cittadini della  Frazione Scalo hanno ricevuto e, forse, riceveranno nei prossimi giorni. Una scelta, quella di Don Luigi, che continua a far discutere la collettività divisa fra “fedelissimi” e “avversari”.

mercoledì 16 novembre 2011

Ailano - Stamattina (17 novembre) Malinconico sarà davanti al Gip per l'interrogatorio



Ailano - Questa mattina (17 novembre 2011) l'imprenditore Giovanni Malinconico, assistito dallo studio legale Giuseppe Stellato, sarà davanti al giudice per l'e indagini preliminari per l'interrogatorio. Ieri (16 novembre 2011), invece, è stato ascoltato dallo stesso Gip l'ex sindaco di Villa Literno, Enricdo Fabozzi.
Ha risposto alle domande del gip Alberto Capuano il consigliere regionale ed ex sindaco Pd di Villa Literno Enrico Fabozzi, arrestato ieri. Fabozzi ha cercato pero' di dimostrare di non aver fornito appoggio esterno ai Casalesi, favorendo un 'sistema' di potere basato sul voto in cambio di appalti a imprenditori amici del clan. Durante l'interrogatorio e' stato assistito dai legali Mario Griffo e Umberto Del Basso De Caro, anche lui consigliere regionale. Per l'accusa, presente il pm Antonello Ardituro. Fabozzi avrebbe spiegato di essere stato vittima di intimidazioni e che gli atti minatori subiti (tra l'altro, al cancello della sua abitazione fu messa una testa di maiale mozzata) hanno fatto seguito al suo rifiuto di incontrare i vertici della fazione del boss Domenico Bidognetti. L'ex primo cittadino ha sostenuto che documentazipone esistente presso il Comune di Villa Literno dimostra l'assenza di assegnazioni di lavori pubblici a soggetti imposti o suggeriti da malavitosi. Ha poi spiegato che con Nicola Ferraro, ex consigliere regionale Udeur arrestato in un a indagine analoga, ha avuto soltanto rapporti politici e, in alcuni casi, di forte contrapposizione, anche perche' militanti in partiti diversi. Ha poi specificato che Ferraro aveva un credito di 500 mila euro nei confronti del Comune maturato in precedenti gestioni e che ha dovuto ricorrere alle vie legali per contrastare la sua resistenza a pagare, nonostante il riconoscimento giudiziale del credito. A sua difesa ha anche citato che Villa Literno e' anche stato l'unico caso in provincia di Caserta di amministrazione sciolta per infiltrazioni e poi reintegrata a seguito di decisione del Tar. I legali di Fabozzi depositeranno un ricorso al Riesame sulla misura cautelare e non escludono di chiedere un nuovo interrogatorio al pm per chiarire i fatti contestati e per produrre copiosa documentazione.

AILANO - Malinconico, Natalizio e Fabozzi... parlano al telefono



Achielle Natalizio
Enrico Fabozzi
ailano. Le attività tecniche hanno inoltre evidenziato l’esistenza di forti legami, personali e politici, tra Fabozzi  Enrico, Ferraro Nicola e Natalizio Achielle, nonché tra lo stesso Natalizio e l’imprenditore Giovanni Malinconico.  Dalla conversazione che segue, registrata in data 2 Ottobre 2007 emerge come FABOZZI e NATALIZIO oltre ad avere interessi comuni collegati all’appoggio lettorale per il partito democratico, sono interessati a che Giovanni MALINCONICO, amico del NATALIZIO, dia  inizio ai  lavori in Villa Literno.

F: FABOZZI Enrico -  N: NATALIZIO Achille

N: pronto?
F: presidente buongiorno!
N: Enrico...
F: come state, dove state....?
N: Sempre a Napoli...a Napoli
F: State a Napoli da voi o a Napoli in giro?
N: A Villa Literno che si dice?
F: E a Villa Literno la campagna va bene!
N: Per i voti come va?
F: ...eh, la campagna va bene...abbiamo fatto una riunione domenica sera insomma ... così non molto... diciamo con un pò di passa parola ci stava 130-140 persone....
F: Mò vediamo se posso organizzare una cosa verso sabato o domenica...
N: eh....
F: Una cosa da riempire il cinema....
N: va bene....
F: ...e poi stiamo lavorando... ognuno... dobbiamo portare la gente a votare ... dobbiamo portare un migliaio di cristiani a votare...eh...
N: E' certo...questo è il problema....
F: va bene... senti ma... Giovanni (MALINCONICO Giovanni n.d.r)sta malato? ...che ...inc...
N: No, è stato una settimana, dieci giorni... una settimana a letto...per mezzo della bronchite... che ne sò?
F: Eh...
N: però oggi si è alzato, ieri si è alzato... tutto a posto...
F: ...no, perchè insomma c'è la necessità di mettere mano, insomma!....
N: Va buono, va buono....va buono...
...i due si salutano.

Ailano: Il pentito Di Caterino: Malinconico è un'impresa di Iovine

L'imprenditore Giovanni Malinconico
ailano. Il collaboratore di giustizia, Emilio Di Caterino, spiana la strada all’inchiesta. In  ordine invece all’appalto vinto da Malinconico ed alle imprese aggiudicatarie rendeva precise dichiarazioni da cui emergono gli interessi di Iovine Antonio e Zagaria Michele: “Posso esemplificare facendo riferimento all’appalto aggiudicato a Villa Literno dall’impresa Malinconico per la realizzazione di attività di riqualificazione della cittadina. L’appalto è difatti di circa 10 milioni di euro e la somma estorsiva è stata quantificata nella cifra di 300 mila euro. La trattativa è stata condotta da Iovine Antonio, in quanto molto amico di Malinconico, nonostante che Villa Literno sia territorio bidognettiano”.
Ed ancora, precisazioni in ordine a tale appalto ed alla somma versata al clan dalla impresa aggiudicataria, vengono rese in un successivo interrogatorio :
“L’impresa Malinconicoè notoriamente una impresa di Iovine per cui questi fece sapere che avrebbe provveduto lui a garantire al clan Bidognetti la somma in percentuale sul lavoro. Malinconico avrebbe dovuto pagare 300 mila euro al clan Bidognetti. I primi 20 mila furono portati a due referentio del clan poi sarebbero state pagate rate di 10 mila euro al mese.
Per essere più preciso, posso dire che immediatamente dopo l’estate del 2006 noi avemmo notizia dell’aggiudicazione di questo grosso appalto; Cirillo  me ne parlò dicendomi che se l’era aggiudicato Malinconico  e che si trattava di una ditta di Iovine”.
Il collaboratore di giustizia parla poi dei lavori di pulizia del fiume Volturno nel territorio di Cancello e Arone: “Malinconico  ha vinto un grosso appalto a Cancello Arone per la riqualificazione del fiume Voltruno. Ricordo che anche in quell’occasione ne parlammo all’interno del clan ad Ernesto De Luca ci rassicurò che all’inizio dei lavori avremmo avuto la nostra parte. Una ffare molto importante perchè permetteva anche di rivendera la sabbia che veniva estratta dal fiume.

martedì 15 novembre 2011

AIlano - Arresto dell'imprenditore Malinconico, Achielle Natalizio e la cena con Cozzolino


Achille Natalizio
Giovanni Malinconico
Ailano - Dalle carte dell'inchiesta su politica e camorra a Villa Literno spunta anche il nome dell'ex assessore regionale alle attivit… produttive, Andrea Cozzolino, oggi europarlamentare del Pd. A parlare di lui e di un pranzo al quale entrambi prenderanno parte è Achille Natalizio, dirigente del Pd casertano in stretto contatto con l'imprenditore edile Giovanni Malinconico, arrestato oggi. Al telefono con Malinconico, che si trova proprio alla Regione per un appalto nel Comune di Cancello Arnone, Natalizio il 14 maggio 2008 spiega: "Stammi a sentire, io domani sto a pranzo con Cozzolino e come si chiama l……". Malinconico commenta: "Per la scelta politica della cosa… Ho capito, ho capito, la scelta politica, ho capito". Natalizio fornisce altri particolari: "Ormai quello va trovando che lascio Paolucci e passo con lui… Bisogna trovare una mediazione. Va bene". Per Malinconico bisogna "concretizzare subito": "Perchè‚ pure stamattina il sindaco di Ailano dice che deve aprire la sezione, la corrente, così, colì... Perchè‚ più si concretizza, più si parte subito". Scrive il gip nell'ordinanza: "Ed invero, il giorno successivo all'incontro con Cozzolino, Achille Natalizio informa Giovanni Malinconico di aver interessato sia l'assessore Andrea Cozzolino che 'le femmine', persona che la polizia giudiziaria ritiene debba essere identificata in Agostino Delle Femmine, dirigente del settore Acque, suolo e rifiuti del Servizio territoriale Arpac di Caserta. L'appalto cui Malinconico era interessato a Cancello Arnone, hanno accertato i carabinieri, riguardava "interventi per la riduzione del rischio da inondazione nell'asta terminale del fiume Volturno - Bacino del Volturno". I lavori sono stati oggetto di gara d'appalto della Regione Campania per l'importo di 9.766 euro più 274.369 euro di oneri per la sicurezza.(ANSA).


AILANO - Camorra politica e imprese, arrestato Giovanni Malinconico


AILANO - Nella mattinata odierna, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Caserta hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare emessa dall'Ufficio G.I.P. presso il Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 9 persone {otto misure cautelari in carcere ed una agli arresti domiciliari), ritenute responsabili a vario titolo di concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, turbativa delle operazioni di voto mediante violenza e minaccia, corruzione, reimpiego di denaro di provenienza illecita, reati tutti aggravati dalla finalità di aver agevolato il clan "dei casalesi",





I provvedimenti costituiscono l'epilogo di un'articolata indagine che ha permesso di riscontrare l'esistenza di un patto criminale fra il clan "dei casalesi" (in particolare la fazione Bidognetti) e FABOZZI Enrico ci.'50 {già sindaco del comune di Villa Literno dal 2003 all'aprile 2009, data in cui l'Ente è stato sciolto per presunte ingerenze della criminalità organizzata nella gestione amministrativa e successivamente reintegrato; attualmente è consigliere regionale e consigliere comunale di minoranza di Villa Literno), in concorso e con la mediazione di FERRARO Nicola, imprenditore e politico (tratto in arresto in data 12 luglio 2010 nell'ambito dell'indagine del R.O.S. denominata NORMANDIA II ed attualmente in attesa dell'esito del giudizio di 1° grado), fondato su un accordo generale mirato a garantire al clan il controllo e la gestione degli appalti e delle risorse pubbliche in cambio del sostegno elettorale e di tornaconti economici, personali ed elettorali. La genesi di tale accordo si inquadra nel 2003, anno in cui FABOZZI, a cavallo delle elezioni comunali sostenute dal clan, incontrò GUIDA Luigi e FERRARO Nicola presso l'abitazione di quest'ultimo. A seguito di tale summit, fu decisa la strategia criminale da utilizzare per manipolare le gare d'appalto al fine di favorirne l'aggiudicazione alle imprese di riferimento della criminalità organizzata. Con l'elezione a Sindaco del FABOZZI praticamente si inaugura per il gruppo BIDOGNETTI la stagione del controllo degli appalti "a monte" nel Comune di Villa Literno; modalità da preferirsi, a quella, più rischiosa e meno remunerativa, delle estorsioni "a valle" delle imprese vincitrici delle pubbliche gare.
Proprio attraverso le indagini tecniche coordinate da questo ufficio e condotte dai Carabinieri, ulteriormente corroborate dalle dichiarazioni di collaboratori di giustizia cha hanno vissuto in prima persona le vicende oggetto di investigazione, quali IOVINE Massimo, DI CATERINO Emilio, GUIDA Luigi, DIANA Francesco, ZIELLO Gaetano, CARRINC Anna e da ultimo DIANA
Tammaro, si è fatta luce su gravi episodi connessi a violazioni sull'assegnazione di importanti appalti pubblici che avevano interessato quel territorio, nonché sul reimpiego di capitali illecitamente acquisiti da esponenti dell'organizzazione criminale nella realizzazione di beni immobili.
In particolare gli imprenditori destinatari della misura cautelare, accordandosi con gli esponenti apicali del clan "dei casalesi", ricevevano dal clan un appoggio costante per l'assegnazione delle gare di appalto e di commesse pubbliche, con meccanismi di alterazione delle gare e quindi di un consequenziale sostegno finalizzato alla loro affermazione imprenditoriale.
Il grave ed inquietante spaccato criminale che ha interessato negli ultimi anni l'Amministrazione comunale di Villa Literno, e più in generale l'area che da Casal di Principe raggiunge il mare, passando appunto per Villa Literno per raggiungere Castelvolturno, è stato dettagliatamente ricostruito in questa indagine che costituisce una ideale seconda puntata di quella denominata Normandia II che portò all'arresto di Nicola FERRARO, dandosi conto in maniera puntuale anche di successivi aggiustamenti, conferme ed evoluzioni di quell'iniziale patto fra le tre gambe del tavolino costituite da FABOZZI (la politica), GUIDA (la camorra) e FERRARO (l'impresa). Dalle indagini è emerso, in modo chiaro, che l'interesse prevalente del sindaco - oggi consigliere regionale — siano stati gli affari connessi all'esercizio ed alla strumentalizzazione della carica pubblica. Sono i soldi il motore dell'accordo con GUIDA, ma, ancora di più, sono i soldi a muovere un accordo stabile con il killer IOVINE Massimo per il tramite di un altro indagato CAIAZZO Vincenzo, detto Stefano, futuro suocero di IOVINE Massimo e del fratello di un altro recente collaboratore di giustizia, DIANA Tammaro; ed ha destato sorpresa la ricostruzione compiuta dai collaboratori di giustizia dell'accordo politico, criminale ed economico fra un Sindaco ed il capo zona del paese, noto sul territorio per essere un temibile killer, proprio negli anni (2003-2008) in cui era impegnato nella sanguinosa faida di camorra che ha visto contrapposte le fazioni di Francesco Bidognetti e Francesco Schiavone nel comprensorio di Villa Literno .
La saldatura che nella fattispecie in esame si è realizzata tra ceto politico e amministrativo locale e imprenditoria criminale produce distorsioni profonde a tutti i livelli, dal governo del territorio alle direzioni dello sviluppo e dell'occupazione, ma soprattutto sostiene, da un lato, il consolidamento sul mercato legale dell'imprenditoria criminale, e, dall'altro, il rafforzamento di un ceto politico e amministrativo affaristico, clientelare, e, esso stesso, malavitoso, capace di giungere ancora una volta fino a sedere in consiglio regionale, nell'istituzione che più di tutte gestisce finanziamenti per appalti e concessioni pubbliche.
L'indagine ha altresì consentito di individuare nello specifico alcuni imprenditori di riferimento della camorra casalese. Uno di essi è stato identificato in GAROFALO Raffaele ci.'73 di San Marcellino, imparentato con un noto esponente del clan Bidognetti, MACCARIELLO Raffaele ed in rapporti diretti con CARRINO Anna.

Altri sono stati identificati in MALINCONICO Giovanni ci.'52 di  Ailano, e nei  fratelli
MASTROMINICO Pasquale ci.'51 e Giuseppe ci.'58 di San Cipriano d'Aversa, destinatari di ordinanza di custodia cautelare per concorso esterno in associazione mafiosa in relazione al gruppo comandato da IOVINE Antonio, detto o 'ninno, di cui si sono rivelati la longa rnanus nell'assegnazione di appalti pubblici grazie alla loro contiguità al clan. Si tratta di imprenditori di rilievo nazionale, come hanno svelato indagini anche di altri uffici, e soprattutto in grado di muoversi sull'intero territorio della regione, come dimostrato dall'aggiudicazione in favore di MASTROMINICO di un importante appalto del Comune di Gragnano. Circostanza, questa, posta in relazione ad altre emergenze investigative dalle quali è risultato che i MASTROMINICO sono stati individuati come imprenditori di riferimento del clan IOVINE sul territorio di San Cipriano grazie al rapporto di stretta collaborazione che si era instaurato fra il boss MARTINELLI Enrico ci. 64 -oggi detenuto in regime di 41 bis - ed il Sindaco di San Cipriano d'Aversa, suo omonimo del '71. In particolare il rapporto fra il boss Martinelli Enrico e l'omonimo Sindaco di San Cipriano d'Aversa è risultato dagli accertamenti compiuti dai carabinieri a seguito di una perquisizione in un covo individuato durante le ricerche di Antonio IOVINE e di Martinelli Enrico, durante la quale fu rinvenuta una vecchia macchina da scrivere che riportava impresse le tracce di una corrispondenza fra i due Martinelli; fra le lettere, una riportava la direttiva del boss al Sindaco di assegnare l'appalto per la ristrutturazione del cimitero di San Cipriano d'Aversa ai Mastrominico, ricordandogli l'impegno elettorale del clan in suo sostegno.
Sono stati poi contestati i reati di corruzione elettorale aggravata dal metodo mafioso a FABOZZI Enrico, CAIAZZO Nicola (consigliere comunale dal 2003) e CAIAZZO Vincenzo detto Stefano (suocero di IOVINE Massimo e socio in affari del Sindaco FABOZZI Enrico). Inoltre MALINCONICO Giovanni e FABOZZI Enrico rispondono del reato di corruzione per le utilità versate dall'imprenditore al Sindaco dopo l'attribuzione in suo favore di un importante appalto di circa 14 milioni di euro.
Infine va evidenziato che il Gruppo Guardia di Finanza di Aversa sta completando l'esecuzione del sequestro di beni, società e conti correnti riconducibili ad alcuni indagati, per un valore di circa 10 milioni di euro.