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domenica 30 ottobre 2011

Roccaromana - Appalti, amministrazione comunale sotto accusa


Il sindaco Anna De Simone

roccaromana. Lavori pubblici, l’amministrazione di Roccaromana non bada a spese, in fatto di provvigione per il Rup, l’aiutante Rup e per i contribuiti per l’aiutante stesso. In tutto fanno circa 30mila euro che la comunità versa nelle tasche del Responsabile unico del procedimento, capo dell’ufficio tecnico comunale, e del professionista “di turno” a cui l’amministrazione destina il doppio della somma concessa al Rup stesso. Insomma, l’aiutante Rup percepisce quasi 16mila euro, cioè esattamente il doppio di quanto pagato al Rup.

Un aiutante che incassa il doppio del proprio capo, non si riesce a vedere spesso. Davvero incredibile. Come se il portaborse di un politico percepisse il doppio dello stesso parlamentare. Una generosità tutta roccaromanese che non sembra trovare davvero molti riscontri. Tutto si legge, chiaramente, nella delibera numero 60 con la quale all’amministraizone guidata da Anna De Simone, approva il progetto di vairante per la realizzazione di alcuni collettori fognari nella frazione di Statigliano (la stessa dove abita il primo cittadino). Nell’atto, approvato con l’assenza degli assessori Vincenzo Argenziano e Gilormo Di Fusco, la giunta decide di dia ssegnare al responsabile del procedimento 7.923,90 euro, al supporto Rup 15.847,80 euro e per contributi e iva ulteriori 5.404,10 sempre al supporto Rup. L’assurdo sembra configurasi se si considera che al progettista del lavoro sono destianti 27.790,00 euro. Cioè meno di quello che incassano il Rup e il suo “fantastico” aiutante.
Tutto su un lavoro di 308mila euro. Ma anche per gli altri lavori c’è stata tanta generosità?

Alife - Tarsu, Cirioli: non pagate

alife. I bollettini per pagare la tarsu sarebbero errati. Il consigliere comunale di minoranza, Daniele Cirioli invita la cittadinanza a non pagare.

“Se avete ricevuto i bollettini per il pagamento della Tarsu,attendete qualche giorno prima di provvedere al pagamento, anche se la scadenza della prima o unica rata è fissata al 31 ottobre. Aspettate perché i bollettini sono errati nell’importo da versare. L’errore, a quanto ho potuto constatare, sta nella duplicazione degli importi dovuti a titolo di “addizionale comunale” e di “Tributo provinciale”.
Tra qualche giorno verrà affisso un Manifesto per avvisare la Cittadinanza dell’errore, a cura del Sindaco che è stato informato dell’accaduto e sta prendendo i dovuti provvedimenti (annullamento dei bollettini e proroga dei termini di versamento). Chi nel frattempo avesse già versato potrà sistemare la partita, mediante il rimborso delle somme pagate in più”.
Questo il comunicato che il leader di opposizione, Cirioli, fa rivolto alla cittadinanza alifana.
La vicenda della tarsu sembra davvero non trovare pace alimentando continue polemiche diventate sempre più forti dopo il “poderoso” aumento di qualche mese fa.

Piedimonte Matese - Vandali all'assalto del municipio

piedimonte matese. Assalto alla casa muncipale di Piedimonte Matese. Probabilmente ad agire uno o più vandali. Tutto sarebbe accaduto l’altra notte nella centralissima piazza Roma. I danni maggiori sarebbero stati quelli inferti all’antico portone di legno che chiude l’ingresso proprio sulla principale piazza del paese. Infatti il portone sarebbe stato sfondato e forzato dall’azione dei vandali, un’azione che sarebbe poi continuata contro alcuni grossi vasi posti all’ingresso della casa municipale.
L’azione dei vandali è stato scoperta ieri mattina quando è stato ritrovato il portone del comune spalancato. Sul posto sarebbero giunti anche i carabinieri della locale stazione che avrebbero effettuato il necessario sopralluogo. Secondo alcune indiscrezioni raccolte sul posto, nessuno degli uffici del comune sarebbe stato violato, nessun altro ingresso, oltre che quello principale sarebbe stato forzato. Se la pista della bravata, o della ragazzata oppure dell’azione vandalica, sembra essere l’ipoteesi maggiormente credibile e quella su cui starebbero lavorando le stesse forze dell’ordine; non puo del tutto escludersi l’azione mirata. Non si può eslcudere l’azione di una banda specializzata in furti di carte di identità la cui azione criminosa potrebbe essere stata interrotta da qualche imprevisto. Un episodio che ha comunque suscitato clamore nella tranquilla Piedimonte Matese dove azioni del genere non sono all’ordine del giorno.

Piedimone Matese - Sorpreso con la droga, denunciato

Piedimonte Matese - Sorpreso con dosi di “cocaina”, 30enne finisce nei guai. Nel mese di ottobre, 13 gli arresti, 40 le persone denunciate all‘Autorità Giudiziaria e decine i sequestri da parte dei Carabinieri.
Blitz antidroga dei Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Piedimonte Matese, che nel corso della serata di ieri, hanno sorpreso nei pressi della centralissima piazza Carmine di Piedimonte, A.S., 30enne del posto, il quale a seguito di una perquisizione personale è stato trovato in possesso di un involucro contenente alcune dosi di “cocaina”, in tutto circa tre grammi e mezzo. Per lui è scattata una denuncia per detenzione illegale di sostanze stupefacenti e il sequestro della droga. Le indagini continuano per accertare se lo stupefacente era per uso personale o se destinato all’attività di spaccio. In questo mese di ottobre che volge al termine, sono 13 gli arresti, 40 le persone denunciate all’Autorità Giudiziaria e decine i sequestri eseguiti dai Carabinieri della Compagnia di Piedimonte Matese, nel corso di operazioni che hanno avuto come unico obiettivo quello di garantire la sicurezza in tutti i comuni del matesino e dei territori limitrofi. Le attività portate avanti ininterrottamente giorno per giorno nel mese di ottobre, hanno visto un notevole impegno da parte dei militari delle locali Stazioni e del Nucleo Operativo e Radiomobile. Le 13 persone tratte in arresto, si sono rese responsabili a vario titolo, di reati che vanno dal furto aggravato alla tentata estorsione, dallo spaccio di sostanze stupefacenti al trasporto e smaltimento illecito di rifiuti speciali. Le 40 persone denunciate all’Autorità Giudiziaria, dovranno invece rispondere a vario titolo di reati contro l’ambiente e la salute pubblica, come l’inquinamento ambientale, l’abusivismo edilizio o violazioni in materia di prevenzione degli infortuni sul lavoro; dai reati contro la sicurezza stradale, come la guida in stato di ebbrezza alcolica ai reati di maltrattamenti in famiglia; dai reati di falso e truffa a quelli di lesioni, minacce, danneggiamento e altri reati contro la persona ed il patrimonio, fino a quelli in materia di armi e droga. Nel corso delle varie operazioni sono finiti sotto sequestro oltre seicento grammi di stupefacenti, del tipo marijuana, eroina e cocaina; quindici quintali di rifiuti speciali con relativi mezzi di trasporto; munizioni di diverso calibro e arnesi atti allo scasso; fabbricati e cantieri edili per un valore complessivo di oltre trecentomila euro; una discarica abusiva su area di circa 5.000 mq e due attività commerciali. Inoltre sono dieci i pregiudicati nei cui confronti sono state emesse misure di prevenzione, mentre è di oltre trentamila euro il valore complessivo della refurtiva recuperata e restituita ai legittimi proprietari e della merce di provenienza illecita sottoposta a sequestro.

SPARANISE - CONTRO IL SILENZIO SULLA CENTRALE TURBOGAS


SPARANISE  - QUEL SILENZIO SULLA CENTRALE DI SPARANISE: MANIFESTAZIONE IL 3 NOVEMBRE 2011. In vista dell’avvio del loro nuovo programma televisivo, “Servizio pubblico”, fissato per lo stesso 3 novembre 2011. Solidarietà per la pesante censura subìta da Santoro, Ruotolo e Annozero allorché, tre anni fa – all'indomani di un'inchiesta del settimanale “l'Espresso” a firma di Marco Lillo, giornalista ora in forza al “Fatto quotidiano” -, “osarono” occuparsi della centrale termoelettrica di Sparanise della Calenia energia Spa, con interviste realizzate pure nei vicini Comuni di Pignataro Maggiore e Calvi Risorta. Quei servizi e quelle interviste – realizzati con impiego di denaro pubblico e di giornalisti retribuiti con denaro pubblico (RAI) - non sono mai andati in onda. Chi censurò Santoro, Ruotolo, Annozero e la Rai, perpetrando così – oltre al resto in termini di democrazia, qualità dell’informazione e tutela dei diritti costituzionalmente garantiti – anche uno sperpero di denaro pubblico? La manifestazione vuole essere, altresì, un appello a Santoro, Ruotolo e a tutta la squadra di Annozero, ora confluita nel progetto di “Servizio pubblico”, a denunciare pubblicamente gli autori della censura per non far andare in onda servizi e interviste sulla centrale termoelettrica di Sparanise. Un grande affare nel quale sono interessati, tra gli altri, la famiglia dell'ex sottosegretario di centrodestra Nicola Cosentino, che è sotto processo con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, e la Hera Spa, espressione delle municipalizzate targate centrosinistra dell'Emilia Romagna. La censura anti-Santoro ha le impronte digitali del centrodestra o del centrosinistra? O di tutti e due gli schieramenti politici? Lo vorremmo sapere da Santoro e Ruotolo, se possibile già nel corso di “Servizio pubblico” del 3 novembre 2011. Introdurrà la manifestazione il giornalista Davide De Stavola, curatore del blog di giornalismo investigativo “Pignataro Maggiore News”. Parlerà della complessa vicenda della censura anti-Santoro e del più generale silenzio-stampa sulla centrale termoelettrica di Sparanise il giornalista Enzo Palmesano.

sabato 29 ottobre 2011

Riardo - Rompe i sigilli della Procura, denunciato riardese proprietario di un sito balneare a Capri

Un sito balneare di Capri
riardo. Due persone sono state denunciate alla Procura della Repubblica,  per violazione dei sigilli. Per ragini ancora da chiarire, un 65enne di Riardo  ed un 67enne del luogo sono finiti nei guai per aver violato i sigilli posti lo scorso nove ottobre all’impianto di depurazione dei reflui domestici prodotti dal uno stabilimento balneare su via Grotta Azzurra, nel comune di Capri. Il fatto quindi sarebbe avvenuto ieri a Capri dove il 65enne riardese e unsuo coetaneo residente nello stesso comune di Capri, gestiscono un importante sito balneare. Lo scorso ottobre, secondo alcune indiscrezioni raccolte sul posto, l’Asl e i carabinieri avevano apposto i sigilli alla struttura di depurazione del sito dopo aver verificato alcuni malfunzionamenti nell’impianto. Il sequestro preventivo doveva servire, fra le altre cose, per effettuare nuovi esami e perizie tecniche. Quando i tecnici dell’Asl e i militari dell’arma sarebbero ritornati sul posto - proprio per effettuare nuovi prelievi - avrebbero scoperto la rottura dei sigilli apposti all’impianto pochi giorni prima. Inevitabile la denuncia alla Procura della Repubblica e l’apposizione di nuovi sigilli alla struttura di depurazione, situata non  lontano dalla grotta azzurra, uno dei posti più belli  del mondo. Non è da escludere, tuttavia, la rottura dei sigilli da parte di persone estranee allo stesso lido balneare.

Teano - Furti di rame, rubate nuovamente le linee della Telecom, Frazioni in ginocchio

teano. Nuovo furto di cavi di rame nella zona di San Marco. Nuovi pesanti disagi per migliaia di utenti che attendevano con ansia il completamento dei lavori. Il furto è avvenuto l’altra notte quando i soliti ignoti hanno  portato via due chilometri e trecento metro di linee. Ad essere isolate sono, nuovamente le frazioni di Fontanelle, San Giuliano e Pugliano. Zone che da mesi stanno soffrendo per i continui furti dei cavi di rame che costituiscono le linee di collegamento per il servizio.
“Il nostro impegno viene sistematicamente vanificato dall’azione dei ladri, capiamo i disagi degli utenti ai quali però chiedimao di comprendere la nostra situzione. Anche noi, come loro, siamo delle vittime”. Lo afferma Telecom che rinnova il proprio impegno per un ripristino veloce delle linee. Alcune zone di Teano da mesi senza telefono, senza servizi postali e telematici. Impossibile connettersi ad Internet.  Impossibile, fra le altre cose, il  semplice pagamento della spesa con carte di credito o bancomat. La scarsissima copertura della rete di telefonia mobile aggrava ancor più il quadro generale di disagio. Disservizi che cadono su centri abitati costituiti in larga parte da anziani. Allertare un pronto soccorso diventa un’impresa. Protestano i residenti contro il gestore della rete telefonica, Telecom, che  da mesi assicura l’imminente riparazione del guasto. Quello che sta capitando in alcune frazioni di Teano è incredibile. Telecom non riesce, da circa tre mesi, a ripristinare il normale funzionamento delle linee telefoniche perchè metnre i tecnici lavorano di giorno, i ladri smontano dinotte. Anche l’amministrazione comunale di Teano, guidata dal sindaco Raffaele Picierno, attraverso una delibera di giunta, ha protestato con Telecom  per il protrarsi dei disagi che gravano su un’ampia fetta della popolazione. I disagi  nascono dall’azione di una banda di ladri rumeni - arrestati poi dai carabinieri della locale stazione - che depredarono, lo scorso marzo, gli impianti telefonici della zona. Una banda che, probabilmente, ha trovato già i “sostituti”. Il rame è diventato un materiale molto ricercato perchè sul mercato nero è capace di assicurare forti guadagni a bande specializzate, capaci inpoche ore di smontare chilometri di linee aeree.

Vairano Patenora - Omicidio Casparrino, parlerà la "traditrice"

Bartolomeo Casparrino
vairano patenora. Omicidio Casparrino, ieri, in aula, ha parlato uno degli imputati, Sandu Ionel, che ha raccontato la propria versione dei fatti precisando che non ha preso parte materialmente al delitto.
C’è attesa per la prosisma udienza, nella prima decade di novembre, quando sarà davanti ai giudici Stefan Nicoleta. Sarebbe stata lei, fingendosi innamorata del bidello, a carpire tutti i suoi segreti e a vendere  l’uomo alla banda che poi lo assassino durante la rapina.
Nell’udienza scorsa fu ascoltato  Eduard Razvan - uno dei tre carnefici - che si difese affermando che ha partecipato alla rapina ma al momento dell’omicidio era in un’altra stanza per tenere a bada la vecchia.
L’imputato ha raccontato dettagli agghiaccianti di quella terribile notte.  Il racconto  è avvenuto durante l’udienza di ieri. Razvan  ha spiegato la sua versione dei fatti, secondo la quale lui e un altro complice, pur presenti nell’abitazione del 50enne Bartolome Casparrino, non avrebberopreso parte in alcun modo all’omocidio. Loro, ha precisa Trinca, cercavano i soldi e tenevano a pada l’anziana madre del bidello. Ad uccidere l’uomo sarebbe stata un certo Cosmin.
Un autentico fantasma visto che non si è mai riuscito ad individuare. La prossima udienza è stata fissata fra una decina di giorni quando saranno ascoltati altri imputati. Il bidello Bartolomeo Casparrino  fu uscciso per soffocamento, probabilmente con un cuscino pressato sul viso. Per legarlo e immobilizzarlointervennero almeno due persone. L’uomo lottò e tentò disperatamente di difendersi. Fu picchiato e maltrattato. L’agonia durò fra i quattro e sei minuti.  Tre degli imputati sono stati già assolti durante l’udienza preliminare perchè riconosciuti innocenti. Dovranno affrontare il processo, invece, Razvan Eduard Uretu , Alexandru Onofreiciuc,  Ciurea Alexandru, Nicoleta Stefan, Ionel Sandu e  Romulus Trinca.  Fra gli imputati,  Razvan Eduard e Romulus Trinca sono gli unici ad aver confessato la partecipazione all’azione criminale. Entrambi però affermano di non aver preso parte all’omicidio perchè il loro ruolo era quello di tenere ferma la madre della vittima. Razvan, che si occupò di immobilizzare la mamma della vittima ha fornito importanti indizi per permettere di arrestare gli altri del gruppo.  Per compiere materialmente la rapina, sarebbero giunti a Vairano un gruppo di connazionali.  La madre del bidello - costituitasi parte civile - è difesa dall’avvocato Vincenzo Cortellessa.
Nel collegio difensivo degli imputati, figurano anche gli avvocati Ernesto De Angelis e Giuseppe Stelalto

Pignataro Maggiore - Caso Magliocca, interrogato Alemanno



pignataro maggiore. “Ho presentato martedì 25 ottobre, una interrogazione urgente al Sindaco Alemanno sulla vicenda, peraltro già nota, di un dirigente dello Staff del Sindaco, arrestato lo scorso mese di marzo per concorso esterno in associazione mafiosa.  In un servizio messo in onda dalla trasmissione televisiva “Report”, su Rai Tre, domenica 23 ottobre, si evidenziava come questo dirigente fosse demandato a seguire le problematiche connesse ai beni confiscati ad esponenti della criminalità organizzata nel territorio di Roma Capitale. Costui, è stato assunto alle dirette dipendenze del Sindaco per i requisiti posseduti, in forza di un rapporto fiduciario e sulla base dell’”intuitu personae”, quindi ritenendo di particolare rilevanza le sue qualità personali. Mi auguro che il Sindaco risponda presto ed esaurientemente alla mia interrogazione e, soprattutto, mi auguro che si possa procedere velocemente e con criteri di trasparenza all’assegnazione dei beni confiscati alle mafie, ed attualmente nelle disponibilità di Roma Capitale, oltre che alla verifica sull’uso di quelli già assegnati. Anche di ciò ho chiesto conto al Sindaco, poiché considero uno scandalo assoluto il fatto che le istituzioni, per inerzia o ignavia (e speriamo non per complicità) non abbiano la capacità di dare segnali forti e inequivocabili nel contrastare, ad ogni livello e in tutte le forme, la criminalità organizzata”.E’ il documento a firma di Gemma Azuni, consigliere di Roma Capitale, di Sinistra, Ecologia e Libertà (Gruppo Misto).

Morte alla Rieter, chiuse le perizie dei tecnici. Risultati entro 60 giorni

Lorenzo Borrelli
pignataro maggiore. Tragedia sul lavoro alla Rieter, concluso il lavoro dei periti. Entro sessanta giorni dovranno depositare i risultati dei loro esami inP rocura. Essenziale, finora, il lavoro svolto dai carabinieri della locale stazione che hanno superato mille difficoltà per poter inquadrare bene la situazione e mettere in chiaro una serie di punti poco chiari. Un lavoro, quello dei carabinieri pignataresi, che ha dovuto superare anche la “resistenza” di uno squadrone di legali messi in campo dall’azienda. Un lavoro, quello degli uomini del maresciallo De Siena, che haportato al raddoppio del numero delle persone indagate per la morte di Lorenzo Borrelli. 
Fra gli indagati spiccano i  nomi del direttore di stabilimento - Piero Faccioli - del responsabile della manutenzione - Claudio Insero - del responsabile della produzione - Maurizio Esposito e dell’amministratore delegato della società svizzera, Andreas, Geral Becker. A questo primo elenco vanno aggiunti i nomi del capoturno, Merola Giuseppe, del responsabile della sicurezza, Alfredo Ruggiero, di Crocetta Giuseppe e Chirico Giovanni. La famiglia di Lorenzo Borrelli - che ha affidato la propria difesa all’avvocato Carlo De Stavola - vuole giustizia e auspica una veloce soluzione del caso; soprattutto chiede che la morte di Lorenzo non sia vana e faccia aumentare la sicurezza sui luoghi di lavoro. 
La drammatica morte di  Lorenzo Borrelli riaccende la polemica sul tema della sicurezza all’interno dello stabilimento della Rieter. Una questione sulla quale, in passato, ci sarebbero stati aspri confronti all’intero della struttura produttiva situata nell’area industriale di Pignataro  Maggiore. Già nei mesi scorsi, confidano alcuni dipendenti, si sarebbe sfiorata la tragedia.
La linea di produzione è stata sequestrata dalla Procura che conduce le indagini per accertare eventuali responsabilità e violazioni delle norme di sicurezza.  Per riuscire a spiegare con esattezza la dinamica dei fatti che causarono la morte di Borrelli, è stata scelta una commissione tecnica, di quattro esperti, dovrà indicare le esatte cause che hanno determinato la morte di Lorenzo Borrelli. Fra loro anche un perito informatico che dovrà verificare il software che aziona la macchina dove l’operaio perse la vita. Il pubblico ministero della Procura di Santa Maria Capua Vetere ha concesso 60 giorni.
Le perizie tecniche si sono svolto con due distinti appuntamenti ai quali hanno presenziato anche i legali dell’azienda e  l’avvocato Carlo De Stavola che ha rappresentato la famiglia della viittima

Piedimonte Matese - Parco, dieci anni di sprechi

L'infopoint  di Fontegreca,  realizzato dal parco mai utilizzato
piedimonte matese. L’ente Parco Regionale del Matese, fra poco, compirà il suo decimo compleanno. Doveva servire a tutelare, valorizzare e sviluppare il turismo in tutta l’area.
Obiettivi che da sempre l’ente parco regionale sembra aver sistematicamente fallito.
Non sono mancate le spese inutili - quelle che sembrano essere fatte giusto per spendere i soldi pubblici.
Uno di questi esempi potrebbe essere ben rappresentato dall’infopoint  del Parco, costruito anni fa lungo la strada che da Fontegreca porta verso Gallo Matese e poi abbandonato. Un altro esempio potrebbe essere rappresentato dal progetto faraonico, inseguito dall’ex presidente Giuseppe Scialla, per la realizzazione di loghi e segnalitiche.
Se poi a tutto questo si aggiunge la sistematica azione “demolitoria” della politica si ottiene un quadro ancor più cupo. 
Da diversi mesi, infatti il presidente dell’ente Parco del Matese, Pino Falco, è costretto - così come tutti gli altri presidenti dei parchi della Campania - ad operare con poteri ridotti dopo che la Regione ha avviato la procedura per la loro rimozione.
Una procedura che doveva concludersi velocemente e che, invece, ha condotto solo verso uno stallo peggiore della situazione.  Discorso ancor più grave per le comunità montane: quella del Matese, così come tutte le altre, si trova nell’impossibilità di redigere anche il bilancio di previsione per il 2001, oramai al termine, per l’assenza delel rimesse regionali.

Piedimonte Matese - Aggrediscono un amico per un cellulare, sotto processo

piedimonte matese. Sottraggono un telefonino al proprietario dopo averlo minacciato e picchiato. Due pedemontani finiscono alla sbarra. Ieri mattina è ripreso il procedimento penale a carico del 58enne Giovan Giuseppe Volpe e del 62enne Alessandro Gosta presso il palazzo di giustizia del capoluogo matesino.
Secondo l’accusa, mossa dalla Procura sammaritana, i due, in concorso e previo accordo fra loro, al fine di esercitare un preteso diritto del Volpe e di sua moglie, relativo ad un credito di £ 2.800.000 vantato da quest’ultima per aver venduto un orologio a Mario Pinelli, compivano atti idonei diretti in modo non equivoco a soddisfare da soli le ragioni del Volpe e della coniuge. Sempre Volpe - secondo i pm -  colpiva Pinelli  con calci e pugni al volto mentre Gosta lo incitava e minacciava la vittima dicendogli che Volpe gli avrebbe fatto passare un brutto guaio. Gli attuali imputati cagionavano a Pinelli delle lesioni personali. Infine, si impossessavano di un cellulare “Motorola” sottraendolo alla persona offesa. Fatto accertato in Alife il 22 marzo del 2001. Entrambi gli imputati sono difesi dall’avvocato Pietro Ronga. Ieri mattina, il Got dott. Carmela Sorgente ha disposto il rinvio della discussione in aula al mese di dicembre del 2012 per il prosieguo dell’istruttoria dibattimentale.
Francesco Mantovani

venerdì 28 ottobre 2011

Riardo - Fotovoltaico, ecco tutti i rischi per la salute

riardo. L’impianto fotovoltaico riardese è quasi del tutto completato. In tanti si pongono domande su eventuali pericoli che le strutture potrebbero arrecare all’ambiente e quindi all’uomo. Secondo alcuni studiosi i pannelli solari che utilizzano solfuro di cadmio potrebbero essere addirittura tossici. L’impatto ambientale di un impianto fotovoltaico può essere valutato considerando le tre distinte fasi: Impatto durante la fase produttiva dell'impianto. Impatto allo smantellamento dell'impianto. Impatto sul paesaggio nel periodo in cui rimane installato.
Un impianto fotovoltaico durante la sua produzione è paragonabile ad un qualsiasi prodotto di una industria chimica e pertanto l'impatto ambientale è quello di una normale fabbrica chimica. Durante la lavorazione dei pannelli fotovoltaici vengono utilizzate sostanza ad elevata tossicità la cui manipolazione richiede particolari accorgimenti per la tutela della salute delle maestranze e  delle popolazioni e luoghi circostanti. Al variare della tipologia dei pannelli varieranno, ovviamente, i prodotti inquinanti e con più precisione per quelli a silicio cristallino avremo acido cloridrico e triclorosilano mentre per quelli a silicio amorfo abbiamo silano, fosfina e diborano.
Ancora più pericolose ed inquinanti sono le sostanze chimiche necessarie alla lavorazione dei pannelli fotovoltaici che non utilizzano giunzioni di silicio. I pannelli CIS (rame, indio, selenio)utilizzano seleniuro di idrogeno mentre quelli CdTe (telloruro di cadmio) utilizzano il cadmio, entreambi fortemente tossici e cancerogeni. Un pannello fotovoltaico ha fortunatamente una vita utile molto lunga se paragonata a quella di un qualsiasi altro bene industriale di consumo (superiore ai 25 anni).
Alla fine della sua vita, però, dovrà essere trattato come rifiuto speciale in quanto contenente diverse sostanze tossiche come piombo, rame, selenio, gallio, indio, tellurio, cadmio che non possono essere smaltite con i normali processi. La lavorazione e l'estrazione di questi metalli, infatti, non è semplice e perciò risulta alquanto costosa. Ma il progressivo ed esponenziale diffondersi della tecnologia fotovoltaica, con buona probabilità, obbligherà le case produttrici stesse ad essere sempre più interessate al recupero di buona parte dei componenti esausti, favorendo così una produzione mirata al recupero a tale recupero.
Durante gli anni del loro utilizzo i pannelli fotovoltaici non danno particolari problemi né, sino ad oggi, si sono riscontrati rischi per la salute e l'ambiente. L'unico punto critico riscontrabile è l'impatto sul paesaggio: ad esempio la loro integrazione architettonica nel centro storico di una città d'arte.

ALIFE - Rubava energia elettrica, arrestato titolare autorimessa

Francesco Cassese

ALIFE -  Titolare di una autorimessa  arrestato dai Carabinieri per furto di energia elettrica. E’ stato arrestato nel primo pomeriggio dai Carabinieri del Nucleo Operativo in forza alla Compagnia di Piedimonte Matese. Si tratta di Francesco Cassese, 45enne, di Alife, titolare di una autorimessa ubicata nello stesso Comune. I militari hanno scoperto che per fornire di corrente elettrica la propria abitazione, aveva creato un sofisticato sistema di allaccio sulla rete elettrica pubblica dell’ENEL. La luce, gli elettrodomestici e altri macchinari, venivano così alimentati abusivamente, secondo quando accertato anche con la collaborazione di funzionari dell’ENEL. Per questi motivi il 45enne è finito in manette con l’accusa di furto aggravato. L’impianto abusivo è finito sotto sequestro. L’arrestato ora si trova rinchiuso nelle camere di sicurezza dell’Arma in attesa che il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere fissi la data del processo per direttissima nei suoi confronti. I danni stimati a carico dell’ENEL sarebbero di svariate migliaia di euro. Quello di oggi è il tredicesimo arresto eseguito dall’inizio di questo mese dai Carabinieri di Piedimonte Matese impegnati quotidianamente nel contrasto ad ogni forma di criminalità e di illegalità.

Caiazzo - Spingono un bidello al suicidio, sotto processo due usurai di Alvignano e uno di Dragoni


caiazzo. Alla sbarra dopo alcuni anni dai fatti i responsabili morali  della morte del povero Giuseppe Mirto il bidello che si suicidò  perché non riusciva a pagare un debito lievitato a dismisura. Il pensiero di non liberarsi più dei suoi aguzzi che lo pressavano e minacciavano la sua famiglia lo spinse a commettere il folle gesto decidendo così di farla finita impiccandosi ad una trave nel garage della sua casa. Dall’inchiesta per fare luce sulla morte del 67enne  emerse che Mirto doveva a dei suoi cari amici di famiglia un’ingente somma di danaro. Dalla perquisizione domiciliare gli investigatori  rinvennero e sequestrarono svariati assegni bancari per un importo di 30mila euro. La somma che egli però doveva restituire ai suoi  strozzini era di 50mila in pochi mesi. Fu sua moglie a spiegare il  possesso degli effetti bancari e a fare i nomi degli amici al quale  il marito si era rivolto per il prestito. Quei soldi dovevano servire per dei lavori di casa dove poter trascorrere con serenità la  vecchiaia. Quella casa invece per i debiti accumulati fu la tomba per Mirto. Per queste tragiche vicende a giudizio sono finiti Maddalena  Santagata 56 anni di Alvignano la figlia Virginia Cerreto di 39 anni  ed un congiunto Alfonso Miranda di 73 anni. Il processo ieri davanti ai giudici della prima sezione penale collegio C per aprire l’istruttoria dibattimentale acquisire  delle prove e rinviare per mancanza di testi. Parte civile la vedova Mirto la signora Carmela De Vito. Per la difesa  degli inquisiti  è impegnato l’avvocato Fernando Perretta. Per i tre odierni imputati all’epoca delle indagini  la procura chiese anche l’arresto misura cautelare però rigettata dal gip Meccariello. La triste vicenda per cui vi è processo risale al 2006 poco prima della morte del bidello. Mirto aveva conosciuto Santagata grazie ad una amica che avevano in comune la signora Carmela Stellato ora teste della difesa. Tra le due famiglie si creò  una buona sintonia apparentemente sembravano molto amici e per questo motivo Mirto nel momento del bisogno si rivolse proprio alla Santagata per il prestito. I soldi gli vennero concessi ma nel giro di poco la somma era stata quasi raddoppiata. Mirto non riuscendo a pagare gli interessi mensili fu sopraffatto da una  grave forma di depressione. Pensò che l’unica soluzione, per uscire dalla morsa dei  suoi cravattai e per non far correre alcun pericolo ai suoi cari sarebbe stata la sua morte e così fece nel momento in cui la moglie si allontanò di casa per qualche ora.
maria giovanna pellegrino

Vairano Patenora - Reati tributari, sotto processo la Limpida Trasporti

vairano  patenora.  Reato tributario. Tutto rinviato al prossimo mese di marzo. Sarebbe dovuto scattare ieri mattina, presso il tribunale monocratico del capoluogo matesino, il procedimento penale che vede coinvolto l'intero Consiglio di amministrazione della società di logistica e trasporti “Limpida Trasporti” con sede in Vairano Patenora. Società di rilievo nazionale e fornitrice delle più grandi aziende di acque minerali del Bel Paese. In particolare, finiscono alla sbarra - per reati tributari -, Giuseppe Castaro e Angelo Giovanni Zulla di Piedimonte Matese,  nonché due soci: il pedemontano Alessandro Colucci e Domenico Cestaro di Alvignano.  I reati contestati dalla Procura della Repubblica sammaritana riguardano la violazione dell'art. 8 comma 3 del D.lgs 74/2000 perché, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, commesse anche in tempi diversi, consentivano  l'evasione delle imposte sul reddito e sul valore aggiunto alla ditta “Limpida Trasporti srl” e favorivano l’emissione di  fatture per operazioni inesistenti in favore della stessa società. La posizione di Giuseppe e Domenico Cestaro è stata stralciata in quanto hanno patteggiato la pena nel mentre il giudizio prosegue per gli altri imputati. Il Collegio difensivo è composto dagli avvocati Giuseppe Stellato e Raffaele Pannone. Si valuterà se l'Agenzia delle Entrate deciderà di costituirsi parte civile visto l'ingente danno che i pubblici ministeri ravvisano nei capi di accusa.
Francesco Mantovani.

Piedimonte Matese - Comunali, Sarro: siamo alla ricerca del candidato

Il senatore Carlo Sarro
piedimonte matese. Comunali in arrivo, il Pdl si orgnaizza. Il senatore Carlo Sarro fa chiarezza:  “non abbiamo ancora fatto alcuna scelta sul nome del candidato sondaco”. Le dichiarazioni rilasciate dal senatore durante l'incontro promosso dall'associazione “La Sorgente” sul tema "Gesù è più forte della camorra". Presenti tante autorità civili e religiose: il vescovo della Diocesi Alife-Caiazzo, Mons. Valentino Di Cerbo, il magistrato Raffaele Cantone, Don Aniello Manganiello autore proprio del libro tema del convegno. "Il PdL - precisa Sarro - sta rafforzando la sua presenza sul territorio, sta organizzandosi all'insegna del rinnovamento, come è giusto che sia, secondo quello che è lo spirito del partito, seguendo le linee che lo stesso Angelino Alfano, neo segretario nazionale ha dato in diverse occasioni, soprattutto con una  proposta politica seria per Piedimonte Matese, con un programma condiviso che tende allo sviluppo della città". nino notargiovanni

Capriati al Volturno - Assenteismo, sotto processo impiegata

capriati al volturno. Finita sotto processo con l’ accusa di truffa ai danni dello Stato per assenza ingiustificata sul posto di lavoro attraverso false certificazioni.
Ieri mattina si sarebbe dovuta celebrare una nuova udienza del procedimento penale a carico della donna, ma il Got dott. Carmela Sorgente ha rinviato la discussione in aula al prossimo mese di marzo per il prosieguo dell’istruttoria dibattimentale. La causa va, infatti, trattata da un magistrato togato. L’imputata - Valentina Nobilomo,  cinquantenne e residente a Capriati al Volturno - lavora presso gli uffici di cancelleria del tribunale di Frosinone.
 I fatti risalgono al mese di ottobre del 2005. Qualche mese fa, presso il palazzo di giustizia matesino, era stato escusso il maresciallo che aveva effettuato le indagini. Restano ora da sentire gli ultimi testi dell’accusa e della difesa. La donna ha affidato la propria linea difensiva, in sede di processo, nelle mani dell’avvocato di fiducia, Rocco Marcaccio. L’assenteismo non è soltanto un male “pubblico”, come spesso si è soliti etichettare. La tendenza a “dilazionate assenze” sul luogo di lavoro non sembra risparmiare neanche le aziende private. Gli assenteisti adducono principalmente motivazioni di salute, che guarda caso concentrate a ridosso dei weekend. Nonostante le apposite verifiche e sanzioni atte a tenerlo sotto controllo, in effetti, il fenomeno dell’assenteismo è una piccola "piaga" che tutti conosciamo. A quantificarlo è stato anche un recente studio condotto da Gidp Hrda. Sembra che il tasso medio di assenteismo annuale si aggiri intorno al 5,13 %. Il 79,6% delle volte i dipendenti si assentano per motivi di salute, per una durata di tre giorni nel 35,5% dei casi. Ma ben il 35% dei direttori dubita della veridicità delle motivazioni addotte. Per il 53,4% le assenze si concentrano nel week end.
Francesco Mantovani

Piedimonte Matese - Inquinamento, denunciato imprenditore

piedimonte matese. Inquinamento ambientale e abusi edilizi, blitz dei Carabinieri, sotto sequestro una ditta per la lavorazione di metalli e ordinanza di demolizione per fabbricati abusivi. Tre persone nei guai.
Nelle ultime ore la Compagnia Carabinieri di Piedimonte Matese, ha predisposto una vasta operazione per contrastare i fenomeni di inquinamento ambientale e gli abusi edilizi nelle aree protette del Parco Regionale del Matese.
Nel corso dei controlli, ad Alife, i militari della locale Stazione hanno sottoposto a sequestro una ditta che si occupa della lavorazione di metalli. I Carabinieri hanno accertato l’assenza di qualsiasi autorizzazione per l’emissione in atmosfera di polveri inquinanti derivanti dalla lavorazione del metallo, verniciatura e sabbiatura, e il deposito incontrollato nel terreno circostante la struttura, di rifiuti speciali derivanti dalle predette lavorazioni. La struttura e l’intera area, di circa 500 mq., sono finiti sotto sequestro, mentre il titolare, un 32enne di Piedimonte Matese, è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere.
Stessa sorte, per una coppia di Piedimonte Matese, un 65enne e una 55enne, che erano intenti, in qualità di proprietari, alla realizzazione di alcuni fabbricati in una zona periferica di Piedimonte, in assenza delle prescritte concessioni edilizie. Per questi motivi è stata emessa una ordinanza di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi.
Continuano così senza sosta le attività dell’Arma per salvaguardare la tutela dell’ambiente e del patrimonio paesaggistico, quest’ultima operazione segue infatti di solo 48 ore, quella portata a termine nella zona di Castello del Matese, dove è finita sotto sequestro una maxi discarica abusiva, di circa 5.000 mq., su cui venivano sversati rifiuti di ogni genere, con l’arresto del responsabile.
Le ripetute azioni attuate dai carabinieri mettono in evidenza la diffusione del fenomeno dell’abbandono dei rifiuti e lo scarso senso dell’ambiente che alberga in tante persone. L’inquinamento, probabilmente, non è collegato, secondo chi abbandono rifiuti ed inquina, direttamente alla salute di tutti noi.

Sparanise - Allagamenti, Ferrara attacca l'amministrazione

Il consigliere Ferrara combatte con l'acqua
sparanise. Contestazioni e rabbia dopo gli allagamenti, raccoglie la protesta il consigliere  di minoranza Vitaliano Ferrara: “ancora allagamenti e danni  in via A. Roffredo , G. Garibaldi , Piazza Santa Caterina e il tratto finale di corso Matteotti.  Sui giornali  locali di Venerdi  21 ottobre  dopo gli allagamenti della sera prima ,giovedi,  l’amministrazione  scriveva “che gli interventi fatti  di manutenzione del sistema fognario  hanno  dimostrato  che il problemi degli allagamenti  l’amministrazione Sorvillo li aveva  definitivamente  risolti. Una presa  in giro e una  vergogna visto che   gli abitanti e commercianti giovedi fino a tarda sera hanno dovuto pulire abitazioni e negozi dall’acqua  e contare i danni. L’altro ieri si sono nuovamente verificati gli allagamenti nelle zone gia citate. Va precisato che l’intervento  fatto dall’amministrazione,  di circa 100mila euro , che doveva a loro dire risolvere definitivamente,  tale, problema ha  evidentemente peggiorato la situazione visto che in  pochi minuti di pioggia ha fatto si che  il livello dell’acqua alta ha  allagato negozi e abitazioni  creando danni ingenti  come si vede da foto e filmati fatti dai cittadini. Gli assessori scaricano le proprie  responsabilità  a vicenda senza dare dovute risposte. Certamente  la   pulizia delle caditoie che e’ stata annunciata  sui giornali qualche settimana fa non è stata eseguita. E  vergognoso che i cittadini vengano lasciati soli a seguito dei danni subiti. Il  Sindaco non si è assolutamente preoccupato  di andare a verificare i danni avuti dai cittadini di  Sparanise”.

Pignataro Maggiore - Biopower, il Tar blocca il completamento della struttura

La Biopower di Pignataro Maggiore
pignataro maggiore. Sospesa, dal Tar, la proroga concessa dalla Regione per il completamento dell’impianto della Biopower. Ieri, infatti, i giudici del tribunale amministrativo campano hanno deciso di concedere la sospensiva richiesta dal municipio pignatarese. E’ una prima importante vittoria quelal ottenuta ieri dai legali del sindaco Raimondo Cuccaro, nella lotta contro l’impianto a biomasse. “Tenuto conto del pregiudizio grave ed irreparabile allegato con la domanda cautelare - sussistono i presupposti per accogliere tale domanda, perché:trattasi di un provvedimento adottato all'esito di un procedimento autonomo rispetto alla conferenza di servizi finalizzata al rilascio dell'autorizzazione unica, in relazione al quale sussiste la legittimazione a ricorrere del Comune proprio in quanto soggetto ammesso a partecipare alla conferenza di servizi. Alla fattispecie in esame non pare applicabile la disposizione dell'art. 15 del D.P.R. 380/2001 (in tal senso T.A.R. Lazio Roma, Sez. ll-quater, 2 dicembre 2010, n. 34945), sia in ragione della specialità del procedimento disciplinato dall'art. 12 del d.lgs. n. 387/2003, in relazione al. quale è prevista (comma 10) - anche per la disciplina della materia dei termini per l'avvio e la conclusione dei lavori -l'approvazione di apposite linee guida nazionali e regionali (cfr. art. 1, punto 15.5 del D.M. 1.0 settembre 2010 e paragrafo 8 del documento A allegato alla delibera n. 1642/2009), sia in ragione della puntuale disciplina di tale materia posta dal punto 3 del dispositivo del Decreto dirigenziale n. 399/2007, ove è espressamente prevista (attraverso il rinvio all'art. 9 del Decreto dirigenziale n. 238/2006) - in particolare - la possibilità di. concedere una proroga del termine per la conclusione dei lavori per "cause di forza maggiore, indipendenti dalla volontà del proponente e tempestivamente comunicate". Considerato che, tenuto conto della novità delle questioni trattate, sussistono giusti motivi per compensare le spese della presente fase cautelare. Per questi motivi il Tar accoglie la domanda cautelare proposta con il ricorso in epigrafe indicato e, per l'effetto, sospende il decreto dirigenziale n. 275 del 10 giugno 2011, fatti salvi gli evenutali provvedimenti che l'Amministrazione regionale riterrà di assumere alla luce della disciplina delineata in motivazione. Spese compensate”. Questa in sostanza è la motivazione con cui il Tar accoglie il ricorso del comune.  “Abbiamo messo un punto fermo nela battaglia contro l’impianto che riteniamo fortemnete dannosso e pericoloso per la nsotra città e per tutto il territorio. Abbiamo inoltre chiesto ed ottenuto il rispetto delle regole”. Così ha commentato il primo cittadino, Raimondo Cuccaro.


Piedimonte Matese - Furto e ricettazione, recuperata una vettura e 500 confezioni di sigarette rubate


L'operazione condotta dal Capitano Vitiello
PIEDIMONTE MATESE - Furto e ricettazione, blitz dei Carabinieri, una persona nei guai, recuperati un’auto e 500 confezioni di sigarette rubate.
Nelle ultime ore durante una vasta operazione coordinata dalla Compagnia Carabinieri di Piedimonte Matese e condotta dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile e della Stazione di Ailano, finalizzata a contrastare fenomeni di microcriminalità, una persona è finita nei guai e un ingente quantitativo di refurtiva è stato recuperato. A Piedimonte Matese, nei pressi della Stazione Ferroviaria, i militari hanno fermato un cittadino extracomunitario, S.K., 25enne, il quale ha fornito delle false generalità. Così il giovane è stato accompagnato in caserma e dopo il rilievo delle impronti digitali e i rilievi fotosegnaletici, i Carabinieri hanno scoperto la sua reale identità, a suo carico risultavano numerosi precedenti per furto all’interno di abitazioni ed esercizi commerciali, per questi motivi aveva tentato di eludere il controllo fornendo delle false dichiarazioni sulla sua identità. Nei suoi confronti è scattata inevitabilmente una denuncia alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, mentre le indagini continuano per accertare se il pregiudicato fosse in zona per portare a segno qualche “colpo”. Nel corso delle attività, nei pressi della strada provinciale all’altezza di Sant’Angelo d’Alife, i militari hanno ritrovato una autovettura Toyota Rav 4, che risultava rubata ad un pensionato del beneventano, a bordo ritrovati anche due grossi sacchi di plastica contenenti circa 500 confezioni di sigarette di varie marche, per un valore complessivo di oltre 2.500,00 euro, che si sospetta anch’esse di provenienza furtiva. I militari presumono che qualche malvivente sorpreso dai numerosi di blocco messi in atto nel territorio matesino, abbia deciso di abbandonare la refurtiva. L’autovettura è stata già restituita al legittimo proprietario, mentre il consistente numero di sigarette recuperate è finito sotto sequestro. Infine durante i controlli tra Piedimonte Matese e i paesi limitrofi, oltre cento veicoli con rispettivi conducenti e passeggeri sono stati sottoposti ad accertamento, due i mezzi sottoposti a sequestro poiché privi di copertura assicurativa, due le patenti di guida ritirate e numerose le perquisizioni eseguite per la ricerca di armi, droga e refurtiva.

TEANO - Tentativo di furto in casa De Simone

Tommaso De Simone
TEANO - Furto in casa De Simone, ladri messi in fuga dall'allarme. Il presidente della Camera di Commercio di Caserta, Tommaso De Simone ridimensiona l'accaduto e sgonfia le ali della fantasia: "nessun atto intimidatorio, nessuna minaccia. Probabilmente si sarà trattato del tentativo attuato dai "soliti ignoti" che è stato vanificato dal nostro sistema di allarme. Erano circa le 5 del mattino quando ho constato che una finstra della casa era stata forzata. Ho segnalato ogni cosa ai carabinieri della locale stazione che condurranno le indagini".
Così il presidente Tommaso De Simone ha spiegato l'accaduto.

giovedì 27 ottobre 2011

Pietravairano - Scattano gli aiuti per Monterosso, Zarone: dimostriamo a tutti di avere un cuore grande

Il sindaco Francesco Zarone
pietravairano. Il Comune di Pietravairano, guidato dal sindaco Francesco Zarone, corre in aiuto di Monterosso, distrutto da  frane e alluvioni. “Vogliamo dimostrare il nostro grande cuore e sfatare il luogo comune di chi continua a dire che il Sud vive sulle spalle del Nord”. Questa in sintesi l’idea che ha mosso l’azione di  Zarone, che ieri ha contatto il suo collega Angelo Betta, primo cittadino di Monterosso, uno dei paesi più colpiti dall'alluvione.  Sono già pronti viveri, vestiti, coperte e beni di prima necessità, altri prodotti saranno raccolti nei prossimi giorni attraverso  una gara di solidarietà.  Il sindaco Francesco Zarone ha deciso di aiutare il piccolo comune ligure “per dare un segno tangibile di solidarietà verso una popolazione duramente colpita.  La gente del Sud non vive sulle spalle di altre regione del Nord ed è capace di immensi slanci d’altruismo.  
Gli aiuti giungeranno a destinazione lunedì mattina, “scortati” dallo stesso sindaco.  Sabato e domenica prossima, davanti alla casa municipale  - conclude Zarone - ci sarà un furgone  che accetterà  i doni della popolazione pietravairanese”. L’ente municipale Pietravairanese è stato uno dei primi, in tutta Italia, ad offrire il proprio aiuto alla gente  ligure.

Riardo - Risarcimento danni, il Tar salva il comune

riardo. Il comune ritarda la concessione di una licenza edilizia facendo perdere un contributo della comunità europea - di circa  700mila euro - ad un giovane che voleva fare impresa. Girolamo Funaro ha così fatto ricorso al tar chiedendo  contestualmente il pagamento di circa 2milioni di euro di danni all’ente riardese, guidato dal sindaco Angelo Izzo. Il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania, accogliendo la richiesta del difensore dell’ente, l’avvocato Pasquale Di Fruscio, ha respinto la richeista inoltrata da Funaro, salvando il comune dal collasso finanziario. Il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania (Sezione Ottava) definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo respinge. Condanna la ricorrente al pagamento delle spese processuali sostenute dal Comune di Riardo, in persona del Sindaco p.t., nella misura di euro 2000,00 (duemila). Funaro però potrebbe ricorrere al consiglio di Stato per tentare di ribaltare la decisione del Tar.  Venendo a scadere il finanziamento nel successivo novembre del 2007, ossia quattro anni dopo il suo riconoscimento, la ricorrente avrebbe potuto evitare la perdita del contributo per mancata ultimazione dei lavori nei termini, ove avesse tempestivamente azionato i rimedi giudiziali, attraverso il rito del silenzio, o amministrativi attraverso l’esercizio dei poteri sostitutivi previsti dalla legge regionale per ottenere il permesso di costruire in tempo utile per conseguire in via definitiva il finanziamento medesimo. Di tali iniziative non v’è menzione né traccia in atti, ad eccezione di una laconica diffida inviata al Comune per il rilascio della concessione in data 4.10.2007, ossia in epoca ormai prossima allo scadere del contributo medesimo. Né può ritenersi che l’attivazione dello strumento di tutela avverso il silenzio, nella fattispecie, superi il limite di esigibilità del comportamento di un creditore di media diligenza, trattandosi di rimedio di natura sommaria, ad esperimento non aleatorio né di difficile o complessa percorribilità avuto riguardo alla situazione soggettiva di cui la ricorrente era portatrice.

Teano - Storico incontro, Fumo: ecco la strada da seguire

teano.  Un opportuno richiamo al vero significato del fatto storico, che prescinde dal luogo geografico ove si sarebbe realizzato. Che importanza ha dove materialmente sia avvenuto l'incontro? Chi fomenta questa sterile polemica? Che importanza ha dove materialmente sia avvenuto l'incontro? Chi fomenta questa sterile polemica? Credo sia più utile tener conto del dato storico incontrovertibile: Garibaldi e Vittorio Emanuele una volta incontratisi, marciarono uniti verso Teano, ivi consacrando l'Unità d'Italia. Scelsero Teano quale città simbolo della raggiunta unità nazionale, innanzitutto perchè rappresentava la via d'apertura verso Gaeta, poi perchè v'erano ancora di stanza truppe borboniche che si accingevano a ripiegare verso il garigliano, infine, perchè i Comuni che oggi rivendicano, senza alcuna prova storica, la paternità dell'incontro, nel 1860 si componevano di poche case sparse. Non avrebbe avuto alcun senso marciare trionfalmente nel mezzo di una campagna. L'unico centro che aveva una consistenza urbana era Vairano Patenora, ma Garibaldi e Vittorio Emanuele non considerarono neanche l'idea di entrare a Vairano in pompa Magna, certamente perchè l'incontro avvenne in luogo più prossimo a Teano. Inoltre Vairano, città antica e con un pregevole centro, era comunque, da un punto di vista strategico, meno importante. A Teano v'era la sede episcopale, un distaccamento del tribunale di Santa Maria Capua Vetere con un giudice stabilmente incardinato, un presidio della guardia nazionale,vi dimoravano l'ex ministro borbonico Nicola Gigli e l'intendente ( prefetto) della provincia, appartenente ad una delle più prestigiose famiglie del Regno delle due Sicilie. Il Re scelse dunque di entrare trionfalmente con Garibaldi a Teano, per dimostrare all'Italia intera che l'unità era fatta. La città era stata teatro di  tumulti popolari fomentati dalle truppe borboniche in ritirata. Venne liberato Pasquale Cardente, rinchiuso nelle carceri del castello, poi primo senatore del nuovo Regno. Vittorio Emanuele congedò Garibaldi, prima di essere ricevuto nel palazzo dei principi Caracciolo. Il Generale, invece, prese alloggio in una abitazione sul muraglione. Il giorno successivo, le sole truppe piemontesi proseguirono nella battaglia,attaccando alcune divisioni borboniche in ritirata, nei pressi della villa di San Giuliano. Il 26 ottobre 1860 Teano fu dunque teatro di un evento che la rese famosa in tutta la nazione: il Re proclamò l'Unità d'Italia! Non servono comitati o commissioni per stabilire dove effettivamente sia avvenuto l'incontro, non credo sia questo il punto.  Ciò che veramente conta è il significato che il Re volle dare al suo ingresso in Teano. Così l’avvocato Giancarlo Fumo, appassionato di storica locale e, ha voluto indicare la strada per risolvere, definitivamente, la vecchia polemica fra i due centri.

Pietramelara - Vendeva Hogan false, denunciato dai carabinieri

pietramelara.  Aveva messo in piedi un vero e proprio mercato  di Hogan. Tutto falso. Nonostante la cura dei dettagli i carabinieri dell’arma della stazione di Pietramelara non si sono lasciati ingannare denunciando un 40enne. L’uomo - C.R. - che commerciava scarpe e borse con griffe contraffatta, operava principalmente fra Pietramelara e Baia e Latina. Tutti i prodotti sono stati posti sotto sequestro mentre nei confronti del 40enne  è scattata la denuncia a piedi libero. Le indagini dei carabineri continuano per stabilire la provenienza della merce e per accertare, ulteriori eventuali  responsabilità. L’operazione degli uomini guidati dal maresciallo Pasquale Mariano segue di pochi giorni un’altra simile condotto nella vicina Baia e Latina quando venne smascherato un immigrato che vendeva Dvd pirata. Lui finì in carcere mentre gloi olte mille Dvd vennero posti sotto sequestro.
L’operazione condotta dai militari mette in luce la forte attività delle bande criminali che operano nella falsificazione dei capi firmati. Un mercato  difficile da stroncare non solo per la capacità delinquenziale di chi vi opera a livelli di professionalità elevatissima, ma anche per l’enorme domanda di articoli con griffe false che viene dai cittadini – di varia estrazione sociale - disposti ad alimentare tale mercato illecito, forse persino nella inconsapevolezza del grave danno prodotto ad uno dei più fiorenti settori dell’economia nazionale. La crisi economica, poi, ha giocato a favore di chi fa di questa attività illecita un business di inimmaginabili proporzioni.
Il fenomeno della contraffazione in Italia costituisce un vero e proprio sistema commerciale ed industriale che si sviluppa attraverso tutta una serie di canali di vendita e di distribuzione, nonché, a monte, di sofisticati centri di produzione e di ‘assemblaggio’. Si tratta, secondo le ultime risultanze derivanti dagli studi condotti da Confcommercio e Confindustria e sulla base di indagini eseguite dalla Guardia di Finanza, di una effettiva e concreta economia parallela che fattura in Italia circa 7 miliardi di euro e che sottrae all’Erario 5 miliardi, facendo perdere ben 130.000 posti di lavoro. Un danno economico rilevante che, visto il campo estremamente vasto della contraffazione - che va dai marchi agli alimenti passando per i farmaci -, non solo colpisce le tasche dei cittadini ma, molto spesso, anche la salute. E’ evidente come in Italia il ruolo della criminalità organizzata, anche di stampo mafioso, nell’attività di contraffazione, sia estremamente rilevante. Infatti, gran parte di quei 7 miliardi di euro vanno proprio ad alimentare in particolare i forzieri della Camorra

Alife - Tarsu alle stelle, cittadini infuriati

Giuseppe Avecone. sindaco di Alife
alife. Tarsu alle stelle, città in rivolta. Mediamente, riferiscono tanti alifani, la Tarsu è aumentata intorno al 60%. Un aumento spaventoso che pesa su migliaia di famiglie già pesantemente gravate dalla crisi economica che sta uccidendo l’intera nazione. La polemica sull’aumento della Tarsu viene da lontano, e precisamente dallo scorso agosto quando fu approvato il bilancio di previsione 2011. Ci furono in aula roventi polemiche.
La difesa di Avecone
Il primo cittadino di Alife, Giuseppe Avecone, ha sempre giustificato gli aumenti come un atto dovuto, anche in conseguenza dell’aumento imposto dalla provincia. In ogni caso, più volte, Avecone ha ribadito che l’aumento è stato contenuto proprio per evitare disagi ai cittadini. Abbiamo dovuto adeguare le bollette alle attuali necessità.  Negli anni passati l’inadeguatezza della Tarsu aveva generato buchi in bilancio, essendo un servizio totalemente a carico dei cittadini.
Le accuse della minoranzaSecondo le accuse formulate più volte dal gruppo di opposizione, guidato dal mancato sindaco Daniele Cirioli, gli aumenti sarebbero esagerati e mostrerebbero una incapacità amministrativa da parte dell’attuale governo locale. Aumentare la tarsu, secondo la minoranza, è stata la cosa più semplice per far quadrare i conti.

Piedimonte Matese - Le indennità per i "cervelli"

Vincenzo Cappello
piedimonte matese. L’amministrazione comunale piedimontese contrasta la fuga di cervelli e incentiva gli studenti meritevoli. La giunta guidata dal sindaco Vincenzo Cappello  rinuncia alle indennità e con parte di esse va a sostenere le spese universatire di giovani bravi e bisognosi. Fatto presente che l’amministrazione Comunale ha tra gli obiettivi l’attuazione dei programmi tesi a migliorare, anche se temporaneamente, le condizioni di vita e intervenire in situazioni di precarietà. Sono state così decise le erogazioni a favore di alcune famiglie piedimontesi per contribuire al mantenimento dei figli all’università. L’idea si innesta tra gli obiettivi dell’amministrazione che intende  promuovere azioni atte a sostenere quei cittadini che per motivi contingenti e/o straordinari si trovano a dover fronteggiare difficoltà di carattere socio-sanitario, economico, di inserimento.  La giunta Cappello intende privilegiare programmi e progetti che hanno come obiettivo il reinserimento e la fuoriuscita dall’esclusione sociale di soggetti versanti in condizione di disagio psico-fisico o di malessere che condizionano e compromettono fortemente la vita di relazione. La somma impeganta dall’amministrazione piedimontese, per i due obiettivi, non supererebbe i diecimila euro. Sin dal 2007, sindaco, assessori e consiglieri di Piedimonte Matese rinunciano agli emolumenti ed utilizzano quelle somme - più o meno 100mila euro all'anno - per interventi nel campo del sociale. Ma da quest'anno l'asticella si alza, con l'obiettivo di contribuire al sostentamento di circa 150 famiglie attraverso la realizzazione di progetti di lavori di pubblica utilità. «Nonostante il taglio drastico dei trasferimenti da parte dello Stato e della Regione - spiega il primo cittadino, Vincenzo Cappello - abbiamo deciso di intensificare gli sforzi nell'azione di contrasto dalla povertà e di sostegno alle fasce più deboli. Ma ponendo in essere un'iniziativa che non si configurasse come una sorta di elemosina, bensì come un corrispettivo per un lavoro svolto, per salvaguardare la dignità degli individui. Attiveremo una serie di progetti per la piccola manutenzione degli edifici comunali, per la vigilanza davanti alle scuole e le pulizie negli uffici, che consentiranno a 150 persone di guadagnare almeno

Castello Matese - Discarica abusiva, Fontana condannato a 8 mesi


castello matese. Discarica abusiva, Luciano fontana condannato a otto mesi di carcere e la pagamento di 9500 euro. Tutto con il beneficio della pena sospesa. E’ stato deciso ieri dal giudice del tribunale di Santa maria Capua Vetere dove il 45enne è stato processato  attraverso la formula del pattegiamento.
E’ libero, quindi, l’imprenditore  su di cui, però, pende un altro procedimento penale, per la stessa materia, scaturito da un sequestro eseguito ssempre dai carabinieri circa un anno fa. In caso di condanna, potrebbe perdere anche il beneficio della pena sospesa. Aveva trasformato la vecchia struttura industriale di famiglia in una discarica  – abusiva – per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Aveva ammassato – in alcuni capannoni ma anche all’esterno di essi, su oltre 5mila metri quadrati, materiali di ogni tipo, anche rifiuti speciali e pericolosi. Un’attività continuata  nonostante il sequestro eseguito, oltre un anno fa, dai carabinieri della compagnia del Matese e un’ordinanza del sindaco che imponeva il ripristino dei luoghi. E’ stato arrestato, ieri, per smaltimento illecito di rifiuti e violazione dei sigilli, Luciano Fontana, 45enne del posto. Una  discarica  nella quale Fontana – secondo l’accusa – aveva ammassato oltre cinquanta tonnellate di rifiuti. Il sequestro ricade nell’ambito di una vasta operazione predisposta dalla compagnia carabinieri di Piedimonte Matese – eseguita dai  militari della Stazione di San Gregorio, Prata Sannita e Alife - con l’obiettivo di contrastare fenomeni di inquinamento ambientale nelle zone protette del Parco Regionale del Matese. Tra i rifiuti rinvenuti, carcasse e parti di veicoli, pneumatici fuori uso, batterie esauste, fusti abbandonati ed elettrodomestici in disuso, nonché altri rottami ferrosi, depositati e smaltiti senza alcun tipo di autorizzazione. Gli investigatori continuano le indagine per stabilire la provenienza dei materiali. L’operazione evidenzia la centralità del territorio matesino nello smaltimento illecito di rifiuti; la conferma arriva proprio dalle ripetute azioni attuate dai militari dell’arma; azioni che hanno condotto in carcere diverse persone e al sequestro di centinaia di quintali di rifiuti speciali.

Calvi Risorta - Ufficio tecnico, esposto in procura

Il sindaco Antonio Caparaco
calvi risorta. L’ufficio tecnico incasserebbe - indebitamente - la percentuale del 2% sull’importo a base d’asta deoi lavori pubblici. Lo permetteva una vecchia legge del 1994 superata poi successiuvamente da correttivi che chiariscono che la somma spetta solo quando la responsabilitò del procedimento è affidata all’esterno della struttura burocratica dell’ente. E’ questa la ragione alla base della denuncia di alcuni professiniosti che ravvisano un abuso da parte dell’ente comunale guidato dal sindaco Antonio Caparco.  L’esposto è stato inoltrato alla Procura della Repubblica, al Ministero dei Lavori Pubblici, alla Corte dei Conti e agli ordini professionali di categoria. “Una somma non superiore al 2% dell'importo, al netto dell'IVA, posto a base di gara di un'opera o di un lavoro, comprensiva anche degli oneri previdenziali e assistenziali a carico dell’amministrazione,  ripartita, per ogni singola opera o lavoro, tra il responsabile unico del procedimento e gli incaricati della redazione del progetto, del piano della sicurezza, della direzione dei lavori, del collaudo, del coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione dei lavori (direttore operativo), nonchè tra i loro collaboratori. Che il compenso al solo RUP rientra in una percentuale da determinarsi sulla percentuale del 2% di cui sopra, e quindi non il 2% complessivamente come usualmente viene liquidato. Che la ripartizione del 2% di cui sopra deve essere regolamentato da apposito Regolamento interno di ogni singola Pubblica Amministrazione, nel caso dai Comuni sotto elencati. Accertato che  uso  costume, che l’unico dirigente dell'Utc, all’uopo incaricati solo come rup e non progettisti interni delle opere pubbliche, si autoliquidano illegittimamente l'intero compenso del  2% e quindi in contrasto con quanto riporta l'art. 92 di cui sopra. Considerato  che gli ordini professionali e albi professionali non tutelano in alcun modo i propri iscritti.  Con la presente si vuole denunciare la continua violazione dell'art. 92 , comma 5, del D. Lgs. 12.4.2006, n. 163 e s.m.i. ed il perpetrare nell'emissione di Documenti illegittimi (Determine Dirigenziali) da parte dei Dirigenti degli Uffici Tecnici dei seguenti comuni al fine di auto liquidarsi tutto il 2% illegittimamente”. Questo il documento a firma del comitato per la Valorizzazione delle libere professioni composto da un nutrito gruppo di Architetti, Ingegneri e Geometri (Liberi professionisti).