
E’ libero, quindi, l’imprenditore su di cui, però, pende un altro procedimento penale, per la stessa materia, scaturito da un sequestro eseguito ssempre dai carabinieri circa un anno fa. In caso di condanna, potrebbe perdere anche il beneficio della pena sospesa. Aveva trasformato la vecchia struttura industriale di famiglia in una discarica – abusiva – per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Aveva ammassato – in alcuni capannoni ma anche all’esterno di essi, su oltre 5mila metri quadrati, materiali di ogni tipo, anche rifiuti speciali e pericolosi. Un’attività continuata nonostante il sequestro eseguito, oltre un anno fa, dai carabinieri della compagnia del Matese e un’ordinanza del sindaco che imponeva il ripristino dei luoghi. E’ stato arrestato, ieri, per smaltimento illecito di rifiuti e violazione dei sigilli, Luciano Fontana, 45enne del posto. Una discarica nella quale Fontana – secondo l’accusa – aveva ammassato oltre cinquanta tonnellate di rifiuti. Il sequestro ricade nell’ambito di una vasta operazione predisposta dalla compagnia carabinieri di Piedimonte Matese – eseguita dai militari della Stazione di San Gregorio, Prata Sannita e Alife - con l’obiettivo di contrastare fenomeni di inquinamento ambientale nelle zone protette del Parco Regionale del Matese. Tra i rifiuti rinvenuti, carcasse e parti di veicoli, pneumatici fuori uso, batterie esauste, fusti abbandonati ed elettrodomestici in disuso, nonché altri rottami ferrosi, depositati e smaltiti senza alcun tipo di autorizzazione. Gli investigatori continuano le indagine per stabilire la provenienza dei materiali. L’operazione evidenzia la centralità del territorio matesino nello smaltimento illecito di rifiuti; la conferma arriva proprio dalle ripetute azioni attuate dai militari dell’arma; azioni che hanno condotto in carcere diverse persone e al sequestro di centinaia di quintali di rifiuti speciali.
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