Il vice sindaco Gianpaolo D'Aiello, difende lo storico incontro di Teano |
teano. Centocinquantenario dell'Unità d'Italia amaro per Teano: la storica stretta di mano del 26 ottobre 1860 tra Vittorio Emanuele II e Giuseppe Garibaldi non ebbe luogo nel territorio della cittadina casertana, bensì a Taverna della Catena, nell'area del non lontano Comune di Vairano Patenora. Aarriva ora l'Enciclopedia Treccani, che alla voce «Teano» ha aggiunto una nota, «Incontro di T.», firmata da Giuseppe Monsagrati: in cui si afferma che il punto dell'incontro è da considerarsi non Teano ma, «sulla base delle testimonianze di alcuni dei personaggi che assistettero all'evento», il quadrivio di Taverna della Catena». Teano contesta
Non ci stanno i teanesi, parla il vicne sindaco Gianpaolo D’Aiello: “non ha alcun valore particolare ciò che dice la Treccani. Storicamente la stretta di mano è avvenuta a Teano che era l’unico grosso centro dell’intera area, in quei tempi. Purtroppo si continuano a cercare polemiche che portano solo danni alle nostre zone”.
Pronti alla “rivolta”. Starebbe nascendo in paese un gruppo di “indignati” pronti a sabotare - pacificamente - le iniziative previste per il prossimo anniversario, il 150esimo, dell’unità d’Italia.
Sarebbe un modo per sollevare l’attenzione sul problema perhcè tempono che pian piano la città possa essere completamente estromessa dalla paternità dello storico incontro.
La disputa
In realtà teanisti e vairanisti si battono fieramente sin dal 1911, quando alla ipotesi Vairano espressa dal generale Del Bono dell'Ufficio storico dello Stato Maggiore (1909) si contrappose quella di un altro ufficiale dello Stato Maggiore, il colonnello Cesari decisamente (sulla base dello studio di uno storico locale, Boragine) pro-Teano. A far pendere più di recente la bilancia della Storia a favore di Vairano sono stati in particolare le ricerche di due studiosi locali: il primo, Adolfo Panarello, nel 2000 ha ritrovato e pubblicato due corrispondenze del Times datate 5 e 6 novembre 1860, in cui il giornalista del quotidiano inglese al seguito della spedizione garibaldina fornisce, oltre a un reportage circostanziato, preciso e pieno di vivide notazioni.
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