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venerdì 28 ottobre 2011

Caiazzo - Spingono un bidello al suicidio, sotto processo due usurai di Alvignano e uno di Dragoni


caiazzo. Alla sbarra dopo alcuni anni dai fatti i responsabili morali  della morte del povero Giuseppe Mirto il bidello che si suicidò  perché non riusciva a pagare un debito lievitato a dismisura. Il pensiero di non liberarsi più dei suoi aguzzi che lo pressavano e minacciavano la sua famiglia lo spinse a commettere il folle gesto decidendo così di farla finita impiccandosi ad una trave nel garage della sua casa. Dall’inchiesta per fare luce sulla morte del 67enne  emerse che Mirto doveva a dei suoi cari amici di famiglia un’ingente somma di danaro. Dalla perquisizione domiciliare gli investigatori  rinvennero e sequestrarono svariati assegni bancari per un importo di 30mila euro. La somma che egli però doveva restituire ai suoi  strozzini era di 50mila in pochi mesi. Fu sua moglie a spiegare il  possesso degli effetti bancari e a fare i nomi degli amici al quale  il marito si era rivolto per il prestito. Quei soldi dovevano servire per dei lavori di casa dove poter trascorrere con serenità la  vecchiaia. Quella casa invece per i debiti accumulati fu la tomba per Mirto. Per queste tragiche vicende a giudizio sono finiti Maddalena  Santagata 56 anni di Alvignano la figlia Virginia Cerreto di 39 anni  ed un congiunto Alfonso Miranda di 73 anni. Il processo ieri davanti ai giudici della prima sezione penale collegio C per aprire l’istruttoria dibattimentale acquisire  delle prove e rinviare per mancanza di testi. Parte civile la vedova Mirto la signora Carmela De Vito. Per la difesa  degli inquisiti  è impegnato l’avvocato Fernando Perretta. Per i tre odierni imputati all’epoca delle indagini  la procura chiese anche l’arresto misura cautelare però rigettata dal gip Meccariello. La triste vicenda per cui vi è processo risale al 2006 poco prima della morte del bidello. Mirto aveva conosciuto Santagata grazie ad una amica che avevano in comune la signora Carmela Stellato ora teste della difesa. Tra le due famiglie si creò  una buona sintonia apparentemente sembravano molto amici e per questo motivo Mirto nel momento del bisogno si rivolse proprio alla Santagata per il prestito. I soldi gli vennero concessi ma nel giro di poco la somma era stata quasi raddoppiata. Mirto non riuscendo a pagare gli interessi mensili fu sopraffatto da una  grave forma di depressione. Pensò che l’unica soluzione, per uscire dalla morsa dei  suoi cravattai e per non far correre alcun pericolo ai suoi cari sarebbe stata la sua morte e così fece nel momento in cui la moglie si allontanò di casa per qualche ora.
maria giovanna pellegrino

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