calvi risorta. Condannato tecnico comunale del comune di Calvi Risorta per aver favorito la ditta di Pasquale Mauro rappresentate legale del gruppo Gea Spa per un appalto di venti milioni di euro. Ieri il processo a Carico del dipendente Antonio Bonacci del comune di Calvi, il quale dovrà scontare una pena di due anni di reclusione con i benefici della condizionale. Alla sbarra era finito anche l’imprenditore Mauro Pasquale della Gea Spa la società che era riuscita ad aggiudicarsi l’appalto in comune per i lavori di energizzazione sul tutto il territorio di Calvi. Un appalto ventennale che aveva fatto gola a parecchie società perché significava insediarsi su quel territorio per diverse generazioni.
Poiché l’importo superava di gran lunga i paramentri entro i quali i lavori potevano essere dati in affidamento il Comune avrebbe dovuto indire una gara d’appalto. Secondo l’accusa invece Bonacci è intervenuto commettendo degli abusi d’ufficio per turbare l’asta. Dall’istruttoria si è cercato di capire se in cambio di tali vantaggi vi fossero state anche delle elargizione di bustarelle ma ciò non è emerso. Ma mentre per Bonacci vi è stata condanna per l’imprenditore i giudici della seconda sezione penale collegio B del tribunale di Santa Maria Capua Vetere hanno sentenziato l’assoluzione. Costituito come parte civile il comune di Calvi assistito dall’avvocato Gianluca Di Matteo ed anche l’imprenditore Raffaele Parisi la cui denuncia ha fatto scattare le indagini e poi il processo a carico dei due predetti. I fatti risalgono al 2007. Il comune di Calvi doveva provvedere ad una gara di appalto per affidare i lavori per il rifacimento di una nuova rete di energia elettrica su tutto il paese. L’importo era abbastanza consistenze si trattava di una somma di venti milioni di euro. Le imprese inoltre per poter partecipare al bando dovevano avere anche il certificato di aver svolto lavori simili. Alla gara d’appalto avrebbe dovuto partecipare la ditta di Parisi la quale
misteriosamente si vide escludere perché l’appalto fu dato alla Gea, società che tra l’altro non aveva i requisiti richiesti, perché non aveva mai effettuati lavori simili altrove. Inutili furono le proteste si passò alle vie legali.
Maria Giovanna Pellegrino
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