
L’operazione condotta dai militari mette in luce la forte attività delle bande criminali che operano nella falsificazione dei capi firmati. Un mercato difficile da stroncare non solo per la capacità delinquenziale di chi vi opera a livelli di professionalità elevatissima, ma anche per l’enorme domanda di articoli con griffe false che viene dai cittadini – di varia estrazione sociale - disposti ad alimentare tale mercato illecito, forse persino nella inconsapevolezza del grave danno prodotto ad uno dei più fiorenti settori dell’economia nazionale. La crisi economica, poi, ha giocato a favore di chi fa di questa attività illecita un business di inimmaginabili proporzioni.
Il fenomeno della contraffazione in Italia costituisce un vero e proprio sistema commerciale ed industriale che si sviluppa attraverso tutta una serie di canali di vendita e di distribuzione, nonché, a monte, di sofisticati centri di produzione e di ‘assemblaggio’. Si tratta, secondo le ultime risultanze derivanti dagli studi condotti da Confcommercio e Confindustria e sulla base di indagini eseguite dalla Guardia di Finanza, di una effettiva e concreta economia parallela che fattura in Italia circa 7 miliardi di euro e che sottrae all’Erario 5 miliardi, facendo perdere ben 130.000 posti di lavoro. Un danno economico rilevante che, visto il campo estremamente vasto della contraffazione - che va dai marchi agli alimenti passando per i farmaci -, non solo colpisce le tasche dei cittadini ma, molto spesso, anche la salute. E’ evidente come in Italia il ruolo della criminalità organizzata, anche di stampo mafioso, nell’attività di contraffazione, sia estremamente rilevante. Infatti, gran parte di quei 7 miliardi di euro vanno proprio ad alimentare in particolare i forzieri della Camorra
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