Lorenzo Borrelli, vittima sul lavoro sulle linee di produzione della Rieter |
Essenziale, finora, il lavoro svolto dai carabinieri della locale stazione che hanno superato mille difficoltà per poter inquadrare bene la situazione e mettere in chiaro una serie di punti poco chiari.
Un lavoro, quello dei carabinieri pignataresi, che ha dovuto superare anche la “resistenza” di uno squadrone di legali messi in campo dall’azienda. Un lavoro, quello degli uomini del maresciallo De Siena, che haportato al raddoppio del numero delle persone indagate per la morte di Lorenzo Borrelli. Fra gli indagati spiccano i nomi del direttore di stabilimento - Piero Faccioli - del responsabile della manutenzione - Claudio Insero - del responsabile della produzione - Maurizio Esposito e dell’amministratore delegato della società svizzera, Andreas, Geral Becker. A questo primo elenco vanno aggiunti i nomi del capoturno, Merola Giuseppe, del responsabile della sicurezza, Alfredo Ruggiero, di Crocetta Giuseppe e Chirico Giovanni. La famiglia di Lorenzo Borrelli - che ha affidato la propria difesa all’avvocato Carlo De Stavola - vuole giustizia e auspica una veloce soluzione del caso; soprattutto chiede che la morte di Lorenzo non sia vana e faccia aumentare la sicurezza sui luoghi di lavoro. La drammatica morte di Lorenzo Borrelli riaccende la polemica sul tema della sicurezza all’interno dello stabilimento della Rieter. Una questione sulla quale, in passato, ci sarebbero stati aspri confronti all’intero della struttura produttiva situata nell’area industriale di Pignataro Maggiore. Già nei mesi scorsi, confidano alcuni dipendenti, si sarebbe sfiorata la tragedia. La linea di produzione è stata sequestrata dalla Procura che conduce le indagini per accertare eventuali responsabilità e violazioni delle norme di sicurezza. Una commissione tecnica, di quattro esperti, dovrà indicare le esatte cause che hanno determinato la morte di Lorenzo Borrelli. Fra loro anche un perito informatico che dovrà verificare il software che aziona la macchina dove l’operaio perse la vita. Il pubblico ministero della Procura di Santa Maria Capua Vetere ha concesso 60 giorni.
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