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sabato 30 luglio 2011

Teano - Truffa alle assicurazioni, tremano alcuni Vip

Teano. Da diversi mesi i carabinieri della locale stazione starebbero indagando su una mega truffa alle comapgnie assicurative.
Coinvolte alcune importanti agenzie del territorio; una di esse sarebbe stata già perquisita con l’acquisizione di migliaia di pratiche.
Presto il cerchio potrebbe stringersi intorno alle figure principali che gli inquirenti ritengono le menti della truffa che avrebbe fruttato ingenti guadagni.
L’operazione condotta dai militari dell’arma della stazione carabinieri di Teano - guidata dal maresciallo Augusto Proietti - coinvolgere, a vario titolo, diverse decine di persone.
Oltre la città sidicina, sarebbero diversi i comuni coinvolti fa cui Caianello, Alvignano, Sparanise, Calvi Risorta ed altri centri limitrofi.
Secondo numerose indiscrezioni raccolte in paese l’inchiesta - coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere -  sarebbe ormai “matura” e pronta quindi a mostrare i frutti di tanto lavoro, fatto, non solo attraverso i tanti documenti acquisiti, ma anche attraverso intercettazioni e pedinamenti.
Nel giro di qualche settimana potrebbero essere emessi anche probabili misure nei confronti delle persone coinvolte, a vario titolo, nella vicenda.   L’inchiesta teanese nascerebbe da uno stralcio dell’operazione messa a segno pochimesi fa a Sessa Aurunca dove furono sei in tutto le ordinanze di custodia cautelare emesse nell'ambito dell'operazione condotta questa mattina dai carabinieri della compagnia di Sessa Aurunca e che ha portato a sgominare un'organizzazione dedita alla truffa alle assicurazioni.  In manette finirono Salvatore Picascia e Vincenzo Lamberti, titolari di un'agenzia di infortunistica stradale sita a Cellole. Per i quattro medici, invece, è stata applicata la misura dei domiciliari, si tratta di: Stefano Auletta, Fabrizio Sergio, Roberto Bosso e Giovanni Cicale di cui tre in servizio presso l'ospedale San Rocco di Sessa Aurunca e uno in servizio presso l'Asl di Formia.  Presto potrebbe “esplodere” la “polveriera” Teano.

Piedimonte Matese - Caso Ottaviani, il giallo dei fusti

piedimonte matese. Si tinge sempre più di giallo il caso della scomparsa dell’imprenditore Alessandro Ottaviani.
Nel capannone al centro della complicata vicenda si trovavano, subito dopo la scomparsa numerosi grossi fusti di ferro.  Erano tutti impilati e ben chiusi. COntrollarli avrebbe significato eliminare il dubbio che  qualcuno avrebbe potuto uccidere l’uomo e nasconderne il corpo proprio in quei fusti.
La presenza di quei fusti sarebbe stata confermata, più volte, da alcuni ex dipendenti dell’azienda che aveva in uso la struttura. Intanto si cerca il corpo di Alessandro  Ottaviani; si starebbero scandgliando le cisterne abbandonate dell’intero territorio. In particolare le ircerche si sarebbero concentrate sui pozzi nella zona di Dragoni. Area in cui per l’ultima volta fu visto vivo l’imprenditore. L’indagine è seguita dai carabinieri della compagnia di Piedimonte Matese che stanno cercando di dare una svolta al giallo sulla scomparsa dell’imprenditore. Un mistero che dura da oltre tre anni e che non ha  permesso, finora, agli inquirenti di arrivare al bandolo della matassa. E’ scomparso nel nulla il 23 Aprile 2008. Le indagini dei carabinieri non sono, finora, riuscite a far luce sulla vicenda.
Così, si fa sempre più strada l’ipotesi che l’imprenditore pedemontano – molto attivo nel campo dell’edilizia - sia stato vittima di un atto criminoso.
Alessandro Ottaviani uscì di casa insieme al cognato, Mauro Paterno, per svolgere alcune commissioni. In particolare i due si recarono nella periferia del paese, nei pressi del fiume Volturno, per incontrare un altro imprenditore, Carini.

Castel Di Sasso - Spara al cognato, arrestato

Castel di Sasso.  Lite familiare conclusa con colpi di fucile. Miracolato un uomo che viene ferito dai pallettoni di striscio.
Finisce in carcere, invece, l’aggressore con l’accusa di lesioni volotnarie aggravate.
Tutto è successo ieri mattina nella “tranquilla” frazione di Cisterna - un luogo già famoso per la scomparsa di Giacinto Maioriello, l’anziano mai più ritrovato.
Protagonista della vicenda Giovanni Micco - 51 anni - che non ha sopportato l’ennesima lite con la moglie e con il fratello della consorte.
Entrambi, infatti, lo accusavano di avere poca voglia di lavorare e di impegnarsi per il benessere della famiglia.
L’uomo, ad un certo punto, ha imbracciato il fucile da caccia, un calibro dodici regolarmente detenuto, ed ha fatto fuoco contro il congnato e contro la moglie. Per fortuna la mira non è stata proprio delle migliori. Così i colpi hanno ferito solo di striscio il cognato - Pasquale - mentre la donna - Antonietta - + rimasta praticamente illesa. Micco, dopo le formalità di rito è stato trasferito  pressoil carcere di Santa Maria Capua Vetere, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Il ferito, invece, dopo essere stato medicato all’ospedale di Caserta è ritornato a casa.

Piedimonte Matese - Comportamento antisindacale, comune condannato

piedimonte matese. Compor-tamento antisindacale, comune condannato. Dovrà reintegrare la dipendente nel suo precedente posto di lavoro e pagare le spese fissate in 1100 euro.
E’ questa la sentenza espressa dal tribunale del lavoro di Santa Maria Capua Vetere. “Dichiara anti sindacale la condotta del comune di Piedimonte Matese consistita nel trasferimento di Della Paolera Maddalena, dirigente sindacale, senza richiesta di nulla osta da parte dell'organizzazione ricorrente e per l'effetto ordina all'amministrazione di provvedere alla assegnazione della stessa nel posto precedentemente occupato; condanna il Comune di Piedimonte Matese alla rifusione, in favore del ricorrente, delle spese di lite, che liquida in euro 1.100”.
Così ha decisio il giudice Manuela Fontana che si epsressa sul ricorso presentato dal sindaco Sulpm che avversava la con disposizione di servizio del 22.2.2011, il Comune di Piedimonte Matese aveva assegnato la dipendente Della Paolcra Maddalena, dirigente sindacale presso l'ente locale, in precedenza assegnata all'ufficio elettorale, alla Biblioteca comunale, collocato in sede diversa e distante 600 mt dall'originario luogo di svolgimento della prestazione lavorativa, senza preventiva richiesta di nulla osta all'organizzazione di appartenenza; che la lavoratrice era stata già oggetto di molteplici atti datoriali impugnati innanzi all'autorità giudiziaria.
Tanto premesso assumendo il carattere ariti sindacale attuale della condotta datoriale. Si costituiva il Comune di Piedimonte Mátese che eccepiva il difetto di legittimazione attiva della sigla ricorrente in ragione dell'intervenuto scioglimento del Diccap e della successiva adesione del SULPM ad altra, confederazione. Nel merito contestava l'applicabilità del disposto dell'alt 22 sull'assunto che la biblioteca non fosse da considerare unità produttiva distinta da quella di originaria assegnazione, concludendo per il rigetto della domanda.
Il giudice ha accolto la tesi della dipendente, sostenuta dall’organizzazione sindacale.

venerdì 29 luglio 2011

Roccamonfina - Scontro mortale, il figlio della vittima denuncia: troppi disservizi e troppi ritardi

roccamonfina. Muore in un incidente stradale. Troppi i disservizi mostrati dai sistemi di soccorso. Lo afferma il figlio della vittima, Patrick Albanese: “mio padre è deceduto in seguito ad un incidente stradale  sulla strada provinciale Sessa-Mignano. Dopo l'impatto tra i due veicoli mio padre dall'interno della vettura ha fatto segno ad una persona di fermarsi. Penso che sia stata questa persona a chiamare l'ambulanza. L'ambulanza è arrivata sul posto in poco tempo ma senza un medico a bordo. Hanno iniziato a soccorrere mio padre. Si è visto subito che la situazione era grave. Le persone intervenute sul posto, tra parenti ed amici, hanno iniziato a sollecitare i volontari del 118 dicendo di partire per l'ospedale di Sessa Aurunca perchè la situazione era grave. I soccorritori dicevano che da protocollo senza medico non potevano partire. A quel punto un mio amico, con la sua auto è andato a prendere il Dott. Andrea Maccarone (che nonostante la sua longeva età non ha esitato un attimo a soccorrere l'amico), per far si che sull'ambulanza ci fosse un medico e quindi fosse pronta per partire per Sessa Aurunca. L'ambulanza è così partita, ma all'altezza di Ponte si è fermata per circa 3/4 minuti per permettere ad un'altra ambulanza di raggiungerla e di far salire a bordo un altro medico, quello preposto per queste situazioni. Questo è quello che riguarda il disservizio ambulanza/medico a bordo. Forse con un medico presente si poteva intervenire con più tempestività e, forse, evitare il decesso di mio padre. Poi c'è un altro aspetto da considerare: quella strada è in condizioni pietose: buche, avvallamenti, erba alta che sbuca da entrambi i lati della strada. Il giorno dopo l'incidente, casualmente, quella zona è stata interamente pulita. Voglio denunciare questa incredibile situazione, in pochi mesi a Roccamonfina è già il secondo decesso che avviene per l'assenza di un medico sull'ambulanza”.

Piedimonte Matese - Si cerca il corpo dell'imprenditore Ottaviani nelle antiche cisterne

piedimonte matese. Si cerca il corpo di Alessandro  Ottaviani; si starebbero scandgliando le cisterne abbandonate dell’intero territorio. In particolare le ircerche si sarebbero concentrate sui pozzi nella zona di Dragoni. Area in cui per l’ultima volta fu visto vivo l’imprenditore.
L’indagine è seguita dai carabinieri della compagnia di Piedimonte Matese che stanno cercando di dare una svolta al giallo sulla scomparsa dell’imprenditore.
Un mistero che dura da oltre tre anni e che non ha  permesso, finora, agli inquirenti di arrivare al bandolo della matassa.
E’ scomparso nel nulla il 23 Aprile 2008. Le indagini dei carabinieri non sono, finora, riuscite a far luce sulla vicenda.
Così, si fa sempre più strada l’ipotesi che l’imprenditore pedemontano – molto attivo nel campo dell’edilizia - sia stato vittima di un atto criminoso.
Alessandro Ottaviani uscì di casa insieme al cognato, Mauro Paterno, per svolgere alcune commissioni.
In particolare i due si recarono nella periferia del paese, nei pressi del fiume Volturno, per incontrare un altro imprenditore, Carini. Quest’ultimo aveva in fitto un capannone di proprietà dello stesso Ottaviani.  Fra i due era in atto un contenzioso giudiziario tanto che Ottaviani contava di sfrattare l’impresa e di riprendere il pieno uso della struttura. Poi il tentativo di Carini di acquistare la struttura. L’incontro di quella mattina doveva servire proprio per portare avanti questa trattativa.
Una trattativa che si interrompe proprio per la scomparsa di Ottaviani. Una interruzione che determinerà l’esecuzione dello sfratto.  L’auto di Ottaviani  sarà ritrovata nei pressi del capannone, ben chiusa con all’interno la giacca e il portafoglio nel quale erano custoditi soldi e carte di credito.  I carabinieri avviano le indagini e le ricerche già la notte stessa. Successivamente sarà scandagliato, anche con l’ausilio di unità cinofile, un vasto territorio e un lungo tratto del fiume Volturno.Nessuna pista è stata sinora esclusa dagli investigatori.  Al momento della scomparsa Ottaviani indossava una  polo a maniche lunghe verde con righe gialle e marroni, jeans e scarpe da ginnastica bianche. Una vicenda, quella dell’imprenditore, caratterizzata da rigido silenzio rigido dei familiari.

giovedì 28 luglio 2011

Pietramelara - Abbandonavano rifiuti, un'intera famiglia denunciata

pietramelara. Una madre - C.L. - e i suoi due figli denunciati per sversamento illecito di rifiuti.
Sono stati sorpresi dai carabinieri della locale stazione mentre scaricavano materiali speciali presso l’ex macello comunale.
Dalla loro vettura stavano scaricando televisori vecchi, pneumatici usati, vecchie bottiglie e mobili in disuso.
L’azione non è sfuggita ai militari  al comando del maresciallo Pasquale Mariano che contestato ai tre - fra cui anche un minore - la violazione delle norme che regolano la materia ambientale.
L’episodio mette in evidenza le difficoltà e i disagi che generano nella popolazione l’assenza di un’isola ecologica o di un punto di raccolta dei rifiuti speciali o ingombranti.
Da tempo l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Luigi Leonardio, parla di avvio imminente dei lavori per la realizzazione dell’isola ecologica che dovrebbe nascere proprio nell’area dell’ex macello comunale.

Teano - Omicidio Molicone, i Mottola non si presentano davanti al giudice

teano.  Omicidio  di Serena Mollicone, assente la famiglia Mottola.  il 16 settembre l’inizio per il prelievo dei campioni. udienza il 2 febbraio per l’esame dei risultati. Si è tenuta ieri,  presso il Tribunale di Cassino,  ( Gip Angelo Valerio Lanna, P.M. il Procuratore Capo Mario Mercone ) l’udienza per l’incidente probatorio ( un atto processuale che consente la formazione di una prova prima che sia iniziato il dibattimento ) per il delitto di Serena Mollicone, al termine della quale è stato nominato il perito del Tribunale nella persona del Prof. Giuseppe Novelli, direttore del Laboratorio di Genetica Medica presso l’Università Tor Vergata di Roma. Erano presenti,  il padre della vittima,  Guglielmo Mollicone ( difeso dall’avv. Dario De Santis ) che ha nominato consulente di parte il Gen, Luciano Garofano (ex comandante dei Ris di Parma ), il fidanzato di Serena, Michele Fioretti, con la madre, Rosina Partigianoni, indiziati dell’omicidio, difesi dall’avv. Armando Pagliei; il brigadiere Francesco Suprano ( difeso dagli avvocati Eduardo Rotondi e Emiliano Germani ) che ha nominato suoi consulenti il  criminologo  Dr. Carmelo Lavorino e il genetista  Prof. Saverio Potenza.   Erano invece assenti  Franco Mottola (all’epoca comandante della  stazione  dei carabinieri di Arce, 55 anni residente a Teano ), il figlio Marco ( 29 anni in famiglia a Teano ) e la madre (omonima del marito) Anna Maria Mottola tutti difesi dall’avv. Francesco Germani,  che ha nominato propri consulenti,  il Prof. Luigi D’Ancora, esperto in medicina legale,  dell’Università di Napoli e  il  Prof. Ciro Di Nunzio, genetista, dell’Università di Catanzaro.
 “I miei assistiti,  signori Mottola”, ci ha detto l’avvocato Francesco Germani  da noi avvicinato subito dopo l’udienza – sono assenti ma presteranno il loro assenso per il prelievo dei campioni. Si protestano innocenti e lo dimostreranno in corso di causa. Certamente la vicenda è ingarbugliata e vi sono molti profili non chiari,  ma il maresciallo, il figlio e la moglie,  hanno  la coscienza  tranquilla, hanno fiducia nella giustizia e dimostreranno di non  essere assolutamente coinvolti in questo truce delitto”.  Il Giudice per le Indagini Preliminari Dr. Lanna ha anche fissato l’inizio e la fine delle operazioni  peritale indicando il giorno 16 settembre per il prelievo dei campioni da esaminare,  e la discussione delle risultanze,  entro 90 giorni,  e cioè, il 16 dicembre, fissando, inoltre  l’udienza del 2 febbraio 2012,  per l’esame comparato delle risultanze della perizia.
I prelievi saranno effettuati presso il Gabinetto dell’Università Tor Vergata di Roma.
Questo incidente probatorio è stato provocato dal  Procuratore Capo Mercone,  il quale è fermamente convinto che tra i sei indiziati ci possa essere l’assassino di Serena Mollicone, il mandante ed i testimoni oculari dell’efferato  crimine,  avvenuto, come è noto, 10 anni or sono ad Arce. Ma, la pubblica accusa è partita da molto lontano e non esclude di coinvolgere altre persone tanto è vero che il provvedimento notificato alle parti parla anche di “concorso con ignoti da identificare”.
Il Procuratore Capo, tuttavia, ha formulato una precisa accusa ed ha ipotizzato anche il probabile scenario del delitto. Il maresciallo Mottola, con il figlio  Marco,  con la moglie Anna Maria ( ed in alternativa  con il concorso del brigadiere Suprano o con il concorso del fidanzato di Serena Mollicone e della madre di  quest’ultimo o con il concorso di ignoti ) avrebbero ucciso la povera Serena “colpendola al cranio con uno strumento contundente ( così è scritto nella ordinanza del Gip )  legandole gli arti superiori dietro alle spalle e bloccandone le gambe con un nastro adesivo bianco e con fili accoppiati di ferro, nonché incappucciando il cranio con una busta di plastica sigillata attorno al collo e tappando con altro adesivo la bocca ed il naso, ne cagionavano la morte, sopravvenuta a causa dello shock traumatico e della asfissia meccanica, dopo ampio versamento ematico; con l’aggravante di avere agito con inutile crudeltà verso la vittima”. 
Ed inoltre il Procuratore Capo ha contestato a tutti l’aggravante  all’occultamento di cadavere “al fine di conseguire l’impunità per il commesso omicidio occultavano il cadavere trasportandolo in un viottolo recondito ed ivi abbandonandolo, dopo essersi impegnati, per ostacolarne il rintraccio a ripiegare al di sopra della salma arbusti ivi vegetanti e ad utilizzare come riparo la sagoma di un contenitore metallico cilindrico”.

Vairano Patenora - Puc, pesa il conflitto di interessi

vairano patenora. L’approvazione del Puc potrebbe non avvenire mai. Infatti il sindaco, Giovanni Robbio, potrebbe non avere il numero di consiglieri sufficienti per l’approvazione, in consiglio comunale, dello strumento urbanistico.
Ci sarebbero dei conflitti che impedirebbero ad alcuni assessori e consiglieri di maggioranza di votare sul Puc. Conflitti che derivebbero dall’inserimento di alcuni terreni di parenti di diversi assessori.
Sulla vicenda sembra esserci discordanza perchè, secondo alcuni esponenti del governo cittadino, l’articolo 68 - comma 2 - esclude  l’ipotesi di conflitto di interessi quando ci si trova di fronte  alla programmazione generale del comune.
Per contro chi si oppone al piano è sicuro che il conflitto di interessi  si presenta anche nel caso dell’approvazione del Puc.
A supporto di tale tesi si citano diverse sentenze del consiglio di Stato che avrebbe bocciato piani urbanistici approvati in palese conflitto di interessi.
Insomma, in ogni caso, se mai dovesse arrivare in aula il Puc, la vicenda non si potrà ritenere conclusa e potrebbe finire  davanti ai giudici amministrativi che dovranno decidere sulla vicenda. 

Piedimonte Matese - Reparto dell'ospedale chiuso per ferie, scatta la denuncia alla Procura

piedimonte matese. Un reparto dell’ospedale cittadino chiuso per ferie, come una salumeria o un bar. N on ci sta il sindaco di Piedimonte Matese che  denuncia tutto alla Procura della Repubblica e al Ministro della Salute.
Il primo cittadino, Vincenzo Cappello,  scrive, inoltre, al presidnete della Regione e ai vertici dell’Asl di Terra di lavoro. Tutto prende spunto dal fatto che Urologia chiude ad agosto e i pazienti dovranno essere trasferiti oppure dimessi.
La giustificazione addotta dal Direttore Sanitario, Alessandro Accinni, è stata semplice quanto significativa: “una decisione obbligata - presa in accordo con tutto il personale - per poter poi lavorare tutto l'anno con serenità”.
Cappello ha intesoso evidenziare la gravità in cui versano i servizi sanitari per una vasta area dove l’ospedale cittadino è l’unico disponibile.
“Appare del tutto superfluo evidenziare la gravità della situazione che costituisce l'ennesima mortificazione non solo per il territorio piedimontese ma per per tutto l'Alto casertano, costringendo i pazienti a spostamenti disagevoli e quanto mai inopportuni per persone sofferenti.
Ancora una volta - scrive Cappello -  si ripropone, quindi, l'annoso problema della carenza di personale, sia medico che infermieristico, presso la struttura matesina.
Come già altre volte esposto, la sanità locale versa in una drammatica condizione, a cui i le competenti Autorità non sono finora riuscite a porre rimedio con grave nocumento delle popolazioni utenti”.
Alla Procura della Repubblica Cappello chiede “di verificare la regolarità del provvedimento adottato, e, qualora se ne ravvisassero i presupposti, l'avvio di procedimento atto a contestare l'interruzione di servizio di pubblica necessità per la collettività”.

Piedimonte Matese - Spaccio di droga, arrestato19enne

piedimonte matese. Droga per la movida cittadina, spacciatore arrestato dai Carabinieri, sotto sequestro oltre duecento grammi di stupefacenti.
Ancora un duro colpo assestato dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Piedimonte Matese nella lotta all’uso e allo spaccio di sostanze stupefacenti. A finire in manette Vincenzo Macchiarelli, 19enne di Piedimonte Matese, già da qualche giorno sotto osservazione da parte dei militari, che questa mattina hanno deciso di fare irruzione nella sua abitazione nel centro cittadino. In vari punti della sua camera da letto, sono stati rinvenuti occultati oltre duecento grammi di stupefacenti, suddivisi in panetti di “hashish” e varie dosi di “marijuana”, una bilancia di precisione digitale per la pesatura della droga, due apparecchiature per tritare la marijuana, un coltello a serramanico di genere vietato per tagliare i panetti di hashish e circa centocinquanta euro in contanti, quale presunto ricavato dell’attività di spaccio. Gli stupefacenti e il materiale illecitamente detenuto sono finiti sotto sequestro, mentre il 19enne è stato arrestato e trasferito presso la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere. Secondo le prime risultanze investigative, la droga sarebbe stata successivamente destinata ad alcuni giovani acquirenti assidui frequentatori di locali pubblici della movida nel centro cittadino. Le attività antidroga, assicurano i Carabinieri, saranno ulteriormente intensificate per tutto il periodo estivo, con particolare riferimento alle zone maggiormente frequentate dai più giovani.
In Italia c'è un consumo gigantesco di cocaina, una spaventosa domanda di cocaina.
Il consumo di droga è un problema grave e da affrontare con la massima serietà. Nessuna persona dotata di un minimo di coscienza può infatti affermare che le droghe non abbiano serie ripercussioni, fisiche e psichiche, sulla vita delle persone. Secondo le stime recenti, il numero dei consumatori giovanissimi è in continua crescita. Sarebbero sette italiani su cento, tra i 14 e i 54 anni, ad aver fatto uso di cocaina almeno una o più volte nella vita. Il 15% di coloro che si rivolgono ai Sert chiede di essere aiutato proprio per disintossicarsi dalla cocaina. Non è un mistero che la cocaina, come le altre droghe, sia presente nella vita quotidiana di persone rispettabilissime. Come non è un mistero che essa causi una gravissima forma di dipendenza fisica e psicologia. La risposta per tutti e due gli aspetti del fenomeno è forse nel riconoscimento della realtà. Con la droga si vive. Con la droga si conduce una lotta per liberarsene. Con la droga si muore.
Quali che siano le nostre opinioni personali e morali sul consumo di droga, facciamo uscire dall’illegalità chi sceglie di drogarsi, impediamogli di finanziare gli affari delle organizzazioni criminali. Impediamo, con sempre più efficaci campagne di prevenzione, che i più giovani vedano nella droga un modo per evitare i propri problemi, per divertirsi o per essere “cool”.
Mettiamo i soldi nelle strutture che possono aiutare le persone a uscire dalla tossicodipendenza. Non aiutiamo la droga a uccidere ancora di più: controlliamo cosa viene assunto, per lo meno per ridurre il danno di ciò che verrebbe lo stesso consumato.

San Potito Sannitico - Fallita la Matese Ambiente

san potito sannitico.  Matese Ambiente è fallita. Lo ha stabilito il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere che ha accolto l’istanza di fallimento relativa alla società a capitale misto pubblico-privato. Era nata nel 2001 ed era controllata al 51% dal Consorzio rifiuti CE/1 e al  49% dalla società Green Line. Matese Ambiente era la società operativa del Consorzio rifiuti CE/1 che dal 1° gennaio 2002 aveva iniziato la propria attività in sei comuni dell’alto casertano fino ad arrivare a svolgere il servizio in ben diciannove comuni: Pietramelara, Baia e Latina, Riardo, Caianello, Marzano Appio, Tora e Piccilli, Presenzano, San Potito Sannitico, Galluccio, Castello del Matese, Dragoni, Gioia Sannitica, Sant’Angelo d’Alife, Raviscanina, Letino, Prata Sannita, Ailano, San Gregorio Matese, San Pietro Infine. Il mancato pagamento delle retribuzioni e di quanto dovuto per i trattamenti di fine rapporto nei confronti di circa un centinaio di lavoratori, tra dipendenti e dirigenti, ha spinto il sindacato Fit-Cisl, ad avviare l’azione legale nei confronti della società.   Lo svolgersi della vicenda giudiziaria ha portato all’accertamento di un’ingente mole di debiti, pari ad alcune centinaia di migliaia di euro, cui la società si è dimostrata incapace di fare fronte sino al punto di arrivare all’istanza di fallimento poi accolta dal giudice. “In poche settimane viene riconosciuto per la seconda volta da una giurisprudenza innovativa il principio che le società partecipate a maggioranza da un ente pubblico non sono immuni dal fallimento – ha dichiarato l’avvocato Domenico Carozza –. 

Castello Matese - Lupi assaltano i greggi, pastori pronti ad imbracciare i fucili

castello matese. Gli assalti dei lupi sul Matese si ripetono con costanza. Sbranati, negli ultimi tempi, diverse pecore ed anche un puledro. Enorme i danni per gli agricoltori che si sentono lasciati soli dalla Regione Campania che non vuole pagare i danni causati dai lupi. In tanti, fra i contadini della zona sono allo stremo e si dicono pronti ad imbracciare il fucile per difendere i propri armenti. Se la regione non interverrà il rischio è che i lupi possano essere sterminati a fucilate. In breve tempo potrebbe essere messa a rischio l’intera popolazione del predatore che dopo anni ritorna ad essere numerosa nei boschi del Matese. Sarebbe un grave danno per l’ecosistema ma anche per lo stesso territorio Matesino. I segnali sono già chiari e qualcuno ha inteso “avvertire” le autorità competenti che la misura è colma. Infatti, alcuni  giorni fa, una giovane lupa, di circa cinque anni, fu abbattuta a fucilate e “consegnata” alle autorità come avvertimento. L’animale venne ucciso, con due colpi di fucile - uno alla pancia e l’altro al petto - nei boschi del Matese. Venne poi “imbustato” in un sacco nero (quelli normalmente utilizzati per l’immondizia) e sistemato in un spazio, ben in vista, nei pressi del lago di Castello Del Matese. Chi ha sparato, chi ha ucciso quell’animale voleva che venisse trovato perché doveva essere un chiaro segnale per le autorità. Doveva dimostrare che i pastori e tutti coloro che quotidianamente subiscono la perdita degli armenti per l’aggressione dei lupi, sono pronti a “farsi giustizia” da soli. “Se la regione non ci rimborsa le perdite che subiamo, allora siamo pronti a decimare la già esigua popolazione di lupi che da qualche tempo vive sul Massiccio del Matese”. Sembra essere stato questo, probabilmente, il segnale che l’ignoto cacciatore di lupi ha voluto lanciare alle autorità competenti le quali da anni negano il rimborso dei danni affermando che il lupo, sul Matese, non esiste.
Al di là di qualsiasi considerazione quanto accaduto su Matese è di una gravità assoluta e denota, anzitutto, l’assenza di controlli efficaci a tutela di un patrimonio - flora e fauna - ineguagliabile. Il lupo - anche grazie a particolari programmi ambientali - è stato reinserito, da alcuni anni nell’area del Matese. Dopo la creazione dell’area parco regionale, l’animale è riuscito a riprodursi con più frequenza. Quello che però per molti ambientalisti è visto con un autentico miracolo, per contro, da tanti allevatori della zona è considerato una vera maledizione. Quando un gruppo di lupi, infatti, attacca un gregge, le perdite sono notevoli. Dovrebbe essere scontato, a questo punto, l’intervento della Regione che dovrebbe compensare i danni subiti, proprio per evitare che qualcuno – disperato - imbracci il fucile. Il lupo ucciso e “imbustato” pochi giorni fa non è l’unico animale ad essere stato ucciso sul Matese; in precedenza, altri due predatori vennero ritrovati avvelenati. “I nostri allevatori – precisa il sindaco Antonio Montone – avanzano giuste richieste di risarcimento danni che la regione, invece, continua ad ignorare.  Abbiamo già diverse volte, conclude Montone, sollecitato la Regione, senza tuttavia, avere riscontri concreti. Eppure in tutti le altre aree parco d’Italia sono previsti risarcimenti”.

mercoledì 27 luglio 2011

Teano - Cadavere in un pescheto, indagano i carabinieri







teano.  Un cadavere  scoperto nelle campagne sidicine. Era adagiato, pancia verso l’alto, lungo una strada interpoderale.
L’avanzato stato di decomposizione del corpo ha reso difficile il riconoscimento.
Potrebbe trattarsi di un immigrato romeno - Baitany Mihai, 42 annni - scomparso da una ventina di giorni dalla propria abitazione. Una casa che non si trova molto distante dal luogo del rinvenimento del corpo.
Alcuni connazionali dell’uomo avrebbero riconosciuto il corpo da alcune caratteristiche relative ai denti e ai capelli.
Oscure, per ora, le cause della morte; sarà l’esame medico legale ha chiarire ogni aspetto sul decesso dell’uomo.
Secondo alcune indiscrezioni raccolte in zona, il corpo non presentava evidenti segni di violenza. Per questo la morte potrebbe essere sopraggiunta per un improvviso malore che avrebbe colto il 42 mentre percorreva la stradina in terra battuta. Baitany era un operaio, da molti anni in Italia, che negli ultimi tempi era caduto vittima dell’alcolismo che lo stava annullando pian piano.
La scoperta del cadavere è stata fatta ieri da un agricoltore della zona che attirato dall’odore nauseabondo che si percepiva in zona, ha sbirciato nell’erba scorgendo il cadavere.
Immediato l’allarme che ha portato sul posto i carabinieri della locale stazione - guidati dal maresciallo Augusto Proietti -
il medico legale e la ditta incaricata della rimozione del cadavere.
Nel pomeriggio, dopo l’arrivo del magistrato, il corpo è stato rimosso e condotto all’istituto di medicina legale di Caserta.
Uno dei aspetti che crea maggiori dubbi, nell’intera vicenda, è il tempo, troppo  lungo, trascorso fra il decesso e il ritrovamento del cadavere.  Eppure in quella zona i terreni sono costantemente e capillarmente coltivati e la resenza di braccianti, nel periodo estivo, è massiccia.  Saranno le indagini condotte dai carabinieri a chiarie ogni dubbio sull’accaduto.

Vairano Patenora - Cantelmo, l'uomo nuovo contro i "feudatari"

vairano patenora.   Il medico bartolomeo Cantelmo potrebbe essere l’uomo della svolta nella politica Vairanese.
Potrebbe essere lui il candidato sindaco capace, alla prossima primavera, di  cambiare pagina in un copione che si ripete ormai da troppi anni e che vede sempre gli stessi attori calcare la stessa scena.
Probabilmente, le prossime elezioni serviranno per capire se il popolo vairanese è davvero maturo per quel salto di  qualità  per riuscire ad “autodeterminarsi”.
Già, infatti,  il municipio vairanese negli ultimi venti anni è apparso più come un feudo dove pochi hanno gestito il potere.
Non solo  “i sovrani” sono stati sempre gli stessi ma anche i “cortigiani” non sono mai cambiati.
Così capita che gli assessorei, in gran parte sono stati per lungo tempo sempre i soliti, così come i consiglieri.
Negli utlimi mesi però spira un vento nuovo che potrebbe anche portare ad un cambiamento radicale nel  modo di fare poltica in città. Cantelmo, probabilmente, pur non rappresentando la novità assoluta potrebbe tuttavia essere già un buon segnale di rottura con un passato capace di produrre tantissime “scorie” e pochi benefici.  Il cammino è ancora lungo e i “volponi” sono in agguato e l’esperenzia potrebbe recitare un ruolo determinante contro i volenterosi giovani del web

Teano - Cambio al comando della stazione carabinieri, Proietti lascia

teano. Dopo sei anni di servizio sul territorio teanese. il nostro Comandante, il Maresciallo Capo. Dott. Augusto PROIETTI, lascia il Comando della Stazione Carabinieri di Teano e si accinge a prendere il comando di una delle più importanti stazioni di Roma Nord, precisamente. Roma Cassia.
Prima di giungere a Teano, il Maresciallo, quarant'anni il prossimo 30 luglio, laureato in giurisprudenza, laureato in scienze politiche, esperto in tecniche di difesa personale, ha insegnato presso la scuola Carabinieri di Benevento le materie di procedura penale e difesa personale, per poi svolgere attività di Polizia Giudiziaria nelle zone di Firenze, Milano. Cellole, Baia Domizia, Alba Adriatica. Rocca d'Evandro e Teramo.
In sei anni a Teano, sotto la sua direzione, sono slati effettuati circa 250 arresti nella flagranza di reato, circa 1700 sono le persone denunciate per reati vari, circa 250.000 sono gli Euro di sanzioni comminate a seguito di gravi violazioni al codice della strada e 130 sono gli extracomunitari irregolari espulsi dal territorio.
Sono stati perseguiti reati che vanno dal furto, alla estorsione, alle rapine, alla violenza sessuale, alle associazioni a delinquere di varia natura. Molte sono state le sorveglianze speciali, affibbiate a pregiudicati e tanti di essi sono tutt'ora in stato di arresto, in carcere, per scontare pene definitive, anche a dieci anni.
Il Dott. Augusto PROIETTI, nell'anno 2007. ha ricevuto un Encomio Solenne dal comune di Teano, a seguito di una delle più imponenti operazioni antidroga degli ultimi anni, allorquando, nella zona di Taverna Zarone, venne sequestrata quasi una tonnellata di droga ed arrestale cinque persone tra Borgonuovo e Furnolo. Contattato, il Comandante, commosso, ha riferito: "ho vissuto, a Teano, sei anni ricchi di soddisfazioni. E stalo apprezzato il duro lavoro che io ed i miei uomini abbiamo messo sul campo, sempre, in ogni circostanza. Un saluto, con affetto, oltre alla comunità teanese. va ai miei Superiori ed a tutti i militari che mi hanno coadiuvato nel mio operato e senza i quali, poco si sarebbe potuto ottenere. Ringrazio per la loro lealtà, onestà e professionalità, il Mar. Comandante Giulio SAMBUCO, il Mar. Dott. Luigi DI LUOZZO, il Brig. Aquilino PASSARETTA, il Brig. Filomeno Greco, il Brig. Antimo A ETRI J DA. il Brig. Rosario CUOMO, l'App. S. Giovanni MORRA. l'App. S. Pasquale MAGNETTA, l'App. S. Domenico VOLPE, il Car. S. Stefano FANI SI. il Car. S. Flavio DI BRANCO, il Car. S. PEZZELLA Cristian, il Car. S. Salvatore LEPORE, il Cai. S. NACCA Carlo"".

Piedimonte Matese - Comunità Montana senza soldi, salta lo stipendio

piedimonte matese. Operai e dipendenti dell’ente montano senza stipendio. Avevano creduto alle promesse arrivate nei giorni scorsi che parlavanod i anticipazionidi cassa di una pioggia milionaria nelle casse guidato da Fabrizio Pepe. La dura realtà, invece,  mostra, ancora, l’impossibilitòà a pagare gli stipendi. Il personale scrive  a Caldoro con la speranza di una rapida soluzione: “La Comunità Montana del Matese, nonostante la propagandata anticipazione di cassa decisa dal Consiglio Generale dell'Ente montano , non pagherà gli stipendi del mese dì luglio al personale dipendente.
Immediata la reazione . Stante la inefficienza dei rappresentanti sindacali, alcuni dipendenti sono intenzionati a rivolgersi ad un legale per ottenere le ingiunzione dei pagamenti stipendiali, altri, pare abbiano intenzione di chiedere l'intervento della Guardia di finanza e dell'Agenzia dell'Entrate, per conoscere se vi sia stata regolarità nella elaborazione e nelle tassazioni degli stipendi, visto che il foglio paga del mese di aprile non è stato loro mai consegnato.
Tutti, però, chiedono chiarezza e trasparenza. Non è possibile che da oltre un anno e mezzo II personale dipendente di ente pubblico, quale è quello della Comunità Montana, non è più in grado di programmare la propria vita. Non è in grado di sapere se il ventisette riceverà regolarmente lo stipendio e/o se sarà trasferito altrove. Il personale è confuso.
Non sa più cosa fare. Ad incrementare lo stato di incertezza, la farneticante e contraddittoria idea del " Project financing per la realizzazione della nuova sede Comunitaria " - punto n. 4 dell' o.d.g. di convocazione del Consiglio Generale del 14 luglio 2011 -nonostante la Comunità Montana del Matese sia già proprietaria di uno stabile, adibito a sede da diversi anni, al quale sono stati recentemente apportati notevoli e costosi interventi di sistemazione e di sicurezza, e la oramai prossima soppressione delle Comunità Montane”.

Piedimonte Matese - Urologia chiude dal primo agosto; una questione di ferie arretrate

piedimonte matese.   Ora è ufficiale, il reparto di urologia, dell’ospedale cittadino, sarà chiuso per ferie dal primo agosto. Riaprirà verso fine agosto.
Lo ha stabilito il direttore sanitario, Alessandro Accinni: “una decisione obbligata – presa in accordo con tutto il personale – per poter poi lavorare tutto l’anno con serenità.
Una scelta obbligata per  poter assicurare poi dopo la normale operatività”. Entro il primo agosto tutti i pazienti attualmente ricoverati nel reparto saranno dimessi o trasferiti altrove. La scarsità di personale e l’impossibilità di effettuare nuove assunzioni, seppur a tempo determinato, impediscono di sostituire i medici del reparto che da un anno non gode di ferie. Una situazione che sembra essere la copia esatta di quanto accaduto lo scorso anno.
Un intero anno in cui i vertici dell’Asl non sono riusciti a risolvere il problema della carenza di personale presso la struttura matesina.
Il reparto di urologia, nelle intenzioni dell’azienda sanitaria, dopo la chiusura di quello di Santa Maria Capua Vetere, doveva essere potenziato e diventare un centro di eccellenza per tutta Terra di Lavoro. Un’intenzione restata tale. Contro la chiusura del reparto sono scattate le proteste della gente e in particolar modo degli amministratori locali.
“E’ l’ennesima mortificazione che subisce il nostro territorio  maltrattato da scelte dirigenziali che non tengono per niente in considerazione le esigenze della nostra gente e degli utenti di un vasto territorio.
Più volte - precisa il primo cittadino di Piedimonte Matese, Vincenzo Cappello - noi sindaci del Matese abbiamo sollevato  la carenza sul territorio di personale medico ed infermieristico.
Non siamo mai stati ascoltati. La decisione di chiudere un reparto per permettere ai medici di godere delle proprie giuste ferie è un caso più unico che raro e rende ben chiara la  drammatica situazione in cui versa la nostra sanità”.
Per i residenti dei 35 comuni compresi nell’area Matese – Alto Casertano ammalarsi è un lusso, troppo grande. Dopo la chiusura dell’ospedale di Teano resta attiva solo la struttura di Piedimonte Matese.
Un ospedale che dovrebbe garantire servizi e assistenza ad una vasta zona e che invece vive frequenti criticità dalle quali scaturiscono pesanti disservizi per l’utenza.
La problematica che ha spinto alla chiusura del reparto di urologia è solo l’ultimo tassello di un quadro desolante che di fatto rende i servizi sanitari nell’Alto Casertano e nel Matese una chimera.
I residenti, per curarsi, sono costretti a continui pellegrinaggi verso le strutture del Molise, del Lazio oppure verso il capoluogo di Terra di Lavoro.
Non è bastata una sentenza del tar, confermata poi dal Consiglio di Stato, che imponeva all’Asl di incrementare i presidi e il personale sull’intero territorio.
Nell’Alto Casertano è disponibile poco meno di un posto letto per ogni 1000 abitanti contro la media regionale che è, invece di 3,2 posti letto per 1000 abitanti.

martedì 26 luglio 2011

Piedimonte Matese - Aumento della Tarsu, il comune sconfitto dal Tar

piedimonte matese.   Aunento della Tarsu, imposto dalla Provincia. Il Tar respinge il ricorso proposto dal comune. Il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania (Sezione Prima) ha bocciato il ricorso proposto dal comune di Piedimonte Matese, contro la  Provincia di Caserta, nei confronti di GISEC s.p.a. Gestione Impianti e Servizi Ecologici Casertani, non costituita.
Il Tribunale Amministrativo Regionale, in parte respinge ed in parte dichiara inammissibile il ricorso e  compensa le spese fra le parti.
Il ricorso puntava all’annullamento del decreto presidenziale n. 9/Pres del 28.5.2010, avente ad oggetto l’approvazione della tariffa provvisoria e sperimentale per l’anno 2010 relativa al trattamento, allo smaltimento ovvero al recupero dei rifiuti indifferenziati della Provincia di Caserta, di tutti gli atti richiamati ivi compresa la proposta del Settore Ecologia, nonché degli atti istruttori e degli atti connessi. Con ricorso notificato il 15/7/2010, il Comune piedimontese  impugnava gli atti in epigrafe concernenti la determinazione da parte della Provincia di Caserta della tariffa provvisoria e sperimentale per l’anno 2010 relativa al trattamento e smaltimento dei rifiuti in applicazione della legge n. 26 del 2010. L’amministrazione provinciale si costituiva in giudizio, resistendo all’impugnativa. A seguito della conoscenza di atti depositati in giudizio, con atto notificato il 14/9/2010, il Comune ricorrente proponeva motivi aggiunti anche nei confronti dell’amministrazione dello Stato. Si costituiva in giudizio la difesa erariale. Con ordinanza n. 2002 del 7/10/2010, la domanda incidentale di tutela cautelare veniva respinta. La decisione non può essere condivisa.
In senso contrario va osservato che la sussidiarietà in senso verticale attiene al riparto delle competenze e delle funzioni pubbliche secondo un criterio di prossimità al cittadino destinatario, nel rispetto delle norme costituzionali e ordinarie; come si precisa nella decisione stessa, nessuna norma attribuisce ai Comuni la legittimazione ad impugnare tributi, tariffe o altre imposizioni economiche gravanti sui singoli residenti, così come è impraticabile ogni riferimento alla rappresentanza politica; a sua volta la sussidiarietà in senso orizzontale depone in senso contrario alla soluzione affermata, dal momento che essa è finalizzata a promuovere e sostenere i cosiddetti corpi intermedi, le associazioni spontanee dei cittadini per la realizzazione e tutela dei loro interessi e non certamente per sostituirsi e sovrapporsi ad essi; per le stesse ragioni, evidentemente, non è significativo il richiamo al d.lgs. n.198 del 2009, poiché il rafforzamento della tutela del singolo utente o consumatore mediante il riconoscimento della legittimazione ad agire ad associazioni od organizzazioni private rappresentative esclude già in via di principio che analoghe rappresentatività e legittimazione possano riconoscersi al Comune di appartenenza.

sabato 23 luglio 2011

Riardo - Incidente sul lavoro a Ferrarelle: l'ispettorato del lavoro multa i due operai

riardo. Incidente sul lavoro nello stabilimento Ferrarelle di Riardo, la responsabilità sarebbe stata dei due lavoratori. Questo sembra emergere da alcune indiscrezione raccolte sul posto secondo cui i due lavoratori investiti da un getto si soda caustica sarebbero stati anche multati dall’ispettorato del lavoro.
La loro responsabilità sarebbe stata quella di non aver rispettato o in qualche modo eluso le norme di sicurezze presenti ul posto di lavoro e per non aver rispettato le procedure previste per la manutenzione di quella macchina.
I due operai - circa un mese fa- vennero  investiti da un getto di sostanze chimiche. Umberto Dragone, di Riardo, e Carlo Mancini, di Teano, rimasero ustionati dalla soda caustica, sostanza che viene usata per la pulizia delle bottiglie di vetro prima che le stesse passino al riempimento. I danni più gravi sarebbero quelli subiti dal 43enne teanese il cui corpo risulterebbe devastato per circa il 60 per cento dalla sostanza chimica. Dopo le prime cure presso l’ospedale di Piedimonte Matese, l’uomo venneo trasferito in elicottero in un centro romano specializzato nel trattamento delle ustioni.
Le condizioni dei due feriti sono poi, fortunatamente, migliorate rapidamente.

Vairano Patenora - Caso Di Sano verso la Procura e la Corte dei Conti

vairano patenora. Quando il comune ha intrapreso il giudizio contro la dottoressa Pirro sapeva di avere torto. L’assessore Enrico Di Sano, quando, in giunta, ha votato favorevolmente al conferimento dell’incarico all’avvocato dell’ente, Gaetano Di Nocera, sapeva che il problema era reale e che la cittadina aveva ragione. Sapeva, inoltre, Di Sano, che con molta probabilità sarebbe stato chiamato, dalla stessa parte lesa, a testimoniare, così come è poi avvenuto.
Quindi il comune è andanto ad affrontare un inutile giudizio, sapendo di essere poi condannato, aggravando la sua posizione con il pagamento dik ulteriori spese.
Tutto lascerebbe ipotizzare, quindi, dell’instaurazione di una lite temeraria. Una valutazione che dovrà fare il legale dell’ente viaranese che dovrà, poi, inviare gli atti alla Procura della Repubblica e a quella della Corte dei Conti.
Potrebbe andare proprio a finire così la vicenda che vede l’assessore Enrico Di Sano testimoniare contro il suo stesso comune.
Le parole procunciate dall’assessore Di Sano innanzi al giudice sarebbero state determinanti per la decisione finale del tribunale che ha visto il comune condannato al pagamento delle spese processuali e al rifacimento del tratto fognario  in questione.
Il teste Enrico Di Sano è stato l’unico a dimostrare l’allagamento dello scantinato. Pirro non avrebbe, altrimenti, potuto sostenere l’accusa. Di Sano avrebbe riferito al giudice di aver preso parte, materialmente, alle operazioni di spalamento dei liquami arrivati nella casa di Pirro a seguito dell’esondazione della condotta fognaria.
Una stranissima coincidenza, uno scherzo bizzarro del destino, ha voluto che il difensore della Pirro fosse l’avvocato Fernando Dell’Estate, marito della stessa dottoressa Pirro, e amico fraterno, di vecchia data, dello stesso assessore Enrico Di Sano. Sono questi i diversi aspetti curiosi di una vicenda che, proprio per queste ragioni, sta suscitando in paese diversi commenti e qualche ironia.
Il giudice Spezzaferri del Tribunale di S.Maria C.V., sezione distaccata di Carinola, con ordinanza del 28/6/2011, ha condannato il Comune di Vairano Patenora al rifacimento del tratto fognario di Via M. D’Azeglio di Marzanello e  alle refusione delle spese e onorari per un ammontare totale di circa 5.000,00 euro. La vicenda nasce nel 2009 allorquando una cittadina di Marzanello, difesa dal marito Avvocato, chiedeva al Comune di risarcirle i danni provocati dal riflusso delle acque 

Sert, da gioiello a presenza imbarazzente. Il commissario dell'Asl cancella le eccellenze

teano.  Il sert di Teano insieme a quello di Caserta e’ uno dei primi servizi  per la cura delle tossicodipendenze  aperto in terra di lavoro,  e’ stato la scuola di formazione dei migliori professionisti che  oggi dirigono  i principali servizi per la cura delle tossicodipendenze dell’intera  provincia di caserta.
Il SerT di Teano, insieme a quello di Caserta e quello di Aversa è uno dei Servizi storici in provincia di Caserta per la cura, la riabilitazione ed il reinserimento sociale dei tossicodipendenti. Molti professionisti che ora dirigono altre strutture sanitarie hanno mosso i primi passi al SerT di Teano.
Quando l’équipe era al completo i rapporti terapeutici con i pazienti e le loro famiglie erano ottimali ed i risultati si vedevano. In certi giorni, senza esagerare, il cortile antistante il SerT sembrava un luogo di “pellegrinaggio” perché la bravura degli operatori aveva superato i confini locali ed i pazienti di altre zone chiedevano di essere trasferiti a Teano,  anche da altre Regioni.
Si sperimentavano terapie e strategie terapeutiche innovative di alto livello e non si temeva il confronto con altre realtà nazionali più illustri. I buoni risultati raggiunti vengono ancora monitorati secondo un progetto nazionale ventennale denominato Vedette in cui Teano è incluso tra i primi con dati pubblicati dal Ministero della Salute.
Nacque a Teano una delle prime unità mobili d’Italia come “Capitan Uncino”. Ma forse il merito raggiunto in tale ambito, l’ospitalità e le capacità organizzative manifestate dal Sert di Teano non erano viste di buon occhio, in quanto già dai primi mesi dell’accorpamento con l'ASL di Caserta si sono ostacolati progetti importanti come la completa realizzazione delle unità operative per le analisi tossicologiche, previste dalle linee guida della regione Campania.
La chiusura del laboratorio di tossicologia  di Teano ha inizio  con le difficoltà create per l'approvvigionamento  del  materiale diagnostico indispensabile per il monitoraggio  delle terapie effettuate, condizione che ha negato al Sert di Teano  per lunghi periodi la possibilità di assistere pienamente i pazienti in trattamento. Anche allora si tentò di chiudere il Sert di Teano. 
Tuttora Teano rimane l’unico SerT aperto tutto il giorno e garantisce la continuità terapeutica nelle 24 ore mediante l’istituto della reperibilità previsto dalle leggi sull’assistenza ai tossicodipendenti. Il personale è andato via via diminuendo, figure indispensabili come quella dell'assistente sociale sono assenti, ma il personale rimasto, seppure insufficiente, fa salti mortali per mantenere alto l’impegno ed il prestigio degli anni passati e per dare adeguate risposte ai pazienti.
E' a tutto questo che i politici di Teano stanno dicendo: no! Non vogliono offrire una sede in cui far traslocare il SerT per continuare le attività, dal momento che la struttura di Viale Italia sta per essere dismessa ed i vari uffici trasferiti altrove. Il Sindaco, come massima autorità sanitaria del luogo, dopo aver perso l’ospedale ed altri importanti servizi, sembra disinteressarsi alla tematica dei giovani che purtroppo sono entrati nella trappola della tossicodipendenza, dimostrandosi  poco consapevole dell’importanza di un servizio come il SerT. 

Mignano Montelungo - Coltivava droga, arrestato operaio

mignano montelungo.  Un operaio aveva creato una picocla “impresa” per arrotondare lo stipendio.
Coltivava marijuana in un terreno del comune, nei pressi di un torrente. E’ stato scoperto dai carabinieri e arrestato.
Gianni Verdone, 36enne di Mignano Montelungo, dopo le formalità di rito è stato trasferito presso il carcere di Cassino, a disposizione dell’autoriutà giudiziaria.
I carabinieri della compagnia di Sessa Aurunca - attraverso gli uomini della locale stazione, hanno pedinato per giorni l’uomo fino a coglierlo sul fatto mentre innaffiava la pinatagione.
Le piante, alcune alte oltre due metri, erano 115 e vegetavano su una vasta area in località Giardini. Una zona ideale per quel tipo di coltura considerata la presenza dell’acqua e di abbondante sole.
Verdone, per non dare nell’occhio, lasciava l’auto lontana dalla coltivazione e raggiungeva il terreno a piedi. L’ultimo viagigo però gli è stato fatale e le manette sono scattate ai suoi polsi.
Le 115 pinate sono state recise e sistemate in un capannone - a disposizione dell’autorità giudiziaria che ne ha disposto le analisi per accertare la quantità di principio attivo.
La quantità di marijuana sequestrata, se fosse stata immessa sul mercato illegale, avrebbe fruttato un buon guadagno all’operaio mignanese che lavora presso un’azienda nella vicina  Cassino.
La Marijuana resta ancora una delle sostanze stupefacenti più diffeuse fra giovani e giovanissimi. La facilità di reperire - anche grazie alle nuove tecnologie internet - i semi sul mercato, spingono molti “amanti” della sostanza a provare la produzione “in proprio”, chiaramente vietata dalla legge.

Roccamonfina - Il paese in lutto saluta Tina e Fabio. Uccisi in una vasca termale dalle esalazioni tossiche




ROCCAMONFINA.  Ha partecipato l’intera comunità di Roccamonfina e gra parte di quella di  Teano ai funerali che ieri pomeriggio si sono svolti presso la Chiesa Collegiata di Roccamonfina per l’estremo saluto alla 39enne Tina Martino, scomparsa nel pomeriggio di martedì pomeriggio insieme a 42enne Fabio Di Pippo. Una partecipazione massiccia da parte della popolazione roccana, non solo per la giovane età della povera Tina, e neanche per la tragicità dell’accaduto, ma bensì soprattutto per la serietà e la bontà che tutti conoscevano della giovane donna.
Originaria di Teano, Tina sposò un giovane roccano dal quale nacque una meravigliosa bambina, ma purtroppo il loro matrimonio naufragò qualche anno dopo con una separazione ancora in atto. Per questa ultima ragione Tina non si è mai persa d’animo, vivendo per la sua bambina e buttandosi in qualsiasi tipo di attività lavorativa. Faceva parte del Nucleo di Protezione Civile di Roccamonfina. Proprio questo gruppo di volontari ieri hanno dato prova di grande organizzazione e di grande cuore, poiché nella loro totale commozione hanno accompagnato fino all’ultimo minuto la loro compagna di squadra con enorme dignità.
L’amministrazione comunale di Roccamonfina, retta dal sindaco Letizia Tari, ha ordinato il lutto cittadino per tutta la durata dell’esequie, cosa che avverrà anche questo pomeriggio allorquando, presso la parrocchia di San Michele Arcangelo della frazione Gallo, si svolgeranno i funerali di Fabio Di Pippo, conosciuto artigiano del luogo ed amato da tutti indistintamente. Il povero Fabio lascia un figlio ancora bambino, avuto da una relazione sentimentale da una giovane donna originaria del posto.

La tragedia
 Un bagno nelle calde acque termali di Suio fatale per una coppia di Roccamonfina. Un uomo e una donna uccisi – secondo le prime ipotesi - dalle esalazioni velenose  di una piscina naturale sulfurea nell'area termale di Suio, nel comune di Castelforte, in provincia di Latina. I due corpi sono stati notati da un turista. L'area da qualche giorno era stata recintata ma i due sarebbero entrati da un taglio presente nella rete metallica.
Fabio Di Pippo – 42 anni - ed Ernestina Martino (conosciuta da tutti come Tina) – 39 anni – originaria di Teano ma tempo  residente anche lei a Roccamonfina,  amavano quella sorgente e spesso, secondo il racconto di alcuni conoscenti, si concedevano qualche ora di relax in quel sito. 
Lui era un artista, lavorava il legno e il rame. Aveva regalato, ultimamente, una sua opera all’ospedale Pascale di Napoli. Da una precedente relazione aveva avuto un bambino che oggi ha sei anni e vive a Roma con la madre. Fabio, a  Roccamonfina, lo conoscono tutti per il suo impegno durante la sagra delle castagna. 

Alife - Rinuncia alle indennità di carica, per ora nessun fatto concreto

alife. A quando la formalizzazione in delibera della rinuncia alle indennità di carica del sindaco e degli assessori comunali? L’interrogativo  non è provocatorio ma è posto perché  la  giunta   ancora  non ha provveduto a mettere in un atto quell’impegno solenne assunto dal sindaco e dalla maggioranza in vari incontri pubblici e che, stando ai commenti circolanti in quelle settimane,  è stato molto apprezzato dai cittadini per le motivazioni e le finalità poste dal primo cittadino ,Giuseppe Avecone impegnato in una intensa e notevole attività amministrativa a fronte di una situazione ereditata ricca di criticità ai vari livelli .Quelle parole sono bastate davanti al corpo elettorale ma  non sono sufficienti nel campo della sfera istituzionale  che ha i suoi momenti formali : le volontà e gli obiettivi vanno tradotti in atti formali  e precisi che sono gli atti amministrativi  quali  gli atti deliberativi .
Fino ad oggi la delibera di rinuncia e di accantonamento delle somme risparmiate dai componenti della  giunta non è stata adottata altrimenti sarebbe stata pubblicata sul sito web istituzionale del comune come è successo per gli atti  di giunta finora aassunti. La questione  ha un risvolto prativo notevole: quelle somme accantonate  devono essere utilizzate per scopi sociali e di interesse pubblico, in base alle esigenze valutate di volta  in volta dall’esecutivo Avecone, e questo deve essere specificato nella delibera quando avrà i crismi della ufficialità.
Quello della rinuncia alle indennità di funzione assessorile  è stato uno degli argomenti- chiave della campagna elettorale che ha portato alla netta vittoria della compagine civica di “Per Alife” trainata dal sindaco. Lo fu  nel corso del bel confronto pulblico organizzato nell’auditorium  dell’Ipia a cura dell’associazione “Morelli” fino al comizio finale in cui ci furono applausi di entusiasmo quando il sindaco Avecone ha riconfermato la  volontà di fare a meno delle indennità al pari della giunta anche per le  notevoli criticità di bilancio e della necessità di risanare le casse comunali .                  mi.ma.

Piedimone Matese - Comunità montana, i dubbi del presidente Pepe

piedimonte matese. “Io sono molto scettico su quella proposta approvata che dovrebbe svincolare alcune somme  a favore delle comunità montane della regione. E’una perplessità che è stata già segnalata dall’Uncem. Comunque lunedì avremo un incontro in regione con l’assessore Amendolara ed altri assessori dove approfondiremo tutte le problematiche che stanno sfasciando il settore della forestazione”.
A parlare è il presidente della comunità montana Fabrizio Pepe ed il commento si riferisce alla proposta avanzata da due consigliere regionali Grimaldi(Nuono PSI) e Foglia ed approvata all’unanimità in seno al consiglio regionale. Con quell’emendamento si  mette in evidenza  “si assicurano alle Comunità Montane le risorse derivanti dalle economie realizzate dalle Province che andrebbero restituite alla Regione Campania. Questi fondi già previsti dalla Legge Regionale numero 4 del 2011, con l’emendamento approvato saranno erogati direttamente dalle Province agli enti montani ricadenti nelle singole realtà territoriali. Si superano, così, vincoli di bilancio che avrebbero potuto comportare notevoli ritardi nella erogazione delle risorse. “Con questi fondi vengono garantite senza lungaggini burocratiche le retribuzioni agli operai forestali( in alcuni enti non sono pagati da mesi ndr)  delle varie Comunità Montane del territorio regionale” è stato il commento di Foglia(UDC) diramato alle agenzie. “Non ci convince- dichiara ancora Pepe perché  il nostro ente , al pari delle altre comunità , ha come referente esclusivo la regione per conto del quale noi esercitiamo le  funzioni delegate” prosegue il presidente Pepe che conferma il quadro drammatico che sta attraversando il settore .Da ultimo il consiglio generale che è stato quasi interamente dedicato alla crisi del comparto terminato  con una dura e dettagliata presa di posizione circa la insufficienza delle risorse  non solo erogate  ma stanziate in via  di bilancio preventivo.”A tutt’oggi  non sono state erogate somme per circa 2.700.000 inerente addirittura il piano forestazione 2009. Inoltre per l’anno in corso c’è la copertura finanziaria solo per 53.000 giornate lavorative a fronte delle 80.000 del personale Baif.Questa situazione è stata più volte  fatta presente agli organi regionali senza alcun esito favorevole” conclude Pepe. Ci sono enti montani in situazione ancora più in difficoltà dell’ente matesino a riprova della crisi del comparto a livello regionale 

venerdì 22 luglio 2011

Teano - Lotta alla droga: il Sert che nessuno vuole

teano. Il tossicodipendente: l’appestato del III millennio. Da qualche giorno in paese si parla e si polemizza con insistenza ed evidente preoccupazione della notizia della probabile chiusura del Sert di Teano sottolineando la latitanza ( meglio sarebbe dire l’assenza), l’assoluto, inquietante silenzio e l’immobilismo totale delle autorità locali a fronte di una notizia che, a nostro parere ,dovrebbe produrre una immediata mobilitazione generale.
“La tossicodipendenza - precisa Mario Migliozzi che per professione si occupa  proprio di tale servizio - è una malattia (non un vizio) cronico-recidivante la cui eziologia riconosce cause biologiche, psicologiche e sociali; il suo lungo decorso determina una grave compromissione del benessere psico-fisico del soggetto che ne è affetto, impatta negativamente sulla famiglia, spesso sola e inadeguata a far fronte alle difficoltà ad essa connesse, ha gravi ripercussioni sul tessuto sociale nel complesso.
Il Sert  è l’unica struttura sanitaria territoriale chiamata a dare risposte e a fronteggiare le infinite difficoltà legate al problema “ Tossicodipendenza”.
E’ nel Sert che il tossicodipendente trova accoglienza e cure idonee; è al Sert che si rivolgono le famiglie, spesso disorientate, per contenere ed arginare le problematiche e le difficoltà  nella gestione del  tossicodipendente; è il Sert  che con i suoi servizi e con i suoi operatori contiene e controlla l’impatto sociale della tossicodipendenza (riduzione della micro-macrocriminalità, riduzione delle complicanze cliniche della malattia, miglioramento della qualità di vita e reinserimento sociale del paziente tossicodipendente); tuttavia tutti ostentano indifferenza, pare che nessuno si renda conto dell’importanza di questo servizio, tanto che lo si scarica con estrema disinvoltura etichettandolo come un servizio di scarsa importanza, poco rilevante ai fini del benessere della collettività, la cui chiusura non rappresenta una grave perdita.
Poco importa se tale sciagurata ipotesi determinerà una significativa, ulteriore, diminuzione dei livelli minimi di assistenza in questo territorio già saccheggiato e ampiamente depredato; poco importa se tale perdita comporterà un ulteriore aggravarsi del dramma che le famiglie vivono quotidianamente. Eppure, basterebbe individuare  locali alternativi a quelli in cui è attualmente allocato il Servizio per scongiurarne la chiusura e garantirne la sopravvivenza… ma pare che il problema sia proprio questo!
Il Sert nessuno lo vuole! I tossicodipendenti nessuno li vuole! Nel millennio della globalizzazione, della lotta ad oltranza ad ogni sorta di discriminazione, nel tempo in cui si scende a migliaia nelle piazze per difendere attivamente il diritto dei più deboli, degli immigrati, degli omosessuali, si discriminano dei malati; i tossicodipendenti assurgono al ruolo di moderni “ appestati”  tanto che non ci meraviglieremmo se qualcuno suggerisse di ricoverarli  in  “lazzaretti” di manzoniana memoria o spolverasse l’idea di creare nuovi  ghetti all’interno dei quali  confinarli. La subcultura ed il pregiudizio non possono  e non devono orientare le scelte di chi governa”.  

Riardo - Dissequestrato il cantiere nell'Oasi Ferrarelle

riardo. E’ stato totalmente dissequestrato il cantiere abusivo all’interno dell’oasi Ferrarelle, nell’ex masseria Mozzi.
La decisione dopo il sopralluogo - avvenuto ieri - congiunto eseguito dai tecnici dell’Asl e dai carabinieri della stazione di Pietramelara, competenti per territorio.
Nei giorni precedenti l’azienda aveva eseguito il ripristino dei luoghi così come imposto dall’ufficio tecnico comunale.
Ora, se l’azienda Ferrarelle Agricola riterrà opportuno potrà avviare i lavori per la posa in opera della condotta fognaria, così come previsto dal progetto presentato nei mesi scorsi presso l’ufficio tecnico riardese. Un progetto che il precedente scavo aveva disatteso.

Teano - Forum giovanile, saltano le elezioni.

teano. Salta l’elezione del presidente del Forum Giovanile. Nonsi trova l’accordo e tutto viene rinviato a data da destinarsi.
La logica avrebbe voluto un’elezione “serena” e facile che avrebbe dovuto portare ai vertici del  Forum Rossella Turco che è da sempre la vera anima dell gruppo di giovani e ricopre anche la caric adi vice presidente provinciale.
I bastoni fr ale ruote - come al solito - sembra averli  messi la politica che come unico obiettivo si pone quello del controllo dei centri di poteri. Senza mostrarsi, però, mai capace di risolvere le questioni e di dare risposte concrete.
Una condizione che accomuna la politica e le amministrazioni, in senso generale.
Il rischio è che anche Il Forum Giovanile di Teano possa diventare un pantano nel quale perdere finanziamenti e possibilitò concrete di fornire un valido aiuto ai giovani, non solo del posto.  Quest’anno c’è stato il boom di iscrizioni al Forum giovanile di Teano. Il forum giovanile è strettamente collegato con l’ente territoriale sidicino attraverso l’ufficio Informagiovani di Teano. 
La disputa sembra essere fra Rossella Turco e Valerio De Fusco. 

Pietramelara - Schiaffi a un giocatore, denunciato l'assessore Zannito

pietramelara. Schiaffeggia e offendoun 17enne durante un “tranquillo” torneo estivo di beach soccer. Finisce nei guai l’assessore Pietro Zannito, denunciato dai genitori dell’atleta.
Nei giorni scorsi la denuncia sarebbe stata presentata presso la caseram dei carabinieri di Pietramelara dove  sarebbero stati esposti i fatti accaduti quella notte in piazza San Rocco.
Secondo alcune indiscrezioni raccolte in paese, l’assessore - che assisteva alla finale del torneo da semplice spettatore - avrebbe perso il controllo nel momento in cui il 17enne sarebbe stato espulso dal campo di gioco.
Senza una ragione apparente, mentre il ragazzo lasciava il campo di sabbia - predisposto nell’occasione nella piazza principale del paese - Zannito si sarebbe avvicinato al 17enne e dopo averlo strattonato e offeso loa vrebbe schiaffeggiato: “sei un presuntuoso, non conosci le regole del gioco”. Questa una delle frasi che l’assessore avrebbe rivolto verso l’atleta.
Sarebbe nata una discussione che si sarebbe conclusa in pochi  attimi. Era lo scorso dodici luglio.  Nei giorni seguenti i famigliari dell’atleta avrebbero presentato denuncia presso la locale caserma dei carabinieri, guidata dal maresciallo Pasquale Mariano.

Teano - Omicidio Mollicone, indagata anche la moglie dell'ex maresciallo Mottola

teano.  Sono diventati sei gli indagati per l'omicidio di Serena Mollicone, la studentessa di Arce trovata morta i primi giorni di giugno del 2001 in un boschetto di Anitrella. Alle prime cinque persone sottoposte a indagini si è aggiunta la moglie dell'ex maresciallo Franco Mottola.
L'inchiesta entra in una fase cruciale con l'udienza per l'incidente probatorio fissata dal gip Angelo Valerio Lanna, per il 27 luglio. Anche per la sesta persona indagata l'ipotesi di reato è di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Come le altre cinque persone, anche la moglie dell'ex maresciallo sarà sottoposta al test del Dna. Il loro profilo genetico sarà poi comparato con quello trovato sugli indumenti di Serena Mollicone.
Padre madre e figlio, tutti  di Teano, coinvolti nell’inchiesta sull’omicidio di Serena Mollicone. Franco Mottola, sua moglie e suo figlio Marco sono accusati - insieme ad altre tre persone - dell’assassinio della 18enne di Arce (in provincia di Frosinone).
Il 55enne Franco Mottola, all’epoca dei fatti era comandate della stazione dei carabinieri di Arce. Iil figlio, Marco, all’epoca dei fatti 19enne, aveva in rapporto di amicizia molto stretto con la vittima.
La Procura della Republbica di Cassino ha emesso avviso di garanzia nei confronti di Francesco Suprano - 43 anni residente a Sora - Michele Fioretti, 38 anni residente a Ripi, e di sua madre Rosina Partigianoni.
Secondo la Procura di Cassino, in concorso tra loro e/o con Ignoti, colpendo al cranio Serena Mollicone in prossimità della regione sopraccigliare sinistra con uno strumento contundente, legandole gli arti superiori dietro alle spalle e bloccandone le gambe con un nastro adesivo bianco e con fili accoppiati di ferro, nonché incappucciando il cranio con una busta dì plastica sigillata attorno al collo, ne cagionavano la morte, sopravvenuta a causa dello shoc traumatico e della asfissia meccanica, dopo ampio versamento ematico, con l'aggravante di avere agito con inutile crudeltà verso la vittima.
Inoltre i cinque indagati sono accusati perché, in concorso tra loro al fine di conseguire l'impunilà, occultavano il cadavere, trasportandolo in un viottolo recondito ed ivi abbandonandolo, dopo essersi impegnati, per ostacolarne il rintraccio, a ripiegare al di sopra della salma arbusti ivi vegetanti e ad utilizzare, come riparo, la sagoma di un contenitore metallico cilindrico.
Secondo la Procura Guglirlmo Mollicone, padre della vittima, è la parte offesa nel procedimento penale a carico dei cinque.
A dieci anni dall'omicidio di Serena Mollicone - la 18enne di Arce scomparsa il 1 giugno 2001 e il cui cadavere venne fatto ritrovare nel boschetto all’Anitrella - c'è una svolta nelle indagini. Cinque persone sarebbero infatti state iscritte nel registro degli indagati. Il primo giugno, a compimento del decimo compleanno dell’omicidio, il capo della procura cassinate aveva annunciato tempi brevi per la conclusione elle indagini dicendo anche: "Sono circa 30 le persone che stiamo ascoltando, alcune sono del posto, altre le riteniamo informate sui fatti".
"Noi abbiamo come elemento certissimo che sul nastro adesivo che legava le gambe di Serena vennero repertate due impronte papillari - ha spiegato il criminologo Carmelo Lavorino - una di queste impronte ha dodici punti, detti punti particolari, che sono stati ben definiti. Quindi abbiamo l’impronta papillare dell’assassino o del complice, che ha legato Serena. Mi sembra molto strano che all’epoca non abbiano fatto queste comparazioni anche perchè ricordo che presero le impronte di Michele Fioretti, della madre e anche del figlio del maresciallo". 

Teano - Scuola Laurenza, i genitori agli amministratori: muovetevi

teano. I genitori degli alunni della scuola Laurenza incontrano l’amministrazione per tentare di capire la soluzione all’annossa vicenda. Ricevono tante promesse e un nuovo appuntamento, fra venti giorni, per verificare se i fatti seguiranno alle parole. “I sottoscritti, genitori rappresentanti del comitato spontaneo costituitosi in seguito alle notizie relative alla inagibilità del plesso delle SMS Laurenza di viale S, Antonio, comunica che in data 21.07.11 sono stati ricevuti presso la casa comunale dal sindaco Picierno, ass. D’Aiello, ass Toscano, ass. Pentella, ass. Pinelli, ass. De Monaco, c.c. e D.S. La Prova, ing. Russo. I genitori avendo esposto quanto già palesato nei precedenti comunicati hanno avuto rassicurazioni e personali garanzie sui seguenti punti: L’ing. Russo ha garantito per il 14.09.11 la certificazione di agibilità dei locali relativi all’ex istituto Papa che dovrebbero accogliere circa 7 classi ed i relativi laboratori funzionali all’espletamento delle attività didattiche; le altre aule saranno reperite presso il plesso di viale Ferrovia. Il c.c. e D.S. La Prova ha garantito per il 14.09.11 la piena funzionalità della nuova sede con tutte le attività di laboratorio nel rispetto del POF stilato per l’anno scolastico 2011-2012. L’ass. Toscano ha garantito l’impegno dell’Amministrazione per richiedere un mutuo di circa 2,5 milioni di euro per la demolizione e ricostruzione di un nuovo plesso scolastico nell’area di sedime di viale S. Antonio su di un progetto definitivo già predisposto. Il sindaco, ha garantito per gli impegni presi dall’Amministrazione e dall’Ufficio Tecnico. Il comitato genitori, preso atto delle garanzie poste alla base di quanto richiesto, in comune accordo ha previsto tra 20 gg la verifica in sito dell’attuazione dei lavori per essere certi che il 14.09.2011 sia per tutti il primo giorno di scuola”.

Piedimonte Matese - Comune contro il Consorzio dei Rifiuti: il giudizio davanti al Tar

piedimonte matese. Saranno i giudici del Tar del Lazio, a definire la contesa fra comune e Consorzio Unico per la raccolta dei rifiuti, Fra pochi giorni, davanti ai giudizi amministrativi della capitale, si discuterà del ricorso presentato dai vertici del Cub, contro la decisione assunta dall’amministazione matesina di voler lascaire la struttura consortile per affidare il ritiro dei materiali ai privati.
Una decisione che è nata dai tanti disservizi che frequentemente i comuni sono costretti a subire. Piedimonte Matese, guidato dal sindaco Vincenzo Cappello, non sembra l’unico comune a voler lasciare il Cub.
Diversi comuni dell’Alto Casertano lasceranno il consorzio unico per i rifiuti.  I continui disservizi non sono più tollerabili.  L’amministrazione di Piedimonte Matese  esce dal consorzio unico, anticipa gli stipendi ad alcuni dipendenti dello stesso ente, noleggia mezzi e attrezzature per effettuare la raccolta. Tutti i costi anticipati dalle casse del municipio saranno decurtati dalle competenze spettanti al Consorzio. Una iniziativa che probabilmente sarà seguita da numerosi altri comuni limitrofi.   I comuni dell’Alto Casertano, fino a pochi mesi fa, rappresentavano l’eccellenza nella raccolta differenziata  raggiungendo percentuali altissime.
Intanto la  Procura della Repubblica indaga sul sistema di raccolta dei rifiuti solidi urbani. L’indagine è estesa a tutti i comuni di Terra di Lavoro che fanno ancora parte del Consorzio Unico di Bacino  L’attenzione degli inquirenti è rivolta all’intero ciclo: dalla corretta  separazione effettuata dal singolo cittadino, al ritiro effettuato dal personale del Consorzio, per finire al deposito dei materiali raccolti. Un lavoro che dovrà fornire ai magistrati un quadro esatto sulla situazione dei rifiuti in provincia di Caserta; probabilmente servirà anche a capire eventuali responsabilità nelle tante situazioni di emergenza che si ripresentano ciclicamente; così come potrebbe fornire  prove di eventuali azioni di sabotaggio tese proprio a  determinare l’inceppamento nel sistema di raccolta e smaltimento. Quindi la necessità di verificare e annullare eventuali infiltrazioni malavitose all’interno della struttura consortile. Infiltrazioni che potrebbero essere anche alla base dell’attuale situazione nella raccolta rifiuti; una situazione che sembra indicare l’esplosione di nuove emergenze. L’inchiesta, secondo alcune indiscrezioni, punterebbe, inoltre,  a fornire un quadro completo di eventuali sprechi di risorse da parte dell’ente consortile, come ad esempio, quelli legati ai mezzi d’opera. Da alcuni mesi, inoltre, è in corso un’altra inchiesta – gestita dalla guardia di finanza di Piedimonte Matese – che mette sotto la lente la gestione dei rifiuti e bilanci comunali: la guardia di finanza indaga su 25 municipi compresi nell’area del Matese e dell’Alto Casertano. Gli inquirenti intendono conoscere i motivi che hanno determinato, in molti casi, la mancata erogazione di fondi al Consorzio per la gestione dei rifiuti. Il periodo interessato è quello che parte dal 2005 fino ad oggi.  Baia e Latina, Dragoni, Alvignano, Caiazzo, Piana Di Monte Verna, Alife, Sant’Angelo D’Alife, Gioia Sannitica,  Ruviano, Castel Campagnano, Vairano Patenora, Pietravaino, Raviscanina, Capriati al Volturno, Ciorlano, Ailano, Fontegreca, Gallo Matese, San Gregorio Matese, Castello Matese, Piedimonte Matese, San Potito Sannitico, Letino, Prata Sannita e Pratella sono i comuni – per ora – interessati dall’inchiesta. L’ipotesi di reato riguarda l’abuso d’ufficio e il falso in bilancio.

giovedì 21 luglio 2011

Roccamonfina - Fanno il bagno nella piscina termale, uccisi dalle esalazioni solforose







ROCCAMONFINA  –  Un bagno nelle calde acque termali di Suio fatale per una coppia di Roccamonfina. Un uomo e una donna uccisi – secondo le prime ipotesi - dalle esalazioni velenose  di una piscina naturale sulfurea nell'area termale di Suio, nel comune di Castelforte, in provincia di Latina. I due corpi sono stati notati da un turista che ieri mattina, intorno alle ore 11, è  arrivato in zona per fare un bagno. La morte sarebbe sopravvenuta, nella tarda serata dell’altro ieri, per asfissia.
L'area da qualche giorno era stata recintata ma i due sarebbero entrati da un taglio presente nella rete metallica.  Fabio Di Pippo – 42 anni - ed Ernestina Martino (conosciuta da tutti come Tina) – 39 anni – originaria di Teano ma tempo  residente anche lei a Roccamonfina,  amavano quella sorgente e spesso, secondo il racconto di alcuni conoscenti, si concedevano qualche ora di relax in quel sito.
Lui era un artista, lavorava il legno e il rame. Aveva regalato, ultimamente, una sua opera all’ospedale Pascale di Napoli. Da una precedente relazione aveva avuto un bambino che oggi ha sei anni e vive a Roma con la madre. Fabio, a  Roccamonfina, lo conoscono tutti per il suo impegno durante la sagra delle castagna. Ernestina era separata e aveva una bimba in tenera età. Già la scorsa domenica, la coppia, aveva fatto il bagno in quella piscina naturale.
Il giorno dopo, lunedì, l’area era stata recintata ed eranostati collocati i cartelli di  “pericolo”.  Fabio e Tina sono ritornati e l’altro ieri e, probabilmente,  sono passati attraverso un foro nella rete. Il corpo di lei è stato trovato a pancia sotto, riversa nell’acqua, lui era poco lontano. Sul posto i Carabinieri di Castelforte e il Nucleo Radiomobile con la scientifica.
I corpi sono stati recuperati e trasferiti presso la sede di medicina legale di Latina dove presto sarà eseguita l’autopsia. Al momento la prima ipotesi al vaglio è che i due siano morti per intossicazione dovuta ad una concentrazione letale di gas nocivi, per l'uomo, contenuti nelle stesse acque. Nella stessa vasca naturale, più di 30 anni fa, perse la vita, allo stesso modo,  un ragazzo di 17 anni.
La notizia del dramma ha scosso fortemente la comunità di Roccamonfina dove la coppia viveva. In tanti si sono stretti intorno alla famiglia Di Pippo; Fabio, infatti, viveva con i genitori con i quali era legatissimo. Se l’esame medico legale sarà eseguito in giornate, probabilmente, domani potrebbero svolgersi i funerali.