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venerdì 22 luglio 2011

Teano - Lotta alla droga: il Sert che nessuno vuole

teano. Il tossicodipendente: l’appestato del III millennio. Da qualche giorno in paese si parla e si polemizza con insistenza ed evidente preoccupazione della notizia della probabile chiusura del Sert di Teano sottolineando la latitanza ( meglio sarebbe dire l’assenza), l’assoluto, inquietante silenzio e l’immobilismo totale delle autorità locali a fronte di una notizia che, a nostro parere ,dovrebbe produrre una immediata mobilitazione generale.
“La tossicodipendenza - precisa Mario Migliozzi che per professione si occupa  proprio di tale servizio - è una malattia (non un vizio) cronico-recidivante la cui eziologia riconosce cause biologiche, psicologiche e sociali; il suo lungo decorso determina una grave compromissione del benessere psico-fisico del soggetto che ne è affetto, impatta negativamente sulla famiglia, spesso sola e inadeguata a far fronte alle difficoltà ad essa connesse, ha gravi ripercussioni sul tessuto sociale nel complesso.
Il Sert  è l’unica struttura sanitaria territoriale chiamata a dare risposte e a fronteggiare le infinite difficoltà legate al problema “ Tossicodipendenza”.
E’ nel Sert che il tossicodipendente trova accoglienza e cure idonee; è al Sert che si rivolgono le famiglie, spesso disorientate, per contenere ed arginare le problematiche e le difficoltà  nella gestione del  tossicodipendente; è il Sert  che con i suoi servizi e con i suoi operatori contiene e controlla l’impatto sociale della tossicodipendenza (riduzione della micro-macrocriminalità, riduzione delle complicanze cliniche della malattia, miglioramento della qualità di vita e reinserimento sociale del paziente tossicodipendente); tuttavia tutti ostentano indifferenza, pare che nessuno si renda conto dell’importanza di questo servizio, tanto che lo si scarica con estrema disinvoltura etichettandolo come un servizio di scarsa importanza, poco rilevante ai fini del benessere della collettività, la cui chiusura non rappresenta una grave perdita.
Poco importa se tale sciagurata ipotesi determinerà una significativa, ulteriore, diminuzione dei livelli minimi di assistenza in questo territorio già saccheggiato e ampiamente depredato; poco importa se tale perdita comporterà un ulteriore aggravarsi del dramma che le famiglie vivono quotidianamente. Eppure, basterebbe individuare  locali alternativi a quelli in cui è attualmente allocato il Servizio per scongiurarne la chiusura e garantirne la sopravvivenza… ma pare che il problema sia proprio questo!
Il Sert nessuno lo vuole! I tossicodipendenti nessuno li vuole! Nel millennio della globalizzazione, della lotta ad oltranza ad ogni sorta di discriminazione, nel tempo in cui si scende a migliaia nelle piazze per difendere attivamente il diritto dei più deboli, degli immigrati, degli omosessuali, si discriminano dei malati; i tossicodipendenti assurgono al ruolo di moderni “ appestati”  tanto che non ci meraviglieremmo se qualcuno suggerisse di ricoverarli  in  “lazzaretti” di manzoniana memoria o spolverasse l’idea di creare nuovi  ghetti all’interno dei quali  confinarli. La subcultura ed il pregiudizio non possono  e non devono orientare le scelte di chi governa”.  

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