piedimonte matese. Si tinge sempre più di giallo il caso della scomparsa dell’imprenditore Alessandro Ottaviani.
Nel capannone al centro della complicata vicenda si trovavano, subito dopo la scomparsa numerosi grossi fusti di ferro. Erano tutti impilati e ben chiusi. COntrollarli avrebbe significato eliminare il dubbio che qualcuno avrebbe potuto uccidere l’uomo e nasconderne il corpo proprio in quei fusti.
La presenza di quei fusti sarebbe stata confermata, più volte, da alcuni ex dipendenti dell’azienda che aveva in uso la struttura. Intanto si cerca il corpo di Alessandro Ottaviani; si starebbero scandgliando le cisterne abbandonate dell’intero territorio. In particolare le ircerche si sarebbero concentrate sui pozzi nella zona di Dragoni. Area in cui per l’ultima volta fu visto vivo l’imprenditore. L’indagine è seguita dai carabinieri della compagnia di Piedimonte Matese che stanno cercando di dare una svolta al giallo sulla scomparsa dell’imprenditore. Un mistero che dura da oltre tre anni e che non ha permesso, finora, agli inquirenti di arrivare al bandolo della matassa. E’ scomparso nel nulla il 23 Aprile 2008. Le indagini dei carabinieri non sono, finora, riuscite a far luce sulla vicenda.
Così, si fa sempre più strada l’ipotesi che l’imprenditore pedemontano – molto attivo nel campo dell’edilizia - sia stato vittima di un atto criminoso.
Alessandro Ottaviani uscì di casa insieme al cognato, Mauro Paterno, per svolgere alcune commissioni. In particolare i due si recarono nella periferia del paese, nei pressi del fiume Volturno, per incontrare un altro imprenditore, Carini.
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