pignataro maggiore. Viola gli obblighi imposti dal giudice, ritorna in carcere Gaetano Di Dio. Il 50enne è da alcuni anni al centro di una triste vicenda fatta di violenze e maltrattamenti in famiglia. Secondo l’accusa, infatti, l’uomo maltrattava la moglie e i figli. Per qeusta ragione, dopo una serie di indagini condotte dai carabinieri della locale stazione, Di Dio fu arrestato, oltre un anno fa.
Dopo qualche tempo al 50enne vennero concessi gloi arresti domicialiari. Successivamente il giudice di sorveglianza ha allargato ancora le maglie della pena concendendo all’uomo la libertà, sottoponendolo, unicamente, al divieto di avvicinarsi alla casa della famiglia. Un obbligo - così come accertato dai carabinieri della locale stazione, guidati dal maresciallo De Sena, che Di Dio avrebbe violato più volte.
Per questa ragione, ieri mattina, Di Dio è stato prelevato, su ordine del Tribunale, e condotto in carcere a Santa Maria Capua Vetere dove si trova a disposizione dell’autorità giudiziaria. Drammi quotidiani si consumano nel silenzio delle pareti domestiche. Pareti che dovrebbero avvolgere la nostra intimità in un abbraccio affettivo che protegge e rassicura da ogni minaccia esterna. Succede, invece, più spesso di quanto si possa pensare, che l’inferno si nasconda proprio fra queste mura. La violenza famigliare è senz’altro un fenomeno che per molto tempo è stato sottaciuto con la complicità delle tradizioni culturali o, per meglio dire, di quella disuguaglianza "biologica" fra i sessi che pone la donna in subalternità rispetto all’uomo. Stiamo parlando di retaggi di una cultura patriarcale che sopravvive nel presente negando alle donne la completa indipendenza. Tant’è che ancor oggi certi "uomini padroni" non accettano che la propria compagna, o moglie che sia, recida i laccioli del loro potere e controllo.
Il repertorio dei violenti è davvero variegato: c’è chi perseguita la partner con le minacce seguendola ad ogni passo come un’ombra e chi sfoga la propria rabbia mandando abitualmente in frantumi oggetti di casa.
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