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martedì 11 ottobre 2011

Sparanise - La Cappella Reale nel degrado



La struttura borbonica nel totale abbandono
Sparanise. “Il popolo di Sparanise rivendica la propria storia. E menomale. Io da parte mia mi informerò per vedere che fine hanno fatto i 50 mila euro destinati dalla Regione al recupero della Cappella Reale; e vedrò  perché tutto è rimasto fermo dal febbraio dello scorso anno”.
L’assessore  regionale all’Istruzione, Corrado Gabriele due anni fa,  ad una precisa domanda fattagli dai giovani studenti dell’ITC Galilei durante la cerimonia di nomina ad “Ambasciatori dei Siti Reali” e di consegna della Medaglia d’argento del Presidente della Repubblica, fece capire senza alcuna ombra di dubbio che si sarebbe interessato affinché la comunità di Sparanise potesse vedere restaurato quel che rimane del Casino borbonico dell’antico Demanio di Calvi: la Cappella Reale. Un casino voluto da Carlo di Borbone nel 1779 e fatto costruire dagli architetti Collecini e Patturelli. Un casino, per capirci, che è stato costruito prima del Casino di Carditello e della stessa Reggia.  Con il suo interessamento, quindi, qualcosa si doveva muovere per il recupero della sfortunata Cappella Reale, ma nulla è stato fatto. Almeno finora. Eppure la  Regione Campania, ha stanziato 50 mila euro per il recupero del Casino di Calvi e la notizia è stata pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Campania, n° 5 Bis del  4 febbraio 2008, dove all’art. 42, quarto comma è scritto:” E’ concesso per l’esercizio finanziario 2008 un contributo straordinario di euro 50 mila al Comune di Sparanise (CE) finalizzato alla ristrutturazione ed al restauro del monumento storico “Casino Reale”. Un contributo che, se non altro, può servire a mettere in sicurezza e delimitare l’area della Cappella Reale, oggi abbandonata a se stessa e nel degrado. Ma da allora, a quanto pare, poco è stato fatto per dare avvio ai lavori. L’area, anzi, nonostante sia gravata dal “vincolo dei beni culturali”, è stata addirittura recintata. Eppure la vecchia amministrazione comunale aveva mostrato una chiara volontà di salvare il salvabile avviando rapporti con la Sovrintendenza ai monumenti di Caserta, nella persona dell’arch. Torriero, per  valutare il da farsi. Ma poi, a quasi tre anni di distanza, tutto è rimasto come prima. Si spera ora nella nuova amministrazione, che possa dare veramente una svolta a questo brutto capitolo di storia locale. Intanto quel che rimane del Casino Reale giace nel più completo abbandono: un patrimonio inestimabile che ha visto tra le sue mura non solo i Re Carlo III  e Ferdinando IV, ma anche Francesco I, Ferdinando II, il pittore di corte Philipp Hackert, gli architetti Collecini e Patturelli, la Regina Amalia Walburga, la Regina Carolina, la Contessa di Floridia, il Marchese di Villafranca e il Vicerè di Sicilia, Principe di Caramanico. Paolo Mesolella

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